martedì 24 giugno 2014

Battaglia legale contro la tritovagliatura nella discarica di colle Fagiolara: udienza del TAR LAZIO il 26 giugno 2014

Rete per la Tutela della Valle del Sacco e Comitato Residenti Colleferro

Il 26 giugno 2014 il TAR del Lazio si pronuncerà sulla richiesta di sospensiva avanzata dalla Rete per la Tutela della Valle del Sacco (Retuvasa) e dal Comitato Residenti Colleferro (CRC), che hanno presentato ricorso sul metodo della tritovagliatura mobile, autorizzato dal Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, per il prosieguo del conferimento di rifiuti tal quale, mediante sminuzzamento, presso la discarica di colle Fagiolara a Colleferro.

Tra i motivi dell’impugnazione la proroga di un sistema estremamente dannoso come evidenziato dalla normativa europea, che ritiene il sistema della tritovagliatura inadeguato per la salvaguardia della salute dell’uomo e dell’ambiente, oltre che inidoneo a garantire un ciclo virtuoso dei rifiuti, in quanto non avviati al riuso, recupero e riciclaggio.

Il TAR del Lazio si è già pronunciato in merito alla questione in occasione del ricorso contro il Piano Rifiuti emanato dalla giunta Polverini, definendo il sistema fuori norma rispetto alle Direttive europee. Nella stessa decisione si poneva in risalto anche la transitorietà della Circolare dell’allora ministro Prestigiacomo del 2009, che permetteva l’utilizzo della tritovagliatura solo temporanemente, fermo restando, a regime, l’obbligatorietà di rispettare le Direttive Comunitarie.

La questione viene definitivamente chiarita dalla Circolare del ministro Orlando del 6 agosto 2013, che allinea le nostre normative a quelle europee e definisce illegale il sistema di triturazione, illegalità ribadita successivamente anche da ARPA Lazio, quando è stata chiamata a pronunciarsi sulla rispondenza delle discariche regionali alla citata circolare ministeriale.
                                                               
In questo quadro normativo, la giunta Zingaretti, su proposta dell’assessore Michele Civita, e dietro richiesta della società regionale Lazio Ambiente SpA, gestore della discarica, il 27 febbraio 2014  mantiene aperta la discarica di tal quale, concede di fatto un’ulteriore proroga di sei mesi e autorizza la tritovagliatura, che tra l’altro veniva effettuata già dall’aumento di volumetria autorizzata dalla Giunta Marrazzo.

In questa partita il Comune di Colleferro entra in gioco adducendo “superiori” motivi economici, disinteressandosi del fatto che la semplice riduzione di volumetria tramite trituratore è causa certa di pericoli per l’ambiente e la salute dell’uomo, come ampiamente dimostrato dai risultati del rapporto ERAS.
Al di sopra di tutto la Giunta Comunale pone gli interessi di pochi e nomina un legale per appoggiare ad adiuvandum la Regione Lazio, dimostrando “coerenza” e confermando di  preferire il denaro alla salute dei cittadini. Come sempre nasconde le sue gravi responsabilità in materia di salute pubblica dietro le (false) esigenze di bilancio. Basti ricordare come l’Amministrazione Comunale non abbia utilizzato lo stesso metro di intervento per sostenere la Regione Lazio e le Associazioni locali contro il declassamento della Valle del Sacco da Sito di Interesse Nazionale a Sito di competenza regionale.

“Tutti sappiamo che lo smaltimento dei rifiuti in discarica è considerato dall'art. 4 della direttiva quadro dell’Unione europea  (2008/98/CE) come l’ultima opzione nella gerarchia dei rifiuti, che è orientata alla prevenzione, riciclaggio e riutilizzo dei rifiuti stessi. In questo contesto anche l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico (TMB) previsto come l’ennesima soluzione di un problema inesistente, diventa obsoleto all’interno di una visione virtuosa a lungo termine nella gestione dei rifiuti. Sulla stessa linea oggi contrastiamo l’illegittimità dell’ordinanza Zingaretti sulla proroga alle attività nel sito di Colleferro e ne chiediamo l’annullamento” precisa Alberto Valleriani, presidente della Rete per la Tutela della Valle del Sacco.

“Noi vogliamo che cessi ogni forma di tolleranza verso una discarica illegale che riceve rifiuti indifferenziati e non trattati, in violazione delle vigenti disposizioni europee. Il sistema della tritovagliatura è privo dei presupposti per garantire la sicurezza dell’ambiente e della salute umana”, commenta Ina Camilli, rappresentante del Comitato Residenti Colleferro.

A questo punto spetta al TAR del Lazio porre fine ai conferimenti illegali di rifiuti tal quale e pronunciarsi definitivamente sul merito della tritovagliatura, accogliendo la richiesta di sospensiva presentata dai proponenti. Qualunque sia la decisione, questa verrà protocollata presso la Corte di Giustizia Europea che il 19 giugno scorso ha avviato le fase delle udienze in merito alla causa contro l’Italia sulla mancata selezione dei materiali o stabilizzazione prima del conferimento nelle discariche del subATO di Roma e Latina e sul fatto che nel Lazio non è stata creata una rete integrata e adeguata di impianti per la gestione dei rifiuti tenendo conto delle migliori tecniche disponibili.
Qualora il nostro paese venisse condannato, la Regione Lazio sarà responsabile del pagamento di una multa salata, come sempre prelevata dalle tasche dei cittadini.



Colleferro, 24 giugno 2014

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