lunedì 30 giugno 2014

Mondiali, lotte in Brasile Entra in campo la gioventù lavoratrice!

Clara Saraiva (*)


Dopo 64 anni, il Brasile, il Paese del calcio, ospita nuovamente la Coppa del Mondo.
La presidente Dilma sperava che la festa dello sport fosse un momento per conquistare l'appoggio popolare al suo governo, preparando la sua rielezione nel mese di ottobre. Tuttavia, i piani del governo federale non si sono concretizzati.
Nonostante l'enorme propaganda ufficiale dei grandi  mezzi di comunicazione di massa, le masse popolari brasiliane non credono che la realizzazione della Coppa del Mondo avrà positive ricadute sociali. La Coppa del Mondo non ha portato più investimenti, posti di lavoro e sviluppo nel Paese. Piuttosto, la sua realizzazione sta approfondendo le disuguaglianze sociali e causando numerosi attacchi alla sovranità nazionale.
Dalle giornate del giugno 2013, il Brasile è sulla rotta delle grandi mobilitazioni internazionali, che scuotono tutto il mondo dal 2011. In tutti i continenti, c'è una nuova generazione di giovani che diventa protagonista di  rivoluzioni e insurrezioni popolari. L'avanguardia di questo processo sono i giovani senza futuro egiziani, gli indignados spagnoli, la generazione precaria (geração à rasca) portoghese e ora anche i giovani lavoratori brasiliani.
Sono i più giovani, in particolare donne e neri, che soffrono di più a causa della disoccupazione, dei bassi salari e della precarietà del lavoro. Il Brasile non è diverso. A milioni sono entrati recentemente nel mercato del lavoro regolare, occupando i peggiori posti di lavoro, spesso terziarizzati e a tempo determinato.
Sono questi giovani, la nuova generazione di lavoratori in lotta, che rappresenta il futuro del proletariato mondiale. In Brasile, sono loro che stanno trasformando la Coppa del Mondo Fifa nell'incubo non solo delle selezioni di Spagna, Italia e Inghilterra, ma anche del governo Dilma e delle classi dominanti.

Il Brasile è già il campione dell'ingiustizia!
La Coppa del Mondo è un evento privato, controllato dalla Fifa e dai suoi sponsor. La maggioranza della popolazione brasiliana, nera e povera, è ben lontana dai nuovi e lussuosi stadi. E le ingiustizie non si fermano qui.
La preparazione del mega evento ha provocato la crescita della speculazione immobiliare, dell'evacuazione forzata delle comunità delle periferie e la criminalizzazione della povertà. Inoltre, crescono anche il turismo sessuale e la privatizzazione degli spazi pubblici.
La “Legge Generale della Coppa” legalizza ogni ingerenza della Fifa, che determina quali prodotti debbano essere venduti e quali esercizi commerciali possano aprire nelle vicinanze degli stadi. La Fifa è stata esentata dal pagamento di tutte le tasse e le imposte sul lavoro derivanti dalle sue attività economiche nel Paese.
Appare così chiara, ancora una volta, la volontà della presidente Dilma di essere un'alleata indispensabile dell'imperialismo. Dopo aver garantito l'occupazione di Haiti, con le truppe brasiliane al comando della Minustah, e le varie esenzioni fiscali concesse alle multinazionali, il governo federale ha superato sé stesso di fronte agli eccessi della Fifa.
Sono state spesi quasi 35 miliardi di reais (circa 12  miliardi di euro, ndt) di fondi pubblici per la costruzione di stadi, la ristrutturazione degli aeroporti e nelle opere infrastrutturali. Un investimento statale per finanziare un evento privato, che fa guadagnare le aziende e i monopoli della comunicazione. La Fifa stessa guadagnerà più di dieci miliardi di reais (circa 3 miliardi di euro) in Brasile.
I giovani sono il settore della società più colpito dalle ingiustizie della Coppa del Mondo, specialmente i giovani lavoratori. La militarizzazione e la privatizzazione degli spazi pubblici hanno aumentato la segregazione territoriale e culturale, che impedisce ai giovani poveri il loro diritto alla città. La criminalizzazione della povertà ha incrementato il genocidio della gioventù nera delle periferie. Il turismo sessuale fa delle giovani donne, comprese bambine e adolescenti, le sue principali vittime.

Una nuova generazione di lavoratori all'attacco
Il contrasto tra i privilegi della Fifa, da un lato, e le pessime condizioni dei servizi pubblici e i bassi salari, dall'altro, ha aumentato il disagio sociale. La nuova situazione politica in Brasile, apertasi con le famose giornate di giugno 2013, si sta approfondendo.
I cortei e le manifestazioni contro le ingiustizie della Coppa del Mondo Fifa hanno aperto la strada e ora sono i giovani lavoratori che entrano in campo, dando continuità all'offensiva del movimento di massa.
Numerose categorie sono scese in lotta, all'interno della più grande ondata di scioperi nel Paese dal 1989. Sono scesi in piazza gli spazzini, gli operai edili, i dipendenti pubblici, gli insegnanti e i lavoratori dei trasporti, in particolare i settori più oppressi e sfruttati, che si sono mobilitati.
L'avanguardia di queste lotte è una nuova generazione di lavoratori, che hanno raggiunto la maturità politica quando le vecchie direzioni opportunistiche del movimento di massa già stavano governando il Paese. Una nuova generazione che non ha il peso delle sconfitte del passato sulle spalle e che può capire più rapidamente cos'è il Pt di Lula.
Lo sciopero degli autoferrotranvieri di San Paolo è stato il più grande simbolo di questo nuovo momento. Sono stati cinque giorni di paralisi, durante i quali i lavoratori hanno affrontato la stampa, l'intransigenza del governo statale, dell'azienda e la repressione poliziesca, che ha invaso le stazioni della metropolitana per rompere i picchetti.
Lo sciopero, che è stato messo fuori legge dalla magistratura, si è concluso con il licenziamento di quarantadue conducenti, tra cui riconosciuti dirigenti sindacali delle lotte. Tuttavia, la categoria non ha abbassato la testa e continua la lotta, organizzando una campagna per la reintegrazione dei lavoratori licenziati.

Campagna Internazionale "Lottare non è un crimine!"
La borghesia brasiliana ha approfittato della Coppa del Mondo per giustificare la repressione e la criminalizzazione dei movimenti sociali e delle lotte popolari. Con la scusa di garantire la sicurezza del mega evento, è stata elaborata una legislazione speciale, d'eccezione, legalizzando gli arresti arbitrari e le indagini di polizia contro gli attivisti.
Lo Stato brasiliano ha creato nuovi reati, prevedendo perfino l'arresto dei venditori ambulanti che vendano prodotti con le immagini legate al mondiale. I crimini vengono giudicati rapidamente da tribunali speciali, installati nelle vicinanze degli stadi, senza tutelare il diritto alla piena difesa dell'imputato.
Alla vigilia della apertura della Coppa del Mondo, questo processo ha raggiunto il suo punto più alto. Il 12 giugno, la manifestazione contro l'ingiustizia sociale è stata brutalmente repressa. Pochi giorni prima, il 9 giugno, lo studente e militante Pstu Murilo Magalhães è stato arrestato e torturato dalla Polizia Militare dello Stato di San Paolo, dopo aver partecipato a un manifestazione di solidarietà agli autoferrotranvieri licenziati.
La gioventù è l'obiettivo principale dei governi e delle autorità brasiliane. Le centinaia di attivisti licenziati, arrestati e, oggi,  indagati hanno tra i venti ed i trenta anni d'età. Sono lavoratori e studenti, soprattutto dirigenti dei movimenti, vittime della polizia e della magistratura.
Il maggiore esempio di questa intensificazione repentina della repressione è l'accusa rivolta alla dirigenza del “Blocco delle Lotte” della città di Porto Alegre, nello stato di Rio Grande do Sul. Quattro giovani sono stati ingiustamente accusati di "formazione di milizia privata e danneggiamento del patrimonio pubblico", tra gli altri crimini. Matheus Gomes, militante dei giovani del Pstu e dell'Assemblea Nazionale degli Studenti – Libera (Anel), è uno dei dirigenti incriminati.
Il Pstu brasiliano e la Lit chiamano il movimento di massa dell'America Latina e del mondo, in particolare le organizzazioni del movimento studentesco, a costruire una vasta campagna internazionale contro la criminalizzazione dei movimenti sociali nel nostro Paese. Organizziamo azioni di solidarietà per la fine delle incriminazioni, degli arresti e dei licenziamenti. Lottare non è un crimine!

(*) dirigente dei giovani del Pstu (sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale) e del sindacato studentesco Anel
(traduzione dallo spagnolo di Giovanni "Ivan" Alberotanza)

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