domenica 27 ottobre 2013

LA GUERRA DELLE ONDE Storia di una radio che non c’era



Produzioni dal basso


  
SINOSSI BREVE

E' la storia di Radio Oggi in Italia, la prima radio clandestina italiana, nata a Praga nel 1950 come radio comunista e chiusa dopo l’invasione della Cecoslovacchia per aver palesato posizioni antisovietiche. Un viaggio che parte dai controversi anni ’50, attraversa il boato del ’68 e approda ai vuoti di memoria di oggi.

SINOSSI COMPLETA

Quando nel 1968 i sovietici invasero la Cecoslovacchia, occuparono, tra le altre cose, la sede di Radio Praga, la radio pubblica ceca. I suoi giornalisti trovarono rifugio e poterono trasmettere dagli studi di una piccola radio italiana comunista, “Radio Oggi in Italia”. “Oggi in Italia” era nata a Praga nel 1950 e trasmetteva in italiano notizie di attualità che riguardavano l’Italia, tutte con un’impostazione anti-governativa. Dato il tono pesantemente polemico, l’emittente attirò presto l’attenzione del governo democristiano italiano, cui la vittoria nelle elezioni del ’48 aveva permesso di controllare gli apparati dello Stato, inclusa la RAI, che per legge era l’unico gestore radiofonico. “Oggi in Italia” fu contrastata in quanto radio illegale, “lesiva per gli interessi del Paese”, come testimoniano le interpellanze parlamentari dell’epoca. L’idea di un programma radiofonico alternativo alla Rai ebbe origine all’interno del Partito Comunista Italiano, cui era negato l’accesso ai canali radio statali. Fu per questo che Oggi in Italia non trasmise dall’Italia, ma da Praga, dove nell’immediato dopoguerra erano espatriati molti ex-partigiani comunisti. Erano alcuni di loro a curare le trasmissioni radiofoniche, che rientravano in un accordo di collaborazione tra PCI e KSC (partito comunista cecoslovacco). Superata la fase artigianale degli esordi, la radio si perfezionò e si caratterizzò per la tempestività dell’informazione e per la costante polemica con la RAI. Fu il primo organo d’informazione a dare notizia dei fatti di Ungheria nel 1956, anticipò la radio di stato nell’informare dell’accordo tra Kennedy a Krusciov sui missili di Cuba e diede per prima l’annuncio che la “Legge truffa” del ’53 non era scattata. In pochi anni acquisì grande popolarità (riuscendo anche a superare i 4 milioni di ascoltatori), divenendo una seria antagonista al monopolio dell’informazione Rai, in un’epoca in cui in Italia era dominante il conflitto tra PCI e DC e nel mondo imperava la guerra fredda. Osteggiata per vent’anni dal governo democristiano italiano, cessò di trasmettere per volontà dell’Unione Sovietica dopo l’invasione di Praga nel ’68 per aver palesato posizioni pro-Dubcek.
Protagonista del filmato è Stella, storica speaker di Oggi in Italia, presso i cui studi lavorò dagli esordi alla chiusura. Per la prima volta dopo tanti anni, Stella decide di tornare a Praga per andare a visitare gli archivi della radio e rivedere la balia che accudì sua figlia. Un viaggio nella memoria della radio, dell’Italia degli anni ’50 e del proprio percorso di vita. Un viaggio fatto di emozioni e di ferite ancora aperte. La descrizione di questo viaggio è intercalata da varie testimonianze, tra cui quelle di Sandro Curzi, Carlo Ripa di Meana e Aroldo Tolomelli, per quasi vent’anni caporedattore della radio. I loro interventi rispondono a domande chiave: perché si dovette fare a Praga questa radio? Perché i redattori erano esuli? Perché il governo italiano si accanì per chiuderla? Perché invece fu chiusa dai sovietici? Domande e risposte svelano a poco a poco la storia, stimolando la curiosità e tratteggiando sempre più marcatamente il quadro di una radio scomoda e di una storia sfaccettata.


I PROTAGONISTI

·         Stella Amici: fu speaker della radio per tutta la sua durata. Nel 1963 quando sono decadute le accuse contro di lei è tornata in Italia per una breve vacanza. Ha deciso però di continuare a lavorare a Oggi in Italia fino alla sua chiusura a fianco del marito, redattore di Radio Oggi in Italia.
  • Sandro Curzi: è stato firmatario dell’accordo che sancisce ufficialmente la nascita di Radio Oggi in Italia e si è occupato della radio sia come giornalista dell’Unità (di cui fu caporedattore e direttore) sia come responsabile Stampa e Propaganda della Direzione del Pci. Nel 1975 viene assunto dalla Rai, dove diventerà direttore del telegiornale di Rai 3. E’ stato consigliere d’amministrazione della Rai.
  • Aroldo Tolomelli: nel dopoguerra è un giovane dirigente del Pci. A seguito delle agitazioni avvenute dopo l’attentato a Togliatti, viene accusato di essere il mandante di un omicidio. Espatria a Praga dove è caporedattore di Radio Oggi in Italia dal ’51 al ‘66. Rifiuta l’amnistia dichiarandosi innocente e torna in Italia nel ’66 solo quando decadono le imputazioni contro di lui. È stato senatore del PCI.
  • Carlo Ripa di Meana: nei primi anni ’50 è tra i giornalisti incaricati di fornire contenuti a Radio Oggi in Italia per conto dell’Unità. Dal 1953 al 1956 è a Praga per dirigere la rivista World Student News. Nel ’57 lascia il Pci in seguito ai fatti di Ungheria ed entra a far parte del Psi. Dal 1974 al 1978 è presidente della Biennale di Venezia. Viene eletto deputato del Partito Socialista e in seguito del partito dei Verdi. Nel 2005 diventa presidente dell’associazione ambientalista Italia nostra.


                                                         NOTE DI REGIA

Quando Stella e Aroldo, protagonisti del documentario, mi hanno raccontato la storia di Oggi in Italia mi sono subito resa conto di quanto sarebbe stato interessante e difficile raccontarla. Perché è una storia fitta, ramificata e ancora ammantata da un’aura quasi impenetrabile di silenzi e segretezza. Ho capito che era impossibile rendere in modo esaustivo il complesso contesto storico e mi sono concentrata sui personaggi e sull’aspetto emotivo. Soprattutto su Stella, che nel filmato guida lo spettatore nel dipanare questa matassa intricata di vicende passate e presenti. Il suo ritorno a Praga diventa un viaggio non solo nella memoria della radio, ma anche in quella storica e personale. Pur consapevole dei limiti e delle difficoltà interpretative che le mie scelte narrative avrebbero comportato, ho preferito sottolineare l’emozione del racconto personale che la linearità di una voce fuori campo, di commenti e notazioni storiche. E per ribadire una certa discontinuità narrativa, fatta di risposte un po’ sospese, ho privilegiato un montaggio serrato di voci e immagini, dove le voci si alternano continuamente e le immagini di repertorio non sono solo didascalie ma anche suggestioni.


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Contro “Oggi in Italia” ci furono numerose interpellanze parlamentari, vari tentativi di disturbare il segnale e pressioni diplomatiche verso la Cecoslovacchia affinché interrompesse le trasmissioni.
Nonostante tutto questo clamore, la storia di questa radio è oggi quasi del tutto sconosciuta e i documenti che la raccontano sono stati distrutti. Prima che la sabbia della storia la ricopra per sempre, è doveroso raccontarla.
Per riuscire nel nostro obiettivo abbiamo bisogno di raggiungere € 6000
attraverso la prenotazione di 500 quote da 12 € ciascuna (che include i costi di
spedizione). Il budget servirà per coprire i costi di duplicazione, stampa,
grafica, editing, promozione e spedizione.
Per i circoli, le associazioni, i comitati che ne prenoteranno almeno una decina di copie, garantiamo la presenza per una presenza pubblica, nell’ambito della quale il Circolo potrà rimettere in vendita le copie prenotate. Se riuscirà a rivendere tutte le 10 copie prenotate, avrà realizzato un’iniziativa e sostenuto questo progetto a costo zero.

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