martedì 27 maggio 2014

Glie soldi staue all'Albania

Luciano Granieri


Mentre ci si ingegna per portare  sviluppo nel nostro  territorio, mentre si organizzano incontri e tavole rotonde finalizzati a   promuovere opportunità  per   cerare   occupazione attraverso l’adozione di nuovi modelli produttivi,  mentre si prende atto ogni giorno di più che la disoccupazione nella nostra Provincia è arrivata quasi al 14% una percentuale più alta rispetto alla media nazionale,  nella nostra disgraziata città una masnada di personaggi,  fra i quali  Domenico Paglia, Presiedente delle grandi famiglie edilizie frusinati, l’immancabile Marcello Pigliacelli, capo dei bottegai nostrani, l’onorevole piddino Francesco Scalia, ambasciatori,  avvocati e consulenti vari, organizzano un focus sulle occasioni di business in Romania, Albania, Kosovo e Macedonia. 

Della serie a noi nobili di cazzuola non ce ne frega niente del nostro territorio, che per altro abbiamo già  abbondantemente sommerso di cemento, e preferiamo andare a fare affari nell’Europa dell’est, grazie ai fondi europei colà erogati dalla Banca Europea per la ricostruzione e lo sviluppo,  e la Banca europea per gli investimenti. 

Le imprese italiane che decideranno di passare l’Adriatico potranno godere della presenza  “omogenea e significativa del sistema di credito italiano”( così sta scritto nell’invito al convegno), e ovviamente, potranno avvalersi di mano d’opera sottopagata, non sindacalizzata e priva di ogni diritto (questo non sta scritto nell’invito, ma lo aggiungiamo noi).  Eccola la nuova classe imprenditoriale  rampante  così attenta alla terra delle proprie origini.  Fugge  non appena banche, istituzioni economiche europee, e tutele del lavoro inesistenti, offrono l’opportunità di rimpinguare il  portafoglio in altri lidi. E chi se ne frega se nella nostra Provincia la gente che finisce in mezzo alla strada cresce di ora in ora. 

Del  resto in un recente convegno organizzato dalla Regione Lazio sui fondi erogati dall’Unione Europea per la tutela ambientale, il capo bottegaio Pigliacelli se ne uscì con una dotta e forbita massima che in un italiano degno dell’accademia della  Crusca così recitava “ Se tienghe da lavorà   co’te prima   tie da mette gli soldi n’cima agli taulino i poi potemo parlà”  In Romania, Albania, Kosovo e Macedonia  i soldi “stanne n’cima agli tauolozzo i ce ne stanne assai”.  

Infine un ultima notazione sulla presenza del senatore Scalia. Ogni volta che si tratta di votare, ci dicono che eleggere un deputato o senatore del posto è fondamentale perché potrà meglio rappresentare gli interessi del territorio. Ma che Frosinone sta in Kosovo, o in Albania? Perché  l’onorevole Scalia, dopo aver messo in moto la macchina mangia soldi pubblici Aeroporto di Frosinone  che ha spolpato i suoi concittadini, si sta adoperando per la prosperità di certi paesi est europei?  Alla faccia della salvaguardia degli interessi del territorio!  

La verità è una e una sola. Dalla Ciociaria al Piceno, dal Manzanarre al Reno, se non ci si disfa del cancro capitalista che affama e riduce in schiavitù intere comunità, mai si potrà vedere la luce di un minimo di giustizia sociale. E’ la lotta di classe. Ed è una lotta che va fatta ad iniziare proprio dalla nostra città.                             

                                        
                                             


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