martedì 22 aprile 2014

Il governo Renzi viola il giudicato costituzionale

Luciano Granieri

Prima di Pasqua la Corte di Cassazione  - che nel maggio 2013 aveva sollevato la questione di costituzionalità sul “Porcellum” presso la Corte Costituzionale,  la quale  sua volta  aveva confermato l’incostituzionalità di tale legge elettorale attraverso la sentenza n.1 del 2014 - ha reso pubblico il dispositivo  con il quale i rilievi della Corte Costituzionale dovranno essere applicati.   

Cioè la Corte di Cassazione ha deliberato sul come si  deve applicare la sentenza della Consulta. E’ un rilievo fondamentale per il corretto indirizzo normativo  a cui il legislatore deve attenersi   in presenza della dichiarata incostituzionalità del “Porcellum” . La  mancata osservanza di quanto prescritto dalla Cassazione implica la”VIOLAZIONE DEL GIUDICATO COSTITUZIONALE DELLA SENTENZA N.1 -2014”. Cioè si produce una lesione giuridicamente rilevante del diritto di voto.  

Cosa prescrive la Cassazione?  Intanto si deve consentire ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento in modo che ogni eletto possa disporre  delle indicazioni personali del corpo elettorale . A differenza di quanto espresso nella sentenza della Corte Costituzionale, la Cassazione non ammette altro sistema che quello delle preferenze, il ricorso a liste bloccate poco numerose relative a collegi ristretti, non soddisfa il principio di costituzionalità.  

E’ evidente come il disegno di legge elettorale (Italicum) , approvato dalla sola Camera,  con il mantenimento delle liste bloccate anche di piccole dimensioni  “LEDE IN MODO GIURIDICAMENTE RILEVANTE IL DIRITTO DI VOTO DEI CITTADINI”.  L’altro aspetto importante riguarda proprio l’applicazione effettiva di quanto deliberato dalla Corte Costituzionale. E’ ineluttabile  che l’incostituzionalità del “Porcellum” non può modificare quanto è avvenuto nel passato. Cioè gli atti deliberati da Parlamenti e relativi  Governi  eletti con la legge elettorale incostituzionale, compreso quello in carica  non possono essere annullati, perché  è necessario comunque assicurare il principio di continuità dello Stato. 

Resta il fatto che quella legge è incostituzionale, per cui  se per quanto attiene al passato non si può nulla, per il futuro si deve correggere il vulnus costituzionale. Lo si deve fare al più presto, perché non è democraticamente pensabile ignorare e non applicare una sentenza della Corte Costituzionale.  Dunque il Parlamento alla luce di quanto affermato avrebbe dovuto assolvere i provvedimenti  ordinari più urgenti, il Def già non lo è,  approvare una legge elettorale conforme  alla sentenza della Corte Costituzionale,ma anche ai dispositivi applicativi della Cassazione,  (non l’Italicum quindi) ed indire nuove elezioni.  

Prolungare la XVII legislatura determinata da una legge elettorale incostituzionale secondo la Cassazione  VIOLA IL GIUDICATO COSTITUZIONALE DELLA SENTENZA N.1-2014”. Non solo,  se poi questo governo si arroga il diritto di manomettere la Costituzione determinando la fine del bicameralismo perfetto, l’abolizione del Senato eletto e   pretende di sovvertire gli assetti istituzionali modificando  la forma delle Province che rimangono inalterate nelle loro funzioni,  ma con    membri nominati e non eletti, la violazione dei principi attuativi della sentenza della Corte Costituzionale indicati dalla Cassazione è macroscopica.  

Già è gravissimo che un Governo e un Parlamento attentino ai capisaldi repubblicani costituzionalmente definiti con modalità antidemocratiche, se poi le Camere, e l’Esecutivo loro espressione, esercitano tale devastazione  in violazione della sentenza n.1-2014 della Corte Costituzionale, così come sancito dalla Cassazione, allora siamo in presenza di una vera e proprio sovvertimento democratico fraudolento.  

In realtà a queste conclusioni erano arrivati in molti. Dal M5S ad alcuni giornali, a movimenti  impegnati in lotte sociali, fino al sottoscritto.  Ora però il pronunciamento della Cassazione non lascia dubbi.  Non è un fattore ideologico né di propaganda populista. Questo governo, lo certifica la Cassazione,  non  può permettersi di sovvertire gli ordinamenti democratici, non ne possiede né i titoli né la legittimazione.  

Se Renzi, l’attuale Presidente del Consiglio,  non ne è consapevole per arroganza o semplicemente per ignoranza, il  Presidente della Repubblica invece, in qualità di garante della Costituzione dovrebbe opporsi a questa colossale devastazione istituzionale  e sciogliere le camere immediatamente.  Siccome dal Colle non arriva alcun segno contrario, anzi il tutto avviene con la benedizione di Giorgio Napolitano, forse veramente bisognerebbe pensare a degli organismi più incisivi da porre a difesa della Costituzione.  Ad esempio un Senato elettivo in cui i candidati senatori  siano insigni  giuristi  non espressione dei partiti,  con il compito di valutare compiutamente la legittimità costituzionale e la valenza democratica di quanto la Camera e li Governo deliberano e approvano,  sarebbe quanto meno opportuno.  

1 commento:

  1. Sono d'accordo, ma, mi chiedo, come è possibile cambiare lo stato delle cose? Si possono fare proposte costruttive? Bisogna essere molto creativi.....
    Piera Giovannini

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