video Luciano Granieri
Stanno avendo inizio presso il tribunale di Frosinone le cause dei lavoratori della ex Frosinone Multiservizi contro gli affidamenti alle cooperative previste dal Comune di Frosinone da delibera di GC 96/2013 Approvazione Avviso pubblico per la manifestazione di interesse da parte delle cooperative sociali di tipo B iscritte nell’elenco regionale.
La delibera della giunta comunale, approvata in luogo del consiglio che invece è “L’organo deputato alla elaborazione degli atti di indirizzo sulle aziende pubbliche e gli enti sovvenzionati/vigilati…, in quanto organo di indirizzo e di controllo politico–amministrativo dell’ente locale (art. 42, co. 2, lettera g, d.lgs. n. 267/2000).”, è apparsa sin dall’inizio, in molte sue parti, viziata da interpretazioni forzate della vicenda e della legislazione che avvolge la società Frosinone Multiservizi.
Tralasciando che la Società avrebbe potuto continuare la propria attività almeno fino a nuova e definitiva scelta per l’affidamento dei servizi senza determinare alcun drammatico cambiamento avendo per sé anche il riconoscimento dell’ammortizzatore, cassa integrazione in deroga, per coprire le ore che l’Ente Comune aveva comunque fortemente ridotto facendo precipitare i salari sotto la metà della soglia di povertà, l'operazione di ricorrere alle cooperative è stato un vero e proprio “subentro”, visto che i servizi da affidare sarebbero stati gli stessi per attività, qualifiche e numero di lavoratori a quelli in essere alla Frosinone Multiservizi spa. Un “subentro” però che, non si è svolto secondo normali procedure sindacali, non prevedeva la continuità del rapporto di lavoro visto che le cooperative avrebbero offerto contratti a tempo determinato; una situazione peggiorativa a quanto i lavoratori stavano già vivendo nella Frosinone Multiservizi.
La scelta dello strumento delle cooperative sociali di tipo B iscritte nell’elenco regionale, utilizzato per una deroga alle regole ordinarie dettate dal Codice dei contratti per gli appalti sotto soglia, che prevede uno specifico iter per il reinserimento di lavoratori svantaggiati, sembra essere concepito più per una deroga appunto alle regole ordinarie per gli appalti, che per il reinserimento di lavoratori svantaggiati poiché i lavoratori stabilizzati della Frosinone Multiservizi, così come inteso dalla legislazione corrente, non risultavano rientranti in tale tipologia. Inoltre le cooperative hanno disatteso ciò che nell’Avviso Pubblico era previsto: “la società dovrà impegnarsi ad assumere il personale necessario dal bacino LSU confluito nella società Frosinone Multiservizi S.p.A. in liquidazione”, avendo assunto persone non appartenenti alla Società Multiservizi.
In ogni caso di 142 lavoratori di Frosinone gettati in pasto alle cooperative solo 32 hanno accettato un passaggio senza le dovute e previste procedure sindacali e senza alcuna garanzia del futuro. Altri 17 sono successivamente entrati nell’unico consorzio che in un secondo tempo ha cercato di rispettare le modalità di passaggio previste dalla legge. Gli esclusi di Frosinone hanno fatto ricorso alla magistrature del lavoro, a cui bisogna aggiungere i lavoratori in carico agli altri enti anch’essi facenti parte del “bacino LSU confluito nella società Frosinone Multiservizi S.p.A. in liquidazione”.
La vicenda amministrativa si è sommata alla drammatica esperienza dei lavoratori che dopo 17 anni si vedevano catapultati fuori da una situazione lavorativa che avevano costruito e sostituiti da altre persone. Una Pasqua del 2013 amara cha ha visto tanti protagonisti negativi a cominciare dalla Amministrazione Comunale che senza un minimo dubbio liquidava una esperienza storica per questa città infilandosi in un tunnel in cui hanno pagato i lavoratori, senza lavoro e ancora senza TFR; le casse pubbliche che dovranno ripianare un debito di cirda 9 milioni di euro; la cittadinanza che si è vista dimezzare e peggiorare i servizi e aumentare le tasse. Le responsabilità ricadono anche nel personale allora dirigente della Società che non difese gli interessi della stessa ma anzi si rendeva disponibile a pressare i lavoratori nel traghettarli verso le cooperative.
Che dire ancora? Rispetto alla confusione generata tra diritto al lavoro per il quale centinaia di lavoratori lottano ancora e semplice elemosina scambiata per lavoro da parte di una amministrazione, gli stessi i lavoratori hanno fatto più volte proposte per il superamento di queste fasi, proposte che andavano nell’interesse di tutti. Ma la giunta e “l’amministratore comunale”, e coloro che hanno pensato di agire nell’interesse… degli enti, preferiscono rispondere alla magistratura. Si attendono sviluppi.
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