Serve una mobilitazione generale della città
Su occupazione, salario, servizi si apra col Governo una ‘vertenza Genova’
A Genova la rabbia dei lavoratori dilaga. Da una parte c’è lo spettacolo indecoroso offerto dal Comune (e dalla Regione). Ma la radice dei problemi è rappresentata dalle politiche di austerità richieste dall’Unione Europea e portate avanti dal Governo PD-PDL. Genova oggi è diventata l’epicentro di tensioni legate a scelte locali e nazionali. L’ILVA, il riaffacciarsi della privatizzazione di Fincantieri e il tentativo di vendere Ansaldo. Il Governo taglia i fondi e a Genova Doria e il PD rispondono cercando di regalare le aziende ai compagni di merende, come a Firenze e a Torino e con gli esuberi al Carlo Felice.
La solidarietà alla lotta dei lavoratori è doverosa, ma non basta. Per risolvere un intreccio di problemi ormai esplosivo o si apre una ‘vertenza Genova’ col governo nazionale e gli enti locali per definire politiche e risorse adeguate oppure si adotta il metodo dello struzzo prediletto da Doria, coi risultati che vediamo. Il sindaco è riuscito a unificare lavoratori di aziende diverse, studenti, tassisti, comuni cittadini sotto la bandiera della lotta per la sopravvivenza e la dignità. Il sindacato deve decidere se raccogliere questa bandiera e lanciare una mobilitazione generale della città a difesa dell’occupazione, del salario, dei servizi pubblici oppure fare la stampella di questa politica. Oggi a De Ferrari c’era più gente e soprattutto molta più voglia di esserci e di lottare che una settimana fa allo sciopero generale di CGIL CISL e UIL. Vorrà dire qualcosa?
Simone Solari, autista AMT, racconta la lotta dei tranvieri genovesi, spiega la ragioni dei lavoratori e che cosa ha prodotto la privatizzazione di dieci anni fa. Per ascoltare l’intervista clicca sul link
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