giovedì 24 aprile 2014

Resistenza continua per il lavoro

Luciano Granieri

Foto di Fausta Dumano


Molti affermano che la resistenza non si è esaurita il 25 aprile del 1945. Non è una boutade o il pallino di vecchi comunisti nostalgici. E’ la pura verità. Come non definire resistenti i lavoratori della ex Multiservizi, i quali, nonostante ci sia lavoro per loro  - la città ha necessità di cura e manutenzione degli arredi urbani delle strade, la città ha bisogno  di personale che assicuri l’assistenza ai disabili  e  della mobilità scolastica -nonostante enti come la Regione Lazio si siano dichiarati disponibili a concorrere al finanziamento di una società che potrebbe  assorbirli, si trovano senza un’occupazione?  Cercano di resistere questi lavoratori alle intransigenze di un sindaco che in cambio di qualche appalticchio distribuito qua e là, non si capisce con quale tornaconto ,  rinuncia ad uno dei primi obblighi di un primo cittadino che è quello di assicurare la dignità della popolazione favorendone  quanto più possibile    l’occupazione.
Foto di Fausta Dumano.
Resistono queste persone da dieci giorni sotto una tenda, dopo aver occupato il tetto del Comune l’estate scorsa , convinti poi  a desistere e  scendere   da promesse mai  mantenute profuse a piene mani dai politicanti di turno in fila per fare passerella pietosa affianco a persone  ormai alla disperazione.  Resistono questi lavoratori come tanti altri lavoratori della Provincia, offesi  dallo svilimento della loro professionalità  distrutta dalla mobilità e dalla cassa integrazione,  vedi le vertenze Videocon, Marangoni, Ilva di Patrica, Fiat di Piedimonte . Resistono anche quei pochi cittadini  che si rendono conto quanto la logica del profitto, del dominio del capitale finanziario sulla dignità umana, stia devastando lo stato sociale del nostro territorio, producendo disoccupazione ad un tasso doppio del livello nazionale, soffocamento da polveri sottili in una città  al primo posto assoluto per  l’inquinamento. Gli altri cittadini, la maggioranza,  e questo è grave, non resistono più , si adeguano all’imbarbarimento dei rapporti sociali, infestati da un sordido individualismo, da una indifferenza pervasiva,  che sfocia  in  pericolosa intolleranza.  Noi resistiamo, come cittadini, come lavoratori, precari o disoccupati, come donne e uomini stanchi di subire umiliazioni dai grandi costruttori che ancora oggi stanno accaparrandosi parti importanti della nostra città comprimendo ancora di più spazi  vitali di socializzazione , dai banchieri e dalla criminalità organizzata  che pure prospera nel nostro territorio. Noi proviamo a resistere perché siamo fortemente convinti che  non siamo ancora stati liberati. Resistiamo perché la dispotica dittatura del finanz-capitalismo ci sta riducendo a larve umane. Noi resistiamo, oggi  domani, 25 aprile, e sempre,  fino a quando non saremo veramente liberi.

Nessun commento:

Posta un commento