martedì 22 luglio 2014

Staniamoli

Luciano Granieri


Secondo alcune anticipazioni riferite dal sito on line del quotidiano locale l’Inchiesta, (di seguito i link:link 1 e link2) la riunione della commissione sanità svoltasi  oggi in regione alla presenza dei sindaci della Provincia di Frosinone,  del direttore generale della Asl Isabella Mastrobuono e della  cabina di regia della sanità regionale guidata da Alessio D’Amato,  ha avuto uno svolgimento quantomeno burrascoso, peraltro documentato da alcune registrazioni effettuate dal consigliere del M5S Barillari. 

Da un lato, mentre giungono segnali sinistri dal fronte della sopravvivenza di alcune importanti strutture sanitarie,  il direttore generale a confermare, anche con piglio risoluto,   che non chiuderà più alcun presidio sanitario in provincia, dall’altro  Alessio D’Amato, a capo della cabina di regia della sanità regional,e a smentire lo stesso manager asl in relazione all’attribuzione  di  Dea di II livello all’Ospedale Spaziani di Frosinone e di  Dea di I livello all’ospedale di Sora. Secondo il segretario della cabina di regia della sanità regionale, le condizioni per realizzare ulteriori  strutture ospedaliere Dea di II e I livello in regione sono ampiamente presenti, ma per una   migliore dislocazione territoriale il Dea di II livello verrà realizzato a Latina, a sud, quello di I livello a nord, Belcolle in provincia di  Viterbo.  

Nella stessa commissione, secondo Barillari, i sindaci Morini di Alatri e Tersigni di Sora avrebbero attaccato duramente il presidente Zingaretti, accusandolo  di non mantenere la promesse. Dopo la manifestazione della settimana scorsa, promossa dal coordinamento per la sanità provinciale, con la marcia fin sotto la palazzina della direzione generale della Asl, il cerchio si sta stringendo.  Pur nelle sue pecche organizzative, di comunicazione e di partecipazioni indesiderate, la marcia della salute,  irrompendo in una situazione di ira e perdita della pazienza da parte dei cittadini mortificati dalle continue espropriazioni del  proprio  diritti ad una sanità decente ,  ha scoperchiato il vaso di Pandora. 

Il primo risultato ottenuto è la presenza, domani mercoledì 23 luglio, di Zingaretti ospite negli studi di Teleuniverso. Mai il presidente della Regione aveva partecipato ad una trasmissione televisiva presso un emittente locale della nostra Provincia per rispondere alle domande dei cittadini, soprattutto in materia di sanità.  

L’onda dilagante della protesta è stata, con più o meno secondi fini, cavalcata da molti  sindaci di varia estrazione politica, deputati, consiglieri regionali.  Nel polverone sollevato si trova di tutto. Dalle promesse disattese della Mastrobuono , alle accuse di romano-centrismo mosse all’amministrazione Zingaretti, dalla denuncia degli sprechi e della corruzione, all’abuso dell’utilizzo di  medici in prestazione straordinaria. Ma l’unica causa comune , evidenziata da tutti (sindaci, amministratori, consiglieri regionali, persino  al presidente  Zingaretti e la sua diretta esecutrice Mastrobuono) è l’entità  dei tagli alla sanità regionale,  il divieto di effettuare spese a causa del commissariamento della sanità Laziale, con conseguente messa in opera di un piano di rientro micidiale che vede, nell’impossibilità di assumere medici  e nel ridimensionamento delle strutture,  le sue devastanti linee guida . 

Se una buon programma di aggregazione  consiste nel partire dai punti condivisi, allora partiamo da qui. Tutti quanti insieme, sindaci, consiglieri, Zingaretti e la Mastrobuono:

1) Richiesta di scorporare il trasferimento di fondi che lo Stato centrale effettua verso le regioni  per sostenere il sistema sanitario, dal computo del pareggio di bilancio, quando non addirittura l’eliminazione del pareggio di bilancio dalla costituzione.
2) Pretesa  da parte della Regione Lazio di una moratoria sul piano di rientro del debito, fino a quando in tutta la Regione e in particolare nella nostra Provincia, non siano  raggiunti   i livelli essenziali di assistenza previsti per legge.
3) Costituzione  di una commissione d’inchiesta regionale per   identificare  i colpevoli  della drammatica situazione debitoria della sanità laziale, così come proposto dal M5S.
4) Rivalutazione  del rapporto fra sanità pubblica e sanità privata, ridistribuendo le risorse dalla prima alla secondo così come Costituzione comanda. 
5) Affiancamento al management della Asl di una commissione composta da esperti e movimenti di cittadini con potere deliberativo e prescrittivo, per controllare gli investimenti e le allocazione delle risorse nell’ambito dell’azienda, in modo da prevenire sprechi e regalie a tutela dell’interesse dei cittadini. 


Queste linee programmatiche,  a sentire le varie lamentazione, dovrebbero essere comuni a tutti. Allora invitiamo istituzioni regionali, presidente Zingaretti, manager Mastrobuono, sindaci di varia natura e colore a  supportare un tale programma. Se veramente l’obbiettivo è quello di raggiungere una sanità che assicuri i livelli essenziali definiti per legge ,  nessuno dovrebbe tirarsi indietro.  In caso contrario, sospetti e dietrologie verrebbero drammaticamente confermati. Basta con le chiacchiere dunque, proviamo a stanarla questa gente, proviamo a capire chi sta con chi altrimenti l’enorme massa e ondata di protesta che si è levata sarà destinata ad arenarsi. Come sempre. 

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