Esiste a Frosinone un oasi che resiste strenuamente contro
l’avanzata dell’urbanizzazione selvaggia e del cemento. Questa oasi è un
baluardo contro lo sfruttamento dei campi aggrediti dai sistemi di coltura
intensiva. Qui si agisce il conflitto
contro il “tutto e subito” perché la natura ha i suoi tempi, le sue regole che
l’arroganza del profitto non può sovvertire.
Questa oasi è L’Istituto Agrario
di Frosinone con l’annessa azienda agricola. Domenica scorsa in questi campi e queste aie, popolate di animali,
spazi incastrati fra la Monti Lepini, l’Ospedale Spaziani e il Tribunale, i cittadini hanno potuto apprezzare
un’altra agricoltura. “L’agricoltura eroica ciociara” . Eroica perché resiste
alle sofisticazioni, alle manipolazioni, imposte dalla logica dello
sfruttamento intensivo.
Grazie alla
sapiente organizzazione dell’Istituto Agrario guidato dal dirigente scolastico
Prof. Salvatore Cuccurullo, e l’associazione
RES CIOCIARA, abbiamo potuto apprezzare quanto la natura possa essere generosa se trattata con rispetto e
pazienza. Oltre ai cittadini e alle istituzioni, fra le quali il sindaco Nicola
Ottaviani, il commissario provinciale Giuseppe Patrizi, il consigliere comunale
di Frosinone, nonché coordinatore provinciale di Legambiente Francesco Raffa, erano presenti anche associazioni , WWF,
Legambiente, Terra dolce di Anagni e piccoli agricoltori, i quali hanno potuto
proporre il frutto del loro paziente lavoro.
Come ha spiegato il professor Lorenzo Rea docente dell’Istituto Agrario e coordinatore
della piccola azienda agricola annessa ,
l’intento è quello di utilizzare questo luogo come parco tematico
dedicato all’agricoltura. Uno spazio aperto, pubblico, dove è possibile
acquistare prodotti tipici dell’agricoltura eroica Ciociara, ma anche semplicemente
visitare i campi, le serre il cortile con gli animali.
Frequentando questi luoghi, questa gente, ci si rende conto che esiste anche un altro
modo di intendere la vita, di valutare il tempo, la riflessione, il pensiero. Si apprezza come lo studio, l’applicazione,
la sapienza alimentino il rispetto per
tutto ciò che ci circonda, e tale
rispetto, come in un circolo virtuoso, spinga a studiare, ad applicarsi, ad
apprendere con rinnovato impegno.
La
solidarietà il mutuo sostegno proprio
delle civiltà contadina emerge con
vigore a ricordarci che nel nostro vivere quotidiano non possiamo fare a meno
degli altri e gli altri non possono fare a meno di noi. L’individualismo
imperante nella società globale impone
la competitività come elemento fondante della propria piena realizzazione.
Ma è
una realizzazione effimera, che nasconde frustrazione e solitudine. La civiltà che si respirava domenica scorsa
in quell’aia, spingeva a rifuggire dall’ossessione della
competizione globale, invitava a tornare ad apprezzare le dinamiche di una umanità che per sua natura si alimenta di socialità. Ed
assecondare ciò che è l’indole naturale di ognuno di noi, rispettare ogni cosa, o essere che ci circonda, contribuisce anche a mantenerci in buona salute.
Nessun commento:
Posta un commento