venerdì 5 settembre 2014

Sanità. Le prestazioni aggiuntive nocive per medici, pazienti e bilancio.

Francesco Notarcola  - Presidente della Consulta delle associazioni della Città di Frosinone, Presidente dell’associazione “Peppino Impastato”

Le prestazioni aggiuntive, nella somministrazione dei servizi di cura vanno eliminate perché rappresentano un notevole spreco di denaro e non permettono di programmare e migliorare le strutture ed i servizi sanitari. La direzione generale della ASL e la Regione Lazio dovrebbero decidere il tal senso al più presto ed elaborare un crono programma per mettere fine a  questo illegale strumento.
Il Prof. Elio Guzzanti, già ministro della sanità della Repubblica, commissario ad acta per la realizzazione del Piano di rientro, in una nota inviata alla direzione generale della ASL di Frosinone, l’11 febbraio del 2010 così si esprimeva :
“ Si condivide infatti la considerazione che il perdurare di una situazione così onerosa a carico dell’Azienda e conseguentemente anche per la Regione, potrebbe comportare danni  erariali alla luce delle maggiori spese oggi sostenute per il personale rispetto ad un’eventuale assunzione.
La situazione fino ad oggi rappresentata con il costante ricorso alle cd. Prestazioni aggiuntive mostra,quindi, oneri rilevantissimi evidenziando una situazione da ritenere più onerosa  - e con risultati di minore efficienza – di quella che potrebbe ottenersi attraverso l’assunzione di ulteriori professionalità in organico.
Al riguardo va altresì rappresentato che il protrarsi di tale situazione comporta anche la violazione di quanto disposto dal d.lgs.66/2003 il quale nel recepire le direttive 93/104/CE e 2000/34/CE ha stabilito che la durata media dell’orario di lavoro non può in ogni caso superare, per ogni periodo di sette giorni, le quarantotto ore,comprese le ore di straordinario.
Si ritiene opportuno inoltre precisare che le cd. Prestazioni aggiuntive acquistate dai dipendenti vanificano e violano anche specifici istituti contrattuali legati al recupero psicofisico del dipendente; infatti si evidenzia che la maggioranza del personale che ricorre alle prestazioni aggiuntive appartiene alla disciplina di Anestesia e Rianimazione ed alla disciplina di Radiologia.
Per queste professionalità contrattualmente è previsto il recupero biologico a seguito dell’esposizione da raggi X  (radiologi), mentre per gli anestesisti è previsto un recupero biologico a seguito di esposizione da gas anestetici.
Tutto ciò premesso ne deriva che gli operatori senza riposo tra i vari turni, conformemente alle norme vigenti , possono incorrere in un maggior rischio di errore clinico con possibili richieste di risarcimento danni e quindi probabili ed ulteriori aggravi economici a carico dell’Azienda per l’aumento del contenzioso”.
Oggi il quadro è  di gran lunga peggiorato. Continuare su questa strada è delittuoso. Occorre invertire la rotta per finalizzare le risorse alla realizzazione di una sanità efficiente e di qualità.

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