Francesco Notarcola – Presidente
della Consulta delle associazioni.
Dopo le ripetute proteste e la mobilitazione
delle associazioni e dei cittadini, qualcosa si è mosso per mettere fine alla
vergognosa situazione del pronto soccorso dell’ospedale del Capoluogo. C’è
voluto l’intervento dei NAS per scuotere
l’immobilità e l’insensibilità della dirigenza della ASL.
I provvedimenti adottati vanno considerati
come primi timidi passi che devono
essere seguiti da altre urgenti decisioni per restituire piena dignità e
diritti ai cittadini, ai pazienti ed al
personale sanitario.
Il 6 febbraio, 34 associazioni
hanno richiesto incontro con il nuovo
direttore generale della Asl per discutere le otto proposte avanzate per ripristinare normalità e legalità alle attività del pronto
soccorso.
Dal nuovo manager ci si attendeva
un intervento molto più sostanzioso dal momento che l’ex direttore generale
della Asl, generale Vincenzo Suppa, aveva pubblicamente dichiarato di aver
ricevuto il nulla-osta della Regione per il trasferimento dell’Unità Operativa
Complessa di lungo degenza dall’ospedale del Capoluogo ad Alatri. Ciò allo
scopo di reperire una ventina di posti letto a disposizione del pronto soccorso
e dell’intero presidio ospedaliero.
Sottolineiamo ancora una
volta il danno enorme che si produce a
tutte le Unità Operative dell’ospedale ed agli operatori sanitari sul piano
della qualità e dell’efficienza dal momento che sono impossibilitati a
programmare i loro interventi, perdurando l’emergenza del pronto soccorso.
Ribadiamo la validità delle
proposte sotto elencate, avanzate dalle associazioni:
1) Garantire la presenza nel pronto
soccorso, di un cardiologo, un radiologo, un pediatra ed un
ortopedico, così come prescritto dalla legge;
2) Aprire in via sperimentale
almeno 4 punti di Pronto soccorso H24 dislocati nelle strutture dismesse di
Anagni, Frosinone Umberto I°, Cassino o Pontecorvo e Sora o Isola del
Liri o Atina, strutture che potrebbero essere gestite dai medici di
famiglia o assumendo medici giovani senza lavoro a tempo determinato;
3) Potenziare in modo adeguato
l'assistenza domiciliare, realizzando ed estendendo anche l'assistenza socio
sanitaria integrata oltre all'istituzione di un'anagrafe assistenziale e del
registro dei tumori;
4) Attivare percorsi riservati e
programmati per i pazienti affetti da patologie croniche;
5) Costituire un coordinamento
tra i pronto soccorso di Frosinone ed Alatri;
6) Istituire degli hospices,
presso le strutture dismesse di Anagni, Alatri, Ceccano e Pontecorvo, per
i malati terminali, per alleggerire la pressione sui pronto soccorso e nei
reparti ospedalieri;
7) Attivare decine e decine di
nuovi posti letto:
a
- trasferendo il reparto di lunga degenza dal "Fabrizio
Spaziani" ad Alatri o Ceccano;
b
- recuperando spazi, arredi e posti letto della riabilitazione ortopedica
dell'ospedale Fabrizio Spaziani;
c -
utilizzando tutti gli spazi disponibili adiacenti il pronto soccorso;
8) Le associazioni ritengono
inoltre opportuno e necessario attivare strumenti di valutazione da parte
del cittadino che si rivolge al pronto soccorso. Questa importante
attività potrebbe essere gestita con il contributo volontario delle
associazioni in un apposito ed attrezzato sportello, messo a disposizione dalla
ASL.
Non è da trascurare il fatto che
nella ASL di Frosinone vengono impiegati decine di medici per attività
burocratico-amministrative. Tali risorse, considerato il periodo eccezionale di
emergenza economica, dovrebbero tornare ad essere impiegati nelle attività
sanitarie di loro competenza.
Al Presidente dell’Ordine dei
Medici ed a tutti i Sindacati dei medici e del personale sanitario dichiariamo,
ancora una volta, la disponibilità delle associazioni ad incontrarci per decidere insieme la
riprese delle iniziative da assumere a
tutela della sanità pubblica e del personale sanitario costretto a
lavorare in condizioni difficili e di grave rischio.
Video di Luciano Granieri
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