Accompagna il video un brano tipico da festa dell'Unità
El quinto regimiento
esegue il "Noi credevamo Trio"
Gaetano Liguori: Pianoforte
Filippo Monico: batteria
Roberto del Piano: basso elettrico
No non era la festa
della Gioventù Socialista Unificata. Del resto i tempi della resistenza
comunista e socialista al golpe spagnolo
di Francisco Franco sono ormai materia dei libri di storia . All’epoca la Gioventù Socialista Unificata
era parte integrante del “quinto regimiento”. Un battaglione che partecipò attivamente alla guerra contro
il dittatore fascista spagnolo.
Oggi è finito il tempo delle resistenze, è lontano
il tempo delle rivoluzioni. L’unica resistenza ipotizzabile sarebbe quella a difesa dei diritti minacciati
dagli interessi del capitalismo finanziario, come l’unica rivoluzione da organizzare sarebbe quella tesa a rovesciare la dittatura neoliberista.
Ma occorrerebbero le masse, e le masse non ci sono più.
Non eravamo dunque alla festa della Gioventù Socialista
Unificata, ma molto più realisticamente alla festa dei Giovani Democratici di Frosinone. L’evento si è svolto sabato e domenica scorsi 20 e 21 settembre in Piazza Valchera. Era palese il tentativo messo in campo dai
giovani militanti ciociari del Pd, di riconnettere un minimo di passione
politica con l’alta nomenklatura così lontana dai problemi delle persone .
Non
sappiamo se l’obbiettivo sia stato perseguito. A giudicare
dalla partecipazione al dibattito, organizzato sabato 20 settembre sulla grave
piaga della disoccupazione nella nostra Provincia, la risposta giovanile è stata
flebile, appena percettibile, quasi nulla. Ma ai ragazzi del Pd si può imputare
ben poco. I giochi oscuri, le trattative, le lacerazioni, che si stanno
consumando sulla testa dei militanti sono incolmabili.
Qualcuno è in grado di
spiegare alla gente, quali siano le differenza programmatiche fra i due
candidati che si giocheranno, in un derby fratricida, la poltrona di Presidente
della provincia? Quali le differenze nei programmi di
Pompeo appoggiato da una parte del Pd e
di Schietroma, appoggiato dall ‘altra parte del Pd? Non è dato saperlo e non
dovremmo neanche saperlo, perché noi “gente comune” non voteremo.
Si da li caso però che
chi accederà al soglio di P.zza Gramsci si dovrà occupare di scuola, ambiente,
trasporto pubblico, viabilità provinciale. Materie che incideranno pesantemente
sulla vita di tutti noi estromessi
dalla possibilità di votare. E’
obbiettivamente difficile far appassionare giovani e meno giovani ad un processo
che coinvolge il loro quotidiano ma li
vede irrimediabilmente esclusi da qualsiasi coinvolgimento decisionale.
Volendo entrare nel merito delle questioni trattate dagli
invitati al dibattito, presentato dal giovane democratico Alessandro Marino e
moderato dal giornalista del quotidiano locale “l’Inchiesta” Alessandro
Redirossi, la sensazione era quella di
partecipare ad un incontro non organizzato dal Pd, ma da una forza antagonista.
Dai ragionamenti condivisi da Ermisio Mazzocchi, Guido Tomassi della CGIL, e, un po’ meno, dalla consigliera Regionale
Daniela Bianchi, emergeva la totale insoddisfazione per le intenzioni del segretario Renzi di
smantellare lo statuto dei lavoratori a partire dall’abolizione dell' art.18, la cui intangibilità era ribadita con forza
dai relatori.
Si sono sparsi nell’aeree concetti indigesti per
il "segretario magno" quali, la redistribuzione del reddito dal capitale al
lavoro, la lotta al neoliberismo, il contrasto al patto di stabilità. Meno male
che Matteo Renzi ha dimostrato poca propensione ad occuparsi delle cose terrene
insite nel territorio cui si devono far carico le sezioni locali. Se fosse capitato lì per caso avrebbe messo
in atto uno spietato programma di “DEGUFIZZAZIONE” , avrebbe iniziato un rito
vodoo contro lo spirito malefico cigiellino che si era impossessato della
Piazza. Ora una domanda sorgerebbe spontanea. Ma che ci stanno a fare costoro
nel Pd? Mistero. E’ più facile andare alla ricerca delle masse perdute che
sciogliere tali inspiegabili enigmi.
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