lunedì 21 luglio 2014

Considerazioni di una ragazza palestinese

Maha Bader

Una risposta a quelli che non vogliono che i palestinesi resistano in ogni modo possibile. Israele uccide i palestinesi sia che resistano  o meno.
    
                                           
Ho sentito  molte persone affermare che i Palestinesi sono stupidi nel perseverare  a sparare i razzi, perché ciò fornisce la scusa ad Israele a continuare l’indicibile carneficina. Mi piacerebbe rispondere.
1)      Questa affermazione  che tende a dimostrare  come  Israele non avrebbe ucciso senza il lancio dei razzi  palestinesi è palesemente falsa. La storia lo ha ciclicamente  dimostrato. Le ripetute violazioni delle varie tregue e le spese folli per uccisioni arbitrarie avvengono, quando gli israeliani  hanno  bisogno di aumentare la vendita di hardware militari (basta osservare e considerare l’immediato aumento di esportazioni militari che sta avvenendo oggi , proprio come ogni altra volta che hanno violentato Gaza)
2)      Questi razzi  sono per lo più dei petardi che non hanno ferito nessuno e spararli ha perfettamente senso. Se questa intrusione minima nella tranquillità della vita d’Israele è tutto ciò che possiamo fare allora è necessario  farlo. Se la maggior parte dei Palestinesi può rendere difficoltoso ad  una coppia israeliana godersi una giornata in spiaggia, o andare in palestra, o fare shopping, mentre loro dilaniano i corpi dei nostri figlie, è giusto che ciò venga fatto.
3)      E’ un’affermazione radicale quanto simbolica che evidenzia  la ferma  volontà di un popolo indigeno di vivere con dignità nella propria patria ancestrale.
4)      Sono minime azioni di autodifesa di un popolo contro il quale crimini indicibili non hanno mai cessato di abbattersi da 60 anni a questa parte.
5)      Affermare che Hamas sta costringendo Israele ad uccidere il popolo palestinese è come dire che una donna, solo perché vestita con abiti succinti, invogli un uomo a rapirla.
Questa storia di incolpare la vittima è propaganda sionista che non trova posto nei nostri discorsi

Traduzione di Luciano Granieri


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