Stamattina un denso fumo si è levato nella zona di Ferentino in piena Valle del Sacco.
Una nube così intensa e vasta da coprire
un raggio di 3 km tanto da indurre le autorità
chiudere il tratto di superstrada Ferentino –Sora. La prefettura di
Frosinone, dopo aver consultato gli organi sanitari, ha assicurato
che la nube non sarebbe tossica, ma ha
egualmente esortato gli abitanti di Ferentino a non uscire di casa in via cautelativa. Da dove si è sprigionata la colonna di fumo?
L’incendio che l’ha generata, è stato appiccato all’interno di un
ecomostro di cemento che da decenni ,
allieta con la sua inquietante presenza la già devastata Valle del Sacco. Cemamit, così si chiamava l’azienda che
produceva semi lavorati in cemento e amianto, aperta nel 1975 e chiusa nel
1984 data in cui è diventato un ecomostro devastante. Da questo
inferno di amianto si è sprigionato l’incendio di stamattina. Con i potenti
mezzi di Aut nel lontano 2010, entrammo nella pancia del mostro per documentare
quali salubri strutture popolassero il nostro territorio. Il video mi fu
richiesto da Sky TG 24 che lo trasmise, inviai il documento anche alla sede cittadina di Legambiente, ma la
denuncia di un insignificante blogger è irrisoria. Il solito rompicoglioni.
L’unico provvedimento adottato, fu la chiusura del cancello del sito in modo da
non far entrare altri occhi indiscreti. Nel
2013 sono state le telecamere dell’ Adnkronos a documentare l’ulteriore
degrado della struttura, ma anche quella segnalazione, non sortì alcun effetto degno
di nota. Anzi spesso camion carichi di rifiuti tossici dopo aver forzato il
cancello aggiungono veleno ad altro veleno scaricando nell’area dello
stabilimento dismesso montagne di cancro allo stato puro. Sembrerebbe che
proprio da uno di questi carichi di morte, improvvidamente incendiato dal
criminale di turno con lo scopo di cancellarne le tracce, si sia sprigionato la
densa coltre di fumo che ha infestato tutta la zona di Ferentino. Dal 1984 ad
oggi, Giunte regionali, provinciali, comunali di vario colore si sono alternate
alla guida del territorio. Dibattiti,
promesse, impegni solenni sono stati assunti per la tutela della Valle
del Sacco, piani di bonifica sono stati promossi e progettati. Ma la domanda
sorge spontanea. Se dopo trent’anni, in relazione alla Cemamit, l’unico effetto
che si è ottenuto è stato quello di offrire alle ecomafie un nuovo sito di scarico di rifiuti tossici , anziché accelerare un piano di bonifica avviato, ma ancora in alto mare, quale credibilità potrà avere qualsiasi proposito di
risanamento ambientale avanzato da una classe di amministratori a dir poco inetta? Un suggerimento ai nostri presidenti, consiglieri, assessori, a tutti i livelli. Per
cortesia, prima di discettare sulla tutela del territorio pensate se non sia il
caso di tacere.
Di seguito i video relativi alla Cemamit
Video di Luciano Granieri
Video Adnkronos
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