"Vince Matteo Renzi,
perdere le primarie al ballottaggio, con una differenza esigua dal segretario , consente all’ex rottamatore, sindaco di Firenze, di sedersi sulla riva del fiume ad aspettare il cadavere di Bersani e di quel che resta della sua nomenklatura . Mettere la faccia sui provvedimenti che il prossimo governo dovrà adottare per rispettare i trattati europei e la spending review, sarà quanto meno impopolare. Il prossimo presidente del consiglio dovrà fronteggiare un conflitto sociale sempre crescente dove l’aiuto anestetizzante dei sindacati amici sarà sempre meno efficace e dove le colpe saranno tutte politiche senza l’alibi dei tecnici. E quando Bersani, probabile prossimo premier, avrà la faccia abbondantemente sfregiata dalla responsabilità di avere a sua volta affamato il popolo, Matteo Renzi, forte di un peso politico solido basato sul consenso costruito in queste primarie , potrà accrescere ulteriormente il suo carisma speculando sui prossimi inevitabili fallimenti del suo segretario e sarà pronto a compiere l’opera di rottamazione. Il prossimo leader del Pd sarà indiscutibilmente lui, senza se, senza ma e senza primarie, acclamato da una base logorata e stanca di vedere sempre le stesse facce. Il tutto con un ulteriore slittamento verso destra del futuro Pd."
Luciano Granieri in un frammento del post PRIMARIE DEL CENTRO SINISTRA. CHI VINCE E CHI PERDE scritto il 26 novembre del 2012.
Questo
era quanto scrissi all’indomani
delle primarie per la scelta del candidato premier del centro sinistra. Le cose stanno realmente andando come avevo ipotizzato . L’unica
differenza è che il logoramento di Bersani impegnato nel rigoroso rispetto
delle politiche di austerity imposte dall’Europa, non è avvenuto. Ciò che è
accaduto, il sacrificio del candidato premier, sull’altare delle larghe intese,
non poteva essere previsto neanche dal più scaltro dei notisti politici, neanche da mago Merlino e maga Magò stretti uniti in
una larga intesa esoterica.
Nessuno avrebbe potuto mai credere allo scempio che
i vertici del Pd hanno causato presso il proprio elettorato, violando addirittura
la sacralità delle primarie visto che il candidato premier scelto dal popolo
dei democratici, pur avendo vinto le elezioni, non è stato nominato presidente del
consiglio.
Al di là delle modalità, comunque, resta il risultato
incontrovertibile che Matteo Renzi è ora l’incontrastato capo del Pd. E’
impensabile che l’esito delle
primarie ai gazebo dell’8 dicembre possa
sovvertire il responso determinato dalle consultazioni degli iscritti. Anzi è
probabile che le votazioni aperte anche ai non iscritti, concorrano
ulteriormente a decretare un’investitura plebiscitaria.
Ecco dunque stagliarsi
all’orizzonte la riproposizione di una nuova democrazia cristiana in salsa
riformista. Non mi soffermerei più di tanto a disquisire su chi fra
Renzi e D’Alema sia più responsabile della distruzione della sinistra. L’operazione
dissolvimento, ad essere generosi, era iniziata già dal 1978, con il
compromesso storico e la vittoria dei
colletti bianchi alla Fiat . nell’ottobre
del 1979 . Dall’inizio di quella
controrivoluzione già il Pci si stava staccando dal proprio blocco sociale.
Ma
torniamo alle quisquilie. Di queste
vicende serie e determinanti per i
destini della classe operaia e di tutto il proletariato, né Renzi
né D’Alema sono esaustivamente edotti (eufemismo per non dire ignoranti).
I detrattori di Renzi accusano l’ex
sindaco di Firenze di essere un animale da TV, un fenomeno mediatico, ma senza
una proposta politica definita. Mi
permetto di dissentire.
Nel seguire, un po’ ai margini le questioni relative
alle primarie per il premier due anni fa e per il segretario del Pd oggi, ho
constatato che Renzi alcune idee ce l’ha e non sono rassicuranti per i
cittadini. A parte la impresentabili frequentazioni con gentaglia tipo
Briatore, e Davide Serra il finanziere squalo del fondo Algebris, dai programmi
predisposti da Renzi per la candidatura alle varie primarie emerge quanto
segue: l’apprezzamento della legge Fornero sulle pensioni, salvo il piccolo
incidente sugli esodati, l’allungamento dell’età pensionabile da una parte,
dall’altra la rottamazione dei vecchi per far posto ai giovani. Un pensiero un
po’ contorto mi sembra.
Inoltre è paternità dei renziani l’emendamento
presentato in parlamento alla legge di stabilità poi
ritirato, dopo urla e strepiti della segreteria, che ricalcava in fotocopia la proposta del
Pdl, di svendere le spiagge ai privati.
Tirando le fila. Il prossimo segretario del Pd, è uno che se la fa con
la peggiore feccia della classe imprenditoriale e finanziaria, è fautore di un sistema previdenziale selvaggio sulla falsa
riga della devastazione sociale prodotta
dalla Fornero, è pronto a svendere il patrimonio artistico e culturale ai
facoltosi privati amici suoi. E’ questo il segretario che vogliono quello del
Pd? Contenti loro…. Sentite cosa dice Piero D’Alessandri in rappresentanza della corrente renziana,
nel corso di un’intervista effettuata il
6 ottobre 2012 nel corso della campagna per le primarie.
Per par
condicio proponiamo anche un’intervento di Pippo Civati, terzo classificato,
alla corsa per la segreteria nella consultazione fra gli iscritti del partito.
Ed ecco di seguito i risultati delle primarie nella provincia di Frosinone. Ringraziamo il giornalista Igor Traboni per il prezioso contributo:
Risultati Pd provincia di Frosinone - Renzi: 110% Cuperlo 120% Civati 70%, quell'altro 150%. Totale = 450% (mancano ancora i voti dei 720mila tesserati di Ripi e dei 645mila di Ferentino)
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