martedì 1 aprile 2014

Inaugurazione Casa della Salute di Pontecorvo

Luciano Granieri


La  prima connessione della rete su  cui dovrà svilupparsi il nuovo modello di sanità nel Lazio, e nella provincia di Frosinone,  è stata attivata a Pontecorvo.  L’ospedale chiuso dopo estenuanti e aspre lotte, sotto la presidenza Polverini,  si rivitalizza come struttura sanitaria sociale rivolta a malati cronici, a chi  è portatore di patologie come il diabete, l’ipertensione,  insufficienze respiratorie e cardiache. 

La casa della salute ,  così viene definita la nuova struttura, è a disposizione ogni giorno per i pazienti che non presentano patologie gravi, e per la prevenzione.   La  prestazione sanitaria si basa sull’apporto  dei medici di medicina generale e su personale infermieristico altamente specializzato.  Esiste un punto di primo intervento, una postazione 118 e guardia medica. Inoltre vengono assicurate prestazioni specialistiche dalla cardiologia all’odontoiatria, alla dialisi. 

20 posti letto sono destinati alla lunga degenza. Si aggiungono a queste unità un consultorio familiare e pediatrico, un centro antiviolenza, centro prelievi e radiologia di base. Il tutto legato all’ospedale di Cassino a cui dovranno essere indirizzati i casi gravi. La struttura copre un territorio che comprende i 30 comuni del cassinate, della Valle del Liri , della Valle dei Santi, per un bacino di 120.000 utenti.  

Abbiamo visitato la casa della salute in occasione della sua inaugurazione avvenuta in pompa magna lunedì scorso. La struttura, non c’è che dire, è curata e dà l’idea di un efficienza globale.  Riusciti ad isolarci dal codazzo di  fasce tricolori, consiglieri, assessori ,macchinisti, fuochisti  stati maggiori del Pd, al seguito del governatore venuto a tagliare il nastro di questa meravigli sanitaria, abbiamo visitato i reparti, gli uffici, le sale d’attesa, tutto molto bello non c’è che dire.  

Siamo dunque   posto? Neanche per idea.  La casa della salute di Pontecorvo non è altro che una parte del nuovo sistema sanitario che dovrebbe assicurare una sinergia fra queste strutture territoriali e gli ospedali  di riferimento. Altri  presidi del genere dovrebbero sorgere ad Atina  legato all’ospedale di Isola Liri, Anagni che si interfaccia con Ferentino e Ceprano che fa capo a Frosinone.  Ma per adesso, Pontecorvo a parte, nessuna di questa strutture è attiva, mentre l’emorragia di posti di letto causata dalla chiusura di ospedali come quello di Anagni ha impoverito l’offerta sanitaria della provincia, fino a mettere a rischio l’assicurazione dei livelli essenziali  di assistenza. 

I tempi  d’attesa   per le prestazioni diagnostiche e ambulatoriali, nonostante l’attivazione del decreto 314 del 5 Luglio 2013, sul governo delle liste d’attesa,   rimangono biblici, ma soprattutto resta  carente l’erogazione degli interventi ad alta complessità.  La situazione da lager del pronto soccorso di Frosinone si è ormai incancrenita, e,  nonostante le molte rassicurazioni  di manager e politici,  il trasferimento del centro trasfusionale da Frosinone a Tor Vergata sembra ormai cosa fatta.  Il modello di sanità basato sulle case della salute, magari sarà anche efficiente  ma senza le strutture idonee,  in pieno regime di blocco del turn-over,  qualsiasi sistema è destinato al default,  anche il più organico.  

Continuano a ricordarci, lo ha fatto per l’ennesima volta Zingaretti lunedì scorso,  che la  sanità regionale da nove anni è commissariata e sottoposta a gravosi piani di rientro, che gli sprechi sono ancora fuori controllo e che quindi è necessario  valorizzare al massimo l’efficienza e l’organizzazione.  Eppure se si rivedesse la politica di sovvenzione delle alle strutture private, qualche soldino si riuscirebbe a racimolare.  Ad esempio solo la Città bianca di Veroli e la clinica San Raffaele di Cassino si sono mangiati  86 milioni di euro.  

Agendo con la scure sullo stipendio dei manager che viaggia attorno ai 15  - 20 mila euro al mese un altro po’ di risorse potrebbe saltare fuori e che dire dell’assunzione di professionisti inattivi ma retribuiti?  I soldi ci sono, basta volerli trovare. Ma  che la sanità sia il bancomat preferito dei vari tagliatori di teste alla Cottarelli è cosa nota, così come è palese il fatto che questa sia un formidabile strumento per sfamare clientele di ogni tipo.  

Di tutto questo avremmo voluto parlare con il presidente  Zingaretti, ma non è stato possibile.  Speriamo solo che, con i buoni uffici della consigliera Daniela Bianchi, si possa ottenere finalmente un incontro con la star protagonista assoluta della giornata di lunedì.  In conclusione,  l’apertura della Casa della Salute di Pontecorvo non è che una goccia nel deserto  di una sanità che continua a rimanere al collasso.


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