Non solo Lampedusa. Guerre e povertà, imposte da una
dittatura criminale e diffusa, quella del liberismo, provocano milioni di
vittime e profughi sparsi dalla Grecia
al Libano alla stessa Tunisia. Da Sabra e Chatila a Beirut , va in scena l’insostenibile
dramma della disperazione. Gente che fugge dalla miseria e dal rischio di
soccombere definitivamente. Intere società cercano di trovare riparo allo
sterminio di un regime per cui la dignità è solo un costo, la povertà è un
effetto collaterale se non proprio una colpa. Questa è la non civiltà. Si globalizzano i capitali, ma anche
disperazione, precarietà e indifferenza alla sofferenza, mentre si alzano i
muri e si armano eserciti per bloccare l’esodo delle vittime che cercano
brandelli di vita, proprio in quei paesi responsabili del loro dramma . Se i fondi
messi a disposizione dall’Unione Europea in favore dei paesi di frontiera come
il nostro, vengono utilizzati esclusivamente per finanziare respingimenti e
rimpatri, senza pianificare uno straccio
di politica di accoglienza, non ci si
può lamentare per la latitanza dell’Europa.
Se degli innumerevoli trattati stipulati fra le nazioni occidentali si esige il
rispetto ferreo solo di quelli economici, non si può scaricare
ad altri la colpa dei genocidi che avvengono nel mediterraneo, ma anche sulle
coste dei paesi dai quali partono i barconi della disperazione, e su
tanti troppi campi profughi e lager sparsi per tutto il mondo.
Foto degli operatori di "Operazione Colomba"
Brano: "Migrantes" della Casa del Vento
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