domenica 13 luglio 2014

Israele fa paura

Simonetta Zandiri


A me #Israele fa paura. Sia chiaro, non gli ebrei, non è una questione religiosa ma ha a che fare con il governo israeliano ed il suo braccio armato,#IDF. Ha a che fare con il livello di armi e di tecnologia a loro disposizione e con la presenza a livello globale dei servizi segreti del Mossad. A me fa paura. Perché nel mondo vedo molte mobilitazioni a supporto della resistenza palestinese, la costruzione del mostro evidentemente ha qualche falla, c'è qualche crepa nei media che non hanno saputo controllare o, nella peggiore delle ipotesi, hanno permesso che vi fosse perché hanno in serbo l'ennesimo colpo di scena, più spettacolare che mai, per decretare definitivamente agli occhi del mondo l'immagine del terrorista-crudele-spietato, ovviamente connotandolo con la matrice islamica. Non abbiamo dimenticato l'11 settembre del 2001, ma non ci è mai stata detta la verità. L'ipotesi complottista è nota a tutti ma sono passati troppi anni e forse c'è chi ha bisogno di una nuova drammatica azione simile a quella per tacere per sempre ed accettare che il cattivo sia quello. 
Provo a pensare come loro, è difficile e agghiacciante, ma quando ci provo mi viene una certa ansia per la finale dei mondiali di calcio. Per due ragioni: la prima è che questa sera gran parte dei cittadini che vivono le cosiddette "democrazie" sarà incollata davanti a quei monitor, cosa che li distoglie da un possibile intensificarsi degli attacchi su Gaza, incluso intervento via terra. La seconda è che proprio questo collegamento mondiale, in diretta, offre alle oscure regie un'occasione imperdibile per spettacolari azioni da attribuire al mostro di turno, riportando così non soltanto Israele nella condizione di doversi difendere, ma anche il resto nel mondo nella migliore situazione per approfittare delle "paure" conseguenti ad un simile atto ed accettare un innalzamento delle misure di sicurezza, controllo, repressione.
Spero di sbagliarmi. Forse è ancora troppo presto perché si realizzi un evento drammatico come quello che nel 2001 causò uno shock globale. Spero davvero di sbagliare sui tempi, perché sul resto temo di avere ragione. Ma perlomeno, se sbaglio sui tempi, significa che abbiamo ancora una possibilità perché tutto questo non si realizzi.
E io preferisco sempre credere che un mondo migliore sia POSSIBILE.

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