venerdì 7 novembre 2014

In un giorno di pioggia

Luciano Granieri


Frosinone 7 novembre 2014, l’allerta meteo è ancora in vigore. Durante la notte la pioggia è caduta copiosa, ma la situazione si è rivelata meno tragica di ciò che si attendeva. Prudenzialmente il sindaco ha deciso di tenere chiuse le scuole. Meglio tenere i  bambini a casa che chiamare l’esercito. C’è da dire però che il fatto di chiudere le scuole può diventare un talismano portafortuna. Anche quando ci fu minaccia di neve, due anni fa,  il sindaco decise di lasciare gli studenti a crogiolarsi  fra le coperte, e la neve puntualmente non cadde.  Frosinone 7 novembre 2014, un altro giorno di pioggia sembra alle spalle. In un giorno di pioggia di qualche anno fa mezza collina di Frosinone franò  portandosi appresso il viadotto Biondi. Oggi dopo l’ennesimo giorno di pioggia il mozzicone di viadotto sta ancora su, sospeso fra le sterpaglie che nascondono scarichi fognari mozzati, e le briciole dell’inutile spritz beton spruzzato per mostrare ai cittadini un efficienza comunale a dir poco effimera e sciupona. Non sappiamo cosa accadrà il prossimo giorno di pioggia,  ma è certo che il sindaco vuole ripristinare la viabilità persa, per il crollo del viadotto, con l’installazione di un ponte dl tipo militare detto ponte Bailey.  Una buona idea se non fosse che non si capisce se la struttura sospesa fra piloni piantati nella melma resisterà fino al prossimo giorno di pioggia.




Che l'Irlanda ci perdoni !!!!!!

Notte Bianca per la Sanità

NOTTE BIANCA PER LA SANITA 
 e SCREENING gratuiti

Alatri,  zona piazzale del mercato, Sabato    8, ore 16 -24
                                                       Domenica  9, ore 10 -19

Con il patrocinio del Comune di:  Alatri, Collepardo, Vico nel Lazio, Fumone, Guarcino, Trivigliano, Torre Cajetani

Coordinamento Sanitario Provinciale,
 Comitato San Benedetto, AVIS e Croce Rossa in collaborazione con i Medici ASL
offrono importanti screening gratuiti:

ECOGRAFIA (Tiroide, Addome superiore) Elettrocardiogramma, Misurazione Pressione sanguigna, controllo glicemia,
Visite Cardiologiche, Otorino etc

Programma SABATO 8 Novembre

h 16,00 Ecografie, visite Cardiologiche, pressione art. e glicemia
h 17,00 Aggiornamento Sanitario del Comitato San Benedetto
h 18,00 Musica e barzellette di Albino                    
h 19,00 Dibattito: la privatizzazione dei servizi pubblici
h 20,00  Sagne e fagioli
h 21,00  Gigino Cialone ed in Nomadi                      
h 22,00 Musicapolis  

Programma DOMENICA 9 Novembre

h 10,00 Infioratori Alatri
h 11,00  Volo di aeromodelli (Pino Salinetti & Co)
h 12,00 Santa Messa
 h 16,00 Legio Alatrensis                                  
h 18,00 Albino e le sue barzellette                   
h 19,00 Chiusura evento


Chi lecca meglio?

Luciano Granieri




Nell’era della comunicazione sessista, lo sciatto tentativo di equiparare   le presunte potenzialità erotiche delle   madonne governative  di destra a  quelle di sinistra   è scontato. Meno scontato sarebbe paragonare le castronerie  dette e fatte dai ministri di destra con quelli di sinistra    (maschi e femmine tutti insieme). Anche in questo caso la parità è assoluta, accertata, e non presunta . Ad esempio: in materia di riforme istituzionali, la Boschi non vale  Bossi?  La stessa Madia -la cui cazzata sul giornalismo innovativo gli si è ritorta contro -non è degna del peggior Brunetta?  Per non parlare dei presidenti del consiglio. Le cazzate che sparava quello di destra sono uguali a quelle che sforna quello di adesso  (sempre di destra).  E il ministro di giustizia di destra non dice le stesse stupidaggini dell’attuale ministro degli interni?  Ah scusate sono la stessa persona. A proposito di gelato, leccava meglio l’Alfano ministro della giustizia, o è più bravo di lingua  l’Alfano ministro degli interni? E’ proprio vero le domande epocali sono cambiate….


IL DECRETO “SPORCA ITALIA” E’ LEGGE CON DUE FIDUCIE PER SUPERARE IL DISSENSO NEL PAESE


Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua
Coordinamento No Triv
A SUD

Convertito in legge a colpi di fiducia il decreto Sblocca Italia.
Un futuro nero per il bel paese

La lotta continua sui territori con cittadini, regioni ed enti locali per evitare la devastazione dei mari italiani e del territorio nazionale

“La conversione in legge del Decreto Sporca Italia potrebbe rivelarsi una vittoria di Pirro per un Governo che solo grazie a due fiducie è riuscito ad imporre un provvedimento dal sapore da primo novecento, arretrato rispetto alle richieste e necessità del paese” è questo il commento della Campagna BLOCCA LO SBLOCCA ITALIA a cui hanno aderito e continuano ad aderire centinaia di comitati, associazioni e movimenti.
 
Diverse regioni hanno già annunciato ricorso alla Corte Costituzionale per gli articoli che nei fatti escludono la partecipazione dei cittadini alle scelte che riguardano il territorio in cui vivono. Lo stesso Renzi ha annullato la visita a Bagnoli, prima “cavia” del provvedimento sulle bonifiche che prevede commissariamenti e “sistema MOSE”, grazie alla mobilitazione che si terrà domattina organizzata dai comitati. E’ un Governo che fa diventare tutto di interesse strategico nazionale perchè non sa o, forse, non vuole spiegare ai cittadini la bontà delle sue ricette.
 
Le lobby del cemento e delle bonifiche, degli inceneritori e del petrolio, assieme ai privatizzatori del servizio idrico integrato non avranno vita facile a far applicare questa legge per i loro profitti. Tantissimi cittadini si stanno mobilitando e continueranno a lottare contro questa attacco finale alla salute, alla qualità dell’ambiente e all’economia diffusa basata su turismo, accoglienza ed enogastronomia.
 
Oltre ai ricorsi di tipo legale ci sono diversi punti della legge su cui i cittadini potranno decidere di intervenire. Tra questi, rispetto alla deriva petrolifera che il Governo vorrebbe imporre a diverse regioni come Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche e Basilicata e ai mari Adriatico, Ionio, e canale di Sicilia, il Piano che dovrà essere redatto dal Ministero dello Sviluppo Economico che dovrà identificare le aree effettivamente strategiche. E’ una norma introdotta nell’art.38 nel passaggio alla camera dopo le prime avvisaglie di mobilitazione, anch’essa fortemente criticabile perché accentra nel MISE ogni decisione. In realtà potrebbe essere un varco che può dare spazio alle lotte perché costringerà il Governo a selezionare caso per caso e mettere nero su bianco i territori su cui vorrà imporre il colore nero petrolio, magari sulle regione dello stesso colore del Governo che si sono già dette contrarie. Nella stesura del Decreto tutto il comparto diventava di interesse strategico e, quindi, non vi era alcun onere di cercare di dimostrare la strategicità effettiva dell’intervento.
 
In ogni caso si tratta di un provvedimento che cerca di scavare oltre il fondo del barile per svendere quello che rimane dell’ormai ex Belpaese.
 
Roma, 6 Novembre 2014.

Voto finale sblocca italia favorevoli e contrari

Ina Camilli

Ecco lo STRALCIO del RESOCONTO del senato del 5.11.14 che approva lo sblocca italia che diventa legge! 
a fondo pagina i favorevoli e i contrari. 


PRESIDENTE. Procediamo dunque alla votazione.
Votazione nominale con appello
PRESIDENTE. Indìco la votazione dell'articolo unico del disegno di legge n. 1651, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, nel testo approvato dalla Camera dei deputati, sull'approvazione del quale il Governo ha posto la questione di fiducia. (Applausi ironici dal Gruppo M5S).
SANTANGELO (M5S). Alzati e vai via! Non lo fare!
PRESIDENTE. Ricordo che ai sensi dell'articolo 94, secondo comma, della Costituzione e ai sensi dell'articolo 161, comma 1, del Regolamento, la votazione sulla fiducia avrà luogo mediante votazione nominale con appello. (Commenti del senatore Puglia).
Ciascun senatore chiamato dal senatore Segretario dovrà esprimere il proprio voto passando innanzi al banco della Presidenza.
I senatori favorevoli alla fiducia risponderanno sì; i senatori contrari risponderanno no; i senatori che intendono astenersi si esprimeranno di conseguenza.
Invito il senatore Segretario a procedere all'appello dei senatori che hanno chiesto di votare per primi e a cui l'ho concesso, come consuetudine. Tali votazioni sono contingentate.
(Il senatore Segretario procede alla chiama del senatore Casini.Vivaci commenti dal Gruppo M5S).
SANTANGELO (M5S). Vergogna!
PRESIDENTE. Senatore Casini, se ha chiesto di votare prima, si accomodi, per cortesia. (Il senatore Puglia si siede sul banco del Governo con le mani alzate sporche di nero. Gli assistenti parlamentari lo allontanano).
(Il senatore Segretario riprende la chiama dei senatori che hanno chiesto di votare per primi).
(Alcuni senatori del Gruppo M5S si posizionano nell'emiciclo e presso i banchi del Governo in modo da non consentire ai senatori l'accesso sotto il banco della Presidenza per l'espressione del voto). Senatore Puglia, la richiamo all'ordine. (Alcuni senatore del Gruppo M5S continuano ad ostacolare le operazioni di voto). Senatore Puglia, la richiamo all'ordine per la seconda volta. (Il senatore Segretario riprende la chiama dei senatori che hanno chiesto di votare per primi). Consentite l'ingresso nella corsia del voto.
Estraggo ora a sorte il nome del senatore dal quale avrà inizio l'appello nominale.
(È estratto a sorte il nome del senatore Manconi).
Colleghi, voi state negando l'esercizio di un diritto costituzionale. Non ci si può riempire la bocca della Costituzione e non rispettarla.(Applausi dal Gruppo PD e del senatore Berger. Alcuni senatori del Gruppo M5S, con le mani alzate e sporche di nero, si siedono nell'emiciclo, nei pressi del banco della Presidenza, continuando a impedire ai senatori l'espressione del voto).
Invito il senatore Segretario a procedere all'appello, iniziando dal senatore Manconi.
SIBILIA, segretario, inizia l'appello chiamando il senatore Manconi.
(Diversi senatori del Gruppo M5S, non ottemperando all'invito della Presidenza, continuano a impedire ai senatori l'accesso sotto il banco della Presidenza per l'espressione del voto).
PRESIDENTE. Colleghi, rivolgo un invito a tutti coloro che stanno impedendo l'esercizio di un diritto regolarmente riconosciuto ai parlamentari di poter votare a favore o contro la fiducia. (Proteste della senatrice Taverna).
CASTALDI (M5S). Questo è fascismo!
PRESIDENTE. Scusate, prima si procede con le buone, poi si passa alle cattive. Procediamo con il voto, lasciate passare chi viene chiamato. (Il senatore Segretario chiama il senatore Mancuso).
Queste cose sono successe durante periodi che di democratico non avevano nulla, ragazzi miei! (Applausi dal Gruppo PD).
(Il senatore Segretario riprende la chiama. Diversi senatori del Gruppo M5S continuano ad ostacolare le operazioni di voto stazionando sotto il banco della Presidenza). Lasciate passare i colleghi. Ovviamente di questi fatti ne riparleremo in Consiglio di Presidenza. Oggi dobbiamo votare. Rimuovete chi ostacola fisicamente il voto. (Vivaci commenti del senatore Gaetti).
Dovete garantire l'ingresso alla corsia del voto. (Il senatore Segretario riprende la chiama).
Colleghi, così non funziona. Consentite l'ingresso. Siccome il giochino è chiaro (sospendiamo la seduta e non facciamo il voto di fiducia), credo che una cosa del genere non sia consentita né tollerabile. (Applausi dal Gruppo PDVivaci commenti del senatore Santangelo che mostra le mani sporche di nero alla Presidenza).
Senatore Santangelo, quanto alle mani, ciascuno si guardi le proprie. È inutile guardare le altre. (Commenti del senatore Santangelo). I senatori Questori devono consentire, con gli assistenti parlamentari, l'ingresso alla corsia del voto. (Reiterati commenti del senatore Gaetti). I questori sono tre. Dov'è il terzo? (Il senatore Segretario riprende la chiama).
Fate passare il senatore Margiotta. (Vivaci commenti del senatore Gaetti). Volete far alzare quanti si sono seduti per terra?
PETROCELLI (M5S). Margiotta, non votare! Lascia stare! Lascia perdere! (Il senatore Margiotta non riesce ad esprimere il proprio voto).
GIOVANARDI (NCD). Presidente! Ma il Presidente del Senato dov'è? (Commenti del senatore Petrocelli).
PRESIDENTE. Colleghi, non ho intenzione di consentire che alcuno possa subire un condizionamento fisico prima dell'espressione del voto di fiducia! (Applausi dai Gruppi PD e NCD).
Sospendo la seduta fino alle ore 20,30, dopodiché chi intende assumere un atteggiamento antidemocratico ne subirà le conseguenze e vi garantisco che chi l'ha fatto fino adesso sarà ricordato nel prossimo Consiglio di Presidenza. (Commenti del senatore Gaetti).
(La seduta, sospesa alle ore 20,18, è ripresa alle ore 20,31).
La seduta è ripresa.
Rivolgo l'ennesimo appello, perché credo che la manifestazione sia stata eccessiva. Vi richiamo al fatto che questo è un organo costituzionale: impedire l'esercizio di un organo costituzionale, oltre ad essere contro il Regolamento, è anche contro il codice penale.(Applausi dal Gruppo PD. Commenti del senatore Airola).
Procediamo alla chiama. Diversamente mi costringerete a votare in una maniera differente, per cui procediamo comunque. (Applausi dal Gruppo PD).
AIROLA (M5S). Sceglietela voi!
PRESIDENTE. Riprendiamo la chiama. (Il senatore Segretario riprende la chiama, a partire dal senatore Margiotta. Diversi senatori del Gruppo M5S ostruiscono il passaggio sotto il banco della Presidenza).
Per cortesia, fate passare i senatori che devono votare. I senatori Questori consentano il passaggio. (Diversi senatori del Gruppo M5S, con le mani alzate macchiate d'inchiostro, si dispongono ai lati dell'accesso allo spazio sottostante il banco della Presidenza).
Benissimo. Riescono a passare o no? Così non è possibile. (Il passaggio dei senatori chiamati al voto continua ad essere parzialmente ostacolato da alcuni senatori del Gruppo M5S).
VOCI DAL GRUPPO M5S. Vergogna! Vergognatevi!
PRESIDENTE. Sospenda la chiama, senatore Segretario. (Il senatore Segretario sospende la chiama).
Colleghi, siccome questo metodo di voto è stato introdotto in via sperimentale, questa sera ciascuno risponderà dal proprio posto.(Applausi dai Gruppi PD, NCD, PI e SCpI). Non c'è bisogno dell'applauso. Ciascuno, quindi, raggiunga il proprio posto e dichiari il sì, il no o l'astensione da lì. (Molti senatori tornano al proprio posto. Commenti del senatore Santangelo).
Senatore Santangelo, io devo fare il mio lavoro.
AIROLA (M5S). Il corridoio c'è, possono passare!
PRESIDENTE. Proceda, senatore Segretario. (Il senatore Segretario riprende la chiama, a partire dal senatore Martelli. Alcuni senatori esprimono il voto dal proprio posto, mentre altri continuano a transitare sotto il banco della Presidenza.
Applausi ironici dal Gruppo M5S all'indirizzo dei senatori Mineo, Mirabelli, Mucchetti e Pezzopane quando votano.
Nel momento in cui il senatore Segretario chiama al voto il senatore Scibona, quest'ultimo risponde: «NO TAV!». Applausi dal Gruppo M5S.
Applausi dal Gruppo PD all'indirizzo del senatore Zavoliquando vota).
C'è abbastanza confusione perché non venga coinvolto anche il loggione. La volete piantare, per cortesia?
(Al momento della votazione del senatore Astorre, la senatrice Taverna imita i versi di una pecora).
Senatrice Taverna, per cortesia. È l'ultima volta, adesso basta.
(Commenti della senatrice Moronese all'indirizzo del senatore Campanella).
VERDUCCI (PD). Queste sono intimidazioni!
PRESIDENTE. Chi vuole può rispondere dal posto. Dopo di che leggeremo gli articoli del codici penale che riguardano questi atti.
(Il senatore Segretario chiama il senatore Cuomo).
MORONESE (M5S). Bravo, Cuomo! Ma che l'hai fatta a fare l'interrogazione per la terra dei fuochi? Ma per piacere! Gli inceneritori a Napoli, vaglielo a dire tu!
CUOMO (PD). Glielo dirò.
MARTELLI (M5S). Un bell'inceneritore a Salerno!
MORONESE (M5S). Ti stai sottraendo al tuo dovere nei confronti dei cittadini campani! (Applausi ironici del senatore Airola.
Il senatore Segretario chiama il senatore Gaetti).
GAETTI (M5S). Non mi avete dato gli schemi di convenzione; sono dieci ore che li ho chiesti. Fate schifo! (Applausi dal Gruppo M5S).
(Il senatore Segretario chiama il senatore Girotto).
GIROTTO (M5S). Scusate, ma sono impegnato a comprare azioni della British Petroleum. (Applausi dal Gruppo M5SIl senatore Segretario chiama la senatrice Lezzi, la quale si rivolge ai senatori del PD).
LEZZI (M5S). Voi siete pazzi, siete schizofrenici! (Repliche dal Gruppo PD. Richiami del Presidente.
Il senatore Segretario chiama all'appello la senatrice Blundo, che è seduta sui banchi del Governo).
BLUNDO (M5S). A questo scempio no! (La senatrice Blundo espone il cartello con la scritta: «Stop alle trivellazioni»).
PRESIDENTE. Si è conclusa la seconda chiama.
Chiedo se vi sono ancora dei colleghi che intendono votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Rispondono sì i senatori:
Aiello, Albano, Albertini, Amati, Angioni, Astorre, Augello, Azzollini
Berger, Bertuzzi, Bianco, Bianconi, Bonaiuti, Borioli, Broglia, Bubbico, Buemi
Caleo, Cantini, Capacchione, Cardinali, Caridi, Casini, Cassano, Cattaneo, Chiavaroli, Chiti, Cirinnà, Cociancich, Collina, Colucci, Conte, Corsini, Cucca, Cuomo
D'Adda, Dalla Tor, Dalla Zuanna, Davico, De Biasi, De Poli, Del Barba, Della Vedova, Di Biagio, Di Giacomo, Di Giorgi, D'Onghia
Esposito Stefano
Fabbri, Fasiolo, Fattorini, Favero, Fedeli, Ferrara Elena, Filippi, Filippin, Finocchiaro, Fissore, Formigoni, Fornaro, Fravezzi
Gatti, Giacobbe, Giannini, Ginetti, Giovanardi, Gotor, Granaiola, Gualdani, Guerra, Guerrieri Paleotti
Ichino, Idem
Lai, Langella, Laniece, Lanzillotta, Latorre, Lepri, Lo Giudice, Lo Moro, Longo Fausto Guilherme, Lucherini, Lumia
Manassero, Manconi, Mancuso, Maran, Margiotta, Marinello, Marino Mauro Maria, Martini, Mattesini, Maturani, Mauro Mario Walter, Micheloni, Migliavacca, Mineo, Minniti, Mirabelli, Morgoni, Moscardelli, Mucchetti
Naccarato, Nencini
Olivero, Orrù
Padua, Pagano, Pagliari, Panizza, Parente, Pegorer, Pezzopane, Pignedoli, Pinotti, Pizzetti, Puglisi
Quagliariello
Ranucci, Ricchiuti, Romano, Rossi Gianluca, Rossi Luciano, Rossi Maurizio Giuseppe, Russo, Ruta
Sacconi, Saggese, Sangalli, Santini, Scalia, Schifani, Silvestro, Sollo, Sonego, Spilabotte, Sposetti, Susta
Tocci, Tomaselli, Tonini, Torrisi, Tronti, Turano
Vaccari, Valdinosi, Valentini, Vattuone, Verducci, Vicari, Viceconte
Zanda, Zanoni, Zavoli, Zeller, Zin.
Rispondono no i senatori:
Airola, Alicata, Amidei, Amoruso, Aracri, Arrigoni
Barani, Barozzino, Bellot, Bernini, Bertacco, Bignami, Blundo, Bocchino, Bonfrisco, Bottici, Bruni, Bruno, Buccarella, Bulgarelli
Caliendo, Campanella, Candiani, Cappelletti, Carraro, Casaletto, Castaldi, Catalfo, Ceroni, Cervellini, Ciampolillo, Cioffi, Consiglio, Conti, Cotti, Crimi
D'Alì, D'Ambrosio Lettieri, D'Anna, De Cristofaro, De Petris, De Pin, De Siano, Di Maggio, Divina
Endrizzi
Fattori, Fazzone, Floris, Fucksia
Gaetti, Galimberti, Gasparri, Ghedini Niccolò, Giarrusso, Gibiino, Girotto
Iurlaro
Lezzi, Liuzzi, Longo Eva
Malan, Mandelli, Mangili, Marin, Martelli, Marton, Mauro Giovanni, Messina, Milo, Minzolini, Molinari, Montevecchi, Moronese, Morra, Munerato, Mussini
Nugnes
Paglini, Pagnoncelli, Palma, Pelino, Perrone, Petraglia, Petrocelli, Piccinelli, Piccoli, Puglia
Razzi, Repetti, Rizzotti, Romani Paolo, Rossi Mariarosaria
Santangelo, Sciascia, Scibona, Scoma, Serafini, Serra, Sibilia, Simeoni, Stefani, Stefano
Tarquinio, Taverna
Uras
Vacciano, Volpi
Zizza, Zuffada.
Invito i senatori Segretari a procedere al computo dei voti.
(I senatori Segretari procedono al computo dei voti).
Ricordo, soprattutto a me stesso, l'articolo 289 del codice penale: «Attentato contro organi costituzionali e contro le Assemblee regionali. - È punito con la reclusione non inferiore a dieci anni, qualora non si tratti di un più grave delitto, chiunque commette un fatto diretto a impedire, in tutto o in parte, anche temporaneamente (...) 2) alle Assemblee legislative o ad una di queste, o alla Corte costituzionale (...), l'esercizio delle loro funzioni». (Commenti dal Gruppo M5S).
Richiamo, per i provvedimenti che verranno deferiti al Consiglio di Presidenza, i senatori Santangelo, Puglia, Taverna, Airola, Catalfo, Bulgarelli, Fattori, Castaldi, Moronese e Paglini.
CASTALDI (M5S). Sono orgoglioso di stare in quella lista! (Commenti dal Gruppo M5S).
Ci legge anche l'articolo che mette in galera i mazzettari?
Vanno a manifestare. (Vivaci commenti del senatore Santangelo).
PRESIDENTE. Senatore Santangelo, i codici non basta richiamarli. Bisogna anche leggerli e rispettarli. (Applausi dal Gruppo PD. Applausi ironici dal Gruppo M5S). Inoltre non si preoccupi, perché il nostro lavoro lo concludiamo.
CRIMI (M5S). Come i Regolamenti. (Commenti dei senatori Gaetti e Catalfo).
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione nominale con appello dell'articolo unico del disegno di legge n. 1651, di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 12 settembre 2014, n. 133, nel testo approvato dalla Camera dei deputati, sull'approvazione del quale il Governo ha posto la questione di fiducia:
Senatori presenti
268
Senatori votanti
267
Maggioranza
134
Favorevoli
157
Contrari
110
Il Senato approva. (Applausi dal Gruppo PD. Applausi ironici dal Gruppo M5S).
Risultano pertanto preclusi la proposta di non passare all'esame degli articoli e tutti gli emendamenti e gli ordini del giorno riferiti al testo del decreto-legge n. 133.
CIOFFI (M5S). Domando di parlare.
PRESIDENTE. Senatore Cioffi, per che cosa? Sia veramente breve, vista l'ora.
CIOFFI (M5S). Signor Presidente, mi perdoni, vorrei dire una sola cosa. Ho giocato a rugby e quando si gioca a rugby la squadra è tutto, perché ognuno non può agire se non insieme agli altri. Lei ha fatto nove nomi di senatori del nostro Gruppo e vorrei che aggiungesse all'elenco non solo il mio ma anche quello degli altri. Personalmente mi autodenuncio e voglio che il mio nome sia insieme a quello dei miei compagni e credo lo vogliano tutti i componendi del Gruppo.
La prego quindi di inserire i nomi di tutti i componenti del Gruppo Movimento 5 Stelle nell'elenco dei nomi dei quali si discuterà in Ufficio di Presidenza. (Applausi dal Gruppo M5S).
PRESIDENTE. La ringrazio, senatore Cioffi, ma il Presidente non ha ravvisato comportamenti tali da considerarla nell'elenco.

mercoledì 5 novembre 2014

Autorizzazioni ambientali: ad Anagni, Marangoni spa fa da sé.

Rete per la Tutela della Valle del Sacco

Il sequestro, ora convalidato dal GIP, dell’impianto di scarico delle acque reflue di prima pioggia ed industriali dell’inceneritore di pneumatici fuori uso Marangoni spa di Anagni, utilizzato in assenza di autorizzazione, a seguito di indagini operate dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo Forestale dello Stato congiuntamente al Nucleo di Polizia Ambientale della Polizia Provinciale, rappresenta l’ennesima conferma della delicatezza della situazione ambientale, passata e presente, dell’area che circonda lo stabilimento della Marangoni spa ad Anagni, situazione che permane a nostro avviso di estrema gravità, nonostante il notevole e meritorio impegno pregresso delle forze dell’ordine preposte alla tutela dell’ambiente e la serietà di alcuni amministratori comunali e provinciali.

Condividiamo alcune delle considerazioni avanzate qualche giorno fa dal Presidente della Provincia: autorizzazioni come quella in oggetto «servono non solo a garantire l’idoneità e la conformità dell’impianto di trattamento degli scarichi industriali, ma anche a tutelare l’ecosistema circostante, dunque la salute dei cittadini». E ancora: «Quanto all’intervento degli agenti della Polizia provinciale, la cui meritoria attività di difesa e controllo dell’ambiente e del territorio va evidenziata, sottolineata ed elogiata, senza entrare nel merito dell’indagine in corso, hanno agito nel pieno rispetto delle competenze e delle procedure da adottare stabilite e tassativamente indicate dalla legge». Tale riconoscimento va esteso al Corpo Forestale dello Stato impegnato nell’indagine. Va sottolineato che il passo citato è stato espunto, da un quotidiano nazionale e provinciale, nel riportare la notizia.

L’autodifesa del dirigente della Marangoni spa responsabile dell’impianto di Anagni, pubblicata con ampio spazio sulla stampa alcuni giorni fa, in alcuni casi con l’aura della verità oggettiva, ha a nostro avviso dell’incredibile, e in questo invece il Presidente della Provincia ci è sembrato troppo indulgente. In pratica, il dirigente dell’azienda afferma: visto che la Provincia tardava ad autorizzarci, ci siamo autorizzati da soli. Sembra non sfiorare il dirigente il sospetto che, posto che lo scarico delle acque reflue era ancora privo di autorizzazione definitiva da parte del competente Settore della Provincia, nonché da parte dell’ASTRAL, nulla autorizzava la Marangoni spa a utilizzarlo per le proprie necessità aziendali.

Non è inoltre del tutto chiaro perché l’allaccio dell’impianto di scarico al collettore di via Riserva Primo Tronco sia stato inizialmente concesso dal Comune di Anagni, che forse è stato piuttosto superficiale nel rilascio dell’autorizzazione. Quello che è certo, è che dopo un nostro esposto relativo ad allagamenti prodotti con ogni probabilità dallo scarico del collettore in questione sulla SS Casilina e alla richiesta se tale scarico fosse provvisto delle dovute autorizzazioni provinciali e comunali, il nulla osta propedeutico ai lavori, ormai già eseguiti, è stato opportunamente e celermente revocato dall’ente, qualche giorno fa.

È intollerabile che la Marangoni spa nei propri comunicati stampa di fatto adotti la linea comunicativa del vittimismo, proclamandosi oggetto di particolari attenzioni rispetto ad altre fabbriche del territorio (e quali, vorremmo sapere, di grazia? Siamo pronti ad occuparcene, se non sono tra quelle che teniamo d’occhio), nonché una sorta di benefattrice dell’umanità per i posti di lavoro offerti al territorio. Rispettiamo ed esprimiamo solidarietà ai 16 lavoratori che ancora operano nell’inceneritore, augurando loro, tra l’altro, che le norme di sicurezza aziendale e soprattutto di tutela della salute che li riguardano siano pienamente rispettate. 16 lavoratori grazie ai quali la Marangoni spa ha ancora facoltà di agitare lo spettro del ricatto occupazionale. Peccato però che per altre centinaia di lavoratori prima occupate presso l’impianto produttivo di pneumatici, come intuibile, il destino della presenza della Marangoni nel territorio comunale si stia ormai consumando. Resta solo l’inceneritore di pneumatici. Grazie agli incentivi statali destinati a fonti energetiche, incredibilmente incluse nel novero delle rinnovabili come la termovalorizzazione, attuale fonte di lucro per un’azienda che non sembra aver mai dimostrato veramente rispetto per la salute delle migliaia di abitanti che gravitano intorno al suo sito produttivo. Ricordiamo solo che dal 2009, dopo la fuga di enormi quantità di particolato carbonioso (carbon black) dall’impianto produttivo di pneumatici, è in vigore un’ordinanza comunale che vieta produzione e consumo di prodotti agricoli e razzolamento di animali da cortile nel raggio di 500 metri dall’impianto Marangoni, in seguito al rinvenimento di quantità molto elevate di PCB e diossine in campioni biologici e alimentari. Chi abita in località Quattro Strade e Osteria della Fontana ben ricorda nubi levatesi in più occasioni dai camini dell’azienda, ora solo quello dell’inceneritore, senza entrare nei dettagli di gravi irregolarità riscontrate anche nell’ultimo biennio per cui l’iter istruttorio non è del tutto concluso, e di tante altre cose che si potrebbero aggiungere.    

Peraltro non è superfluo ricordare che l’inceneritore di pneumatici opera ancora con autorizzazione all’esercizio rilasciata dal Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale nel Territorio della Regione Lazio nel 2006, per un periodo decennale, a titolo di rinnovo dell’autorizzazione iniziale (2001). Sarebbe opportuno che la Regione Lazio includesse l’inceneritore tra gli impianti da sottoporre ad Autorizzazione Integrata Ambientale, riducendo nel caso specifico i limiti per le emissioni in atmosfera, considerata la già marcata compromissione della qualità dell’aria in area vasta.

Crediamo che la Marangoni, nel 2014, dovrebbe aver chiaro qual è il bilancio per il territorio tra l’apporto occupazionale di qualche posto di lavoro e la presenza di una potenziale fonte inquinante di prima grandezza come un inceneritore di pneumatici, che non può non produrre peraltro un notevole danno economico in termini di immagine del territorio e di mercato immobiliare locale. Bilancio che è diventato ulteriormente insostenibile considerando il reiterato mancato rispetto della legge, che la Marangoni deve imputare a se stessa, non certo agli enti amministrativi e alle forze dell’ordine.


martedì 4 novembre 2014

Movimento di lotta e salvaguardia della salute.

Luciano Granieri


In attesa che l’atto aziendale  della Asl di Frosinone si mostri in tutte le sue nefandezze se,  come sembra ormai certo, si fonderà sui contenuti presenti nella bozza di piano strategico, il coordinamento per la sanità di Frosinone, va avanti nella sua battaglia di obbedienza civile.  L’azione del coordinamento, e delle associazioni che lo compongono, è realmente qualificabile come lotta di obbedienza civile. Infatti uno dei primi obbiettivi è indurre la Asl di Frosinone e la Regione Lazio a rispettare la legge sulla dotazione dei posti letto.  Non è indice di civiltà e affidabilità giuridica porre come obbiettivo di un qualsivoglia documento amministrativo, relativo ad un servizio pubblico primario, l’approssimazione ad uno standard di legge anziché il pieno raggiungimento dello stesso.  

Come più volte sottolineato, l’efficacia  della strategia viaggia su due binari paralleli. Quello delle azioni legali tese a denunciare le eventuali  inadempienze degli enti,  e quello della manifestazioni pubbliche nella piazze.   Nel primo caso il coordinamento, ha diffidato la Asl  a redigere un documento  che non rispetti le prescrizioni di legge. Quindi ha presentato un’istanza di partecipazione al procedimento di redazione dell’atto aziendale  come sancito dalla legge 241/90. 

Inoltre, qualora l’atto, come sembra certo, determinasse il totale depotenziamento delle strutture sanitarie verrà presentato un esposto all’Organizzazione Mondiale della Sanità, per il mancato rispetto delle norme  di tutela della salute sancite nell’accordo  Health 2020. Un programma, adottato dai 53 Stati membri del Comitato Regionale dell’OMS per l’Europa nel settembre 2012. In esso è previsto  il rafforzamento dei sistemi sanitari e la salvaguardia della salute pubblica in  siti pesantemente inquinati, come la nostra provincia. Giova ricordare che il mancato rispetto dei programmi stipulati all’interno dell’OMS, prevede il taglio dei fondi che tale organismo eroga ai sistemi sanitari nazionali, si tratta di una montagna di soldo. 

Infine sono stati richiamati i primi cittadini  della Provincia, all’esercizio del loro potere di valutazione dell’atto  aziendale che verrà presentato nella conferenza dei sindaci per la sanità all'inizio della prossima settimana. Non opporsi ad un programma sanitario che mette a repentaglio la vita dei propri amministrati, potrebbe comportare, in caso  di deprecabili esiti nefasti per eventuali malattie non sufficientemente trattate, la corresponsabilità nell’evento luttuoso dello stesso sindaco,  con prevedibili conseguenze anche giudiziarie. 

Come detto ad affiancare l’azione di rispetto della legalità c’è tutta una serie di iniziative pubbliche di sensibilizzazione della cittadinanza. La prima di queste si svolgerà ad Alatri sabato 8 e domenica 9 novembre: La  notte bianca della sanità. Nel corso delle due giornate, dalle 16,00 alle 24,00 del sabato, e dalle 10,00 alle 19,00 della domenica, il coordinamento provinciale della sanità in collaborazione con i medici della Asl e il Comune di Alatri. offrirà screening gratuiti: ECOGRAFIA (Tiroide, Addome superiore) Elettrocardiogramma, Misurazione Pressione sanguigna, controllo glicemia,  Visite Cardiologiche, Otorino etc. Il tutto allietato da momenti conviviali e di intrattenimento. 

Tali  iniziative sono state illustrate ai cittadini, e ad alcuni sindaci presenti,  nel corso di un incontro, tenutosi lunedì scorso 3 novembre presso il salone del palazzo della Provincia, dal titolo “A.A.A. sanità cercasi in provincia di Frosinone. Non è dato sapere se questa imponente azione del coordinamento sortirà qualche successo nella difficile prospettiva di difendere la sanità pubblica provinciale, ma è certo che attualmente a difesa dei cittadini sono rimasti i cittadini stessi. 

E’ solo grazie all’azione dei movimenti se si sono impediti scempi come la  folle costruzione di un aeroporto in una zona dall’ambiente fortemente compromesso come la Valle del Sacco, se nel Capoluogo  si è fermato il progetto di costruire un palazzone su un’area di interesse archeologico, se si è fatto le veci dei sindaci nell’impedire ad Acea di spolpare ulteriormente i cittadini attraverso l’inserimento nella bolletta  dell’acqua di importi non dovuti, relativi ad un presunto recupero di perdite  economiche determinate da una tariffa giudicata troppo bassa dal gestore. La politica ormai la facciamo noi. 

Infine mi permetto una nota personale. Nel corso dell’incontro il presidente dell’ordine dei medici di Frosinone il Dott. Fabrizio Cristofari, mi ha attaccato personalmente accusandomi di aver detto sciocchezze sulla vicenda del paziente ricoverato presso l’ospedale di Frosinone per una crisi respiratoria e deceduto in attesa di ricevere a mezzo fax l’autorizzazione ad essere ricoverato  presso il reparto di pneumologia di Cassino. L’ospedale di Frosinone infatti è sprovvisto del suddetto reparto. La notizia, non è immondizia da blog come sostiene Cristofari , ma è uscita su tutti i GIORNALI locali. L’evento è stato riportato dal consigliere regionale Francesco Storace, il quale ha chiesto al presidente della Regione Zingaretti di far luce sulla vicenda. Ammetto che qualche dubbio sull’attendibilità dell’ex presidente fascista  della Regione Lazio è plausibile, ma è un fatto che la Asl ha avviato un’indagine interna per fare luce sull'accaduto,  ed è un fatto conclamato che a Frosinone, città sommersa dal PM10 non è possibile curare un malato affetto da patologie respiratorie. Bisogna sperare di campare abbastanza per arrivare a Cassino.






lunedì 3 novembre 2014

Francesco Bruni un combattente da ricordare

Angelino Loffredi. fonte http://www.unoetre.it/


Suscita commozione visitare il Museo storico della Liberazione in via Tasso a Roma perché situato nei locali che durante l'occupazione tedesca ospitavano la sede della polizia di sicurezza tedesca comandata da Kappler. Luogo triste con celle anguste, finestre murate e spioncini alle porte, dove si veniva portati, interrogati e torturati.
Al 3° piano, nella cella n°3 mi sono imbattuto in una foto e cenni biografici di Francesco Bruni, che riporto integralmente.
" Nato a Ceccano il 31 ottobre 1925. Di professione tecnico radioamatore. Dal 9 settembre si aggrega come gregario dell'UNPA, rastrellato fu inviato a Vicenza. Liberato dai partigiani di quella città partecipò ad azioni di disturbo nella zona di Arzignano. Ritornò a Roma e continuò la lotta clandestina fra Roma e Frosinone sostenuto dalla madre Regina. Anche essa partigiana e comandante di squadra della 1° zona di Giustizia e Libertà. In seguito a delazione le SS vennero informate che
Francesco Bruni aveva partecipato a numerose azioni di sabotaggio contro autocarri tedeschi a via del Tritone, via Nomentano, via Regina Elena, via Crispi. E' proprio in questa strada che il 25 gennaio, mentre usciva da un locale pubblico, il giovane veniva ferito gravemente da colpi di pistola sparategli a bruciapelo da un ufficiale tedesco che lo aveva pedinato. Trasportato all'Ospedale S. Giacomo venne isolato e piantonato dalle SS. Sottoposto a continui interrogatori e minacce non volle mai rivelare il nome dei suoi compagni di lotta. Non poté essere trasferito per la gravità delle sue ferite. Il suo martirio termina l'8 maggio 1944 ".
( La foto è tratta dalla copertina del libro "Il partigiano Montezemolo" di Mario Avagliano)
Sempre nello stesso Museo a fianco di tale scritto, in una teca, sono esposte la sciarpa e la camicia indossate al momento della cattura dove si evidenziano chiaramente due fori procurati dalla pistola che lo ferì.
Dalla descrizione viene fuori una persona coraggiosa, intrepida, un audace combattente. Non esistono, o almeno non sono riuscito a trovare ulteriori notizie che possano tratteggiare meglio la figura di questo diciottenne. Nei libri riguardanti la Resistenza a Roma non ho trovato riscontri riconducibili a Francesco Bruni e nemmeno all'attività della madre Regina. Il libro di Aldo Pavia "Resistenza a Roma" pur riportante la cronaca giornaliera dei luoghi, delle azioni, dell'attività resistenziale e delle persone coinvolte, non indica atti di sabotaggio contro autocarri tedeschi in via del Tritone, Via Nomentana, Via Crispi da ottobre a gennaio, periodo in cui Bruni avrebbe compiuto gli atti di sabotaggio sopra riportati.

Nella Cappella funeraria della famiglia Bruni, sita a Ceccano, realizzata molti anni dopo la guerra sulla sua lapide si accenna a sofferenze ma non a ipotizzabili torture subite, ne tantomeno alla partecipazione alla Resistenza.Anche nella lapide della madre Regina, manca ogni riferimento alla Resistenza e il titolo di Cav. Uff, non è accompagnato da motivazioni.
Ceccano è un paese dove ininterrottamente dal 1969 si ricorda il 25 Aprile. In tutti questi anni pur avendo incontrato tanti partigiani il nome di Francesco Bruni non è mai venuto fuori. Nessuno ha mai suggerito di ricordarlo.
Accanto a questi aspetti voglio aggiungerne altri. Nel sito italy.indymedia.org, ( 2005) nello spazio riservato ai caduti di Roma e dintorni nei 9 mesi di occupazione tedesca ho trovato questa informazione su Francesco Bruni:
"Il 25 gennaio 1944 alle ore 15, 30 circa esce dal dancing Florida ed un tedesco gli spara un colpo a bruciapelo. Una donna di facili costumi rivela al tedesco che il giovane ha partecipato ad azioni di sabotaggio contro autocarri tedeschi in Via Nomentana, Via Regina Elena, Via del Tritone e Via Francesco Crispi. Proprio su quella strada fu gravemente ferito, trasportato all'Ospedale S. Spirito verrà piantonato e sottoposto ad estenuanti interrogatori. Il suo lungo martirio cesserà l'8 maggio 1944".
Ho trovato invece molto interessante e veritiera la testimonianza di Loreto Terenzi, coetaneo, vicino di casa e amico del Bruni. Abitavano a Ceccano,in via San Pietro. Il padre di Francesco, Giuseppe, faceva il calzolaio ma con la moglie Regina (1901-1959) decisero di traferirsi a Roma. Francesco rimase a Ceccano nella famiglia della nonna materna Elena Giudici( 1875-1941). Interessanti notizie su questa donna ci vengono dal libro " Origini del movimento socialista in Ciociaria" di Antonio Esta e dal periodico " La Difesa del contadino" che collegano il suo nome alla costituzione della Lega delle donne in Ceccano, il 5 maggio 1912, e nella memoria orale ricordata come infaticabile animatrice delle manifestazioni che si tenevano a Ceccano durante il biennio rosso. Secondo i ricordi di Terenzi, Francesco Bruni non partecipava alle manifestazioni del sabato fascista e esprimeva simpatie verso Stalin.
Durante l'autunno del 1943 Francesco Bruni viene a Ceccano, e contatta Terenzi perché sapeva che aveva fatto parte di una delle due formazioni partigiane che durante il mese di ottobre avevano compiuto un'intensa serie di atti di sabotaggio nel territorio. Le due bande, dopo un rastrellamento tedesco il 20 novembre, si dileguarono lungo i Lepini e gli Ausoni. Secondo Loreto Terenzi, Bruni viene a Ceccano per reperire armi e per questo gli cede, per mille lire, il suo fucile, modello 91. Terminato l'incontro Bruni si dirige verso Patrica alla ricerca del generale Simone Simoni ma il martire delle Ardeatine non risulta aver frequentato il suo paese d'origine.
Notizie scarne, frammentarie, incomplete ma Bruni merita di essere conosciuto meglio e più in profondità.
Ceccano 24 ottobre 2012
Ho sentito il dovere di incontrarvi perché in una nota da me fatta circolare nel mese di ottobre, riguardante Francesco Bruni, giovane ceccanese partecipante nella Resistenza romana, avevo fatto qualche considerazione che la ricerca avviata presso l'Archivio Storico comunale mi spinge a precisare, se non a rettificare.
Ricordo che il diciannovenne Francesco Bruni, aveva combattuto nelle formazioni partigiane di Giustizia e Libertà, ferito da un ufficiale tedesco nel gennaio 1944 da due colpi di arma da fuoco, arrestato dai tedeschi, ricoverato in ospedale mori fra atroci sofferenze nel maggio del 1944. Nella stessa nota scrivevo che attorno al Bruni a Ceccano non era stata posta alcuna attenzione, nessuno lo aveva mai ricordato.
La prima persona che me ne aveva parlato era stata Tommaso Bartoli, poi dopo l'ultimo 25 Aprile Bruno Benelli, mio cugino e giornalista televisivo, reduce da una visita al Museo della Liberazione mi sollecitò ad approfondire tale vicenda. Successivamente, l'Architetto Compagnoni in una iniziativa che ricordava Montezemolo,trucidato alle Fosse Ardeatine, anche se non esisteva alcun collegamento fra i due, ne tracciava alcune informazioni. Tutte queste notizie erano senz'altro importanti ma mi sembravano molto frammentarie e incomplete fino a quando nel mese di ottobre con Lucia Fabi sono stato a Roma presso il Museo della Liberazione, a via Tasso, ove abbiamo potuto raccogliere documenti e sistemare meglio il quadro complessivo non solo del giovane Francesco ma anche della madre Regina Bruni, comandante della prima zona romana di Giustizia e Libertà. Sia di Francesco Bruni che della madre Regina ne ho fatto due note che ho fatto circolare in rete e attorno alle quali ho ricevuto tanti commenti. Sui due,comunque . abbiamo intenzione di mantenere aperta la ricerca.
Quale è la novità allora ?
Nel registro dei verbali delle sedute del Consigli Comunali, conservato nell'Archivio Storico comunale ho trovato, che il 16 novembre del 1953 viene approvata la deliberazione 91, nella quale con 18 voti favorevoli e uno contrario si stabilisce che :
Villa Pricipessa di Piemonte verrà chiamata Villa Comunale;
Una traversa di Viale della Libertà verrà chiamata Via Antonio Gramsci
Via Principe Umberto verrà sostituita con via Francesco Bruni.
Ecco dunque la rettifica che debbo fare, il doveroso riconoscimento che bisogna evidenziare: il Consiglio Comunale di Ceccano non fu disattento, né indifferente verso il Bruni, espresse, invece sessanta anni fa un alto attestato di gratitudine al sacrificio del nostro concittadino.
Il Sindaco Bovieri nella stessa seduta precisa che via Francesco Bruni sarà tale solo al raggiungimento dei dieci anni della sua morte, ovvero dopo sei mesi dalla approvazione della delibera. La puntualizzazione da fare, inoltre, riguarda l'inesistenza di provvedimenti sia negativi che positivi da parte del Prefetto, che allora esercitava il controllo sugli atti del comune.
Riepilogando: la Villa è chiamata Villa Comunale, esiste Via Gramsci, rimane invece disattesa la volontà di denominare via Bruni in sostituzione di via Principe Umberto. Ci impegneremo a conoscere i motivi di tale mancata attuazione
Ho informato la Sindaca della volontà disattesa del consiglio Comunale del 1953. Sono fiducioso che l'attuale Amministrazione Comunale possa ristabilire la rotta più coerente da seguire a riguardo.