lunedì 22 dicembre 2014

L’Accordo segreto Cuba-USA-Vaticano e la lotta di classe

Comitato centrale (nuovo)Partito comunista italiano

Con l’Accordo annunciato il 17 dicembre da Raul Castro e da Barack Obama, i gruppi imperialisti USA mirano a integrare nuovamente Cuba nel sistema imperialista mondiale e a rafforzare la guerra che conducono contro i popoli dell’America Latina, in particolare contro il Venezuela ora colpito anche da sanzioni, per ristabilire il loro pieno dominio sul continente!

Le criminali manovre dei gruppi imperialisti USA sono destinate alla sconfitta perché la rinascita del movimento comunista è in corso in tutto il mondo e la crisi generale del capitalismo restringe i loro margini di manovra e rende sempre più precario il loro potere negli USA e a livello internazionale!

I progressisti di tutto il mondo in questi giorni giustamente festeggiano la liberazione dei tre combattenti cubani prevista dall’Accordo. Essi erano da 16 anni imprigionati nella carceri USA per aver fatto fallire alcune delle criminali operazioni terroristiche contro Cuba perpetrate dal governo federale USA direttamente con propri agenti o tramite fuoriusciti reazionari cubani venduti all’imperialismo.
Altrettanto giustamente i progressisti di tutto il mondo festeggiano il ristabilimento delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli USA: il governo federale USA le aveva rotte 54 anni fa nel quadro delle varie criminali misure aggressive con cui da allora i gruppi imperialisti USA hanno cercato di soffocare la rivoluzione cubana. La mancanza di relazioni diplomatiche favoriva le loro manovre criminali. Il ristabilimento delle relazioni diplomatiche è il riconoscimento che le loro manovre non sono servite allo scopo.
Ma con l’Accordo del 17 dicembre i gruppi imperialisti USA cambiano linea per raggiungere lo stesso obiettivo. La sinistra borghese è talmente accecata dalla rincorsa alla pace sociale e dal rifiuto e dalla denigrazione della lotta di classe del proletariato (“storia di errori e orrori” secondo Fausto Bertinotti e Paolo Ferrero), da non capire il corso delle cose. Anche di fronte all’Accordo del 17 dicembre essa si associa alla borghesia imperialista e al suo clero agli ordini del Vaticano e presenta alle masse popolari l’avvenimento come la conferma che la storia dell’umanità è il risultato della buona volontà e delle buone intenzioni degli esponenti della borghesia imperialista: nel caso concreto, di Barack Obama e del papa Bergoglio. Neanche il silenzio di Fidel Castro sull’Accordo del 17 dicembre induce la sinistra borghese a chiedersi il perché delle cose.

I gruppi imperialisti USA per loro natura non possono rinunciare all’obiettivo di integrare nuovamente Cuba nel sistema imperialista mondiale. Cuba socialista non solo li priva di un campo dove fare i loro affari meglio di come li fanno in Messico, in Honduras e in altri paesi dell’America Latina sfruttando l’alto livello scolastico della popolazione cubana, ma fornisce un potente stimolo e sostegno a tutti i movimenti progressisti e socialisti dell’America Latina, come si è visto quando alla fine degli anni ’90 Hugo Chavez e il movimento bolivariano da lui capeggiato hanno preso il potere in Venezuela e dato il via al “socialismo del XXI secolo”.
I gruppi imperialisti USA per loro natura non possono rinunciare all’obiettivo di ristabilire il loro dominio completo in America Latina e la crisi generale del capitalismo rende questo obiettivo ancora più necessario e urgente per loro. Prova ne è che mentre con la Corte Pontificia contrattavano in segreto l’Accordo del 17 dicembre con Cuba, hanno intensificato la loro guerra sovversiva e terroristica contro il Venezuela, vi hanno aggiunto sanzioni economiche e stanno cercando di stroncare il sistema economico della rivoluzione bolivariana, largamente basato sull’impiegare la rendita petrolifera per il benessere delle masse popolari e per lo sviluppo economico e civile del paese. La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti ha fatto crollare il prezzo del petrolio quasi della metà, da più di 100 a circa 60 dollari al barile. È la tattica, applicata allora al prezzo del rame, con cui negli anni ’70 hanno creato in Cile il terreno per il colpo di Stato contro il governo Allende.
La nuova linea adottata dai gruppi imperialisti USA per integrare nuovamente Cuba nel sistema imperialista mondiale fa leva su alcuni aspetti della politica seguita da alcuni anni a questa parte dalla direzione del Partito comunista cubano. Da alcuni anni Raul Castro e i dirigenti prossimi a lui sostengono che Cuba incontra difficoltà per risolvere le quali occorre stabilire un maggiore legame economico tra Cuba e il sistema imperialista mondiale e dare maggiore spazio in Cuba all’iniziativa economica privata cubana e straniera. Ovviamente la nuova direzione del Partito comunista cubano dichiara che sia il legame con il sistema imperialista sia l’iniziativa economica privata non significano la rinuncia al socialismo, ma contribuiranno a porre basi più solide per un successivo ulteriore rafforzamento sia del socialismo sia del ruolo positivo di Cuba in sede internazionale. Ma le dichiarazioni e le buone intenzioni di per sé non garantiscono nulla. Lo si è visto in Unione Sovietica dove le belle dichiarazioni di Kruscev hanno aperto la via alla decadenza e alla disgregazione del paese. Lo si è visto in Cina dove le promesse di Teng Hsiao-ping hanno portato a un paese dove un pugno di nuovi ricchi sfrutta la massa della popolazione e inquina il paese intero, reso politicamente sempre più fragile e più esposto alle manovre della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti. Lo si è visto in molti altri dei primi paesi socialisti reintegrati oramai nel sistema imperialista mondiale e governati dagli storici oppositori del socialismo.

Sarebbe tuttavia sciocco da parte nostra pretendere di dire quale linea i comunisti cubani dovrebbero seguire. Ogni misura concreta combina una concezione del mondo, principi generali con l’analisi concreta della situazione concreta. Sta al partito comunista cubano spiegare le ragioni della sua politica, dato che l’elevazione della coscienza delle masse popolari è un aspetto essenziale del comunismo, mentre tramare in segreto è la prassi normale della borghesia imperialista e del clero vaticano, degli sfruttatori in generale. Solo i comunisti cubani e le masse popolari cubane possono trovare la strada per costruire il futuro del loro paese e quindi anche decidere del ruolo che esso avrà nel mondo. Il marxismo insegna che compito dei comunisti non è elaborare interpretazioni del mondo, ma trasformarlo: cosa che si impara solo facendola. È proprio della sinistra borghese proporre progetti che restano sulla carta anziché impegnarsi a trasformare il mondo e quindi scoprire quale è la linea di trasformazione propria del mondo che bisogna seguire per trasformarlo effettivamente: da un seme possiamo far nascere una pianta, non una sinfonia né una scorreggia. Compito di noi comunisti italiani è instaurare il socialismo in Italia: questo è anche il principale contributo che diamo alla rivoluzione socialista o di nuova democrazia degli altri paesi. 
Proprio per questo combattiamo anche la propaganda disfattista o denigratoria che la sinistra borghese compie nel nostro paese. La sinistra borghese cerca di distogliere le masse popolari dalla rivoluzione socialista illustrando, ingigantendo e mistificando le difficoltà accampate dalla direzione del Partito comunista cubano, presentando gli oppositori del socialismo e gli aspiranti borghesi come “masse popolari cubane”: secondo la sinistra borghese sarebbero la dimostrazione che il socialismo non è possibile. A fronte della propaganda della sinistra borghese noi portiamo gli insegnamenti dell’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria.
Questa ha mostrato che un paese socialista è in grado di progredire, di svilupparsi in ogni aspetto della vita in conformità agli interessi delle masse popolari e di avanzare in ogni campo che interessa le masse popolari a velocità maggiore dei paesi ancora capitalisti. Ha mostrato anche che ogni paese socialista è in grado di far fronte con successo alla controrivoluzione interna e internazionale.
I successi conseguiti dall’Unione Sovietica nei primi quaranta anni della sua esistenza (1917-1956) in ogni campo della vita economica e sociale e la sua vittoria nella guerra civile (1918-1920), nella guerra contro la contemporanea aggressione di tutte le potenze imperialiste, nella resistenza al blocco economico con cui le stesse potenze cercarono di soffocarla e infine (1941-1945) nella guerra contro l’aggressione della Germania nazista, ne sono la dimostrazione irrefutabile.
Lo stesso dimostrano i grandi progressi compiuti in tutti i campi dalla Repubblica Popolare Cinese nei primi trenta anni della sua vita (1949-1979) nonostante il blocco economico e le azioni sovversive dei gruppi imperialisti più potenti del mondo.
Lo stesso dimostra la sconfitta inflitta dal popolo vietnamita prima agli imperialisti francesi (1945-1954) e poi agli imperialisti americani (1954-1975).
Lo stesso dimostra la stessa esperienza di Cuba: Cuba è di gran lunga il paese dell’America Latina in cui le differenze sociali sono minori e il paese meglio attrezzato per prevenire o far fronte alle calamità naturali. È l’unico paese dell’America in cui i beni e i servizi indispensabili per la vita sono assicurati a tutta la popolazione, dove tutti possono godere dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria e dove anche la parte più povera della popolazione è incoraggiata in mille modi a partecipare alla vita politica. Benché nella lotta in seno al movimento comunista internazionale iniziata nel 1956 il Partito comunista cubano abbia sempre sostenuto il revisionismo di Kruscev e di Breznev, Cuba ha dato per molti anni un grande aiuto militare e organizzativo a molti movimenti rivoluzionari dell’America Latina, dell’Africa e del Medio Oriente: persino Nelson Mandela ha reso omaggio, anche dopo la resa ai gruppi imperialisti, all’aiuto che Cuba socialista ha dato alla lotta contro l’apartheid appoggiato dai gruppi imperialisti.  Anche negli ultimi decenni Cuba ha dato un grande sostegno ai movimenti progressisti di altri paesi, in particolare dell’America Latina: la svolta impressa al Venezuela e al resto dell’America Latina dal movimento capeggiato da Hugo Chavez ha ricevuto un inestimabile e multiforme sostegno da parte di Cuba. Cuba fornisce ancora oggi molti aiuti alle masse popolari di altri paesi, soprattutto nel campo dell’istruzione e dell’assistenza sanitaria.
Ma l’esperienza della prima ondata della rivoluzione proletaria ha dimostrato anche che ogni paese socialista è sì in grado di far fronte con successo alla controrivoluzione interna e internazionale e di progredire in campo economico e negli altri campi della vita delle masse popolari, ma alla condizione che la sinistra del partito comunista sappia impedire che la destra del partito prenda il sopravvento e assuma la direzione del paese.
Ha dimostrato anche che tutte o almeno gran parte delle istituzioni politiche, economiche e sociali di un paese socialista devono essere dirette da persone dedite senza riserve alla causa del comunismo e da organismi decisi a proseguire a ogni costo la marcia verso il comunismo, sicuri di poterlo fare perché il processo che essi promuovono trasforma la società borghese secondo la sua propria linea di sviluppo, le fanno compiere lo sviluppo che essa deve compiere mossa dalle sue proprie contraddizioni (come una donna incinta che deve a tempo debito partorire) e che i comunisti promuovono facendo leva sui presupposti del comunismo (sulle condizioni oggettive e soggettive del comunismo) fino ad un certo punto già maturati nella società borghese.
Ha dimostrato anche che per compiere con successo quest’opera i comunisti devono assimilare profondamente il materialismo dialettico e la concezione comunista del mondo fino a usarli con maestria come metodo per conoscere e trasformare la società.
Ha dimostrato anche che il processo che i comunisti promuovono è tanto più facile quanto maggiore è lo sviluppo che il capitalismo ha raggiunto nel paese, ma che in ogni partito comunista inevitabilmente si riproduce ripetutamente uno scontro tra due linee:
- la linea di quelli (la sinistra del Partito) che di fronte alle difficoltà dell’avanzata verso il comunismo (alle doglie del parto) scoprono le vie da seguire facendo con il materialismo dialettico e la concezione comunista del mondo l’analisi concreta della situazione concreta,
- la linea di quelli (la destra del partito) che sono influenzati dalla borghesia e dalle vecchie classi dominanti, sono succubi delle abitudini che ereditiamo dalla storia di divisione e oppressione di classe che abbiamo alle spalle, pensano di risolvere le difficoltà della società socialista adottando i metodi di direzione della borghesia.
La sinistra dirige la società facendo leva principalmente sulla mobilitazione delle masse popolari, sull’elevamento della loro coscienza e sul rafforzamento della loro organizzazione. La destra dirige la società facendo leva principalmente sulla sottomissione delle masse popolari ai piani e ai programmi elaborati dai dirigenti e sui benefici che una parte di esse trae dalla loro esecuzione: una linea che produce inevitabilmente clientelismo, corruzione dei dirigenti, inerzia e disgregazione delle masse popolari, arretramento. Kruscev nel 1956 avviò la corrosione e la decadenza dell’Unione Sovietica facendo adottare programmaticamente, sistematicamente ed esclusivamente questo secondo metodo di direzione con il pretesto che era grazie a quel metodo di direzione che i gruppi imperialisti USA avevano alzato il livello di vita medio della popolazione molto più in alto di quello medio dell’URSS. Kruscev nascondeva
1. che i gruppi imperialisti USA stavano godendo di un periodo di ripresa e sviluppo dell’accumulazione del capitale grazie alla fine, a seguito della seconda Guerra Mondiale, della prima crisi generale del capitalismo,
2. che i lavoratori americani godevano delle ricadute che l’avanzamento del movimento comunista nel mondo aveva in tutti i paesi imperialisti,
3. che il livello medio di vita della popolazione USA nascondeva differenze abissali tra ricchissimi e poverissimi (due polli a uno e zero polli a un altro, fanno in media un pollo a testa), mentre in URSS lo scostamento dei privilegiati e dei più modesti dal livello medio era piccolo,
4. che i gruppi imperialisti USA disponevano dei sovrapprofitti estorti alle masse popolari dei paesi oppressi dal sistema imperialista mondiale,
5. che mentre l’URSS era partita da un livello arretrato nel 1914 e aveva subito le distruzioni di due guerre mondiali, della guerra civile, dell’aggressione delle potenze dell’Intesa e nonostante questo aveva ricostruito e fatto enormi progressi, gli USA erano già all’inizio del XX secolo il paese più ricco e avanzato del mondo e la prima potenza mondiale e avevano tratto enormi vantaggi economici dalle due guerre mondiali.
Kruscev era un truffatore, quali che fossero le sue soggettive intenzioni. Oggi le masse popolari dei paesi che componevano l’Unione Sovietica e quelle di tutto il mondo pagano le conseguenze atroci della sua opera nefasta e truffaldina continuata da Breznev e completata da Gorbaciov.
La decadenza e il crollo dei primi paesi socialisti sono ovunque stati causati non dall’esterno (dall’attacco della borghesia imperialista e del suo clero), ma dall’interno (dal fatto che la sinistra del Partito comunista non ha saputo, a causa dei suoi propri limiti nella comprensione delle condizioni, delle forme e dei risultati della lotta di classe, impedire che l’ala destra del partito, quella che subisce l’influenza della borghesia e si giova del sostegno della borghesia e di quanto di arretrato ereditiamo dalla storia, prendesse la direzione del paese).

Stante questi insegnamenti della prima ondata della rivoluzione proletaria, siamo certi che, quali che siano le intenzioni di Raul Castro e dei dirigenti cubani riuniti attorno a lui, gli effetti reali dell’Accordo del 17 dicembre tra Cuba e gli USA con il patrocinio del Vaticano dipendono in definitiva dalla rinascita del movimento comunista nel mondo, quindi anche dal contributo che noi diamo ad essa promuovendo la rivoluzione socialista nel nostro paese, un grande paese imperialista sede della Corte Pontificia. Le masse popolari cubane sperimenteranno ben presto gli effetti immediati di quell’Accordo contrattato in gran segreto e nell’eloquente silenzio di Fidel Castro, perché dovranno difendersi dai gruppi imperialisti che già si aggirano nel cielo di Cuba come avvoltoi avidi dei profitti che possono ricavare sfruttando le masse popolari cubane e quello che con il socialismo esse hanno finora costruito e creando a Cuba un pugno di nuovi ricchi a spese della massa della popolazione. Gli effetti immediati dell’Accordo li sperimenteranno ben presto anche le masse popolari dell’America Latina e di altri paesi che ancora oggi ricevono da Cuba aiuti di vario genere che i gruppi imperialisti USA cercheranno in ogni modo di far cessare.

Quanto a noi comunisti italiani, noi lotteremo con tutte le nostre forze per accelerare la rinascita del movimento comunista nel mondo e quindi principalmente per instaurare il socialismo nel nostro paese. In questo modo renderemo vani anche i nuovi sforzi compiuti con pallottole zuccherate dalla Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti europei, americani e sionisti e dal Vaticano per protrarre il loro dominio sul mondo nonostante la crisi generale del loro sistema sociale e del loro sistema di relazioni internazionali. 

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