Una bella e una brutta notizia. Quella bella: Napolitano si
è dimesso. Quella brutta: Da oggi, fino a quando sarà eletto il nuovo Presidente della Repubblica, ogni giornale,
Tv, e spazio web sarà zeppo di tentativi
che opinionisti, giornalisti e insigni politologi
metteranno in atto per scucire alla
vasta e triste platea di gaglioffi, capobastone, portaborse che frequentano i
palazzi, il nome del successore di Re Giorgio.
La solfa è iniziata
ufficialmente da pochi giorni e già dobbiamo sorbirci le amenità, sul Presidente
arbitro e non giocatore, sulla grande valenza istituzionale della questione. Si
invoca sobrietà di analisi e comportamento perché trattasi della più alta Carica dello
Stato, non bisogna offrire il quadro desolante già andato in scena al momento
dell’investitura bis di Napolitano.
Sotto la stucchevole pomposità delle
posizioni ufficiali si sta consumando la solita indegna gazzarra degli accordi
sottobanco, o sopra il banco di qualche noto ristorante, o ancora negli esclusivi club delle fondazioni.
Gli ex democristiani della margherita, diventati riformisti moderati
anticomunisti, si sono accordati attorno a sontuose libagioni in un ristorante della Capitale. Anche i Bersaniani
moderati si stanno misurando con i Bersaniani
riformisti post Renziani. I Dalemiani ortodossi stanno discutendo dentro le
segrete stanze della fondazione Italiani Europei con i Veltroniani maanchisti
juventini, contrapposti, a loro volta, ai romanisti bocconiani guidati da Padoan. I Civatiani minacciano rotture, esodi, ricostruzioni del
partito armato, ma alla fine si
adegueranno con un garibaldino “Obbedisco”
I Marxisti per Tabacci per ora
restano in attesa. Fitta è la rete dei conciliaboli fra fan del
Patto del Nazareno. La vexata quaestio riguarda lo scambio fra la resa di
Berlusconi su un presidente gradito a Renzi, in cambio del salvacondotto sulla
frode fiscale che potrà essere riconcesso, per la fine di febbraio, grazie alla gelida manina.
Fitta è la rete di
Fitto. Oggi l’ex presidente della Puglia si è sorbito tre
ore al cospetto dell’odiato Capo, il quale sta convincendo i suoi lacchè e le
sue dame che è necessario ingoiare anche un presidente comunista (Comunista?)
pur di ottenere il tanto agognato lavacro penale. Salvini è in piena trans da iperesposizione mediatica. Sta tentando campagne acquisti nella melma
nazifascista di CasaPound per supportare
la nomina di un Presidente fieramente Italiano, se fosse Padano sarebbe meglio
ma anche Siculo andrebbe bene. Grillo c’ha
il server bloccato, oltre che il cervello per cui dalla rete muta non arriva
neanche lo straccio di un nome.
A proposito di nomi, da Prodi a Casini, da
Amato a Benigni fino al comandante Schettino i papabili ormai non si contano più.
E allora anche il sottoscritto si vuole cimentare nel gioco del Presidente che
Vorrei. Il nome non ce l’ho ma mi
piacerebbe che il nuovo Capo dello Stato mettesse in atto il seguente
programma.
Primo: sollecitare il Parlamento a varare una legge elettorale con l’indicazione
delle preferenze e senza premi di maggioranza, così come indicato dalla
Consulta nella sentenza che ha bocciato
come incostituzionale il Porcellum.
Secondo:
sciogliere le Camere proprio per ottemperare a quanto espresso dalla Corte Costituzionale e
dalla successiva deliberazione della Cassazione. Infatti se si invoca il
rigoroso rispetto delle regole istituzionali , sarebbe necessario tradurre in pratica ciò che i due
massimi organi hanno deliberato. E cioè,
che un Parlamento eletto con una legge elettorale incostituzionale deve
esclusivamente occuparsi dell’ordinaria amministrazione, approvare al più
presto una nuova legge e ridare ai cittadini la possibilità di eleggere Camere legittimate da una norma
costituzionalmente valida. Un Parlamento eletto attraverso sistemi elettorali incostituzionali,
non può: riformare la Costituzione, abolire il Senato, licenziare leggi di
bilancio, riformare la giustizia, la scuola, le leggi sul lavoro, e soprattutto
eleggere due volte il Presidente della Repubblica.
Terzo: una volta insediato un nuovo Parlamento, il Presidente della Repubblica dovrebbe a sua volta
dimettersi perché investito da Camere illegittime e ridare la parola ad un
Parlamento legittimato per eleggere un nuovo Presidente anch’egli legittimato.
Esiste
una figura talmente autorevole, retta, rispettosa delle istituzioni e
appassionato nella difesa della Costituzione per mettere in pratica un simile
programma? E soprattutto la sciatta
popolazione piccolo borghese italiana meriterebbe un Presidente simile? Ne
capirebbe la valenza? Ai posteri… etc etc.
Nessun commento:
Posta un commento