Siamo al day after della straordinaria fiaccolata dell’11 settembre. Un evento
organizzato a Frosinone dal
Coordinamento provinciale della Sanità in difesa del diritto dei cittadini a curarsi
in modo efficiente nelle strutture pubbliche della Provincia. Un day after che
ci ha proposto, il sabato successivo, l’ulteriore maldestro tentativo della
manager Asl Mastrobuono di propagandare un atto aziendale, mero piano esecutivo
ordito dalla Regione, nel corso un’adunata , spacciata come confronto con associazioni e sindaci, rivelatasi in realtà per quello che era: Un meticoloso processo di ammaestramento delle truppe cammellate.
Il gioco evidentemente è stato subito
scoperto dal Coordinamento , che ha rifiutato di diventare attore nel gioco delle parti, e dal sindaco Morini di Alatri che ha
sbugiardato e smantellato punto su punto la narrazione della Mastrobuono.
Volendo analizzare le questione da un punto
d’osservazione più ampio e globale, l’operazione di destrutturazione del
sistema sanitario provinciale è identico ad altri piani orditi dalle finanza e
dagli interessi privati, per
impossessarsi di servizi primari
d’interesse pubblico dalle potenzialità di profitto illimitate. Le azioni
combinate prevedono la privatizzazione di gran parte delle strutture sanitarie
e lo svuotamento dei restanti presidi pubblici, in modo da renderli inutilizzabili e orientare i
pazienti, che vi si sono rivolti, a
migrare verso il privato, o verso altre strutture pubbliche site in bacini
elettorali più remunerativi.
Nell’atto
aziendale DCA 247 /2014 le due fasi sono chiaramente identificabili. Da un lato la
ripartizione dei tagli orientati
prevalentemente verso le strutture pubbliche, la cessione quasi completa dei
laboratori di analisi alle organizzazioni private, dall’altro l’emorragia di
posti letto, di reparti, di personale sanitario, di risorse accumulate (82
milioni di euro dirottati verso Roma), che orientano il flusso dei pazienti
verso i privati o verso le Asl di Roma e Latina.
Puntuali sono entrate in
gioco anche le sentinelle del conflitto
sociale. Come sempre accade quando si
crea un blocco di contrasto forte, in grado di aggregare cittadini e anche
qualche amministratore pubblico, si
dispiega l’azione disgregante dei
sindacati asserviti al capitale finanziario. Non è stato quindi un caso il
disimpegno delle forze sindacali locali che hanno preferito portare avanti una
finta azione di protesta autonoma tesa a togliere incisività al blocco
aggregato dal Coordinamento e ad indirizzare verso un binario morto l’energia del conflitto.
Direi quasi che il sabotaggio
delle forze sindacali è un indizio positivo. Significa, infatti, che quanto sta
accadendo nella nostra Provincia incute un certo timore ai padroni del vapore. Sull’astenia di alcuni sindaci non c’è da
meravigliarsi più di tanto. Il caso del sindaco del Capoluogo è palese. Fa
finta di protestare, nelle
manifestazioni si presente quando tutto sta per finire, senza fascia tricolore, polemizza
con i manifestanti. E soprattutto si
guarda bene dal convocare la conferenza dei sindaci per la sanità.
Neanche nell’imminenza della presentazione di un atto aziendale letale per la
nostra Provincia il sindaco del Capoluogo
ritiene di aprire un confronto istituzionale con i vertici Asl.
Tutto secondo copione dunque salvo due
variabili deleterie per le mire del coacervo di forze affaristiche tese a
spartirsi la sanità ciociara. La prima è senza dubbio l’inaspettata compattezza,
ampiezza territoriale e consapevolezza
del fronte di protesta, abile a reperire ed analizzare gli atti, smascherandone
i reali obbiettivi, capace di
sensibilizzare la gente includendo diversi sindaci che ancora ci tengono alla
salute dei propri amministrati. La
seconda è proprio lei: La Torvergatara dottoressa Mastrobuono, la quale anziché addormentare il clima, lo
attizza. Provoca la gente, già stremata,
con le sue promesse vane, con i suoi grossolani sotterfugi, aizza una
protesta che dovrebbe al contrario anestetizzare.
E allora vuoi vedere che alla
fine la manager verrà realmente dimissionata, non per le richieste del
Coordinamento, ma dagli stessi centri di
potere che l’hanno scelta come commissaria liquidatrice? Vuoi vedere che se il piano di distruzione della sanità provinciale dovesse
subire un rallentamento dovremmo ringraziare proprio donna Isabella?
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