venerdì 4 ottobre 2013

A casa loro

Luciano Granieri

 Bisogna che stiano bene a casa loro. Questo è il mantra che viene ripetuto ogni volta che si parla di immigrazione. E’ la parola d’ordine leghista. Bisogna farli stare bene a casa loro, ma nel frattempo che ciò si realizzi  è meglio  respingerli,  denunciare per favoreggiamento al reato di immigrazione clandestina tutti coloro che si azzardano a soccorrere i naufraghi dei viaggi della disperazione. I pescatori e i soccorritori dei superstiti del barcone, affondato a poche miglia dalla costa di Lampedusa, portandosi in fondo al mare il suo carico di morte, rischiano di essere incriminati e subire il sequestro dei loro natanti. 

Devono stare bene a casa loro. Ma cosa si dovrebbe fare per  farli stare bene a casa loro?  Fomentare sanguinose guerre civili come in Siria, per destabilizzare un paese che altrimenti darebbe noia a stati amici come Israele, la quale tranquillamente continua ad occupare le alture siriane del Golan con il supporto degli Stati Uniti? 

Oppure farli stare bene a casa loro significa  ignorare la sanguinaria ventennale  dittatura di Isaias Afewerki in Eritrea  dove torture, detenzioni arbitrarie, severe restrizioni della libertà di stampa e di culto, non contano niente di fronte all’ingente volume d’affari che il nostro Paese ha con Asmara. Nel biennio 2011-2012 siamo stati il terzo partner commerciale più importante dell’Eritrea. Qui vengono cucite le  camice di Armani   sfruttando i lavoratori vessati dalla dittatura.

Forse per farli stare bene  a casa loro bisognerebbe  continuare a depredare le loro ricchezze,  alimentando una disumana violenza per l’accaparramento, ad esempio,  dei diamanti in Sierra Leone o l’uranio in Niger.  Subire continuamente gli effetti delle guerre, che noi chiamiamo umanitarie, con ampio uso di fosforo bianco, necessarie a proteggere oleodotti e risorse energetiche non certo utili a loro, ma a noi abitanti del cosiddetto primo mondo, pensate possa farli stare bene? 

Assumere pomposamente impegni finanziari per aiutare i paesi del sud del mondo,  ad ogni G8 o G20 che sia,  per  lavarsi la coscienza e poi tagliare ogni anno dai  bilanci degli Stati i fondi per la cooperazione internazionale pensate possa far sentire   realizzate  queste popolazioni inducendole a restare a casa loro? 

Tutto questo e molto altro ancora la comunità internazionale fa per  agevolare la prosperità in Africa e nell’area mediorientale. Ma a quanto sembra tali   azioni, poste in essere ad esclusivo vantaggio degli imperialismi più o meno sviluppati di Europa e America,  delle multinazionali, delle lobby capitalistico finanziarie, che considerano la povertà una colpa,   la dignità umana un onere insostenibile, sortiscono l’effetto contrario, per cui questi a casa loro muoiono di fame e di guerra. 

E per fuggire dalla fame a dalla guerra    si imbarcano  su carrette del mare alla mercè di scafisti senza scrupoli, andando spesso, purtroppo,  a popolare quello sterminato cimitero marino che è il bacino del Mediterraneo. 

Si diano pace i leghisti, non siamo in grado di farli stare bene a casa loro, e forse neanche ci interessa. Non si diano pena i fautori del “bene a casa loro”, i migranti in Italia non vorrebbero più venire, in effetti siamo anche noi un paese del terzo mondo, non è un caso che organizzazioni umanitarie come Save the Children ed Emergency comincino  ad occuparsi dei nostri bambini che muoiono  pure  loro, nell’Italia civilizzata,   di fame e di stenti. I migranti, vorrebbero raggiungere il nord Europa, ma purtroppo per arrivare a destinazione devono passare da Lampedusa. 

E   poi perché dovremmo farli stare bene a casa loro? Perché abbiamo veramente a cuore la loro dignità di persone umane o perché se stanno bene a casa   loro non vengono a disturbare noi cittadini da terzo mondo illusi di abitare il primo mondo civilizzato? 

Finiamola con i soliti luoghi comuni e con le diatribe da teatrino della politica! L’unica cosa che potremmo fare è vergognarci , come ha detto Papa  Francesco . Per rimanere in tema  di citazioni ecclesiastiche bene ha detto l’abate di Montecassino Don Pietro Vittorelli, prima di lasciare l’incarico. Nel corso di un convegno sull’accoglienza dei rifugiati politici, l’ex abate affermò che fino a quando movimenti xenofobi continueranno a sedere nei parlamenti delle nazioni europee, difficilmente si potrà risolvere il problema dell’accoglienza, e aggiungo io fino a quando il potere capitalistico finanziario esercitato dall’ 1% della popolazione   che possiede e sfrutta il 50% delle risorse globali, continuerà a tessere la sua tela di morte, stragi come quella   di Lampedusa continueranno a ripetersi senza soluzione di continuità.

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