Dopo il confronto, anche duro, sull’atto aziendale che la Asl di Frosinone ha presentato alla Regione -un
documento redatto dalla manager D.ssa Mastrobuono sotto dettatura del commissario Zingaretti e
di qualche lobby sanitaria privata della Provincia, un dispositivo approvato
dalla maggioranza silenziosa e da una minoranza allineata e coperta di sindaci - come prosegue l’attività del Coordinamento
provinciale della sanità di Frosinone? Questo è stato l’oggetto della conferenza stampa indetta nella
mattinata di ieri presso la Sala consiliare della Provincia.
Alla presenza di
pochi amministratori comunali e del Presidente della Provincia di Frosinone
Antonio Pompeo, sono state illustrate agli organi di stampa le prossime azioni
che il Coordinamento metterà in campo per portare avanti la lotta in difesa
della sanità pubblica della Provincia. E’
evidente che la partita persa sull’atto
aziendale, anche per un’eccessiva fiducia riposta nel senso di responsabilità
dei sindaci, ha segnato una brutta sconfitta per il coordinamento, ma la lotta
continua e deve continuare.
Anche perché tutta l’operazione di disfacimento
messa in atto dalla Regione sta subendo qualche rallentamento dopo lo scandalo
di Mafia Capitale. E’ doveroso ricordare che l’Ente regionale non è coinvolto nelle vicende malavitose di
Buzzi e Carminati, ma resta il fatto che
sia stato bloccato un appalto da un miliardo di euro per la manutenzione dei
macchinari diagnostici di tutte le Asl della Regione. Pare che la gestione
della gara d’appalto, sul global service in questione, fosse nelle mani di
Maurizio Venafro capo di gabinetto del Presidente Nicola Zingaretti. L’obbiettivo
sembra fosse quello di agevolare due aziende, la Cascina e la Manutencoop,società legate a doppio filo con Comunione e Liberazion per
l’aggiudicazione della commessa miliardaria.
Dunque grazie anche a questi impedimenti è
possibile tentare di segnare qualche punto a favore del sistema sanitario
provinciale. Nell’incontro sono emerse alcune palesi incongruenze riportate nel
documento aziendale, la più macroscopica
riguarda l’annosa vicenda del DEA di II livello per il polo Frosinone-Alatri.
Non si capisce come possa raggiungere la
qualifica di DEA di II livello una struttura che, dopo la scure della Regione, non possiede i requisiti neanche per il DEA di I livello.
Un altro gravissimo
problema, riguarda la definizione della centrale unica del 118 che accorpa
insieme Frosinone con Latina, con la direzione centrale ubicata a Latina.
A fronte di questi ulteriori sfregi, il
Coordinamento ha pianificato alcuni eventi. L’11 febbraio a Sora, in occasione
della giornata europea per i diritti del malato, si ripeterà l’esperienza degli screening ed
esami diagnostici gratuiti destinati a tutta la popolazione sulla falsa riga
della notte bianca della salute organizzata ad Alatri qualche mese fa. Inoltre il Coordinamento si autoinviterà in Regione, il 13 gennaio
prossimo, ad un audizione che la D.ssa Mastrobuono terrà per illustrare le mirabilie dell’atto
aziendale.
Le modalità dell’incursione a
Roma verranno definite in un incontro che si terrà sabato 10 gennaio . Pare che
l’intenzione sia di potare quante più persone possibili , con tanto di striscioni, davanti alla Pisana
mentre una delegazione del Coordinamento,
accompagnata, forse, dal neo Presidente della Provincia Antonio Pompeo e da alcuni sindaci, dovrebbe chiedere di
assistere all’audizione.
A tal proposito sorge spontanea una riflessione sull’ennesimo
coinvolgimento delle istituzioni. Il sottoscritto nel corso della conferenza
stampa ha avuto un confronto con Antonio Pompeo, neo eletto Presidente della
Provincia e sindaco di Ferentino. Ho chiesto al sindaco, e non al Presidente
della Provincia, se avesse reso un buon
servizio ai suoi cittadini votando un atto aziendale in cui l’obbiettivo dei
numeri di posti letto da raggiungere era inferiore alla dotazione stabilita per
legge. La risposta è stata “scurdammoce o’ passato” anche perché, ha fatto
capire Pompeo, a qualche sindaco il
piatto di lenticchie promesso dalla Mastrobuono potrebbe aver fatto comodo.
Dunque chi ha avuto ha avuto, chi ha dato ha dato, ora è
il momento di mettere una pietra sopra a ciò che è stato e fare squadra tutti
insieme per difendere il nostro territorio, non solo dallo smembramento della
sanità, ma anche dall’invasione dei rifiuti romani e del dilagare dell’inquinamento.
La risposta non mi ha convinto, ma non sono riuscito ad approfondire il
discorso anche perché lo stesso è stato
sviato un po’ da tutti gli astanti, data
l’urgenza di concordare gli incontri del Coordinamento e chiudere l’assemblea. Sono
d’accordo sul fatto che sia necessario
fare squadra, ma bisogna essere certi che in questa squadra non giochi qualcuno che tiri nella porta sbagliata e
faccia autogol. Per questo suggerirei di non fidarci troppo di presidenti di
Provincia e di certi sindaci, errare è umano ma perseverare è diabolico.
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