venerdì 2 maggio 2014

Quanto serve il Cosilam?

Oreste Della Posta segretario provinciale del PdCI di Frosinone

La sospetta tempistica con la quale si è giunti alla elezione del nuovo consiglio di amministrazione del Cosilam di Cassino lascia poco spazio a fraintendimenti. Si è trattato di un “blitz” a tutti gli effetti, attraverso il quale gli amministratori locali hanno eletto il nuovo quadro dirigenziale prima ancora che entrasse in vigore il provvedimento del Presidente della Regione Lazio Zingaretti con cui si procede, con decorrenza a partire proprio dal 30 di aprile, a tagli ad enti e dirigenti del territorio. Incredibile ma vero, oltre ad aver “schivato” questa normativa, i sindaci riuniti in assemblea, quasi tutti del PD, hanno anche soprasseduto alle chiare indicazioni della direzione provinciale del Partito Democratico, che aveva chiesto a gran voce il rinvio dell’assemblea e, quindi, delle nomine. Un paradosso, quindi, secondo il quale il PD vota contro se stesso e determina una chiara perdita di autorevolezza e credibilità. Noi Comunisti Italiani approviamo appieno lo sforzo di Zingaretti nel ridurre la spesa pubblica, provando quindi a riavvicinare i cittadini alla politica e poniamo un quesito: quanto serve il Cosilam allo sviluppo del territorio? Quali vantaggi comporta la sua attività e in che misura invece rappresenta un costo per i cittadini? Noi riteniamo che a distanza di tutti questi anni dalla sua costituzione, il Cosilam possa ormai essere oggetto di un resoconto abbastanza esplicativo per stabilire la sua reale utilità. Emerge infatti che l’ente così come fu concepito all’epoca, ha disatteso tutti gli obiettivi di sviluppo industriale e quindi occupazionale, rappresentando pertanto un fallimento totale. Se si considera poi che alcune criticità, come ad esempio il contenzioso con l’ASI di Frosinone circa le competenze e la territorialità, sono ancora irrisolte e che l’attività principale è diventata ormai quella di aprire cantieri per la realizzazione di rotatorie, cosa che per un comune rappresenta la normale amministrazione, allora il fallimento dell’ente è sotto gli occhi di tutti. Oggi, come dimostra la frettolosa nomina dei quadri dirigenziali, il Cosilam serve soprattutto al clientelismo della politica e a quei fortunati dirigenti che beneficeranno dei lauti compensi previsti. Se, come noi crediamo, il quadro è questo, invitiamo formalmente il Presidente della regione Lazio Zingaretti a valutare attentamente la situazione al fine di verificare se sussistano le condizioni tecnico legali per un eventuale commissariamento dell’ente. Nel caso in cui questo percorso non fosse praticabile, sebbene contrariati dalla natura di queste nomine, noi ci auguriamo che i nuovi dirigenti sappiano quantomeno rompere col passato e sapremo vigilare per verificare se ad un fallimento ne seguirà un altro oppure no. Ci rendiamo tutti conto che in questo momento di crisi mondiale, amplificato nel nostro specifico dai problemi dell’indotto Fiat, tutto è più complicato. Noi riteniamo che occorre in questo senso  rivedere l’intera materia occupazionale nel territorio evitando di concentrare tutto l’interesse soltanto sul sistema industriale, ma cercando altri sbocchi. Occorre sviluppare e valorizzare ad esempio la produzione agricola, a maggior ragione quella più esclusiva e prestigiosa, come nel caso della Marsellina di Esperia, piuttosto che il Cabernet di Atina, ma l’elenco sarebbe lungo. Sarebbe opportuno poi incentivare il turismo archeologico religioso mettendo in luce le bellezze del nostro territorio. Ma iniziative del genere devono essere fatte al più presto e mettendo da parte ogni interesse politico, ma considerando essenzialmente i fattori principali:l’occupazione e il risanamento della finanza pubblica.

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