Torna il pericolo islamico, tornano Deputati e Senatori, per votare la risoluzione finalizzata a fornire armi leggere ai
peshmerga kurdi, nuovi paladini dei diritti umani violati dalle
stragi, dagli stupri operati dai
guerriglieri dell’ISIL. Allineati
dietro all’indignazione americana e occidentele, i Parlamentari italiani, scossi dal brusco
rientro anticipato dalle ferie e dalle immagini che giungono dal nord dell’Iraq
, sono pronti a fornire il consueto sostegno alla guerra di pace. E soprattutto fanno a gara nel sparare
cazzate, oppure nell’ invadere i media di retorica stantia fatta di condanna unanime ed indicibile
sdegno.
Ma tralasciando la pochezza delle analisi che arrivano dal Parlamento,
cosa sappiamo dell’ISIL “Stato Islamici
e dell’Iraq e del Levante”?
Disgraziatamente non si tratta di cellule terroristiche che operano attraverso
la guerriglia compiendo attentati e nascondendosi fra le montagne.
Disgraziatamente ci troviamo di fronte ad un vero Stato, che ha conquistato pezzi di territorio senza
chiedere il premesso attraverso stragi sanguinarie, approfittando della debolezza politica degli Stati
che ha invaso .
Attualmente l’ISIL occupa un terzo della Siria ed un quarto dell’Iraq.
Le frontiere dello” Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” sono in continua
espansione, definiscono un’area più vasta della Gran Bretagna, abitata
da una popolazione di oltre 6 milioni di abitanti. In Siria occupa una
zona ricca di giacimenti petroliferi. Nell’espansione verso l’Iraq
l’esercito jihadista ha conquistato Falluja e soprattutto Mosul, una
città che galleggia sul petrolio. Una
fase espansionistica che si è lasciata dietro una scia di terribili massacri
non risparmiando donne e bambini.
Non si può quindi parlare di semplici
terroristi, ma di un vero e proprio Stato ricco di risorse soprattutto petrolifere, che si arricchisce ulteriormente
con i bottini di guerra. Prima le armi le trafugava, oggi le compra . Come è
possibile che tutto ciò sia potuto avvenire così repentinamente? Infatti non è
avvenuto repentinamente. Sono più di due anni che i guerriglieri dell’ISIL, in
nome dell’integralismo religioso, stanno
seminando vittime ma pochi
se ne sono accorti perché l’azione dello”
Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” era perfettamente in linea con i
desiderata dell’imperialismo occidentale, americano in particolare.
L’ISIL, ad esempio, è stato estremamente utile per combattere il
regime di al-Assad in Siria. Le azioni dei combattenti dello” Stato Islamico
dell’Iraq e del Levante” hanno svolto il lavoro sporco per conto dell’imperialismo
occidentale e dell’Arabia Saudita. Proprio questi ultima, insieme agli altri Stati
del golfo alleati degli Stati Uniti, hanno finanziato l’ISIL e gli stessi americani hanno fornito armi ai jihiadisti moderati, oppositori di Assad, che immediatamente si sono uniti all’ISIL medesimo portando in dote il loro potenziale bellico made in USA. In questa fase le centinaia di
migliaia di morti non interessavano a nessuno, non costituivano emergenza
umanitaria.
Egualmente in Iraq, l’azione dei guerriglieri dello “Stato Islamico
dell’Iraq e del Levante” era utile per ristabilire l’equilibrio pianificato da
Washington basato sulla triplice ripartizione dell’Iraq fra Sciiti, Sunniti e
Kurdi. Un piano che stava fallendo perché il burattino Al-Maliki, reggente del
governo Iracheno, oggi defenestrato, stava assecondando troppo le mire sciita di annientamento dei Sunniti
dopo la caduta del "sunnita" Saddam Hussein.
L’avanzata dell’ISIL avrebbe
dovuto arruolare i movimenti Sunniti e
condurli alla conquista della loro parte di Paese ristabilendo l’equilibrio
voluto dagli americani. Pure nelle scorribande
irachene l’uccisione di cristiani, di
turcomanni , di yazidi sono passate
quasi inosservate, effetto collaterale
di un disegno strategico più grande.
La
valutazione imperialista è stata come al solito errata. Infatti
la preventivata implosione dell’ISIL non è avvenuta. I jihadisti moderati siriani anziché dissociarsi,
si sono ulteriormente legati all’ISIL. Allo
stesso modo i Sunniti iracheni, che secondo le previsioni americane
si sarebbero dovuti sfilare una volta ottenuta la loro promozione sociale, hanno per lo più seguito l’esempio dei jihadisti
moderati siriani, mentre altri non hanno potuto ribellarsi perchè minacciati di morte.
Ecco dunque che l’ennesima arma innescata per proteggere gli interessi
imperialisti si rivolta contro di essi. E’ stato così per i Mujhaddin di Osama
Bin Laden armati per rovesciare il governo comunista del
Partito Democratico del Popolo Afgano ,
è stato egualmente così con Saddam Hussein armato per combattere contro
l’Iran komeinista.
Ritorna dunque il
terrore islamico armato e foraggiato da coloro che ne hanno paura. Ritorna solo
oggi perché l’ISIL è arrivato a minacciare il Kurdistan iracheno, un enclave
Israelo-Statunitense- Europea. A rischio
è soprattutto la zona di Kirkuk, una
area zeppa di petrolio e gas. Un territorio che consentirebbe all’occidente, se
ne avesse la disponibilità, di affrancarsi dalle forniture di Gazprom e quindi
di svincolarsi dai ricatti della Russia.
Ecco che allora i morti tornano a contare, le
stragi fanno notizia, suscitano ribrezzo e indignazione, a differenza delle
vittime cadute nella guerra contro al-Assad
e nell’avanzata in Iraq, morti mediaticamente
sepolti dalle notizie provenienti dal
fronte ucraino e da Gaza. Dopo il petrolio siriano, quello iracheno di Mossul, non è possibile concedere anche l’oro nero kurdo. Si attiva dunque la mobilitazione, si proclama
l’emergenza umanitaria che indubbiamente
esiste ed è grave, ma sono più di due anni che l’ISIL è artefice di questi massacri, non da
ieri.
La questione è complicata perché l’ISIL è diventato uno Stato vero ,
seppur pirata, ricco, fa proseliti, anche in Europa. Dal Belgio, Francia, Gran
Bretagna, giungono ragazzi pronti a
convertirsi e ad arruolarsi. La totale
disperazione, la mancanza di prospettive, la povertà, provocata dal capitalismo
finanziario in Europa spinge molti disperati a tentare la via del riscatto
sociale anche attraverso l’integralismo religioso e la violenza.
Non basteranno
quattro peshmerga, anche se ben equipaggiati, a contrastare questo furore. La
verità è una sola. Fino a quando gli interessi
finanziari dell’imperialismo occidentale, continueranno ad agitare il
Medio Oriente, ad alimentare odi e genocidi, non ci sarà mai pace per nessuno.
Disinneschiamo le multinazionali del petrolio e della armi, disarmiamo Israele,
il Pentagono , solo così si potrà intravedere un barlume di pace in fondo a
questo tunnel di odio e disperazione.
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