venerdì 17 ottobre 2014

Non si spreca lo spreco.

Luciano Granieri




Il presidente del consiglio Renzi taglia le tasse con i soldi degli altri” Zingaretti dixit. E’ come se Renzi invitasse a cena qualcuno e poi gli lasciasse il conto da pagare. Zingaretti ha ragione, ma sui soldi degli altri avrei qualcosa da obiettare. Il Presidente della Regione Lazio intende con la parola "altri"   le finanze delle altre istituzioni, in questo caso le Regioni. 

In realtà  gli euro con cui si vuole finanziare questo mirabolante taglio  di   tasse sono dei soliti noti. La verità  è una sola ed è sempre la stessa. In questa manovra, come nelle altre che l’hanno preceduta,  si tolgono soldi al lavoro e alla spesa sociale,  per rimpinguare le casse della grandi aziende e delle lobby finanziarie.  Non è un caso che gli industriali si stiano fregando le mani. 

Per tornare al contenzioso Stato-Regioni la battaglia si svolge tutta sul rimpallarsi a vicenda la responsabilità su sprechi e mala gestione. Il governo accusa i presidenti di regione e i sindaci  di non controllare le spese inutili (nell'amministrazione  della sanità, dei servizi  e delle società in-house) i capi delle regioni rispediscono l’accusa al mittente ponendo in risalto i milioni gettati a vento  nella gestione dei  ministeri, difesa in primis. 

L’ipocrisia che trasuda da questa zuffa è intollerabile. Lo spreco è come la serva: serve. Lo spreco non sarà mai eliminato. E’ la principale fonte di foraggiamento del sottobosco dei grandi elettori. Da li viene il tesoretto necessario a pagare certe cambiali in bianco contratte in campagna elettorale. Lo spreco è importante soprattutto perché erode e depotenzia il servizio pubblico rendendo giustificabile e auspicabile l'intervento del privato. E Dio sa quanto i grandi speculatori abbiano necessità di impossessarsi dei servizi necessari alla cittadinanza per accrescere a dismisura i propri profitti!  

La gestione dell’acqua, o  di un presidio sanitario, sono attività remunerative sicure. Tutti hanno necessità di vivere in salute e di bere. I clienti non mancheranno mai, un campo  talmente vasto da offrire opportunità di profitto a tutti. L’autobus, il treno, la scuola, avranno sempre un bacino d’utenza da soddisfare. Dunque lo spreco nella gestione di servizi pubblici, serve a ridurre il valore del servizio stesso renderlo disponibile, per due lire, al salvatore privato. 

Gli sprechi , unitamente ai tagli di spesa imposti dallo Stato centrale, dissanguano talmente le casse degli enti locali, da costringerli, per  tappare i buchi di bilancio,  a svendere il proprio patrimonio immobiliare e demaniale a voraci speculatori fondiari e finanziari. Siamo dunque così sicuri che si vogliano eliminare gli sprechi? 

Facciamo un esempio pratico. Gli sprechi  della sanità pubblica provinciale, hanno giustificato, la redazione di un atto aziendale della Asl, che riduce ulteriormente, da quattro a tre, i poli ospedalieri attivi con una dotazione di 977 posti letto, ampiamente al di sotto della quota per territorio stabilita dalla legge nazionale. L’attività sanitaria riabilitativa è completamente sottratta ai presidi pubblici e regalata a colossi privati come le cliniche del gruppo San Raffaele di proprietà della famiglia Angelucci. 

Nella fattispecie proprio la convenzione con il San Raffaele  ha arrecato, in passato, alle casse regionali un danno di 41milioni e mezzo per la riscossione di rimborsi indebiti.   Un caso esemplare di spreco e mala gestione. Ma dal momento che, come abbiamo dimostrato, lo spreco è come la serva: serve, nell’attuale   atto aziendale si privatizza totalmente l’erogazione di prestazioni riabilitative proprio  a favore della  clinica San Raffale, già responsabile del citato danno di 41 milioni,  ed  della struttura privata  Città bianca. 

Evitiamo dunque  di prendere in giro, con argomentazioni false,  i cittadini ulteriormente mortificati ed impoveriti da una manovra spietata, il cui unico risultato sarà quello di aumentare disuguaglianza e ingiustizia.

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