In tempi brevi e a colpi di fiducia, il Governo sta varando provvedimenti che colpiscono pesantemente il mondo del lavoro e quello della scuola. Quali sono, in attesa dei decreti attuativi, i punti più significativi del Jobs act e come si legano a quanto accadrà nelle scuole?
- superamento dell'art. 18: non tutti i licenziamenti disciplinari senza giusta causa avranno diritto al reintegro ed è del tutto abolito il reintegro per i licenziamenti economici;
- demansionamento: le aziende potranno attuare processi di ristrutturazione e riorganizzazione anche destinando il dipendente a mansioni diverse e di categoria inferiore; parallelamente nella scuola si introduce il concetto di organico funzionale
- controllo a distanza dei lavoratori: si apre all'uso di telecamere e altre strumentazioni tecnologiche; telecamere e microfoni anche nella aule?
- cancellazione della cassa integrazione per le aziende in fallimento, sostituita da un assegno universale stile Fornero.
- contratto unico a tutele crescenti: significa precarietà assoluta per tre anni, senza alcuna garanzia al loro termine, e cancellazione del valore del Contratto Nazionale. Nella scuola più potere ai Dirigenti Scolastici e porte aperte ai privati, mentre gli scatti di anzianità vengono eliminati per introdurre i miseri e nebulosi criteri di premialità previsti dal piano scuola.
Si tratta dello smantellamento dei diritti mascherato da riforma: un inganno di cui siamo consapevoli e per questo motivo il 12 dicembre scenderemo in piazza come soggetti autoconvocati per cacciare non solo un governo espressione delle battaglie storiche della destra sul lavoro, ma anche i vertici dei sindacati confederali, complici di un processo che elimina lo Statuto dei Lavoratori e istituzionalizza il precariato per tutti.
Ciononostante consideriamo il 12 dicembre una data necessaria per portare avanti ed amplificare lo scontro con il Governo: nel giorno dell’anniversario della strage di Piazza Fontana, manifesteremo con gli studenti e i lavoratori delle altre categorie per riprendere il filo della lotta e della solidarietà popolare all’insegna dell’autorganizzazione e del conflitto. Ci stringeremo a tutti gli altri settori popolari in lotta per fronteggiare la strategia della guerra tra poveri che accomuna governo, Confindustria, leghisti, neofascisti, PD e compari.
E' L'AZIONE DEI LAVORATORI AD INDICARE L'USCITA DALLA CRISI
No alla scuola dei padroni del governo Renzi
No all’abolizione dell’articolo 18
No al razzismo e alla guerra tra poveri: unità, lotta e solidarietà
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