Effetto speciale patriottico
Non c’è che dire la
giunta Ottaviani è maestra negli effetti speciali. La toccante suggestione patriottica di
Piazza Vittorio Veneto ha un suo
perché. "Restituiamo la piazza ai
cittadini", disse il sindaco appena insediato. E così fu. Il piazzale antistante
l’ex palazzo della banca d’Italia è stato pavimentato sostituendo
l’asfalto martoriato dalle righe del
parcheggio con un candido piastrellamento
in tono con il colonnato del palazzo della prefettura. Non c’è un po' di verde, nei gironi d’estate il sole picchia sodo sui passanti,
ma vuoi mettere l’effetto dei tre zampilli d’acqua posti al centro della spianata che di
notte s’illuminano di un patriottico bianco-rosso e verde? Un effetto speciale spettacolare. Soprattutto
quando il palazzo della prefettura viene addobbato da un sobrio drappo rosso in occasione di eventi particolari. Il sorprendente effetto urbanistico-idrico-cromatico costa 280mila euro, più 15mila per pagare gruppi di
sbandieratori invitati a celebrare i
fasti della nuova impresa urbanistica.
Peccato che nello stesso giorno dell’inaugurazione, oltre agli sbandieratori,
si sono presentati a rovinare le gesta del sindaco, i lavoratori della Multiservzi di Frosinone, che proprio dal primo cittadini hanno ricevuto il ben servito, perché dalle casse comunali, a prosciugate dalla giunta
precedente, a detta dell'assessore al bilancio, non ci sono i soldi per i loro stipendi
Effetto speciale mal riuscito
Ma un altro effetto speciale è pronto a dare lustro alla giunta Ottaviani. Accade che poco sotto la piazza salotto
oggetto della meraviglia patriottica, si sgretoli la collina che trattiene i
binari dello sfigato ascensore inclinato e il viadotto Biondi, che per
una parte si sbriciola appresso alla frana.
Enorme impressione desta il crollo, anche perché è parte di una serie di
smottamenti che sotto il flagello delle piogge coinvolge tutto il fronte del
colle su cui sorge Frosinone alta. Il
popolo vuole una pronta reazione del sindaco il quale si produce in un altro
effetto speciale. Lo spritz beton. Tre
tonnellate di cemento incappucciano la sommità della frana perché, si sostiene,
questa costosa asfaltatura dovrebbe impermealizzare il terreno e renderlo immune dagli effetti
devastanti dell’acqua. Qualcuno fa notare che per ottenere lo stesso risultato
magari sarebbe potuto bastare un telo, molto meno costoso e anche molto meno
pesante. Ma una semplice siffatta copertura non avrebbe avuto lo stesso effetto
mediatico di una imponente colata cementizia, avrebbe dato l’impressione di una
giunta comunale dalla manuccia corta anche quando si tratta di salvaguardare la
sicurezza dei cittadini. Improponibile.
Vai con lo sprtz beton, vai con un altro effetto speciale. Si da il caso, però, che se all’apice di un montarozzo
che tende a franare si piazzano tre tonnellate di roba, anziché rinforzare la base del cocuzzolo predisposto a scivolare via, il montarozzo in
questione continua a disfarsi ed è fortemente probabile che spacchi anche l’imponente
preservativo posto alla sua sommità. E’ ciò che è accaduto. La frana è scesa
ancora e lo spritz beton, costato un bel po’ di soldi, si è crepato. Peccato un effetto speciale uscito un po’
male. Del resto mica tutte le ciambelle escono col buco.
Effetto collaterale
E veniamo
all’ultimo effetto che tanto speciale
non è, anzi diremmo che è un tantinello vergognoso. Potremmo intitolarlo “La candela si consuma e
il morto non cammina". A fronte dei soldi spesi per giochi acquatico-luminescenti in biancorossoverde, a fronte di euro buttati per inutili spritz beton buoni solo ad accelerare la frana anziché contenerla,
il comune di Frosinone non è in grado di cambiare una lampadina. Quando un
semplice lampione tira le cuoia, l’assessore al bilancio scopre di non avere in
cassa nemmeno i soldi per comprare le lampade
di ricambio. Per cui piano piano,
a cominciare da Corso della Repubblica, proprio quella strada che principia dal
sontuoso Piazzale Vittorio Veneto, le
strade di Frosinone cominciano ad intristirsi avvolte nel buio causato dai
lampioni che si fulminano e che saranno destinati a restare spenti fino a quando la salvifica mano di un privato si
accollerà l’onore di ricomprare le lampadine.
Ormai, infatti, la giunta Ottaviani non governa più la città. E’
diventato un ufficio vendite e di
consulenza commerciale per quei privati interessati
a spartirsi, a prezzi stracciati, le
spoglie di Frosinone , compresi i cessi dell’aula
consiliare. Come al solito la colpa è della giunta precedente che ha
lasciato buffi perfino nei confronti degli elettricisti che fornivano le
lampade per i lampioni. Certo è però che se si risparmiava su qualche effetto
speciale e si prestava più attenzione agli effetti normali, forse oggi non
potremmo godere della suggestione luminescente in tricolore, ma almeno le
strade sarebbero illuminate.
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