Jeferson Choma (Pstu, sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale)
Pubblichiamo la traduzione di un articolo di un paio di giorni fa dei nostri compagni del Pstu (sezione brasiliana della Lit, di cui il Pdac è sezione italian), in prima fila nella lotta che sta infiammando cento città del Brasile. Intanto in queste ore le manifestazioni non si fermano: solo ieri più di un milione di manifestanti sono scesi in piazza.
Tradurremo altro materiale nei prossimi giorni, così come faremo con gli articoli che ci inviano i nostri compagni di Red Movement, sezione turca della Lit, uno degli altri epicentri dell'ascesa della lotta di classe di questi giorni.
La manifestazione nelle strade ha prodotto la sua prima grande vittoria. Il governatore di San Paolo, Geraldo Alckmin (Psdb), il prefetto di San Paolo, Fernando Haddad (Pt), e il prefetto di Rio de Janeiro, Eduardo Paes, (Pmdb), hanno annunciato la riduzione delle tariffe dei treni, dei metro e degli autobus all’inizio della sera di mercoledì 19 giugno. Oltre all’abrogazione dell’aumento delle tariffe a Rio e San Paolo, dieci città hanno già annunciato la riduzione del prezzo degli autobus, sia attraverso il ritiro dell’aumento, sia con la riduzione dell’indice di adeguamento. L’aumento era già stato revocato a João Pessoa, Porto Alegre e Goiânia. È stato ridotto a Cuibá, Recife, Manaus, Natal e Victoria. Anche le città di Caxias do Sul e Foz do Iguaçu hanno annunciato la riduzione, oltre alla città di Campinas.
La ritirata del governo è storica! È stata il prodotto diretto delle grandi mobilitazioni realizzate dalle masse popolari negli ultimi giorni. Una prova incontestabile che solo scendendo nelle strade e nelle piazze è possibile strappare delle conquiste. Intanto, va rilevato che le misure annunciate, così come quelle di molte altre prefetture a livello nazionale, sono solamente una “sospensione”. Messi con le spalle al muro dalla mobilitazione nelle strade, i governi sono stati obbligati a fare un passo indietro, ma proveranno, in futuro, a ripristinare i prezzi dei biglietti.
Dall’altro lato, la lotta contro il furto nei trasporti continua. Le ruberie delle imprese private degli autobus sono una delle principali forme di finanziamento delle campagne elettorali dei partiti borghesi, come il Psdb, il Dem il Pmdb e il Psb. Attualmente, anche i partiti riformisti, come il Pt e il PcdoB, utilizzano questa fonte di finanziamento per le loro campagne. Come dice il vecchio adagio: chi paga l’orchestra sceglie la musica.
Le stesse imprese che “donano” somme generose sono le grandi beneficiarie delle “concessioni” per acquisti, opere e servizi sociali e pubblici, fatte ad ogni cambio di vertice nelle prefetture, nei governi statali e nel governo federale. Molte di queste imprese concessionarie sono, inoltre, di proprietà di politici corrotti, o di parenti o amici.
Per questo il Pstu difende la nazionalizzazione del trasporto pubblico e la gratuità dei biglietti. Questo provvedimento è tutt’altro che un’utopia, era stato discusso anche nel Pt anni fa, quando Erundina era prefetto di San Paolo, ma non venne approvato e finì nel dimenticatoio. Il prezzo dei biglietti doveva essere sovvenzionato dal progressivo aumento delle tasse sui più ricchi.
Scendiamo in piazza il 20 giugno! La revoca dell’aumento delle tariffe, in queste città, è stato solo l’inizio. È necessario ora continuare le mobilitazioni nelle città dove le tariffe non sono state diminuite. Il giorno 20 giugno, giovedì, ci sarà una giornata nazionale di protesta in tutto il Paese. Scendiamo nelle strade per celebrare questa grande vittoria! Però è necessario continuare a lottare nelle strade per strappare altre rivendicazioni. Alla fine, come recita lo slogan che ha conquistato le strade, “Hanno i soldi per la Coppa ma non per la sanità e l’istruzione!”.
In Brasile, ciò che viene messo in discussione nelle strade non è solo la riduzione di alcuni centesimi nei biglietti degli autobus, ma l’aumento generale del costo della vita, la spesa pubblica per la Coppa del Mondo, i partenariati pubblico-privato e il degrado dei servizi pubblici per la sanità e l’istruzione. È necessario lottare contro i vigliacchi sfratti di abitanti poveri per fare spazio alle opere per i giochi! È necessario porre fine alla repressione e smantellare la “Tropa de Choque”! (il reparto speciale della polizia utilizzato per reprimere le manifestazioni, ndt). Libertà per tutti i detenuti politici della repressione del PsdB e del Pt e la fine di tutti i processi! Chi lotta non è un criminale!
Però è anche necessario identificare i responsabili per l’attuale stato di cose del Paese. Il rallentamento dell’economia comincia già a manifestarsi, tra le altre cose, con l’inflazione, che sta erodendo il potere d’acquisto dei salari, di per sé già bassi. Oltretutto, l’indebitamento esplode tra le famiglie e, d’altra parte, i giovani, che sono maggioranza nelle proteste anche al di fuori del Paese, percepiscono che non ci sono più prospettive per il futuro di fronte a questa realtà.
La risposta del governo di Dilma al rallentamento dell’economia è: abbassamento dei salari. Inoltre mira a espandere il cosiddetto “avanzo primario”, che significa più tagli al bilancio per la sanità e l’istruzione. Per tutto questo la lotta deve continuare. Questa è stata, solamente, la prima vittoria!
Sabato 15 giugno, Milano: il caldo soffocante non ferma i lavoratori e le lavoratrici immigrati che sono scesi in piazza, insieme a tanti lavoratori nativi, per reclamare la cancellazione della Bossi-Fini e di tutte le leggi razziste. Il corteo, intitolato significativamente “Togliamoci le catene della vergogna”; è promosso dalla Cub Immigrazione e parte nel primo pomeriggio da Largo Cairoli.
Presenti lavoratori nativi e immigrati, attivisti Cub, iscritti SiCobas, un gruppo di attivisti del coordinamento No Austerity con lo striscione, e i militanti di Alternativa Comunista. Bandiere, slogan, vuvuzela e tanto, tanto entusiasmo. “Fuori i fascisti dalle nostre città!” urla un megafono: infatti proprio lo stesso giorno, in città, si tiene uno dei più grandi raduni dell'estrema destra, con skinhead provenienti da tutta Europa.
Arrivati in Piazza San Babila, il corteo si conclude con un'applaudita serie di comizi. Prima Moustapha Wagne, responsabile nazionale della Cub Immigrazione, uno degli organizzatori della manifestazione, spiega che il razzismo e le dinamiche xenofobe potranno essere vinte unicamente con la lotta, unita, di tutti i lavoratori, nativi e immigrati. Sul palco si alternano lavoratori e lavoratrici immigrati, studenti. Molto applaudito l'intervento di Luis Seclen, dirigente del Pdac, uno dei leader della lotta della Esselunga di Pioltello, la prima vertenza che ha aperto il ciclo di lotte nel settore della logistica. Luis ha messo l'accento sul fatto che prima di essere immigrati o italiani, siamo innanzitutto lavoratori sfruttati dal comune padrone, siamo una classe in lotta mortale contro la classe borghese, ed è questo il vero nemico da sconfiggere.
Alternativa Comunista: presente!
Molto visibile e numeroso lo spezzone del Partito di Alternativa Comunista, l'unica forza politica che ha garantito una presenza organizzata nella manifestazione, con il proprio giornale e un proprio volantino. Tra gli interventi finali della manifestazione anche quello di Patrizia Cammarata, dirigente di Alternativa Comunista, che ha sottolineato le dinamiche di classe che ci sono dietro il fenomeno del razzismo: il razzismo ha una specifica funzionalità, che è quella di dividere la classe lavoratrice e di indebolirla in modo da renderla più ricattabile e più sfruttabile da parte del padronato, in termini di condizioni salariali e dignità lavorativa. Non si può sconfiggere il razzismo senza superare il sistema da cui esso trae origine: ovvero il sistema capitalista.
Abbattere il capitalismo: questa la parola d'ordine fondamentale per mettere fine alle continue ondate di xenofobia che, specie in tempi di crisi economica, si ripropongono come strumenti in mano ai padroni per conservare i propri profitti. E abbatterlo in congiunzione con le lotte e le rivoluzioni che stanno infiammando tante parti d'Europa, dalla Grecia alla Spagna, dal Portogallo alla Turchia, fino alla esplosione di lotta di questi giorni in Brasile.
Le sezioni della Lit-Quarta Internazionale sono in prima fila in ognuna di queste lotte, così come il Pdac era orgogliosamente in piazza sabato a Milano, a fianco dei lavoratori immigrati che nel nostro Paese (si pensi alla lotta dei lavoratori delle cooperative all'Ikea, alla Granarolo, ecc.) si stanno dimostrando la punta più avanzata dello scontro di classe.
Multiservizi. L’europarlamentare Paul
Murphy scrive
a Ottaviani, Morini e Patrizi
Alleghiamo la
lettera di Paul Murphy, europarlamentare del Socialist Party irlandese
(GUE/NGL) ai sindaci di Frosinone, Alatri, ai consigli comunali delle due città
e al Commissario straordinario della provincia di Frosinone in merito alla
vicenda Multiservizi. Paul Murphy chiede di sospendere qualsiasi iniziativa che
vada nella direzione della privatizzazione dei servizi e del licenziamento dei
lavoratori e di garantire servizi e occupazione. Paul Murphy inoltre
stigmatizza l’utilizzo di denaro
pubblico, inclusi fondi europei, per tenere in piedi società fantasma che
producono costi senza alcun beneficio per i lavoratori e i cittadini. Il
Socialist Party irlandese, appartenente all’eurogruppo (GUE/NGL) è
l’organizzazione partner di ControCorrente
nel Committee for a Workers’ International, organizzazione internazionale
attiva in circa 40 paesi del mondo e i prima linea nell’opposizione alle
politiche di tagli e privatizzazione. Murphy di recente ha visitato l’Italia
incontrando gruppi di lavoratori impegnati nella lotta contro la
privatizzazione dei trasporti e dell’industria pubblica.
Nicola Ottaviani, Major of Frosinone
sindaco.ottaviani@comune.frosinone.it
Giuseppe Morini, Major of Alatri
segreteria.sindaco@comune.alatri.fr.it
Giuseppe Patrizi, Commissioner Frosinone Province
presidente@provincia.fr.it
c.c.
Frosinone and Alatri councillors
c.c. the press
I have been
informed about the long struggle waged by the workers at Multiservizi in
defence of their jobs. The ControCorrente group in Italy, which is a partner of the
Irish Socialist Party, has supported this struggle by the workers and opposed
the privatisation of services which are fundamental to the local people in your
area. Similar struggles are taking place in other Italian cities such as Genova
and Bologna,
which I visited at the end of May, meeting workers and trade unions who are
fighting privatisation and cuts to transport and public industry. I would like
to express my solidarity with the workers at Multiservizi and I would ask you
to stop any initiatives which are moving towards privatising services and sacking workers.
As a member of
the European parliament there is another issue which has spurred me into
writing to you. I have been told that in your local area many feel that
European funding can be useful for promoting development and jobs. Frosinone is one of the Europedirect centres in Italy
and I understand that the EU has made and makes European funds available to
local administrations in your area. However, I also know that hundreds of
thousands of euros from the EU have been used to finance A.P.E.F which, according
to the Corte dei Conti in Italy,
is as an empty shell costing a large amount of money without any benefit to the
local community. I understand that this is not a unique case in your Province. And
yet the money cannot be found to guarantee wages and fundamental public
services to the workers of Multiservizi and to local citizens. I would
therefore ask you, your parties and your coalitions, those responsible for
implementing these policies over the last few years, to intervene to eliminate
the real waste and to respond to social needs. At the same time, I reserve the
right to use my prerogative as a
European Member of Parliament to bring this question to the attention of the
relevant European bodies.
Paul Murphy, GUE/NGL MEP
Socialist Party
of Ireland
(Committee for a Workers’ International)
Nicola Ottaviani, Sindaco di Frosinone
sindaco.ottaviani@comune.frosinone.it
Giuseppe Morini, Sindaco di Alatri
segreteria.sindaco@comune.alatri.fr.it
Giuseppe Patrizi, Commissario straordinario della
Provincia di Frosinone
presidente@provincia.fr.it
p.c.
consiglieri comunali di Frosinone e Alatri
p.c.
alla stampa
Sono
stato informato della lunga lotta dei lavoratori della Multiservizi a difesa
del proprio posto di lavoro. L’Associazione ControCorrente, partner del Socialist Party irlandese in
Italia, ha già manifestato il proprio sostegno alla lotta dei lavoratori e la
propria contrarietà alla privatizzazione di servizi fondamentali per i
cittadini, così come stiamo facendo in altre città italiane, come Genova e Bologna,
che ho avuto modo di visitare a fine maggio, incontrandovi lavoratori e
organizzazioni sindacali impegnate contro la privatizzazione e i tagli al
trasporto e all’industria pubblica. Mi associo esprimendo la mia solidarietà ai
lavoratori della Multiservizi e vi chiedo di interrompere qualsiasi iniziativa
che vada verso una privatizzazione dei servizi e il licenziamento dei
lavoratori.
In quanto
parlamentare europeo c’è un'altra ragione che mi ha spinto a scrivervi. Mi è
stato riferito che nel vostro territorio è opinione di molti che i
finanziamenti europei possano rappresentare uno strumento da utilizzare per promuovere
sviluppo e occupazione. Frosinone è uno dei centri Europedirect presenti in
Italia e mi risulta che l’UE abbia messo e metta a disposizione delle amministrazioni
locali nella vostra zona fondi europei. Ma so anche che centinaia di migliaia
di euro provenienti dalla’UE sono stati utilizzati per la A.P.E.F., una società
che, secondo la Corte dei Conti italiana, è una ‘scatola vuota’ che costa ingenti
somme di denaro senza alcun beneficio per le comunità locali. Un caso
che non è unico – a quanto mi risulta – nella vostra provincia. Mentre non si
trovano i soldi per garantire ai lavoratori della Multiservizi e ai cittadini stipendi
e servizi pubblici fondamentali. Per questo chiedo a voi, ai vostri partiti e
alle vostre coalizioni elettorali, responsabili delle politiche portate avanti in
questi anni, di intervenire per eliminare i veri sprechi e rispondere ai
bisogni sociali, riservandomi la possibilità di utilizzare le mie prerogative
di parlamentare per porre all’attenzione degli organismi europei la questione.
Paul Murphy,
europarlamentare
Socialst Party irlandese
(Committee for a Workers’ International)
L'eco della Multiservizi arriva anche in Irlanda. Non potevamo quindi non accompagnare il video della manifestazione dei lavoratori con le musiche del gruppo folk irlandese Altan
I brani: "Eirigh s'Cuir Ort Do Chuid E'adaigh" e Amhràn Phaedair Bhreathnaigh
Paul
Murphy, 30 anni, è europarlamentare dal 2011, essendo subentrato a Joe Higgins,
eletto al parlamento nazionale irlandese nello stesso anno. E’ un dirigente
nazionale del Socialist Party, organizzazione irlandese del CWI (Committee for
a Workers’ International), di cui l’associazione ControCorrente è la sezione italiana. Dall’inizio del suo mandato è
impegnato nel contrastare le politiche di austerità dell’UE, tagli e
privatizzazioni. Secondo le regole del CWI, Paul trattiene dalla sua indennità
di parlamentare europeo (6200 euro al mese) una somma pari alla retribuzione
media di un lavoratore in Irlanda (1900 euro). Il resto viene devoluto a
organizzazioni della sinistra e del movimento operaio irlandese e
internazionale. Il 24 e 25 maggio è stato ospite di ControCorrente prendendo
parte a un’assemblea a Bologna sulla crisi e le lotte contro le politiche di
austerità in Europa e successivamente incontrando a Genova il coordinatore
nazionale della cantieristica della FIOM e le RSU FIOM degli stabilimenti
Fincantieri di Sestri Ponente e Riva Trigoso e intervenendo a un convegno
internazionale organizzato da ControCorrente sulla privatizzazione del
trasporto pubblico locale. Paul è stato promotore di campagne internazionali a
sostegno dei lavoratori del settore petrolifero in Kazakhstan, dei minatori in
Sud Africa, del movimento NoTAV in Val di Susa, dove l’anno scorso ha
partecipato a un campeggio internazionale organizzato dal Movimento. Ha preso
parte alla seconda spedizione della Freedom Flotilla a Gaza durante la quale è
stato arrestato e trattenuto in carcere per alcuni giorni dal governo
israeliano. In questi giorni è impegnato in una visita in Turchia per portare
il proprio sostegno all’opposizione al governo Erdogan e per esprimere la
propria solidarietà alle vittime della violenta repressione delle scorse
settimane.
Partito Comunista dei Lavoratori coordinamento provinciale
Frosinone
Dopo la vergognosa parentesi del governo Monti, noto
principalmente per il feroce attacco agli strati sociali più deboli perpetrato
in nome della finanza e del gran capitale, l governo Letta-Alfano intende
continuare l’opera di distruzione e di rapina sociale cha ha contraddistinto il
suo predecessore. La “politica del fare” del governo in carica non è nient’altro
che il solito pugno di sabbia negli occhi dei lavoratori, la promessa di
sviluppare, di creare occupazione è tradita in partenza: non è così che il capitalismo
supera le sue crisi, ma continuando a sferrare attacchi ai lavoratori . I lavoratori della Videocon, della
Multiservizi e delle terme di Fiuggi ne sono la testimonianza!
E’ ORA DI DIRE BASTA!
E’ ORA DI DARE UNA RISPOSTA DI CLASSE TANTO DURA QUANTO DURO
E’L’ATTACCO!
VIA IL NUOVO GOVERNO DEI BANCHIERI, GOVERNINO I LAVORATORI!
VIA IL NUOVO GOVERNO DEI BANCHIERI, GOVERNINO I LAVORATORI!
E’ ancora in corso,
presso la fonte Anticolana di
Fiuggi, il convengo “Festival del
lavoro, il lavoro al centro dello sviluppo”.
La il programma di incontri, organizzato dal consiglio nazionale
dell’ordine dei consulenti del lavoro, vede come relatori, consulenti,
amministratori, esponenti politici e ministri. Nella giornata di ieri erano attesi il ministro della Pubblica
Amministrazione Gianpiero D’Alia, il presidente della commissione lavoro alla
camera, già ministro del lavoro, Cesare Damiano, oltre che ad esponenti
politici locali come il parlamentare europeo Alfredo Pallone e il Presidente Straordinario della Provincia di
Frosinone Giuseppe Patrizi. Ad aspettarli i lavoratori della Multiservizi
di Frosinone, della Videocon di Anagni, e delle terme di Fiuggi, già con la lettera di licenziamento in tasca. E quale migliore occasione se non questo
convegno per esternare tutta la rabbia per una situazione drammatica come
quella del licenziamento determinatasi a
fronte di politiche di privatizzazione dei servizi e delocalizzazione con
successivo fallimento di una realtà
produttiva? Una occasione di protesta e
rivendicazione da non sprecare ma che purtroppo è stata sprecata. Infatti i lavoratori presenti al presidio, ma
anche all’interno dell’area dei lavori presso la fonte Anticolana, erano pochi, molto pochi. Anche se una loro delegazione è
stata ricevuta dal presidente Damiano, il quale è riuscito a promettere almeno lo stanziamento di un’ulteriore miliardo per
la cassa integrazione in deroga, tutte le questioni che hanno portato al fallimento
sia la Multiservizi che la Videocon non sono state minimamente analizzate, né
tantomeno si è ipotizzata qualche tipo di soluzione. Ciò è sintomatico del
fatto che non è assolutamente questa
classe politica in grado di risolvere tali crisi. Non c’è volontà né politica
né di bottega, che poi è la stessa cosa. Abbiamo preso atto dell’impegno di D’Alia per ridurre
le società partecipate con le loro ruberie e voracità di denari pubblici,
abbiamo sentito il Presidente Damiano
dirsi favorevole all’abolizione del patto di stabilità, così come abbiamo udito
il Commissario straordinario per la Provincia di Frosinone Giuseppe Patrizi,
promettere di annullare la Variante Ambientale Strategica per l’aeroporto di
Frosinone, che non si realizzerà più, e
di chiudere la Società Aeroporto di Frosinone. Tutti provvedimenti che noi caldeggiamo da tempo ma che fuori dai convegni e dalle pubbliche
assemblee rimangono lettera morta.
Dunque è alla protesta, all’informazione e alla sensibilizzazione che
si deve affidare almeno l’inizio di un percorso di riscatto sociale. Ma per
rendere efficace il contrasto è necessario che tutti i lavoratori partecipino compatti. Lo sparuto
drappello presente al convegno non aveva alcuna possibilità di successo e forse
ha indebolito il fronte delle lotte . Forte è anche lo scollamento fra i
lavoratori e le organizzazione sindacali, i primi fuori della sala, con la
voglia repressa di entrare per esporre
le proprie rimostranze, i secondi a fare comunella con relatori, consulenti, in
definitiva con i PADRONI. Non è un caso
che all’ingresso del teatro della fonte ci fosse lo stand del “Sole 24 ore” con tanto di pile di giornali al seguito. Il dialogo con ministri, presidenti e onorevoli, ormai non è altro che una fonte
di presa in giro. L’unico confronto che si può avere con queste persone è
quello funzionale a porli davanti alla grande responsabilità di aver portato la
Nazione allo sfascio e ridotto in povertà ampie fasce di società civile , e a
chiedere conto di questi errori invitandoli a togliere il disturbo. Ma per ottenere ciò è
necessario una mobilitazione ben più massiccia di quella svoltasi ieri.
Nei video:
La marcia di avvicinamento dei lavoratori al Festival del
lavoro, con un’intervista del sottoscritto al Commissario Straordinario della
Provincia di Frosinone, animata da una "Multiservice girl"
L’intervento di
Silvio Campoli ,delegato sindacale Videocon della Filctem CGIL, presso il
ministro D’Alia, interviste allo stesso ministro con una domanda del
sottoscritto , l’insoddisfazione di Gino Rossi Operaio Videocon per lo
svolgersi della protesta.
Un’intervento del presidente della commissione lavoro della
Camera Cesare Damiano , l’accorato appello di Rino, lavoratore della
Multiservizi, al presidente e una mia breve intervista allo stesso Damiano .
Infine un confronto abbastanza animato
mio e di Paolo Iafrate, altro lavoratori della Multiservizi, con l’europarlamentare On. Pallone.
Dall’impianto cdr di Castellacciouna nube tossica di diossine e PCB, e chissà cos’altro, ha “ossigenato” decine di chilometri quadrati di territorio, con inevitabili ricadute sul terreno, coinvolgendo qualche decina di migliaia di persone: le istituzioni rispondano in termini strutturali
Negli impianti di preparazione del CDR vengono trattati materiali come carta, legno e plastiche; in particolare, è noto che le procedure di selezione non garantiscono l’esclusione totale delle plastiche che generano diossine e PCB nella combustione. Gli impianti di incenerimento, a loro volta, utilizzano sistemi di abbattimento e filtrazione per evitare la diffusione delle sostanze pericolose, dei quali conosciamo peraltro l’insufficienza a garantire il blocco totale delle emissioni nocive. La combustione avvenuta nell’incendio dell’impianto di Castellaccio è suscettibile di aver prodotto un danno grave all’ambiente.
Solo nei prossimi giorni sarà chiara, con tutti i limiti facilmente intuibili che presentano analisi e monitoraggi complessi di un inquinamento in area vasta quale quello in questione, l’entità del danno alla popolazione e al territorio della Valle del Sacco a seguito dell’ennesimo incidente legato all’impiantistica di un ciclo dei rifiuti scorretto e insostenibile dal punto di vista economico e ambientale, ovvero a una produzione industriale ad alto impatto ambientale: il territorio conta decine di aziende a rischio di incidente rilevante sottoposte alla direttiva “Seveso bis”, senza che gli abitanti siano minimamente edotti sul rischio che corrono e sui comportamenti da adottare in caso di incidente.
Nonostante il pronto ed efficiente intervento delle forze dell’ordine e degli enti di controllo, di alcuni sindaci, non si può non rilevare la totale assenza di una macchina informativa e di intervento capillare, indispensabile in situazioni del genere. Alcuni sindaci sono stati piuttosto tempestivi nella comunicazione ufficiale, ma ci sono giunte ugualmente centinaia di richieste di informazione e decine di testimonianze da parte di cittadini allarmati e disinformati. Manca un centro di coordinamento e non ci sembra la Protezione civile regionale sia stata predisposta a svolgere questa funzione; di fatto, in tale circostanza ha brillato per la sua assenza.
Seguiremo con attenzione la procedura di determinazione del danno ambientale e l’istruttoria di accertamento delle responsabilità del rogo, ma intanto una cosa è certa: una nube tossica di diossine e pcb, e chissà cos’altro, ha “ossigenato” decine di chilometri quadrati di territorio, con invitabili ricadute sul terreno, coinvolgendo qualche decina di migliaia di persone. Nel frattempo, a pochi chilometri di distanza, si notava una nuvola nera, molto più contenuta ma da non sottovalutare, fuoruscire da uno degli inceneritori di Colleferro.
Le istituzioni non rispondano semplicemente con proclami, sull’onda dell’emotività, ma diano soddisfazione alle esigenze del territorio in termini di salute, ambiente e sicurezza adottando provvedimenti strutturali. Tantomeno facciano dichiarazioni su un ritorno alla normalità, poiché lo spegnimento dell’incendio è solo l’inizio dei problemi per la popolazione. Se la normalità è quella già descritta del rischio permanente per un territorio fortemente inquinato e costellato di impianti pericolosi ed inquinanti, da questa normalità bisogna uscire.
Adottare provvedimenti strutturali significa, oltre alla messa a punto della macchina di emergenza prevista dalla normativa, avere il coraggio di rivedere la presenza dell’impiantistica del ciclo dei rifiuti sul territorio, senza sottostare alla logica delle lobby dei “signori del rifiuto” o della contabilità regionale del trattamento dei flussi di RSU.
Dichiara il presidente Alberto Valleriani: «Chiediamo l’apertura di un tavolo istituzionale dedicato, aperto alle associazioni e alla cittadinanza, con la presenza di Regione, Province di Frosinone e Roma, Comuni del comprensorio, che si riunisca sul territorio interessato dalla nube tossica. Inoltre, la massima trasparenza da parte degli enti di controllo e la pubblicizzazione dei risultati delle analisi in questione».
Dichiara il coordinatore di Frosinone Francesco Bearzi: «Dopo oltre un decennio dalla sua approvazione, è tempo che la Regione Lazio si decida a chiudere i battenti dell’impianto di cdr di Castellaccio, che ha arrecato enormi disagi alla popolazione del centro abitato di San Bartolomeo, Comune di Anagni, situato a ridosso dell’impianto, dove non sarebbe mai dovuto sorgere per ovvie ed elementari ragioni di tutela della salute della popolazione limitrofa. Si deve ragionare linearmente in termini di chiusura, non si provi a gettare acqua sul fuoco pensando di proporre la trasformazione la struttura di ACEA Aria, la cui funzionalità è sotto gli occhi di tutti, in un “luminoso” impianto di Trattamento Meccanico Biologico».
Le strade di molte città del Brasile sono in queste ore invase da decine di migliaia di manifestanti - in gran parte giovani studenti o lavoratori precari - che si battono contro l'aumento delle tariffe del trasporto pubblico, ma anche per rivendicare un futuro diverso di quello che il capitalismo offre loro. Una mobilitazione che si è unita alle proteste contro il governo di Dilma Rousseff (il governo del Pt di Lula) per le spese faraoniche per l'organizzazione dei Mondiali di calcio del 2014: mentre il governo privatizza la sanità e chiude gli ospedali pubblici (con larga parte della popolazione brasiliana che non ha copertura sanitaria), mentre vengono tagliati i finanziamenti all'istruzione pubblica, Dilma investe miliardi per un evento sportivo.
La repressione brutale...
Le mobilitazioni sono iniziate la prima settimana di giugno. Il 10 e l'11 giugno, prima a Rio de Janeiro e poi a San Paolo, sono scese in piazza migliaia di studenti e giovani lavoratori per protestare contro l'aumento delle tariffe del trasporto urbano. Importanti risultati immediati sono stati ottenuti con la lotta fin dall'inizio: a Porto Alegre, Natal e Goiânia le proteste sono riuscite a bloccare il rincaro delle tariffe. La repressione è stata da subito brutale: a Rio la polizia ha arrestato 31 persone, a San Paolo sono state utilizzate le forze di polizia speciali che hanno sparato lacrimogeni e pallottole di plastica ad altezza d'uomo dando dato vita a una vera e propria caccia all'uomo nel cuore della metropoli. Anche qui sono state arrestate circa 20 persone. Il governatore dello Stato di San Paolo (Alckmin, del PsdB, partito di destra) ha elogiato la repressione e ha bollato i giovani come "vandali" e "rivoltosi". Non diverse sono state le reazioni di esponenti del Pt di Dilma e Lula, che hanno appoggiato la repressione (come il sindaco di San Paolo, Fernando Haddad, esponente del Pt, che ha ringraziato la polizia). Il ministro della giustizia del governo Dilma, Eduardo Cardoso, ha dichiarato alla stampa di aver ordinato alla polizia federale di reprimere le proteste. Gli organi di informazione borghesi hanno avviato una campagna contro i giovani manifestanti, riprendendo gli epiteti del governatore Alckmin: "sono dei vandali".
...ma la protesta non si ferma e cresce!
La repressione ha avuto come unico effetto quello di fomentare la protesta. Ai giovani studenti si sono uniti importanti settori popolari e sindacali: in primo luogo la Csp-Conlutas, la più grande confederazione sindacale di classe dell'America Latina (3 milioni di aderenti), promotrice della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta nata a Parigi la scorsa primavera. Anel, il sindacato studentesco che aderisce alla Csp-Conlutas (e che ha da poco celebrato il suo III congresso, con la partecipazione di migliaia di studenti: si veda l'articolo pubblicato sul numero in uscita di Progetto comunista), è alla testa delle proteste studentesche. Il sostegno dei lavoratori e di settori popolari e di lotta ha rafforzato la protesta: dopo giorni di mobilitazioni continue, il 17 giugno sono scesi in piazza 100 mila persone a Rio de Janeiro, 65 mila a San Paolo, 50 mila a Belo Horizonte, 20 mila a Porto Alegre, 15 mila a Belem, 10 mila a Brasilia e così in decine di città del Brasile. A Brasilia centinaia di studenti e giovani lavoratori sono riusciti a sfondare il cordone della polizia e a occupare il tetto del Parlamento al grido di "il parlamento è nostro" e "facciamo come in Turchia!". Mentre scriviamo, la protesta non si ferma e si estende a macchia d'olio: non si vedevano in Brasile manifestazioni così imponenti da oltre vent'anni.
Il Pstu in prima fila nelle proteste
Il Pstu (la sezione brasiliana della Lega Internazionale dei Lavoratori-Quarta internazionale, di cui il Pdac è sezione italiana) è in prima fila nelle proteste. Per le strade di tutte le città del Brasile nei cortei oceanici sventolano le bandiere rosse dei nostri compagni brasiliani. Non solo: i militanti del Pstu hanno reso possibile l'unificazione delle proteste studentesche con settori importanti della classe lavoratrice e dei movimenti di protesta popolare. Molti settori studenteschi che stanno dirigendo le manifestazioni di questi giorni hanno tra i loro dirigenti militanti del Pstu. Il Pstu è un partito radicato, d'avanguardia e con influenza di massa, che dirige importanti settori della classe operaia brasiliana: da quando è nato, nel 1972, ha guadagnato progressivamente un'influenza crescente, costruendosi come partito di militanti, sulla base del proprio programma rivoluzionario, trotskista, e mantenendo sempre una posizione di ferma opposizione di classe ai governi di fronte popolare di Lula e Dilma: governi che hanno favorito investimenti di capitale straniero (si pensi alla Fiat) in cambio della progressiva dismissione di diritti sindacali. Anche grazie a una politica di concessioni caritatevoli agli ampi settori di sottoproletariato presenti in Brasile (si calcola che siano più di 12 milioni gli abitanti delle favelas) tramite la cosiddetta "Bolsa família" (una sorta di assegno caritatevole elargito alle famiglie più povere), i governi di fronte popolare sono riusciti a mantenere il controllo delle masse: un controllo che ora, per la prima volta, comincia seriamente a vacillare. Lo stesso tanto decantato "miracolo" dell'economia brasiliana (che tanto ha entusiasmato da sempre anche la sinistra governista nostrana) si sta progressivamente sgretolando: le contraddizioni di un'economia dipendente dagli investimenti delle multinazionali stanno esplodendo. Oggi in queste imponenti proteste di massa svolgono dunque un ruolo fondamentale i compagni del Pstu del Brasile, che in questi anni di relativa pace sociale hanno costruito un'influenza sui settori di avanguardia della classe operaia e delle lotte popolari (si pensi al ruolo di direzione svolto nella celebre ribellione della favela di Pinherinho lo scorso anno; o alla presenza massiccia tra gli operai della General Motors).
Unità internazionale delle lotte!
Gli slogan che gridano i giovani per le strade delle città brasiliane sono slogan internazionalisti: "Facciamo come in Grecia! Facciamo come in Turchia! Riprendiamoci il futuro!". E particolarmente importante è il fatto che i militanti di Red (la sezione turca della Lit-Quarta Internazionale) in Turchia stanno diffondendo comunicati di solidarietà alla lotta in Brasile e al Pstu: un esempio di solidarietà internazionale che dimostra l'importanza di costruire e rafforza un'organizzazione politica su scala internazionale per dirigere e unificare le lotte contro il sistema capitalistico e l'imperialismo. E' il compito che si pongono i compagni del Pstu in Brasile, i compagni di Red in Turchia, i compagni del Pdac in Italia, insieme a decine di altri partiti in Europa e nel mondo che aderiscono alla Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale.
Roma esterno notte.
Da piazza Venezia a due passi da Via Giulia non ci vuole molto anche a
piedi. L’inverno romano non è mai troppo rigido ed è sempre piacevole camminare
anche se a passo svelto . In L.go dei Fiorentini c’è il Music Inn, lo
storico jazz club romano. Spesso le mie serate di studentello squattrinato finivano li ad aspettare una performance di
Enrico Pierannunzi, o di Roberto Gatto, ma anche di Chet che spesso passava di là
e ci regalava delle notti indimenticabili.
L’ambiente del jazz romano, ma anche italiano e mondiale, ha animato la mia vita di giovanetto
scapestrato, batterista in erba, rimasto in erba, affascinato dalle gesta di
Elvin Jones, Tony Williams, Jack De
Johnette e di grandi batteristi italiani
che ho avuto l’onore di apprezzare dal vivo come Roberto Gatto, Giampaolo
Ascolese. Ma quando entrava lui il
nebbioso ambiente invernale rimaneva fuori dalla grotta di Largo Fiorentini che
rifulgeva del sacro fuoco della trans improvvisativa di un alto sassofonista assolutamente
fuori dal comune. Un po’ Parker, un po’
Coltrane, un po’ Ayler , ma tanto, tanto Massimo Urbani. Ogni volta ascoltare Massimo era un crogiuolo
di sensazioni. Passava dal lirismo e la leggerezza nell’esecuzione di un
standard, al fraseggio frenetico e
velocissimo di improvvisazioni free
sempre con il suo linguaggio originale. Massimo ha concesso a molti
jazzisti italiani europei e mondiali il
privilegio di dialogare con la sua straordinaria tecnica. Una tecnica che
derivava da un grande intuito armonico. Un solo altro sassofonista era in grado
di ascoltare un’armonia, capirne le potenzialità melodiche e svilupparle nel
giro di pochi minuti. Era Charlie Parker.
Il figlio del popolo Massimo
Urbani era capace di improvvisare con
Freddie Hubbard , Jack De Johnette nei più grandi jazz festival ,ma anche di suonare per gli abitanti di Primavalle esibendosi in
un prato vicino alla sezione del Partito Comunsita. Prodotto di una Roma proletaria , nato nel
quartiere Trionfale, figlio di un bidello, Massimo fu il sassofonista preferito
degli Area di Demetrio Stratos, ha messo il suo talento e la sua creatività,
per anni al servizio di musicisti e appassionati di tutto il mondo. La sua via, fatta di
inquietudini , e travagli interni, in continua alternanza fra depressione ed esuberanza,
purtroppo era minata da una grave tossicodipendenza
. Nella notte fra il 23 e 24 giugno del
1993 a soli 36 anni (era nato nel 1957) fu stroncato da un collasso cardiocircolatorio. A venti anni
dalla sua morte Aut lo ricorda con un bellissimo documentario dal titolo emblematico "Massimo Urbani nella fabbrica abandonata" di
Paolo Colangeli girato per Jazz from Italy.
Ciao Massimo ancora ci manchi
Si è svolto questa mattina, lunedì 17 Giugno, presso la
Prefettura di Frosinone, l’incontro richiesto dalla Senatrice Maria Spilabotte
per discutere del problema di carattere normativo relativo alla nomina a
presidente della società ADF Aeroporto di Frosinone e dell’inopportunità della
persistenza di tale società. Il Prefetto Eugenio Soldà ha convocato, oltre
al Commissario provinciale Patrizi, anche i due sub commissari prefettizi il
Vice Prefetto Francesco Cappelli e la dott.ssa Anna Mancini, il deputato Nazzareno
Pilozzi e l’eurodeputato Francesco De Angelis che aveva sollevato delle
contestazioni in merito all’atto. Tutti i presenti hanno concordato sulla
nullità dell’atto ed il Commissario Patrizi ha spiegato che non era a
conoscenza del decreto legislativo n. 39 dell’8 aprile 2013 in vigore solo dal
6 Maggio scorso. Al termine dell’incontro, la Senatrice Spilabotte ha
commentato: “Tutti hanno convenuto sulla nullità dell’atto, mentre noi abbiamo
ribadito anche l’inopportunità di tale provvedimento, soprattutto alla luce
delle bocciature del progetto dell’aeroporto da parte degli organismi
competenti, come anche Patrizi ha ammesso. Bisogna rivedere il ruolo di queste
società e di questi enti intermedi alla luce di una revisione della spesa: dove
è possibile le società devono essere sciolte, nei casi in cui questa strada non
fosse praticabile siano i Commissari stessi ad assumerne la Presidenza, per non
gravare ulteriormente sulla spesa pubblica”. Il deputato europeo Francesco De
Angelis ha sottolineato: ““Tutti abbiamo convenuto che questa fase
commissariale provinciale non venga caratterizzata politicamente ma sia una
fase di traghettamento, in attesa di conoscere il destino delle province. Il
tema dei costi della politica è prioritario: il lavoro dei Commissari sia
finalizzato alla riduzione degli sprechi, con lo scioglimento di tutti gli enti
inutili: in quest’ottica abbiamo chiesto al prefetto di sciogliere sia la
società Aeroporto che quella dell’Interporto in quanto non hanno più ragione di
esistere. Siamo soddisfatti, perché il Commissario Patrizi ha condiviso e
raccolto questa giusta e sacrosanta richiesta. Inoltre è molto positivo il
fatto annunciato proprio dal Commissario Patrizi di voler istituire un
calendario periodico di incontri con gli eletti per instaurare una forma di
collaborazione fattiva”.
Gli esponenti del PD De Angelis e Spilabotte, nel corso
dell’incontro, hanno colto l’occasione per evidenziare le problematiche dei
lavoratori dell’Agenzia di Formazione e della Multiservizi, coinvolgendo
direttamente il prefetto ed i due sub commissari; il commissario Patrizi si è
detto disponibile a valutare soluzioni che possano salvaguardare i livelli
occupazionali e per farlo provvederà a non rinnovare l’esternalizzazione dei
servizi in modo da valorizzare le risorse umane interne.
Il lavoro al centro dello sviluppo è una iniziativa nazionale di 3 giorni organizzata dalla Fondazione Studi
Consulenti del Lavoro e dal Consiglio Nazionale dell’Ordine e si svolge presso la Fonte Anticolana Fiuggi il 20-21-22 giugno 2013
I lavoratori della Videocon e quelli della Frosinone Multiservizi accoglieranno con baci e abbracci questo nuovo mirabile governo che ha un occhio di riguardo agli operai, ai lavoratori dei servizi, ai disoccupati, a coloro che percepiscono redditi da fame, ai pensionati. Un Governo che pensa al futuro, dopo aver inquinato e devastato il territorio, ridotto i servizi, tagliato i posti di lavoro ora nega anche il reddito della CIG a lavoratori che da anni sono in attesa del reinserimento nel mondo del lavoro dopo che si è permesso il saccheggio e il depauperamento delle risorse.
Il 20 giugno ’13 dalle ore 10 dalla Fonte di Bonifacio alle 10 partirà un corteo fino alla Fonte Anticolana dove i lavoratori chiedono un incontro ai rappresentanti del governo volto alla rappresentazione della gravissima situazione locale. Saranno accolti D’Alia e Zanonato (Ministri) – Damiano (presidente Commissione Lavoro Camera) – Santelli (sottosegretario al lavoro) – Brunetta (parlamentare)
Dal loro “decreto del fare” alla nostra “POLITICA DEL FARE”
17/06/2013
Il cosiddetto “decreto del fare” del governo Letta si sta rivelando per quello che è in realtà: un miscuglio di briciole sparse qua e la e una serie di provvedimenti che non hanno alcun valore economico in termini di sviluppo o di risanamento.
Se sono queste le misure che il governo Napolitano/Letta/Berlusconi/Epifani ha studiato per rilanciare l’economia, siamo certi che i risultati saranno praticamente pari a zero.
Gli unici ad essere contenti saranno sicuramente i possessori di barche ai quali verranno ridotte le tasse, ma sicuramente questo provvedimento non avrà grandi riflessi sulle sorti del paese.
Il signor Letta non vuole riconoscere apertamente che il suo spazio di manovra e quello del governo che guida sono limitati da quanto stabilito dalla Comunità europea, dalla BCE e da tutte quelle istituzioni pubbliche e private che si stanno mangiando le ricchezze e le risorse dell’intero pianeta.
Bisogna essere chiari sino in fondo: o si sfondano quei parametri dettati da accordi comunitari e tra stati che stanno comprimendo le economie di gran parte dei paesi europei, si supera il vincolo del debito rivendicando l’autonomia e la sovranità dei singoli stati e si avvia una politica economica di sviluppo attraverso il ruolo prioritario e trainante dello stato, oppure qualsiasi “decreto del fare” si trasformerà in carta straccia.
Carta straccia e fumo per nascondere le vere manovre economiche e finanziarie che mentre la crisi si fa sempre più feroce per milioni di famiglie, stanno disegnando nuovamente una enorme ridistribuzione di risorse e di ricchezza dai più poveri ai più ricchi.
Il rilancio dell’economia, su basi diverse e più solide di quelle attuali, si costruisce soltanto attraverso un rinnovato ruolo dello stato che dovrebbe intervenire direttamente nell’economia reale e non salvando banche e regalando soldi alle industrie che nella maggioranza dei casi non li investono ma li “trasformano” in rendite finanziarie.
Un intervento massiccio e calibrato su settori che possano realmente rilanciare l’economia attraverso politiche ambientali e di risanamento e messa in sicurezza del territorio, di sviluppo del turismo, dei beni culturali, della valorizzazione dei beni comuni, del rilancio della ricerca e della scuola pubblica, della lotta all’abusivismo e all’evasione ecc.
Un intervento che però deve comprendere anche azioni di carattere industriale, utilizzando anche lo strumento della nazionalizzazione per garantire il mantenimento dei livelli produttivi e occupazionali e l’intervento economico diretto in aziende e settori strategici.
Questi sono obiettivi concreti e realizzabili, sono strumenti attraverso i quali si ricostruisce un sistema industriale, turistico, alimentare, culturale forte e compatibile con il nostro territorio e le nostre esigenze occupazionali e di lotta alle disuguaglianza e all’enorme squilibrio esistente tra chi ha tutto e chi non ha più nulla.
Tutto il resto sono chiacchiere e inutili imbellettamenti di una situazione che sta portando l’intero paese allo sfascio e milioni di donne e uomini alla povertà, in nome di un’Europa che è guidata esclusivamente dalla BCE e dalla finanza internazionale, in nome di un “dio mercato” che ha mutato culturalmente, prima ancora che economicamente, la testa e le abitudini di centinaia di milioni di abitanti di questo pianeta.
E allora è necessario che siano le lavoratrici ed i lavoratori, i disoccupati, gli studenti e i pensionati a cominciare a praticare la “POLITICA DEL FARE”, del fare conflitto sociale!
Ecco il risultato di un miracolo alla "BEATA QUARTINA" compiuto dal Sindaco Ottaviani. La sparizione di 150 posti di lavoro. A dire il vero il miracolo si è materializzato anche grazie alle giunte precedenti di centro sinistra del comune di Frosinone, della Provincia guidata da Iannarilli, del Comune di Alatri , che rimpinzando l'organico della Multiservizi di dirigenti strapagati, dalla dubbia se non nulla utilità, hanno portato al fallimento una società per cui il lavoro era assicurato . Fra Alatri, Frosinone e l'intera provincia, infatti, non sono mai mancati una strada da riparare, un giardino pubblico da curare, un cimitero da manutenere, dei bambini da accompagnare a scuola . Poi il miracolo finale alla "Beata Quartina" del sindaco Ottaviani, che non ha voluto sentire ragioni e ha affidato a ditte private l'erogazione dei servizi che i lavoratori Multiservizi, quelli che lavoravano, non i raccomandati, avevano sempre assicurato alla comunità . Ottaviani non ha accettato le proposte della nuova giunta regionale guidata da Zingaretti per salvare i lavoratori. Proposte cui erano favorevoli sia il commissario Provinciale Patrizi che il sindaco di Alatri Morini, azionisti pubblici inseme al comune di Frosinone. Ed ecco compiersi il miracolo della sparizione del lavoro che porta 150 famiglie alla disperazione della disoccupazione. Sia fatta la volontà della " BEATA QUARTINA"
Ma veramente!!!! Non
sarà che il sindaco Ottaviani anziché fare
i miracoli, porta iella? Alla festa dei santi patroni dell’anno scorso, invitò
a cantare Max Gazzè. Il giorno del concerto
un nubifragio travolse Frosinone costringendo gli organizzatori ad annullare il
concerto. Promise poi ai lavoratori
della Multiservizi che ci avrebbe pensato lui, con l’aiuto del fido collaboratore Piacentini, a salvarli dal licenziamento, altro che le promesse della
giunta precedente. Oggi ai lavoratori della Multiservizi stanno arrivando le
lettere di licenziamento. Questo inverno
fece chiudere le scuole in vista di una
nevicata eccezionale che avrebbe investito il Capoluogo. Il giorno della
chiusura decisa dal sindaco non nevicò, in compenso la coltre bianca scese
copiosa nella giornata successiva quando Ottaviani fece riaprire le scuole.
Quando l’ascensore inclinato si bloccò il sindaco prontamente disse:” non ci
sono i soldi, ma faremo ripartire l’ascensore in poco tempo. Da quel momento l’ascensore
è rimasto quasi sempre fermo al palo flagellato da continui guasti. La settimana scorsa si è verificato l’ennesimo
incidente dell’impianto con la cabina che ha travolto le barriere del fermo
corsa e con un gran botto è finita sulla sede stradale. Che dire poi della decisione di accedere ai
fondi stanziati da governo Monti per finanziare opere urbanistiche di rilievo.
Appena fatta la richiesta è crollato miseramente il viadotto Biondi. Non solo, qualche
settimana dopo che il sindaco, a proposito del cappuccio di cemento posto sulla
frana, aveva sostenuto che l’intervento avrebbe bloccato il fenomeno
franoso, questo è ripreso come e più di prima crepando la sfoglia di cemento che
doveva fermare i crolli. E poi…. Il Frosinone è rimasto in serie C, il Latina è stato promosso in B ( nessun
sindaco di Frosinone ha mai dovuto subire l’onta di vedere i dirimpettai bufalari
arrivare in serie B, altro miracolo di Ottaviani), la Roma ha
perso il derby di coppa Italia
con la Lazio, la Lazio ha vinto la coppa Italia con la Roma…. E se non so’ disgrazie queste? Lo so il calcio non c’entra, ma se fossi con i facchini che dovranno trasportare la
torre della pace durante la prossima festa patronale, farei i debiti scongiuri, mi consumerei i
coglioni a furia di grattare!!!!
Ci scusiamo per la forma di “appunti”, forse insufficiente a restituire il clima e la profondità di molti interventi. ma ci è sembrato prioritario dare una prima informazione in tempo reale.
Prima della discussione, aperta con una relazione di Giorgio Cremaschi (sarà anche questa pubblicata quanto prima, tenendo conto del dibattito odierno), sono stati letti i messaggi dei compagni “promotori” che non hanno potuto essere presenti ma che hanno ribadito la propria partecipazione al progetto e al percorso: Nicoletta Dosio, Antonio Di Stasi, Antonio Moscato, Carlo Formenti.
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Pasquale Voza. La questione del debito pubblico già capita e studiata da Marx, citazione.(“Il debito pubblico, ossia l’alienazione dello Stato — dispotico, costituzionale o repubblicano che sia — imprime il suo marchio all’era capitalistica. L’unica parte della cosiddetta ricchezza nazionale che passi effettivamente in possesso collettivo dei popoli moderni è il loro debito pubblico. Di qui, con piena coerenza, viene la dottrina moderna che un popolo diventa tanto più ricco quanto più a fondo s’indebita. Il credito pubblico diventa il credo del capitale. E col sorgere dell’indebitamento dello Stato, al peccato contro lo spirito santo, che è quello che non trova perdono, subentra il mancar di fede al debito pubblico. Il debito pubblico diventa una delle leve più energiche dell’accumulazione originaria: come con un colpo di bacchetta magica, esso conferisce al denaro, che è improduttivo, la facoltà di procreare, e così lo trasforma in capitale, senza che il denaro abbia bisogno di assoggettarsi alla fatica e al rischio inseparabili dall’investimento industriale e anche da quello usurario.In realtà i creditori dello Stato non danno niente, poichè la somma prestata viene trasformata in obbligazioni facilmente trasferibili, che in loro mano continuano a funzionare proprio come se fossero tanto denaro in contanti. Ma anche fatta astrazione dalla classe di gente oziosa, vivente di rendita, che viene cosi creata, e dalla ricchezza improvvisata dei finanzieri che fanno da intermediari fra governo e nazione, e fatta astrazione anche da quella degli appaltatori delle imposte, dei commercianti, dei fabbricanti privati, ai quali una buona parte di ogni prestito dello Stato fa il servizio di un capitale piovuto dal cielo, il debito pubblico ha fatto nascere le società per azioni, il commercio di effetti negoziabili di ogni specie, l’aggiotaggio: in una parola, ha fatto nascere il giuoco di Borsa e la bancocrazia moderna.)- Bisogna essere al tempo stesso retroguardia politica e avanguardia culturale….
Franco Russo. Ricorda le proposte di referendum di indirizzo sul Fiscal Compact e i trattati europei, e su una legge di iniziativa popolare sulla rappresentanza sindacale; il giudizio totalmente negativo sull’accordo del 31 maggio è la vera discriminante; tanta sinistra e parti di Rifondazione però non firmano..
Sergio Cararo. Non bisogna guardare alla crisi solo dal lato dei partiti; il mondo del sociale può anche essere “brutto e contraddittorio”, ma la sinistra non può essere elitaria e antipatica… Bisogna comprendere a fondo l’”ideologia delle masse”, quella che concretamente esprimono in un certo momento. In Turchia, per esempio, si scende in piazza con la bandiera nazionale… Dobbiamo capire che le lotte avvengono anche su terreni e culture diverse da quello cui ci riferiamo. La scadenza elettorale delle europee non è decisiva…
Imma Barbarossa. Tenere presente a rispettare il ruolo delle persone… L’essenza del libertarismo.. Su Grillo: il male di fondo è il trasversalismo di un’ideologia che copre i poteri veri che stanno dietro la casta e l’apparente democrazia, che in realtà trasforma i sudditi non in cittadini ma in spettatori…
Franco Turigliatto…. Il nostro è un percorso lento, non come è avvenuto con Cambiare si può…. In Rifondazione Comunista ci sono tanti bravi militanti, ma la loro “non scelta” è un dato di fondo del loro modo di pensare pensare. C’è ancora una debolezza politica di Rossa nei territori… I nostri avversari ed il potere temono la rivolta popolare più di quanto noi ci crediamo…
Umberto Oreste. Ci si sta organizzando sul territorio. Ci sono circoli di Rifondazione che agiscono autonomamente. Ci vedremo come Campania in assemblea a Salerno il 28 giugno. I conflitti avvengono. Per esempio stamattina le cariche della polizia a Pomigliano… Ma ci sono anche momenti di mobilitazione unitaria, come per i migranti di Caserta e I disoccupati di Napoli, assieme… Ma le difficoltà esistono… Sulle elezioni europee nutro dubbi, sono troppo vicine; a meno di non essere parte di un fronte anticapitalista europeo, più forte, ampio e unitario di quanto ora non sia…
Mauro Casadio. La crisi della sinistra radicale è stata dovuta non solo a errori, ma alla mancata rifondazione del pensiero comunista… Ci vuole un’analisi nuova… L’Europa rappresenta progetto imperialista moderno per reggere la nuova competizione mondiale tra sistemi e aree monetarie… Anche gli USA fanno lo stesso, come dimostra il fatto che fanno rientrare le produzioni delocalizzate…. Le classi dominanti europee operano su base continentale, hanno costruito gabbie salariali europee, e i salari italiani (greci, portoghesi, spagnoli, ecc) ne diventano vittima … Dall’Afghanistan fino all’Africa c’è una fascia ove non ci sono più gli stati…. Una proposta di lavoro e discussione teorica: fare i Quaderni di Rossa..
Jacopo Venier. Non bisogna sottovalutare la scelta di stare sul terreno politico, che significa misurarsi con il mondo politico. Esempio; sull’Europa è chiaro il no al fiscal compact etc, meno chiaro è se siamo su base nazionale o per un’altra Europa… Le relazioni internazionali sono necessarie.. Se partiamo davvero dal parlare il linguaggio della verità ,allora ci vogliono proposte concrete per affrontare il conflitto generazionale… Il nostro essere “retroguardia” non vuol dire arroccarsi nelle istituzioni, ma neanche l’opposto, ovvero ignorarle… La questione della “speranza”: come inganno no, ma la fiducia nella possibilità di cambiare serve… Occorre far sapere che siamo forti… Noi non dobbiamo pensare a andare in tv, ma a costruire una nostra rete di comunicazione e informazione..
Emidia Papi. Sì al promemoria di Giorgio, di taglio garibaldino…. Bisogna mantenere la piattaforma di Bologna, perché va bene. La questione di fondo è la costruzione del blocco sociale. A Roma, per dirne una, Marino ha preso più voti nei quartieri bene che in quelli popolari…. C’è stato nei giorni scorsi un omicidio a Roma, in un quartiere popolare di vecchi occupanti di case; costoro sul referendum Europa ci risponderebbero a pernacchie…. Oggi il blocco sociale non è in grado di individuare il nemico…. C’è stata una devastazione culturale e la frantumazione degli interessi… Vedo tre blocchi: destra guidata dai furbetti del quartierino, PD che copre il lavoro tutelato e il ceto medio, Grillo che ha cercato di rappresentare i precari e chi sta fuori… Rossa deve stare nelle lotte e promuoverle, non solo “dare solidarietà” a quelle che si verificano autonomamente..
Andrea Ricci. Sì ai punti di fondo del progetto politico, anche con la critica al l’opportunismo della sinistra radicale…. è ancora debole invece la posizione sull’Europa… Bisogna avere una posizione precisa sull’euro… La crisi non è affatto risolta, la bolla in Borsa si è gonfiata di nuovo… E c’è un connubio con crisi sociale… La questione dell’Euro è politica e viene usata per legittimare le classi dirigenti italiane… Nel ’92 l’uscita dallo SME fu a tempo, per fare poi ingresso nell’Euro.. Oggi non sarebbe così.. Uscire dalla moneta significa andare in mare aperto, e questo ci pone davanti all’interrogativo: noi lavoriamo per il crollo o dobbiamo aspettare di essere forti? La decisione è comunque necessaria …. Ci vuole un sito web adeguato per comunicare…
Nando Simeone… Il punto centrale è essere alternativi al centrosinistra… D’accordo con Casadio su analisi dell’imperialismo europeo, che ha al centro la distruzione dello stato sociale… Bisogna valorizzare il movimento di lotta in atto dal 2011, con eccezione Francia e Italia… Valorizzare occupy USA anche se elitario, le rivoluzioni arabe e soprattutto Turchia ove la lotta usa modalità dei movimenti come l’acampada… Rossa è importante perché unisce diverse collocazioni sindacali… Ma no al sindacato unico di Rossa, meglio un fronte sindacale antagonista… C’è un rischio a centrare tutto sull’Euro; si parte dalla questione sociale e casomai si arriva all’Euro… Bisogna mantenere un’ottica sovranazionale… C’è autorganizzazione dei movimenti, come gli insegnanti lo scorso anno che hanno ottenuto l’unico risultato positivo… Sulle elezioni, evitiamo il passaggio distruttivo delle aspettative come a Roma… Si fanno solo se servono…
Aldo Romaro. In Veneto non ci sono neanche più le macerie: tutto è rimasto spianato. Le adesioni sono ancora poche, ci vuole organizzazione per reggere… Bigona misurarsi con la classe reale, che è “brutta sporca e cattiva”… L’euro è un progetto politico. se era il dollaro non avremmo avuto problemi a creare uno schieramento contro… Dobbiamo scegliere, ma lavorare per organizzare: non solo lotte, nel sociale c’è di tutto, anche il mutualismo…
Nico Vox. Troppe certezze negli interventi… Quanti lavoratori conoscono l’accordo del 31 maggio ?.. Come lo si spiega… Secondo me con brutale chiarezza: o si accetta la tomba o si organizza la ribellione.. Bisogna misurarsi con le altre esperienze… Grecia Turchia Spagna …. Mancano ancora i giovani..
Fabrizio Burattini… Sono d’accordo… è necessario decidere una posizione chiara sull’ Euro. Ma rischiamo di illudere se centriamo tutto sull'Euro… Tatticamente sarebbe un errore apparire come una ruota di scorta di sinistra ai 5 stelle, che hanno parlato a volte di referendum su Unione europea… Le elezioni europee non sono una scadenza ghigliottina.. Dobbiamo organizzarci davvero, consapevoli delle difficoltà… Occorre chiarezza con le altre forze della sinistra radicale e chiarezza sul fare dell’accordo del 31 maggio una discriminante ..
Patrizia Turchi. Indietro non si torna, ma attenzione a non dare paura del vuoto alle persone… Va bene la proposta politica, anche un partito, rigorosa… Va costruita identità di classe e va prodotta egemonia… ALBA, per esempio, ha già delineato la sua collocazione…. Giusto organizzare incontri tematici (Costituzione, attacco art 138, ecc) Sull’Europa dobbiamo essere referente politico anticapitalista… Non accodarsi semplicemente a una campagna anti Euro.. Alle elezioni europee ci vorrebbero liste in tutto il continente, magari con capolista Ken loach….. La doppia appartenenza è un tema scivoloso.
Fabrizio Tomaselli. Non serve più discutere delle divisioni di sessanta anni fa… E no all’elettoralismo tanto per fare. Si affronta semmai come un passaggio… Blocco sociale e “movimenti sociali a km 0” sono realtà spesso indistinte; ciò che decide è la radicalità delle pratiche e non la costruzione di ipotetici bisogni… Per esempio: andarsi a prendere una casa…. Tutte cose per cui ci vuole l’organizzazione, comunicazione e …soldi. Sulla questione elettorale: ricordiamo che alle europee ci vogliono tante firme, non è che sia una cosa che si fa senza organizzazione…
Francesco Piccioni. Rossa deve dimostrare di essere una novità. Il progetto di unità non è un appello, ma richiede l’individuazione dell’avversario per concentrare forze altrimenti impotenti… Occorre un discorso chiaro e obiettivi su cui unire… Ad esempio: l’Euro è una domanda ineludibile: dobbiamo decidere… Ci vuole una struttura comunicativa comune, che superi le microstrutture…. Per questo tipo di movimento occorrono servono attivisti, non specialisti in “rappresentazione”. Abbiamo visto sindacati trasformarsi in centri servizi e partiti in comitati elettorali… Le elezioni: dobbiamo ricordare che sono “il tempo del raccolto”, ma solo se prima si è seminato; altrimenti il risultato è scontato… Ci vuole organizzazione a livello territoriale, partirei con l’obiettivo di fare le assemblee per definire anche dei coordinamenti a livello regionale… L’obiettivo e la tensione deve essere a parlare a chi è fuori dai nostri giri…
Eleonora Forenza. Io mi sento dentro la sconfitta, sulle condizioni materiali e sul senso comune sull’assenza di classe per sé… Indietro non si torna significa anche capire lo sfruttamento di oggi, non tornare ad analisi di prima del femminismo e di altre maturazioni e intrecci… Unità delle forze antagoniste è l’obiettivo… Le elezioni europee e i referendum sull’austerità: tutti i movimenti anti-austerità hanno radici nazionali e si proiettano sull’Europa… Nuove forme di precarizzazione e i “pride” fanno parte delle nostre pratiche? Come dirigente di partito sento il rapporto tra organizzazione e pratica… È il partito il problema… Rossa deve essere una casa comune, un’organizzazione di pratiche e non un partito…
Luigi Marinelli. Indietro non si torna significa anche impossibilità di tornare al modello socialdemocratico, che per alcuni versi non è mai esistito ma di cui tutti sentono una qualche nostalgia… Anticapitalisti dunque, ma se ne è parlato poco… Bisogna superare l’”europeismo” residuale nella sinistra, che va sostituito con l’internazionalismo di questo secolo… Sull’Euro: è la divisa della macchina di guerra europea.. L’organizzazione del blocco sociale è un impegno a tutto tondo, teorico e pratico, non un semplice discorso… Su Rossa è mancato fin qui un approfondimento sull’organizzazione territoriale… Ci vuole almeno una dimensione regionale, per ora…
Francesco Musumeci. Il “che fare?” per noi parte sempre dalla crisi… Il capitale può superare la sua crisi se non si fa avanti un soggetto alternativo… Senza risposte adeguate si va a una ripresa della destra… Bisogna lavorare dal basso per ricongiungerci… è stata importante, per esempio, la riunione a Milano sulla Palestina… Dico spesso che la sinistra fa come i porcospini quando è freddo: ci si avvicina, ma poi ci si respinge… Meglio essere le “vecchie talpe”, e riemergere.. Noi comunisti siamo costretti a vincere, paradossalmente… E infine condivido l’esigenza di una “zona comune di comunicazione”…