martedì 18 febbraio 2014

Sanità: la mobilitazione paga

Francesco Notarcola – Presidente della Consulta delle associazioni.

Dopo le ripetute proteste e la mobilitazione delle associazioni e dei cittadini, qualcosa si è mosso per mettere fine alla vergognosa situazione del pronto soccorso dell’ospedale del Capoluogo. C’è voluto l’intervento  dei NAS per scuotere l’immobilità e l’insensibilità della dirigenza della ASL.
 I provvedimenti adottati vanno considerati come  primi timidi passi che devono essere seguiti da altre urgenti decisioni per restituire piena dignità e diritti ai cittadini,  ai pazienti ed al personale sanitario.
Il 6 febbraio, 34 associazioni hanno richiesto  incontro con il nuovo direttore generale della Asl per discutere le otto  proposte avanzate per ripristinare  normalità e legalità alle attività del pronto soccorso.
Dal nuovo manager ci si attendeva un intervento molto più sostanzioso dal momento che l’ex direttore generale della Asl, generale Vincenzo Suppa, aveva pubblicamente dichiarato di aver ricevuto il nulla-osta della Regione per il trasferimento dell’Unità Operativa Complessa di lungo degenza dall’ospedale del Capoluogo ad Alatri. Ciò allo scopo di reperire una ventina di posti letto a disposizione del pronto soccorso e dell’intero presidio ospedaliero.
Sottolineiamo ancora una volta  il danno enorme che si produce a tutte le Unità Operative dell’ospedale ed agli operatori sanitari sul piano della qualità e dell’efficienza dal momento che sono impossibilitati a programmare i loro interventi, perdurando l’emergenza del pronto soccorso.
Ribadiamo la validità delle proposte sotto elencate, avanzate dalle associazioni:
 1) Garantire la presenza nel pronto soccorso, di un cardiologo, un radiologo, un pediatra ed un ortopedico, così come prescritto dalla legge; 
2) Aprire in via sperimentale almeno 4 punti di Pronto soccorso H24 dislocati nelle strutture dismesse di Anagni, Frosinone Umberto I°, Cassino o Pontecorvo e Sora o Isola del Liri o Atina, strutture che potrebbero  essere gestite dai medici di famiglia o assumendo medici giovani senza lavoro a tempo determinato;
3) Potenziare in modo adeguato l'assistenza domiciliare, realizzando ed estendendo anche l'assistenza socio sanitaria integrata oltre all'istituzione di un'anagrafe assistenziale e del registro dei tumori;
4) Attivare percorsi riservati e programmati per i pazienti affetti da patologie croniche;
5) Costituire un coordinamento tra i pronto soccorso di Frosinone ed Alatri;
6) Istituire degli hospices, presso le strutture dismesse di Anagni, Alatri, Ceccano e Pontecorvo, per i malati terminali, per alleggerire la pressione sui pronto soccorso e nei reparti ospedalieri;
7) Attivare decine e decine di nuovi posti letto:
    a - trasferendo il reparto di lunga degenza dal "Fabrizio Spaziani" ad Alatri o Ceccano;
    b - recuperando spazi, arredi e posti letto della riabilitazione ortopedica dell'ospedale Fabrizio Spaziani;
    c - utilizzando tutti gli spazi disponibili adiacenti il pronto soccorso;
8) Le associazioni ritengono inoltre opportuno e necessario attivare strumenti di valutazione da parte del cittadino che si rivolge al pronto soccorso. Questa importante attività potrebbe essere gestita con il contributo volontario delle associazioni in un apposito ed attrezzato sportello, messo a disposizione dalla ASL.
Non è da trascurare il fatto che nella ASL di Frosinone vengono impiegati decine di medici per attività burocratico-amministrative. Tali risorse, considerato il periodo eccezionale di emergenza economica, dovrebbero tornare ad essere impiegati nelle attività sanitarie di loro competenza.
Al Presidente dell’Ordine dei Medici ed a tutti i Sindacati dei medici e del personale sanitario dichiariamo, ancora una volta, la disponibilità delle associazioni  ad incontrarci per decidere insieme la riprese delle iniziative da assumere a  tutela della sanità pubblica e del personale sanitario costretto a lavorare in condizioni difficili e di grave rischio.

Video di Luciano Granieri

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