sabato 13 settembre 2014

La manager a ricerca di consenso

Coordinamento Provinciale Sanità


Ancora una volta il maldestro tentativo di riproporre e propagandare il Piano Strategico Aziendale  presso la Sala Teatro dell’ASL il 13 settembre alla presenza di sindaci, associazioni di volontariato, forze politiche e sociali è fallito con una platea prevalente di funzionari e dipendenti ASL.
Il tentativo di trovare consenso tra i pochi presenti si è rivelato scarso o addirittura deleterio. Il sindaco Morini nel suo intervento ha duramente sottolineato che le posizioni della Mastrobuono ricalcano il consueto atteggiamento più volte criticato da tanti sindaci e soprattutto dai cittadini che giovedì sera hanno in migliaia detto no alla liquidazione della sanità ciociara. Si rileva il completo e supino assoggettamento del Piano Strategico Aziendale alle linee guida regionali, aggravato dal forte senso alla liquidazione in atto da tempo e proseguito con il contributo della manager.
 Il coordinamento provinciale per la sanità di Frosinone ha deciso di non partecipare all’incontro per non avallare la strumentalizzazione della dirigenza ASL che ha cercato di contrabbandare il banale incontro di oggi per un evento istituzionale di grande rilievo, alla  disperata ricerca di un inesistente consenso.
Senza l’accoglimento degli UNDICI PUNTI elaborati, voluti dal Coordinamento, con il contributo di migliaia di cittadini, condivisi dai sindaci, non può esserci consenso alcuno.


Il Coordinamento e tutti i cittadini non accettano più perdite di tempo e invitano il Sindaco del Capoluogo, Presidente del Comitato dei Sindaci, a convocare  un incontro tra il Comitato stesso e il Coordinamento provinciale della sanità, nella prospettiva di una convocazione a breve termine della Conferenza dei Sindaci affinché siano recepiti i punti programmatici elaborati.

All'arrembaggio della sanità ciociara

Comitato di Lotta per il Lavoro, Confederazione Cobas, Oltre l'Occidente

Passerella della manager Mastrobuono alla non ben chiara “Conferenza Locale della Sanità”, svoltasi oggi sabato 13 settembre 2014 presso la sala teatro di via Fabi.
Una platea di dirigenti e personale della ASL, coadiuvato da un ingenuo, anche cosciente purtroppo, associazionismo “volontaristico” ha seguito impassibile le elucubrazioni della manager mentre descriveva una bozza del possibile Piano Strategico Aziendale.
Erano assenti i cittadini, i sindaci, le forze sociali e politiche del territorio che in questi anni hanno lottato per una sanità diversa, territoriale ed efficiente, contro il profitto e contro la svendita di servizi in un disegno che vede Roma mangiare attività ed utenza di tutte le province laziali. 
Ogni slides mostrata e descritta era una bordata contro ciò che rimane della sanità locale in Ciociaria, che prepara il terreno al conseguente arrembaggio da parte dei privati.
Centinaia di posti letto privati sostituiranno quelli pubblici a seguito del declassamento degli ospedali, in attesa di altri centinaia di posti letto da offrire, sempre al privato, nel territorio locale.
Nel frattempo accordi con distretti romani per alleviare le liste di attesa,ma non i km della
speranza percorsi; convenzioni con i privati per i servizi come i laboratori di analisi; case della salute che saranno al massimo lungodegenze poco attrezzate. Non mancano ovviamente immaginati spazi per particolari specializzazioni da lasciare in qualche ospedale qua e là, ma essi sono quelli dove il profitto fa un margine troppo risicato per essere abbordati, almeno per ora, dai privati.
Un vero e proprio piano liquidatorio della sanità esistente, in un quadro desolante e privo di qualsiasi orizzonte di progresso per la vita del territorio.
Quello che più spaventa è il subordinato consenso del personale ASL, anche di quella parte che nel tempo ha tentato di valorizzare le proprie responsabilità verso la cittadinanza, con un importante, ma tardivo e isolato, colpo di coda dei medici; il silenzio/assenso dei sindacati confederali, che da tempo sostano su un binario morto, evidentemente non ancora avvertiti che i tavoli di trattativa sono deserti e sparecchiati, impegnati, di contro, a non far coinvolgere i cittadini nelle pesanti scelte sociali in atto; l’incapacità critica di tante cosiddette associazioni di volontariato, tra le quali, alcune, aspirano alla gestione dei servizi con i loro strumenti “legali” (ed economici) come le ODV, perdendo di vista la solidarietà come elemento di spinta nell’universo dei diritti civili e sociali.
Il re è nudo. E lo è da tempo. La descritta crisi economica comunica ai cittadini la necessità del rigore e della rinuncia, dei tagli e delle chiusure. Ma al capitale fomenta altro: l’inseguimento di sempre nuove risorse da capitalizzare da cui trarre profitto in una situazione di accelerata concorrenza tra gruppi privati che condizionano fortemente gli attori della politica.
La sanità trattiene e genera risorse ingenti – il risparmio dei cittadini ad esempio. L’arrembaggio alle caravelle delle province periferiche è violento e senza domani. Una volta chiusi gli ospedali e/o privati di un livello qualitativo sufficiente, consegnati in mano ai privati i laboratori e la diagnostica, accettato supinamente di essere “utenti”-pazienti di Tor Vergata, fotograferemo “la sanità di classe”: ai poveri e alla classe media servizi pubblici residuali e alla classe proprietaria e agiata un comodo privato ad personam, pagato comunque dalla fiscalità generale.

Renzi va all’incasso e a pagare sono i malati

Ivan Cavicchi. fonte:http://ilmanifesto.info/

Sanità. Il patto della salute è solo un "pacco"

video di Luciano Granieri


Ospe­dale S.Camillo, reparto di chi­rur­gia gene­rale, mi hanno appena ope­rato e mi trovo nella stanza 13 letto n° 2 insieme a Luca, un ragazzo che fa l’infermiere nei cara­bi­nieri, ope­rato prima di me. I riti della gior­nata qui comin­ciano pre­sto, puli­zie, tera­pie, i pre­lievi, le medi­ca­zioni, le visite . Sono tanti gli ope­ra­tori di turno, entrano e escono dalle stanze, spin­gono car­relli pieni delle cose più diverse. Il reparto fun­ziona bene, mi sento a casa mia tra la mia gente cono­sco i loro pro­blemi, le loro tri­bo­la­zioni quoti­diane e i loro irri­du­ci­bili valori.
Sono arrab­biati e non solo per le retri­bu­zioni che reste­ranno bloc­cate anche per il 2015. Per me ospe­da­liero della prima ora che da una vita si occupa di sanità, è dav­vero impres­sio­nante per­ce­pire lo scarto ter­ri­bile che c’è tra la bana­lità di una stu­pida deci­sione finan­zia­ria presa a tavo­lino da un governo “micra­gnoso” e la com­ples­sità deli­cata di que­sto reparto dove etica, scienza, tec­nica, eco­no­mia e orga­niz­za­zione si mischiano per costruire fati­co­sa­mente un equi­li­brio permanente.
I ser­vizi sani­tari sono sistemi sen­si­bili, non ci vuole molto per comprometterne la fun­zio­na­lità. Si capi­sce subito che, se quel reparto, come mille altri, fun­ziona nono­stante tutto, ciò è dovuto solo alla coscienza di chi lavora. L’intenzione del governo non mi ha sor­preso. Ho scritto che il “Patto per la salute” sot­to­scritto tra governo e regioni in realtà si sarebbe rive­lato “un pacco” e che ci sareb­bero stati altri tagli. Rac­con­tai della ministra Loren­zin che replicò al mio arti­colo difen­dendo il “patto” per­ché con­vinta di aver otte­nuto da Renzi una garan­zia finan­zia­ria a prova di legge di sta­bi­lità. La mini­stra non volle cre­dere alle mie parole («la spesa sani­ta­ria, rispetto alla finanza pub­blica resta sub­ve­niente quindi definanziabile»).
Dav­vero una gran brutta figura, povera Loren­zin smen­tita soprat­tutto sul ter­reno della sua per­so­nale cre­di­bi­lità poli­tica e verso la quale non posso che pro­vare un sen­ti­mento di soli­da­rietà. Ora lan­cia allarmi sui peri­coli che corre l’universalismo men­tre le Regioni sono nel cor­tile della sanità a vociare come sem­pre in ordine sparso per dirci che con altri tagli lineari crol­lerà tutto. Ma non crol­lerà niente. Da una parte saranno gli ope­ra­tori sulla loro pelle, non certo gli asses­sori regio­nali, a impe­dire che crolli qual­cosa, dall’altra con­ti­nuerà in modo sub­dolo il pro­cesso di pri­va­tiz­za­zione che è in atto da anni.
Renzi aveva pub­bli­ca­mente detto che se le Regioni aves­sero bucato l’obiettivo del rispar­mio si sarebbe tor­nati ai tagli lineari, ma ora che è alle strette con la legge di sta­bi­lità da fare non ha tempo per aspet­tare i risparmi pro­messi e va all’incasso. Lo spiaz­za­mento poli­tico della mini­stra e delle Regioni è forte. Quel “patto” per la salute rischia di valere come un fico secco. Ave­vamo con­si­gliato anche al gover­na­torte Chiam­pa­rino di mettere in campo una “con­tro pro­spet­tiva”. Ritengo impro­ba­bile accre­scere il finan­zia­mento alla sanità in una fase di decre­scita del paese. In que­sto vociare con­fuso tutti sem­brano dimen­ti­care i risul­tati di una ricerca fatta dall’Agenas, agen­zia tec­nica alle dipen­denze del mini­stero della salute, che ha quan­ti­fi­cato lo spreco del sistema a 6 mld, cioè il dop­pio di ciò che oggi chiede Renzi alla sanità, o l’ultima rela­zione della Corte dei Conti che parla senza peli sulla lin­gua di “mala gestio” per un ammon­tare che si aggira sui 10 mld, e i dati delle Fiamme Gialle sul danno era­riale, anche que­sto valutato in parec­chi mld, e quelli della com­mis­sione par­la­men­tare d’inchiesta sul Ser­vi­zio sani­ta­rio nazio­nale che ha cal­co­lato che il costo della medi­cina difen­siva si aggira tra i 10 e i 14 mld e infine un report del mini­stero che, a pro­po­sto di piani di rien­tro, ci dice che la parità di bilan­cio è stata fatta ma tagliando sui diritti dei più deboli, sui ser­vizi pub­blici, non sulla corruzione.
Non sono mai stato d’accordo con i tagli lineari ma nean­che con i “rubagalline” che sper­pe­rano e abu­sano dei nostri soldi mor­ti­fi­cando i diritti delle per­sone. I soldi in sanità ci sono e anche tanti, si pos­sono recu­pe­rare distin­guendo la spesa buona dalla spesa cat­tiva. Il pro­blema è chi lo fa e come si fa. E infine su que­sta ipo­tesi che cir­cola sui tagli da cari­care con altri tic­ket mi fa orrore non solo per­ché è ingiu­sto tas­sare gli amma­lati ma per­ché è spa­ven­toso finan­ziare i ruba­gal­line della sanità con i soldi dei cit­ta­dini malati.

venerdì 12 settembre 2014

Intervento alla fiaccolata dell'11 settembre contro il dissolvimento della sanità in Provincia di Frosinone

Luciano Granieri

Pubblico di seguito l'intervento che avevo preparato in occasione della fiaccolata organizzata l'11 settembre scorso dal coordinamento provinciale per la sanità di Frosinone. Sarei dovuto intervenire come rappresentante del Comitato L.I.P. Legge d'Iniziativa popolare per la Valle del Sacco. Per motivi di tempo e di opportunità - ho preferito lasciare maggiore  spazio agli interventi dei membri del coordinamento provinciale i quali avevano il compito di illustrare al meglio le nefandezze dell'atto aziendale della Asl - non sono intervenuto. Ecco ciò che avrei detto.

"Vorrei iniziare il mio intervento ragionando  con voi  su alcuni interrogativi relativi alla  nostra terra.  Siamo pienamente coscienti su che tipo di territorio stiamo vivendo?  Sappiamo esattamente come è la qualità della nostra vita in questo posto dove dovremmo lavorare, per chi il lavoro ce l’ha e non sono moltissimi, dove i giovani dovrebbero studiare, dove dovremmo mangiare, bere, respirare, in una parola  dove dovremmo vivere?  Molti di voi, la maggior parte, credo sia cosciente che la nostra provincia è fra le più inquinate d’Italia.  Ma analizzando più affondo alcuni dati il quadro che ne scaturisce è veramente drammatico. Nel 2005 La Valle del Sacco, un’aera che comprende una porzione  vasta della nostra Provincia,  è stata dichiarata sito di interesse nazionale  per la grave emergenza socio economica ambientale sanitaria. In essa si identificano due aree critiche particolari, quella della Provincia di Frosinone, e del bacino del fiume Sacco Il piano di bonifica regionale  del 2012, per queste aree indicava complessivamente la presenza di 200 siti da bonificare . Dei 121 siti ricadenti nella Provincia di Frosinone, dal 2005 a oggi non sono stati bonificati solamente 6.  A conclusione di una analisi più approfondita sempre nel 2012 sono state individuate altre 86 aeree bisognevoli di bonifica. Lo stato di qualità delle acque del bacino idrografico del fiume Sacco è stato certificato dal piano di gestione approvato con Decreto Ministeriale del Presidente del Consiglio del 10/04/2013, come pessimo, il grado di più basso della scala determinata dalla direttiva UE 2000/60. Nella stessa direttiva, che costituisce un quadro per l’azione comunitaria in materia di acque, è previsto il raggiungimento lo stato di buono del bacino entro il dicembre del 2015, pena l’avvio di una procedura d’infrazione in sede UE con la comminazione di multe salate. Da pessimo  che è l’attuale certificazione per arrivare a buono,  bisogna superare  i gradi di “SCADENTE” e “SUFFICIENTE” . Evitare le multe dell’Europa è quindi impossibile. Sarebbe bene però, per noi cittadini, non  pagare tali multe, e denunciare per danno erariale gli amministratori che hanno determinato questa situazione, imponendo a loro di pagare il danno. Nello stesso Piano digestione DPCM del 10/04/2013 lo stato d’inquinamento della Valle del Sacco è attribuito alla mancata regolamentazione del sistema di scarichi di varia natura, in specie industriali. Ad oggi nell’area persistono situazioni di emergenza ambientale ancora connesse ad un sistema di depurazione e collettamento non idoneo e comunque non sufficiente a garantire standard qualitativi delle acque reflue compatibili con la tutela e salvaguardia delle risorse idriche”. Tradotto non funziona nessun depuratore nè per gli scarichi urbani né per quelli industriali. Tutto ciò produce pesanti conseguenze sulla salute della popolazione. La commissione UE ha rilevato inoltre che Lo Stato Italiano e la Regione Lazio continuano ad essere inadempienti in materia si smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Tale violazione continua ad essere perpetuata con gravi danni per la salute dei cittadini della Provincia. Infatti dal Piano di Bonifica del 2012 delle 60 discariche nocive ne risultano bonificate soltanto 4. In secondo luogo, l’amministrazione regionale per tentare di risolvere la situazione di emergenza che riguarda lo smaltimento dei RSU dell’area di Roma, sta attuando una serie di interventi in violazione dei principi di “prossimità” ed “autosufficienza” –sanciti da numerose direttive UE autorizzando la collocazione e l’esercizio di numerosi impianti trattamento dei rifiuti nel comprensorio della Valle del Sacco destinati allo smaltimento di quanto prodotto e proveniente dal Comune di Roma. Il grave grado di inquinamento ambientale ha determinato la dichiarazione di Stato di emergenza Ambientale e Sanitaria su una vastissima area della Nostra provincia. In questa situazione la Regione Lazio anzichè potenziare le strutture, i servizi e la rete dell’assistenza sanitaria, attuare il monitoraggio costante della salute dei cittadini, definire strategie di intervento e risolvere  l’emergenza, ha operato ed opera una serie di interventi tesi a ridurre drasticamente gli investimenti sul settore sanitario. In aperto contrasto con quanto stabilito nel piano sanitario Regionale del 2012 che prevedeva per la nostra Provincia interventi sanitari prioritari per una zona interessata da grave stato ambientale e dall’elevatissimo rischio sanitario per la popolazione ivi residente. Uno studio effettuato nel 2010 denominato “Studio Epidemiologico Nazionale dei Territori e degli Insediamenti esposti a rischio di inquinamento” ha osservato un eccesso di mortalità per tutte le cause epidemiologiche. La grave situazione della nostra Provincia è nota anche all’Organizzazione Mondiale della Sanità. Il programma Health 2020 adottato da 53 stati membri del Comitato Regionale dell’OMS per l’Europa nel dicembre 2012, prescrive per le zone altamente inquinate come la nostra Provincia  il rafforzamento dei sistemi sanitari, la salvaguardia della salute pubblica, la capacità e preparazione per la gestione delle emergenze, nonchè un adeguato sistema di sorveglianza dello stato di salute della popolazione e  di risposta alle crisi. Infatti, Health 2020 mira al  miglioramento dello stato di salute dei cittadini rafforzando le capacità e le funzioni della sanità pubblica, in particolare laddove situazioni di crisi o di grave deterioramento dell’ambiente abbiano provocato danni e la diminuzione dei livelli di benessere e salute. Nelle azioni stabilite dalla Priorità n.3 di Health 2020, vi sono:
1 Sorveglianza della salute della popolazione e del benessere;
2 Monitoraggio e risposta ai rischi per la salute e le emergenze ambientale, del lavoro, della sicurezza alimentare e altri
3 Assicurare la governance per la salute e il benessere
4 Assicurare la presenza di  un sufficiente e competente personale sanitario nella struttura  pubblica
5 Assicurare strutture organizzative sostenibili e finanziamenti a questo orientati
6 Advocacy, comunicazione e mobilitazione sociale per la salute
7 ricerca sulla salute pubblica.
 Come risulta evidente l’atto aziendale della Regione Lazio DCA 247 2014, si pone in direzione opposta rispetto a quanto prescritto dall’OMS e in aperta violazione delle direttive prescritte dell’OMS stesso.  La nostra terra irrimediabilmente inquinata, con un elevate incidenza di mortalità per tutte le , malattie legate all’inquinamento, come da rapporti S.E.N.T.I.E.R.I , non può permettersi di avare una dotazione di posti letto dimezzata rispetto a quanto stabilita per legge, non può premettersi di non avere un registro dei tumori. La D.ssa Mastrobuono ci venne a raccontare che la Asl non aveva i 56 mila euro necessari per istituire il registro. Un scandalo se si pensa che tre tabelle poste presso la casa della Salute di Pontecorvo sono costate 48 mila euro. La nostra Provincia non può permettersi la quasi totale assenza di laboratori di analisi, pubblici, La nostra Provincia non può permettersi la chiusura continuativa  di reparti e presidi sanitari, la cronica insufficienza di personale medico, La nostra provincia non può permettersi di scambiare con Roma sangue per monnezza. La nostra provincia non può permettersi di vendere la pelle dei propri cittadini al profitto delle cliniche private. La nostra provincia non merita l’assoluta opacità della gestione sanitaria.  La nostra provincia non può permettersi dirigenti Asl, che prendono in giro i cittadini. La nostra Provincia non può permettersi di lasciare in mano il proprio governo a una classe dirigente inetta che guarda esclusivamente al proprio interesse in luogo dell’interesse dei cittadini. Andiamo dunque avanti nella lotta".




Fiaccolata per la Sanità. Francesco Notarcola del Coordinamento Provinciale della Sanità, individua i colpevoli

Oltre l'Occidente 1995




E NON AGGIUNGO ALTRO.

La risposta di Ottaviani. fonte: http://www.linchiestaquotidiano.it/

FROSINONE - «Questa sera, grazie all’amico Francesco Notarcola, abbiamo avuto l’esempio concreto di come la sanità non funzioni, quando prima l’amico Francesco Notarcola ha chiesto “ma dov’è il sindaco di Frosinone?”, che stava qua sotto il palco, significa che il suo oculista è veramente di pessima qualità». Questa l’affermazione del sindaco Nicola Ottaviani, quando è stato chiamato giovedì sera a fine fiaccolata a parlare sul palco da cittadini e associazioni del Coordinamento provinciale per la Sanità. Battuta non proprio elegante quella del primo cittadino, il cui video è stato diffuso sul web. Ad accrescere il disappunto attorno all’esternazione di Ottaviani è stata la sua assenza alla marcia della fiaccolata popolare, visto che a differenza di altri sindaci si è aggiunto al corteo solo al capolinea del Campo sportivo senza la fascia tricolore. «Gli occhi funzionano bene - ha detto  il presidente della Consulta delle associazioni di Frosinone Notarcola dal palco - forse al sindaco di Frosinone non  funziona qualche altra cosa, perchè il mio appello al mio sindaco è quello di farsi parte attiva integrante di questo grande movimento , di mettersi alla testa e  alla guida per dare un ruolo  al nostro capoluogo . Chiediamo una promozione di impegno, di iniziative  e di attività insieme a questo popolo e non  alla coda . Il sindaco del capoluogo lo vorremmo all’avanguardia di questa organizzazione che si sta creando».  Ascoltato ieri, Notarcola ha detto di non voler tornare sul siparietto di giovedì sera ribadendo semplicemente che nel movimento territoriale contro lo sfascio sanitario il primo cittadino del capoluogo «deve fare molto di più, in quanto il coordinamento provinciale gli chiede di esercitare un ruolo finalmente incisivo in questa battaglia». Una parentesi che senza dubbio si poteva evitare, visto che nella battaglia territoriale per la salute la classe dirigente locale ha già dimostrato negli anni inadeguatezza e scarsa autorevolezza. Tanto che il popolo delle fiaccole è riuscito a chiamare in piazza migliaia di cittadini autorganizzandosi senza partiti e sindacati . Con l’umiltà che spesso manca alla classe politica. 


OFER: PAZZI CRIMINALI CON IL FUCILE

Samantha Comizzoli

Sono le 17,00 quando arriviamo ad Ofer, difronte alla prigione e ai territori del '48 rubati ai Palestinesi.
Sulle colline ci sono un centinaio di shebab, difronte e sull'altra collina ci sono un centinaio di soldati. Poi ci accorgiamo che hanno piazzato due cecchini all'interno di un appartamento in un palazzo davanti a noi.
C'è una famiglia con 4 figlie femmine piccole che deve attraversare la strada, lo fanno terrorizzati.
Gli shebab, come al solito, tirano le pietre e i soldati nazisti israeliani rispondono con sound bombs, rubber bullets, gas. I due cecchini però sono pronti con i proiettili veri.
All'improvviso gli shebab da un'altra collina iniziano ad urlare: i soldati stanno arrivando verso di noi con le jeeps e a tutta birra.
Iniziamo a correre su quella strada in salita, gli shebab sono abituati, noi no. Mi ritrovo in fondo con la stampa presente e i soldati attaccati al culo.
Ci infiliamo dentro al cimitero perchè non ce la facciamo più a correre. Abbiamo il fiatone, un giornalista si mette la mano sul petto... gli chiedo se si sente bene e lui annuisce. Tempo 20 minuti a stare nascosti fra le tombe e i soldati si allontanano.
Ritorniamo su quella strada, i soldati e i cecchini sono ancora lì e hanno sparato ad un ragazzo. Gli hanno sparato una rubber bullet sulla guancia, che l'ha trapassata e gli è entrata in bocca. Lo portano via in ambulanza.
Non passa molto tempo, circa altri 20 minuti nei quali stiamo fotografando e io filmo; ma gli shebab si rimettono ad urlare: arrivano ancora con le jeeps e questa volta con la jeeps per arrestare persone.
Iniziamo a correre in salita, ma siamo stanchi, facciamo fatica e mentre gli shebab sono davanti a noi che corrono ci ritroviamo noi 3 della stampa e il paramedico sul fondo. Io vado correndo verso destra, verso il cimitero, gli altri 3 non fanno in tempo ad attraversare la strada..i solati sono già arrivati in mezzo fra me e loro. Sono a due metri dietro di me e mi sparano una sound bomb. Non mi colpiscono, ma ce li ho troppo vicini e sono troppo lontana dal cimitero, dove nel frattempo sono arrivati gli shebab. Così mi butto a terra, sulla sinistra della strada e mi copro la testa, ma loro mi tirano una sound bomb, quando sono a terra e di schiena. Sento G e gli altri che gli urlano “kalas, kalas” (basta, basta), Ma G. mi ha detto che erano soldati con la faccia di pietra.
Mi ero chiusa le orecchie e quindi non mi ha causato danni, sulla schiena avevo lo zaino che forse mi ha protetta. Ma, ora o mi muovo o mi prendono. Ho deciso di rischiare e di muovermi. Davanti a me c'è un salto da fare, un muro di circa un metro e mezzo, e salto. Salto con le gambe che mi tremano perchè in quel momento in cui sono in piedi potevano spararmi alla schiena, salto su dei rovi, quindi con scarso appoggio. Quando atterro, mi si piega il ginocchio sinistro male e sento “crack”. Cerco di rialzarmi per allontanarmi, ma non riesco a camminare, così striscio e mi sposto di solo qualche metro. Mi chiudo a riccio per terra e rimango lì per un po', fino a quando sento la voce di G. che mi cerca “shebab, shebab”.
Mi trova G., arriva il paramedico Ahmed, arrivano gli shebab. I soldati sono andati via. Piango per il male, ma ho vinto, non mi hanno presa. E allora inizio a ridere.
Mi caricano sull'ambulanza e mi portano all'ospedale di Ramallah, mi accoglie la polizia palestinese che mi chiede come mi chiamo, gli dico “Sofia Loren” e cosa mi è successo, gli rispondo che sono caduta.
Poi, però, dentro che aspetta di essere curato c'è lo shebab con la rubber bullet nella guancia che mi è vicino e arrivano anche gli altri shebab. Così il medico e la polizia gli fanno le domande...e capiscono che eravamo ad Ofer. Mi mettono una sigla sulla cartella di ricovero “HBS, hit by soldiers”.
Il ginocchio mi fa un male pazzesco. Mi fanno la lastra, non è rotto e da una prima visita sommaria sembra che nemmeno i legamenti siano rotti, ma questo al momento non è certo. Gli shebab di Ofer, il paramedico Ahmed e G. sono tutti lì con me, anche quando inizio a rompere per uscire a fumare e così gli shebab spingono l'intero lettino da ricovero fuori dall'ospedale e fumiamo tutti, compreso il ferito alla bocca che si è beccato due punti di sutura.
Torno a Nablus, a casa. Per due settimane non posso muovere un passo. Avrò, poi, la visita di controllo per verificare se è solo una forte distorsione o se c'è altro. Chiedo a voi tutti di esprimere la solidarietà a G. perchè mi dovrà sopportare per due settimane ed accudire, spero ne abbia la forza. Ahmed mi dice che non camminerò per mesi, spero si sbagli.
Ringrazio l'ospedale di Ramallah, Ahmed, tutti gli shebab e G, ovviamente.
In culo a quei soldati nazisti israeliani di merda, non mi hanno presa nemmeno oggi su quelle colline partigiane.

Allego foto, c'è il video, ma non ovviamente di quando mi hanno inseguita, non stavo riprendendo e pensavo ad altro.

mercoledì 10 settembre 2014

Richiesta convocazione Commissione Consiliare “Situazione debitoria società Multiservizi SPA e relative determinazioni”

Paolo Iafrate a nome dei lavoratori ex Multiservizi da 5 mesi in presidio sotto il Comune di Frosinone

Ai Componenti Commissione Consiliare ex Frosinone Multiservizi
Al Consiglio Comunale di Frosinone


p.c. Al Prefetto
p.c. Alla Regione Lazio Assessorato al Lav
p.c. Alla Provincia di Frosinoneoro
p.c. Al Comune di Alatri
p.c. Alla stampa


Oggetto: richiesta convocazione Commissione Consiliare “Situazione debitoria società Multiservizi SPA e relative determinazioni”


Il Comune di Frosinone ha provveduto all’affidamento dei servizi di supporto alla gestione funzionale degli impianti sportivi e agli eventi culturali e di spettacolo per la durata di anni cinque alla cooperativa SolCO, servizi già in essere nella Frosinone Multiservizi. 
Essa copre le attività di 9 lavoratori per €.169.880,76 all’anno. Questo servizio era inserito nella bozza del piano per una newco adottato dalla Commissione Consiliare del Comune di Frosinone “Situazione debitoria società Multiservizi SPA e relative determinazioni” a luglio. 
I sottoscritti lavoratori che presidiano da 158 giorni il municipio frusinate chiedono l’urgente convocazione della Commissione al fine di valutare le scelte della Giunta che sono in palese contrasto con il documento redatto e sottoscritto all’unanimità dai componenti e da tutti i partiti.
A seguito di questo documento il Comune di Frosinone, nella riunione regionale del 28 luglio u.s., aveva favorevolmente accolto, nella persona del presidente Piacentini, la proposta per un più definito piano industriale tra tutti gli enti.
E’ arrivato invece un segnale forte e chiaro: le esternalizzazioni avanzano nonostante tutte le contraddizioni riscontrate dagli stessi consiglieri e nonostante, appunto, l’accordo sul documento licenziato dalla Commissione.
a) Si introduce il profitto nei servizi non economici;
b) Si spacchettano parti di servizi e attività più articolate, rendendoli non convenienti; non efficienti; non flessibili organizzativamente. Il servizio appena esternalizzato, servizi di supporto alla gestione funzionale degli impianti sportivi, da sé non ha alcuna logica né organizzativa, né economica, né professionale. 
c) La gestione di eventi culturali e di spettacolo non potrà mai essere effettuata senza altre indispensabili attività collaterali che, come l’organizzazione del Festival dei Conservatori dimostra, dovranno essere appaltate all’esterno con maggiori costi per l’ente.
A cosa o a chi, più correttamente, può essere utile la gestione di un servizio così parcellizzato, non economicamente rilevante? Viene introdotto, certo non da oggi, l’idea di una esternalizzazione che serve a costruire un “consenso politico”: attraverso quelle imprese che gravitano negli entourage della politica e che fanno imprenditoria con soldi pubblici, da gestire anche senza alcuna capacità e mezzi; foraggiando quel personale, amorfo, “cuscinetto amministrativo” pronto ad obbedire a qualsiasi disegno del potere; premendo su quel personale operaio oggetto della compravendita di posti di lavoro.
La vicenda dello spezzatino Multiservizi è una vicenda esemplare in questo senso. 
1) Una azienda multiservizi, appunto, che lavora su una economia e organizzazione di scala, con grande flessibilità, pubblica, alle dirette dipendenze dell’ente, ridotta in servizi parcellizzati, rigidi, incapaci di organizzare e mantenere attività senza l’ausilio di altri interventi esterni.
2) un bando fuorviante, per cooperative sociali (!?!), utilizzando criteri per far partecipare imprese del luogo, con successivi affidamenti diretti;
3) una marcata pressione da parte di alcuni colleghi della vecchia società pubblica per convincere altri a salire sull’autobus privato, sgangherato, rinunciando a parte del salario;
4) improvvisa disponibilità di posti di lavoro, dopo l’esclusione di centinaia di lavoratori, affidati senza tener conto del bando in essere e senza selezioni come logica vorrebbe in merito a posti gestiti con sodi pubblici, in un vero e proprio mercato spartitorio.
Il ruolo dei consiglieri comunali, si ricorda, è un ruolo attivo e determinante nelle scelte amministrative della città e nella difesa della democrazia di essa. Eppure si assiste ad una completa sottomissione delle decisioni consiliari a voleri della giunta. 

Spetta agli enti territoriali individuare gli ambiti oggettivi dei singoli servizi e giustificare, in base a tale definizione, l’inquadramento nelle diverse specie di attività e nei corrispondenti modelli organizzativo- gestionali”. “L’organo deputato alla elaborazione degli atti di indirizzo sulle aziende pubbliche e gli enti sovvenzionati/vigilati è il Consiglio comunale (o provinciale), in quanto organo di indirizzo e di controllo politico–amministrativo dell’ente locale (art. 42, co. 2, lettera g, d.lgs. n. 267/2000).

Saluti.
Frosinone 10 settembre,

martedì 9 settembre 2014

Anche il comitato L.I.P. Legge di iniziativa popolare per la Valle del Sacco, parteciperà alla fiaccolata in difesa della sanità della Provincia

 Il Comitato L.I.P. Legge di Iniziativa Popolare per la Valle del Sacco, parteciperà alla fiaccolata organizzata dal Coordinamento per la Sanità Provincia e di Frosinone e dai sindaci della Provincia  l’11 settembre prossimo, per rivendicare  il dritto, costituzionalmente sancito,  ad una sanità efficiente per i  cittadini della nostra Provincia. 
I temi dell’ambiente e della salute sono essenziali per assicurare ad un territorio una vita dignitosa e serena. La pessima qualità della vita nella nostra Provincia     ha come principali cause  proprio una situazione ambientale drammatica ed un  continuo depauperamento del servizio sanitario pubblico. Due problematiche che affliggono il nostro territorio da decenni.  
A seguito delle gravissime condizioni ambientali la Valle del Sacco    è stata qualificata , con Dpcm del 2005,   Sin (Sito di interesse Nazionale) per la grave emergenza socio economica ambientale e sanitaria. Da allora ad oggi le condizioni, nonostante pianificazioni  di piani di bonifica,  commissariamenti, previsioni di interventi urgenti,  sono addirittura peggiorate. 
Attualmente  persistono condizioni di inquinamento tali che lo “Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischi di inquinamento” (S.E.N.T.I.E.R.I) ha osservato nel bacino idrografico del Fiume Sacco un eccesso di mortalità per tutte le cause epidemiologiche. A questa drammatica situazione ambientale si associa il continuo ed inesorabile depauperamento del sistema sanitario Provinciale. 
Il programma e l’accordo  Health 2020”adottato dai 53 Stati  membri del Comitato Regionale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’Europa, prescrive  che in zone  così inquinate  debba essere assicurata la presenzia di   sufficiente e competente  personale sanitario nelle strutture pubbliche, che siano finanziate strutture organizzative sostenibili ed efficienti,  che si persegua la costante ricerca della salute pubblica. Tali prescrizioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono totalmente disattese dal sistema sanitario provinciale.
 L’atto aziendale che è stato redatto, e che verrà presentato alla Conferenza dei Sindaci peggiora ancora di più la situazione, imponendo ulteriori tagli a strutture e presidi ospedalieri  e un numero di posti letto ampiamente al di sotto della dotazione minima definita per legge. Il combinato disposto fra il progredire del degrado ambientale, mai seriamente contrastato,  e il saccheggio della sanità pubblica provinciale, sarà un connubio letale per la sopravvivenza del nostro territorio, sarà l’annientamento della Provincia di Frosinone. 
Proprio per evitare che il declino diventi irreversibile, il comitato L.I.P. (Legge di iniziativa popolare per la Valle del Sacco) collaborerà con il Coordinamento Provinciale per la Sanità,  sostenendo e promuovendo insieme  a loro  iniziative volte alla salvaguardia del territorio e dei cittadini che lo abitano,  a partire dalla fiaccolata dell’11 settembre. Il comitato L.I.P. invita altresì tutti i cittadini  a partecipare all’evento, con la speranza che tutti insieme si possa cambiare verso ad una gestione scellerata  della nostra terra  e della salute di chi vi abita.

Comitato L.I.P. Legge d’iniziativa popolare per la Valle del Sacco

Frosinone 09 settembre 2014

APPELLO A PARTECIPARE ALLA FIACCOLTA DI GIOVEDI’ 11 SETTEMBRE –VILLA COMUNALE ORE 19,30

I sottoscritti, cittadini, professionisti, presidenti di associazioni, uomini e donne di questa Città, protagonisti, da sempre, di un forte e continuo impegno culturale e sociale, non possono  assistere passivamente allo sfascio della sanità e al degrado progressivo economico e civile del nostro territorio, fortemente penalizzato e colpito senza reazione alcuna della classe dirigente provinciale e della sua massima espressione elettiva al Parlamento ed alla Regione.
L’Ospedale del Capoluogo, costruito per essere un DEA di 2° livello è ormai ridotto ad un piccolo ospedaletto da campo.  Mancano primari,   posti  letto, medici, infermieri, apparecchiature e strumenti  moderni  che possano permettere indagini diagnostiche  tempestive ed efficaci. In caso di necessità di ricovero, si corre il rischio  di essere dirottati in una delle province del Lazio o addirittura fuori Regione.
 La ASL chiude il bilancio con un attivo di 82 milioni di euro e li dona alla sanità romana ma non spende poche migliaia di euro per dotare il “Fabrizio Spaziani” di macchinette per eseguire un Holter cardiaco. Per tale esame oggi ci vuole un anno di attesa.
Il  devastante ed inarrestato processo d i deindustrializzazione, andato avanti nell’ultimo decennio, ha portato alla chiusura di migliaia di imprese con conseguente aumento vertiginoso della disoccupazione. I giovani in cerca di un primo lavoro superano abbondantemente la percentuale nazionale.  Contemporaneamente alle imprese hanno chiuso i battenti anche scuole ed ospedali  mentre si sono ridotti ovunque i servizi socio sanitari in corrispondenza di un aumento della povertà.
Il rilancio di un’organizzazione sanitaria efficiente e di qualità rappresenta, oggi, insieme al risanamento ed al recupero del territorio necessari per la valorizzazione delle risorse locali,  la base indispensabile per determinare la ripresa e lo sviluppo economico, occupazionale e culturale.
Per questi motivi, i sottoscritti:
1)  condividono i puniti programmatici del Coordinamento Provinciale della Sanità che si ritengono integralmente riportati  e che si allegano al presente appello;
2) esprimono sostegno ed apprezzamento alla Consulta delle associazioni del Capoluogo ed al suo presidente per l’azione continua ed instancabile che si conduce da anni in difesa del diritto alla salute e contro il saccheggio del territorio;
3) Invitano  i cittadini tutti del Capoluogo e dei Comuni vicini a RITROVARSI GIOVEDI 11 SETTEMBRE 2014,  ALLE  ORE 19,30 PRESSO LA VILLA COMUNALE PER   PARTECIPARE  ALLA FIACCOLATA CHE SI SNODERA’ PER VIA ALDO MORO A DIFESA DEL DIRITTO ALLA SALUTE


Fabio Colasanti) – Associazione Città del Sole onlus (Fabio Colasanti) – Graziella Morgia (disoccupata) – Paolo Gaetani (artista) – Donatella Filoni (artista) – Ennio Notarcola (ingegnere manager) – Andrea Capuani (studente) – Maria Spaziani (casalinga) – Assunta Quadrozzi (impiegata) – Walter Binetti ( maestro di tennis) – Alessandra Binetti ( maestra di tennis) – Mirko Binetti (coach internazionale di tennis) – Carlo Fiorini (cittadino) – Cinzia Belardi (cittadina) – Rosi Campana (cittadina) – Luca Oropallo (arch) – Davide Di Sora (cittadino) – Emanuela Stirpe ( global cri) – Monica Mazzelli (impiegata) – Domenico Mariani (professionista/poeta/scrittore) - Christian Bellincampi (libero professionista) – Giampiero Ottaviani (commerciante/promoter) – Tamara Minotti (insegnante) – Elena Spaziani Hanno aderito:
Associazione Didattica FORMING - Associazione "Peppino Impastato" - Associazione culturale "Il Ponte" - Associazione Centro Interarte Pubblica e Popolare - Gruppo artistico FORMING - Associazione Aipa - Antonio Camilli (scrittore) - Massimo Sergio (giornalista) - Alberto Spaziani (artista) - Luigi Bracaglia Morante (Insegnante) - Giovanni Bracaglia (commesso) - Martina Brighindi (commerciante) - Italo Spaziani (edicolante) - Gioia Spaziani (attrice) - Valentina Pacifici (video/maker) - Renato Altobelli (pensionato) - Salvatore Perrone (ufficiale areonautica militare in pensione) - Sisto Ceci  (dipendente industria) - Paola Carè (cittadina) - Sonia Sirizzotti (avvocato) - Frida Santini (insegnante) - Maria Laura Vona (insegnante) - Emanuele Testa (operaio) - Luciano Ceccarelli – Angelo Galassi (avvocato) -  Angelo Turriziani (disoccupato in Italia/cuoco in UK) - Roberto Sarra (Medico e cerco di curare gli Ospedali) – Patrizia Iaboni (commerciante) – Marcella Di Falco (casalinga) – Assunta Chianta (disoccupata) – Maria Lupi (insegnante) – Alfonso Scaccia (agente di commercio) – Lucia Di Luca (insegnante) – Angela Simonetti – Giuseppe Chiappini (impiegato) – Luna Coppotelli (disoccupata) – Stefano Strani (impiegato) – Antonella Secchi (logopedista) – Fabiana Fattori (artista) – Antonella Chiappini – Angela Valente (insegnante) – Ambrogio Coppotelli (docente in pensione) – Mauro della Valle – Giulio Faccini ( geometra) – Sandro Passeri (pensionato) – Amedeo Di Salvatore ( imprenditore) – Guglielmo Bianchi (pensionato) – Stefania Colucci (casalinga ) – Ornella Canestraro (insegnante psicopedagogista) – Raffaela Mignardi (impiegata ) – Fabrizio Ricci (ingegnere) – Sergio Arduini ( associazione Fiamma Frusino ) – Paola Fratangeli (professionista ) – Alessandra D’Amico ( artista in cerca di occupazione) – Alessandro Minotti (impiegato) – Ale Cardinal (Glaxo Smith Kline) – Associazione Fotografica Frosinone (Luigi Litterio presidente) – Sabrina Martini (impiegata) – Luigi Cesari (Odnsauc – pensionato ) – Camillo Savone ( musicista )– Alessandra Ceccarelli (dietista) – Giusy Collura (insegnante) – Francesca Galei (insegnante) – Laura Stirpe (impiegata) – Floriana Ambrosetti (disoccupata casalinga) – Maurizio Beltempo (commerciante) – Daniela Minotti (casalinga) – Angelo Sasso (mgr Az.farmaceutica) – Giuliana Neri (associazione Frosinone 2020) – Giuseppe Morano ( art-igiano) – Alessandra Spaziani (insegnante ) – Luca Salvati ( disoccupato ) – Claudio Colasanti (P.A. impiegato) – Luca Selci (disoccupato) – Francesca Meoli ( fisioterapista disoccupata ) – Ugo De grazia ( dirigente biologo ) – Irene Quaranta ( mamma) – Caterina Bracaglia ( insegnante) – Elvio Langella ( agente di commercio) – Annalisa Silenzi (agente di commercio) – Franca Gelormini (impiegata statale) – Patrizia Magliocchetti ( casalinga) – Annalisa Bracaglia (associazione “ADESSO”) –  Fausta Dumano (insegnante/scrittrice) - Sabrina Martini (impiegata) – Lucy Granieri ( Comitato LIP Valle del Sacco in Rappresentanza di Lorenzo Santovincenzo) – Rossella Testa (impiegata) – David Toro ( docente/musicista) – Mauro Barletta (operaio) – Gerardina Morelli – Dario Simonelli (avvocato) – Bruna Palumbo ( impiegata) – Guglielmo Bartoli (artista) – Luca Ottici ( educatore sociale disoccupato) – Graziella Peruzzi avvocato ) – Anna Rita Barletta (insegnante ) – Francesca Collepardi (insegnante ) – Angela Ambrosetti ( impiegata ) – Lino Di Stefano (scrittore) - Rosetta Terramagra ( insegnante) – Ferdinando Potenti ( Magg. Polizia locale a riposo) – Mario Salati ( disoccupato ) – Renata Bracaglia ( pensionata ) – Mario Torta (docente/musicista) - Paola Fratangeli (casalinga) – Enza Fragi ( casalinga ) – Bruno Lunghi (disoccupato) – Stefania Del Nero (artista) – Loretta Formica – Maria Diamanti (pensionata) – Andreina Ciotoli (avvocato) – Gaetano Corvo (insegnante) – Ilaria Fontana ( utente sanità pubblica -  coll.di supporto politico/amm.vo) – Domenico Mancini (docente in pensione) – Daniela Mignardi (impiegata) – Anna Rosa Frate (cittadina) – Otello Perazzi (artista) – Giovanna Leda Scala (pensionata) – Rita Iacolare (cittadina) – Raimondo Pisano (musicista) – Laura Guerri ( docente/musicista) – Antonio Padovani (restauratore/falegname) – Benedetto Taormina (ingegnere) – Monique Marie Bekiaris (cittadina) – Nicole Yvette Panetta (utente) – Ida Paganini (promoter) – Silvia Padovani (insegnante) – Martina Martinelli (cittadina) – Marta Patrizi (cttadina) – Adriana Conti ( cittadina) – Angela Pe ( insegnante) – Sonia Gabrielli (insegnante) – Aniello Prisco (CPS) – Sabrina Nicolia ( insegnante) – Tullia Bommattei  ( docente in pensione) – Cristina D’Amico ( dirigente biologo) – Ciro Vitelli (impiegato tecnico) – Alessandro Marcoccia (cittadinio) - Anna Maria Di Lullo (docente in pensione) – Assunta Tersigni (casalinga) – Piero Milani ( collaboratore scolastico) – Giulietta Rossi (mamma e moglie) –  Leandro Crecco (cittadino)Pia Forasiepi (consulente) -  Maria Rita Spinetti (commerciante ) - Vincenza Cammarano (avvocato) – Cinzia Corsi (commerciante) – Luca Mantua ( agente immobiliare) – Lucia Marcone (insegnante) – Luana Cacciatore (cittadina - Augusto Farinelli (avvocato) – Stefania Conte (impegata) - Antonella D’Emilia (Miur) - Paola Coccoli (pensionata) – Rita Turriziani Colonna (artista/impiegata) – Mauro Montini ( artista) – Alina Streza (infermiera) – Associazione Mountain Village (casalinga) – Walterina Aversa (cittadina) – Gisella Faiola (resp.Borsissime) – Maria Carmen Lupi (insegnante) – Lucilla Paliaga (farmacista) – Massimiliano Mancini (storico/scrittore/giornalista) – Marina Savo (ministero P.I.) – Ambrogina Fiorini (cittadina) – Franca Iocchi (cittadina) – Paola Campioni (cittadina) – Mauro Dialmi (cittadino) – Angela Simonetti (cittadina) – Katia Casinelli (medico) – Angelo Ceccarelli (medico) – Mario Casinelli ( geometra in pensione) – Viaggi Tribuzio - Domenico Magliocchetti ( musicista) – Angelo Palmesi ( fotografo/artista) – Mario Lodolini ( pensionato) – Sandro Spaziani (pensionato) – Virgilio Ciampani (docente) – Vincenzo Segneri (impiegato bancario) – Paolo D’Amata (artista) – Roberto Mirabella ( scrittore/giornalista) – Giulio Messia ( artista ) – Giuseppe Patrizi (Commissario Straordinario Amm.ne Prov.le di Frosinone) – Dario Facci (giornalista) – Nico Fiore (artista ) – Annunziata Saccomanno (impiegata comunale) - Angelo Bartolini (musicista) – Luigi Liburdi ( Corale del Comune di Supino) – Sara Mangone ( Avvocato) – Federico Palladini (avv./musicista) – Luisanna Dainelli (insegnante) – Centro Anziani Folkloristico di Vallecorsa – Marina Renna (insegnante) – Enrico Bracaglia ( pensionato) – Paola Papetti (pensionata) – Italo Chiappini (pensionato) – Loreta Molon (volontaria) – Livio Tallini (sindacalista) – Nicola Casato ( rappresentante/pubblicista) – Pasquale Chiariello (artista) – Guglielmo Benacquista (Vice Sindaco Comune di Broccostella) – Franco Sambucci ( consigliere Comune di Alvito) – Giovanni Palmieri (commerciante) – Arduini Nicola (promotore) – Franco De Bellis (Associazione Porta a Porta) – Piergiulio Pesci ( avvocato) – Debora De Luca ( infermiera disoccupata) – Andrea Grande ( avvocato) – Antonio De Santis ( medico) – Ivano Alteri (sindacalista) – Antonio Di Salvo ( Presidente Società operaia di Frosinone) – Maria Letizia Dello Russo ( pensionata) – Alessandra Maggiani ( Cittadina e Presidente del Circolo PD di Frosinone) – Carnevali Bruno (Associazione “Amici della Pescara”) – Armando Mirabella (Membro assemblea Nazionale PD) – Marcello Carlino ( Professore letteratura italiana contemporanea Università “La Sapienza” e Presidente Conservatorio L.Refice Frosinone) – Matteo Mancone ( Impiegato) – Claudia Scaccia ( fisioterapista ) – Alessandro Redirossi (giornalista) – Amanda Altobelli ( studentessa) – Alfonso Cardamone (poeta e saggista) – Prisco Santoro ( impiegato Amm.ne Prov.le Frosinone) – Fiorella De luca (docente) – Antonella Perciballi (addetta alle vendite) – Luciano Adolfo Fabrizi (operatore ecologico) – Raffaella Arduini ( Associazione “ Le vie dell’Arte”) – Piera Pucello ( Direttore Amm.vo) – Ruggero Marazzi (Funzionario Ente Locale) – Massimo Terracciano (Preside in pensione) – Marinella Longo (insegnante)  – Danilo Magliocchetti (Consigliere Comunale  di Frosinone) – Tiziana Foglietta (medico) –  Antonio Bottini (imprenditore) – Pierluigi Pro (Libero professionista) – Adele Cioci (impiegata) – Giancarlo Pero (artista) – Alessandro Stellato (Musicista/Impiegato) – Roberta Vadalà ( artsta – Bolero arte & Musica) – Alfio Borghese ( Giornalista/ Critico d’arte) – Claudia Di Rita ( studentessa/casalinga/disoccupata) – Mario Celletti (Pittore) – Santina De Persiis ( medico) – Sandro Genovesi ( pensionato) – Marsilia Chiappini ( pensionata) – Angelo Fusco ( disoccupato) – Stefania Magnone (casalinga) – Anna Maria Corsi (Storico/critico d’arte/artista) - Giuseppe Basile ( pensionato) – Francesco Ragnoni ( pensionato) – Giancarlo Ciotti ( impiegato) – Sandro Ragnoni ( professionista) – Vittoria Palazzo ( pensionata) – Virginio Silvestri ( operaio) Antonio Angelilli ( commerciante) – Arianna Genovesi ( insegnante) – Flavio Santoro ( operaio) –Ivano Santoro (operaio) – Elio Santoro (docente) – Remo Santoro (pensionato) – Ida Iaboni (pensionata) – Annalisa Genovesi (infermiera) – Pierluigi Mastracci (operaio) – Daniela Turriziani (casalinga) – Iris Latini (casalinga) – Nicoletta Trento (guida turistica) – Cinzia Biribicchi (medico) – Stefania Carbonardi (ragioniera professionista) – Eugenio Santoro (artista) – Daniela Spoletini (vertigine hairstyle) – Carlo Biribicchi ( dirigente az. multinazionale) – Lucia Schietroma (insegnante in pensione) – Gianni Apurinetti (presidente Ass.AGSPA) – Iroldo Potenti (pensionato) – Gerardo Forti (progettista meccanico) – Mario Paolo Fulvio Tallini  (trasportatore) – Maria Grazia Finoia (statistico ambientale) – Rita Pucello (cittadina) – Antonio Setale (Presidente Lega ambiente Frosinone – Valerio Comerci (Geologo) – Fabrizio Cristofari (Cardiologo) – Alberto Gualdini (dr. Commercialista) - 

lunedì 8 settembre 2014

Colleferro, applicata l’ordinanza del Tar Lazio sui rifiuti in discarica: lo scenario tecnico-economico.

Rete per la Tutela della Valle del Sacco
Comitato Residenti Colleferro
Raggio Verde

Apprendiamo dall’agenzia di stampa DIRE, articolo di Marco Tribuzi, notizie in merito agli effetti dell’ordinanza del TAR del Lazio ottenuta a seguito dell’impugnazione proposta dalle associazioni Rete per la Tutela della Valle del Sacco, Raggio Verde e Comitato Residenti Colleferro, avverso l’ordinanza contingibile ed urgente emessa dalla Regione Lazio, che consentiva alla società Lazio ambiente SpA, ad intera partecipazione pubblica regionale, di abbancare in discarica il sopravaglio secco derivante dalla tritovagliatura dei RSU senza alcun trattamento, per una pretesa incapienza di TMB regionali, che in giudizio la Regione non è riuscita a documentare in alcun modo.

Il TAR sul punto ha dunque fatto presente che non sussistono i presupposti dell’emissione dell’ordinanza contingibile ed urgente e ha sostanzialmente “diffidato” la Regione Lazio dall’ effettuare una proroga oltre il 10 settembre.

Il risultato conseguito tramite l’iniziativa giudiziaria portata avanti dalle nostre associazioni è innanzitutto la mancata proroga dell’ordinanza contingibile ed urgente da parte della Regione Lazio. Dall’agenzia DIRE si viene a conoscenza di ulteriori particolari di cui forniamo una nostra lettura.

Viene infatti riferito di una riunione in Regione tra Lazio Ambiente SpA e i rappresentanti dei 29 Comuni afferenti alla discarica di Colleferro, che avrebbe portato ad una soluzione rispettosa dell’ ordinanza del Tar, da considerare provvisoria, in attesa dell’autorizzazione dell’impianto di TMB previsto. I rifiuti verrebbero portati in discarica e in loco trasferiti in TIR di maggiore capienza per essere indirizzati presso il TMB di Rida Ambiente ad Aprilia. La soluzione sembrerebbe provvisoria, per i prossimi 5 mesi. L’incapacità di programmazione produrrà un aumento dei costi a tonnellata di rifiuto, che sarà “coperto” dalla Regione Lazio, altrimenti a carico percentuale dei 29 Comuni conferitori che, a loro volta, avrebbero dovuto trasferirli in tassa a carico dei cittadini.

Altri stanziamenti pubblici per finanziare un costoso e perverso ciclo dei rifiuti, quando sarebbe sufficiente adottare politiche di prevenzione dei rifiuti e di incremento di raccolta differenziata per diminuire alla fonte, preliminarmente, i quantitativi da smaltire.  
Invece solo pochi Comuni conferitori alla discarica di Colle Fagiolara hanno avviato seriamente la raccolta differenziata.   

Dubitiamo anche sui tempi “provvisori” di tale soluzione, presumibilmente incompatibili con l’iter amministrativo, in quanto deve ancora essere convocata la Conferenza di Servizi per il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell'impianto TMB.
Sul TMB riteniamo che esso non sia necessario, alla luce anche delle obiezioni della Provincia di Roma in sede di Conferenza di Servizi per la Valutazione di Impatto Ambientale, dove si palesò  l’inopportunità di un impianto da 125.000 tonnellate/anno, quantitativi decrescenti rispetto all’incremento graduale della Raccolta Differenziata; questione che si riproporrà in sede di AIA.
A questo punto è logico l’investimento previsto dal piano economico di realizzazione proposto all’atto della presentazione del progetto, nel 2010? Chi, come, da dove proverranno i 26 milioni di euro necessari?

Tornando ai costi economici a breve termine di cui si farà carico la Regione Lazio si possono stimare in150.000 euro al mese. Ciò deriva dalla differenza di costo tra il conferimento indiscarica a Colleferro e l’impianto di TMB di Aprilia, 18 euro a tonnellata, tenendo come riferimento la produzione di rifiuto indifferenziato dei 29 Comuni nel 2013 che è stata di circa 100.000 tonnellate.   Trattasi sicuramente di una “bella” cifra che presumibilmente si dovrà prelevare dal capitolo delle emergenze, quando la sola palese emergenza è la mancanza programmatica di una delle società della Regione Lazio, conscia di dover affrontare questo tipo di problema e attendista fino all’ultimo momento nel comunicare che i costi sarebbero lievitati, ma propositrice per la risoluzione del problema riguardante il trasporto dei rifiuti, senza un bando di gara. Tenendo conto che i quadri alti della Società costano circa 800.000 euro l’anno e le consulenze per il 2014 circa 400.000 euro, ci si sarebbe dovuto aspettare una visione gestionale di migliore qualità.

E non finisce qui: ai costi non corrisponde un servizio, ma una inefficienza dell’apparato amministrativo regionale.  Si deve inoltre considerare che per il meccanismo perverso del ristoro ambientale, il Comune di Colleferro si troverà con un nuovo “buco” di bilancio per il mancato introito derivante dai conferimenti in discarica, a parte quello derivante dagli scarti post trattamento del TMB di Aprilia, che dovranno tornare a Colleferro.
Sul “buco” di bilancio del Comune di Colleferro cosa farà la Regione Lazio? Andrà nuovamente in soccorso, come già avvenuto qualche mese fa, e fornirà copertura economica?
Abbiamo condannato allora questo uso dissennato di risorse pubbliche, oggi sarebbe ancor più scandaloso!

L’amministrazione comunale di Colleferro continua a dichiarare che i rifiuti di Roma non verranno mai da noi: ciò è erroneo alla radice, perché i rifiuti di Roma sono SEMPRE giunti a Colleferro sotto forma di CDR per essere bruciati negli inceneritori locali.
Oggi, a differenza degli anni passati, ci troviamo nella “seconda fase” e cioè che i rifiuti di Colleferro e degli altri 28 Comuni, mentre prima creavano danno ambientale con la discarica, ora torneranno a Colleferro per essere bruciati come CDR, per avvelenare la  nostra aria e quella delle comunità limitrofe, mentre alcuni Comuni continuano, nella gestione, a non ottemperare al principio della gerarchia dei rifiuti di derivazione comunitaria, esponendo l'Italia a nuove procedure d'infrazione. Sarebbe il caso di andare a controllare quanto ci è costata tale mancanza nel Lazio e capire chi se ne deve assumere la responsabilità erariale.


Fiaccolata in difesa della sanità pubblica e territoriale

Confederazione Cobas, Associazione Oltre l’Occidente, Comitato Lotta per il lavoro di Frosinone

Si comunica che il Coordinamento  provinciale della sanità ha organizzato per Giovedì 11 settembre dalle ore 20 una FIACCOLATA che dalla Villa comunale attraverserà Via Aldo Moro per concludersi a Piazza Martiri di Vallerotonda Inoltre il 13 di settembre vi sarà un presidio alla ASL durante la Conferenza locale della sanità.  La convocazione è aperta, oltre che ai sindaci, anche alle associazioni che possono far pervenire le loro proposte alla Direzione generale della ASL entro il 15 di settembre. Il Piano strategico della ASL dovrà essere presentato alla Regione Lazio entro il 15 ottobre 2014.  Le sottoscritte associazioni aderiscono e partecipano alla manifestazione di giovedì 11 settembre in difesa della sanità provinciale organizzata dal Coordinamento Provinciale per la Sanità. Il tentativo oramai più che sfacciato di esternalizzare e privatizzare quel che rimane di appetibile della sanità pubblica attraverso l’escamotage del risparmio della spesa sanitaria, è sotto gli occhi di tutti, soprattutto di chi da anni non trova beneficio dalla organizzazione sanitaria locale e ricorre periodicamente, respinto dai servizi pubblici, su strutture accreditate o meno per soddisfare anche gli esami di base. I veloci e ampi accreditamenti che in questi mesi le strutture private si sono viste rilasciare dalla Regione Lazio, le logiche di posizionamento di alcune società private su servizi già pubblici con investimenti ingenti, non lasciano presagire niente di buono: si consoliderebbe una pratica già in uso per preparare il campo verso la completa privatizzazione dei servizi. Di concerto  le previsione governative di taglio sulla spesa pubblica, delineano servizi pubblici in mano a grossi soggetti privati (multinazionali?). Gli enti locali saranno costretti a definire i propri servigi secondo rigide indicazioni nazionali ed europee, privandosi dei servizi economicamente rilevanti e soprattutto già pagati per intero dai cittadini: acqua, luce, gas, rifiuti – tanto per iniziare. Le 1660 farmacie ancora rimaste pubbliche, per rimanere nel tema della sanità,  sono una delle probabili fette della torta da spartire con 2 miliardi di fatturato che passerebbero in mano privata! Non è dei nostri politici quindi il concetto di eliminare il “profitto” dalla sanità. Secondo Gino Strada di Emergency: “Del bilancio della sanità, di 110 miliardi di euro, 30 vanno nelle tasche dei profittatori, ovvero nelle strutture private convenzionate”. “ Per risolvere il problema della sanità, insomma, non serve aumentare il budget, basta eliminare il concetto di profitto che non deve e non può essere concepito in questo settore”. Passa invece il concetto opposto: una idea forte di profitto nei settori anche più delicati della nostra vita quotidiana. Sarà privato e costoso il servizio diagnostico, il laboratorio di analisi, il posto letto, le cure in day hospital in una spirale nella quale un giorno non molto lontano sarà privatizzato anche il pronto soccorso e il trasporto… Per una sanità che sia un braccio forte della salute sul territori; per servizi che siano pubblici, stabili e efficienti; contro le esternalizzazioni e le privatizzazioni; contro il profitto nella sanità, le sottoscritte associazioni aderiscono e invitano tutti a partecipare, sottolineando che le attività del Coordinamento della Sanità sono andate svolgendosi in una grave e pericolosa voragine democratica, contribuendo a ridestare quella scarsa propensione civile, soprattutto di tante organizzazione deputate a tale scopo, nel difendere il territorio e la qualità della vita di tutti. 

Confederazione Cobas, Associazione Oltre l’Occidente, Comitato Lotta per il lavoro di Frosinone


domenica 7 settembre 2014

Cittadini e rappresentanti istituzionali tutti insieme appassionatamente in difesa della salute.

Luciano Granieri


Prosegue il  precorso di avvicinamento del Coordinamento provinciale della Sanità di Frosinone, alla fiaccolata di protesta  del prossimo 11 settembre contro  lo sciagurato atto aziendale in cui sono iscritte le linee di governo della sanità regionale.  Il 25 agosto scorso, il documento è stato illustrato ai sindaci,  a cittadini e associazioni, sabato 6 settembre, presso la sala conferenze della Provincia   è toccato agli eletti del territorio,  Deputati, Senatori, consiglieri Regionali, apprendere il contenuto del famigerato  DCA 247 2014. 

A margine dell’illustrazione dell’eutanasia a cui è destinata la sanità della Provincia,  il coordinamento ha illustrato le sue PROPOSTE . All’appello del Coordinamento hanno risposto: I Senatori,  Francesco Scalia e Maria Spilabotte del  Pd il Deputato Luca Frusone del  Movimento 5 Stelle, il consigliere regionale Mauro Buschini del  Pd ed alcuni sindaci, fra cui Giuseppe Morini di Alatri, Antonio  Pompeo di Ferentino e  Simone Cretaro di Veroli. 

A completare il  comitato elettorale del candidato alla Provincia   Antonio Pompeo  , sponda Scalia, il segretario locale dell’Udc Ivan Spaziani  in rappresentanza del consigliere regionale Fardelli.  In verità era intervenuta  anche il direttore generale della Asl  Dottoressa Isabella Mastrobuono, ma  il suo intervento non è stato ammesso dal coordinamento. Non per difetto di democrazia, ma per mancanza di credibilità dell’interlocutrice, la quale più volte ha avuto la possibilità di confrontarsi con associazioni e cittadini . Ed ogni volta che ciò è avvenuto  la Dottoressa  ha promesso mirabilie che mai si sono avverate e mai, stante l’attuale situazione, potrebbero avverarsi. 

La prima parte del video che segue, mostra l'assoluta inattendibilità della Mastrobuono,   sul Dea di II Livello.



Dunque meglio passare per antidemocratici che subire l’ennesima presa in giro.  L’incontro di sabato scorso, ha avuto l’indiscusso merito di interessare ulteriormente la stampa e i media all’attività del Coordinamento provinciale della Sanità.  E’  noto come l’importanza di un evento sia direttamente proporzionale alla partecipazione di Deputati, Senatori, consiglieri regionali e sindaci.

L’obbiettivo dichiarato  in realtà sarebbe stato quello di suscitare l’impegno dei “rappresentanti” a perorare la causa della salvaguardia della salute dei “rappresentati”. Su questo versante però il risultato è stato meno convincente. L’impressione che ne ho tratto è che esistano dei canovacci che i “gli eletti dal popolo”  recitano  adattandoli alle occasioni.  Un po’ come i sermoni dei preti che dicono le solite due o tre cose cambiando alcune frasi a seconda che   si tratti di  funerali, o   matrimoni.

La liturgia si è snocciolata con frasi del tipo:”La sanità non ha colore politico - dobbiamo tutti insieme (cittadini-associazioni-politici) confrontaci per presentare le proposte migliori – quando si tratta di salute si rema tutti dalla stessa parte – non è tutta colpa nostra perché  la gestione precedente ci ha lasciato un situazione disastrosa – quando c’eravamo noi le cose andavano meglio ” e altri concetti  triti e ritriti, buoni per tutte le stagioni. La noiosa litania è stata salmodiata sia da Scalia che da Buschini.

Note di merito vanno ascritte alla Senatrice Spilabotte , già presente all’incontro del 25 agosto, che almeno ha avuto il buon gusto di ascoltare senza dispensarci i soliti buoni propositi, e al Deputato del M5S Luca Frusone,  da tempo affianco del coordinamento, che ha rimarcato come l’impegno e la lotta dei “rappresentati” sia estremamente  incisiva  e meritasse un maggiore impegno da parte dei  “rappresentanti eletti dal popolo “ .

, Fortunatamente la mancata concessione della parola alla manager Mastrobuono ha ravvivato un po’ il grigiore  dei discorsi. Dure sono state  le reprimende da parte di Buschini e Scalia nei confronti del coordinamento. Per il resto si è ottenuto l’impegno da parte dei Parlamentari ad interessare i miniseri competenti (Salute-Finanza) alla grave questione della sanità nella nostra Provincia e la promessa del consigliere Buschini tesa all’ottenimento di un incontro con Zingaretti presidente di regione,   commissario ad acta delle sanità,  e con la relativa cabina di regia. Un confronto con il Coordinamento nel corso del quale  discutere e trovare le soluzioni migliori e condivise  per la tutela della salute nella nostra Provincia.

Tutto giusto se non che, anche leggendo i resoconti della stampa di stamattina, sembra   che   il piano  sia tutto da scrivere e che si vogliano consultare  i cittadini per scriverlo. Non è così. L’atto già esiste è il DCA 247 2014. Ha visto la luce dopo inspiegabili stravolgimenti operati su un precedente documento DCA 428/2013 già pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione Lazio nel 2013, ma annullato per mancanza della firma del sub commissario.  Dunque  si tratta di provare a incidere su un documento già redatto. Un atto che prevede il dissolvimento del servizio sanitario della provincia di Frosinone  diviso fra strutture private varie Asl di Roma e Asl di Latina.

Un' ultima  precisazione su  quanto affermato dal Senatore Scalia secondo il quale durante le giunte regionali precedenti non  sono state organizzate manifestazioni di protesta. Nell’ottobre 2010 a seguito della prima strage  di ospedali operati dalla Polverini,  sindaci e cittadini sono scesi in piazza a Frosinone, dunque quanto affermato dal Senatore non è propriamente vero. Una cosa è certa, oggi il fronte della protesta è molto più coeso e numeroso di allora. E allora coraggio. Tutti alla fiaccolata dell’11 settembre!!

Di seguito il video della manifestazione del 2010 così tanto per la precisione.




Ed ora gli interventi di sabato scorso 6 settembre 2014