Oggi il vuoto ha la faccia orrenda del terrore. Quel vuoto,
creato per far posto al pensiero unico del mercato come regolatore assoluto
della vita di tutti, fa paura. Le diverse idee di mondo, di comunità, dovevano
essere spazzate via dalla testa della gente e sopratutto dei giovani. Guai a
mantenere in vita un qualsiasi tipo di suggestione basata sul valore di
comunità solidale. Guai a salvare i principi
di una società tenuta insieme dalla
dignità del lavoro. E’ devastante il solo pensare che si possa attingere a quanto la Storia ha tramandato per pensare come debba
girare il mondo. Le ideologie sono pericolose, bisogna farne piazza pulita. Non
avrai altro Dio all’infuori del mercato. Questo ha provocato il vuoto.
Quel
vuoto determinato dall’annullamento dell’”essere”,
soppiantato dall’”avere”. Il nulla scavato
dalla distruzione dei rapporti sociali nell’idolatria dell’individualismo. La
disperata insofferenza verso il “diverso
da se” inculcata dal concetto distorto di “competitività”. Un’imbroglio teso a
mettere gli uni contro gli altri. La dissoluzione del valore di “umano”,
sostituito dal valore patogeno di
“capitale umano”- da valorizzare con tutti i mezzi, pena la dissolvenza
nell’inadeguatezza - lascia le persone
immerse in un’angosciante solitudine. E’ terribile il vuoto lasciato dalla
distruzione di una qualsiasi ipotesi di futuro, dall’incapacità di avere
risposte alla propria precarietà quotidiana. E’ terribile la limitatezza ormai
incancrenita del nostro concetto di tempo di vita, che non va oltre a ciò che accadrà domani.
Ma la donna, l’uomo sono animali sociali, per cui il pensiero unico del
mercato come regolatore assoluto della vita, non può sostituire tutto ciò che è
stato distrutto. L’operazione di valorizzare se stesso in base alla quantità di possesso, in luogo della qualità dell’essere, ormai non
funziona più. Il fallimento del Dio
mercato ha lasciato il vacuum horribilis. Un vuoto che qualcuno purtroppo
disgraziatamente sta riempiendo.
L’integralismo jihadista, la cieca distorta fede nell’islam,
propagandato dai guerriglieri del califfato, disgraziatamente forniscono delle
risposte. Risposte sciagurate, drammatiche. Ma per chi è stato privato di
soluzioni, di prospettive, di possibilità di progettare uno straccio di idea di
società, la drammatica proposta integralista può costituire
una soluzione. Questa, nella sua
farneticazione, comunque offre
appartenenza, condivisione di un qualcosa, forse di un straccio di ideologia, follia
certo, ma non il niente.
L’adesione fideistica e accesa di molti giovani occidentali:
americani, francesi, inglesi, belgi e anche italiani alle farneticazioni del
Califfato è la dimostrazione di come il vuoto sia assurto a terribile
incubatrice di derive distruttive. E allora non servono le bombe e le armi. Bisognerebbe scatenare una guerra perpetua in mezzo mondo. Quali sono i confini
dell’Is? Rimangono relegati al Medio Oriente? Al-Baghdadi dove si trova? Non sta in Afghanistan come
Osama Bin Laden, non è un sanguinario
despota che tiranneggia l’Iraq come Saddam. Dove e chi combattere dunque?
L’utilizzo delle armi accenderebbe altri fuochi,
favorirebbe un proselitismo ancora più crudele e diffuso in tessuti sociali
malati. Sarà utopia, ma per sconfiggere il terrorismo bisognerebbe iniziare da qui, dal cosiddetto Occidente civilizzato.
Cominciare a riempire quel vuoto creato
dal Dio mercato con altri valori. Magari con ideologie, o idee di società, con senso della dignità legato all’inclusione
in una comunità, con rispetto per ciò che si è e non per ciò che si possiede,
con l’idea che inevitabilmente il “bene comune”, se è peste per
l’ultraliberismo, è manna salvifica per la vita di tutti. Perchè è evidente che se quel vuoto sarà colmato, non potrà
esistere alcun integralismo violento, alcun terrorismo che potrà scalzarlo.
Nessun commento:
Posta un commento