L’impianto di
compostaggio la cui realizzazione era prevista nel
Comune di Ferentino, in zona industriale, è nocivo. Infatti con determinazione
n. G00011 del 09/01/2015, l’Area “Qualità dell’ambiente e Valutazione Impatto ambientale della Direzione Regionale infrastrutture,
ambiente e politiche abitative”, ha espresso parere negativo sulla valutazione
di impatto ambientale dell’impianto. Di
seguito alcuni elementi di criticità, tratti dal documento che ha determinato
la bocciatura dell’impianto :
- presenza di abitazioni e attività
commerciali ubicati in un raggio di circa 500 metri dal sito di
progetto, contesto territoriale caratterizzato da consistente
insediamento industriale con un
rilevante numero di aziende produttive, anche di gestione di
rifiuti;
- il quadro
ambientale della Valle del Sacco risulta compromesso dal punto di vista
ambientale
tale da impedire la collocazione di ulteriori attività rispetto
a quelle già presenti nel comprensorio;
- per quanto
riguarda la gestione dei reflui, degli scarichi e dei prelievi e consumi delle
acque, il
progetto non tiene conto di quanto determinato dal Piano
Gestione del Bacino Idrografico
dell’Appennino Meridionale, approvato con DPCM del 10 aprile
2013, bacino al quale
appartiene il bacino idrografico del fiume Sacco e dei suoi
affluenti, il quale evidenzia che la
qualità delle acque del bacino del Sacco è di livello “pessimo”;
- il
depuratore consortile che serve l’area dell’A.S.I., nella quale ricade l’area
di progetto, non
risulta in funzione e quindi resta omessa ogni depurazione dei
reflui industriali, pertanto pur
ipotizzando una modesta immissione di reflui dell’attività di
cui al progetto, il contesto
ambientale e lo stato delle matrici è tale da non consentire
ulteriori aggravi ed impatti;
- non è stata
trattata nello studio ambientale l’opzione zero nè una valutazione di
alternative alla localizzazione dell’impianto;
- rilevanza
degli effetti delle emissioni odorigene in relazione all’ubicazione dell’impianto
in
progetto, il quale nonostante venga localizzato in zona
industriale in un raggio di 500 m sono
comunque presenti numerosi insediamenti abitativi e alcune
attività produttive artigianali e
agricole (tale situazione è ritenuta dalla pianificazione
regionale fattore di attenzione
progettuale);
- mancanza di
conformità nei riguardi del Piano regionale dei rifiuti per quanto concerne la
presenza di fattori escludenti in quanto risultano presenti
edifici sensibili, in particolare entro
un raggio di 1 km sono ubicate due scuole, una elementare ed
una materna; all’interno di tale
distanza insiste anche l’intero centro abitato Stazione;
- non è stato
prodotto uno studio previsionale dell’impatto odorigeno che descriva gli
effetti
sullo stato futuro;
- il sito
presenta problemi di esondabilità ed alluvionabilità per la vicinanza del Fosso
Fresine
come risulta evidenziato da documentazione fotografica oggetto
delle alluvioni nel 1993 e 2008
tale da essere considerata “zona soggetta a frequenti
inondazioni” secondo la direttiva europea
alluvioni recepita con D.Lgs.49/2010 e quindi non compatibile
con l’attività di gestione dei
rifiuti;
- effetti
cumulativi con altri impianti esistenti nell’area in particolare Henkel (saponi
e detersivi
liquidi), Patheon e Biomedica Foscama (medicinali), Navarra SpA
(trattamento rifiuti
indiustriali), LEM Italia srl (raccolta, lavorazione e
trasformazione rifiuti speciali organici),
DiErre srl (carpenteria metallica leggera e pesante), Marangoni
SpA (ricostruzione e
lavorazione pneumatici), Effegi SpA (prefabbricati in
calcestruzzo), gruppo Schina (conglomerati bituminosi, estrazione inerti calcarei), EcoMax srl (ritiro e
smaltimento fibrocemento eternit), tutti concentrati nel raggio di circa 1,5 Km;
- per quanto
riguarda gli aspetti paesaggistici l’area presenta una interferenza con la
fascia di
rispetto di 150 m da corsi di acque pubbliche, che risulta uno
dei fattori escludenti individuati
dal Piano Rifiuti Regionale;
- assenza di
una adeguata analisi dei possibili impatti sull’ambiente e sulla salute della
popolazione in correlazione al rilevante volume di rifiuti da trattare e
alla stessa tipologia di trattamento per circa 52.000 t/a di rifiuti, non meglio suddivisi per quantità,
tra rifiuti urbani indifferenziati rifiuti urbani residui (a valle della
raccolta differenziata), frazione organica dei rifiuti solidi urbani (da raccolta differenziata) e rifiuti speciali a matrice
organica derivanti principalmente da attività industriale del comparto agro-alimentare;
- insufficienza della trattazione dell’aspetto relativo al traffico veicolare indotto.
Quanto espresso dal documento, va oltre la semplice bocciatura dell’impianto
di compostaggio la cui costruzione era prevista nella zona industriale di
Ferentino, perché vieta l'installazione di
sistemi simili in tutta la Valle del Sacco. Un territorio in cui il quadro ambientale risulta
talmente compromesso da impedire la collocazione di ulteriori
attività rispetto a quelle già presenti nel comprensorio, non solo, ma la qualità
delle acque del Bacino del Sacco è qualificata “pessima” tale da non
giustificare altre affluenze nocive come gli scarichi di eventuali impianti di
compostaggio. Questa Valutazione di
impatto ambientale negativa costituisce un elemento decisivo nella lotta al
risanamento e alla tutela della Valle del Sacco, perché segna il successo delle
attività di numerose associazioni e cittadini che, con manifestazioni di
protesta e osservazioni critiche al progetto, hanno fatto emergere la follia
dell’idea di costruire un impianto di compostaggio nella Valle e contribuito alla bocciatura della struttura di Ferentino . E’ una vittoria della società civile, di
persone che mai si sono rassegnate e mai si rassegneranno a vedere minacciata
la propria salute da insane idee, avvallate dalla politica, tese all’ottenimento
del massimo profitto a discapito di tutto e di tutti. Questa vicenda è di
incoraggiamento alle altre battaglie che vedono impegnate cittadine e cittadini del
territorio nella difesa del proprio diritto ad una vita dignitosa. Ci riferiamo
alle questioni inerenti alla sanità e all’acqua pubblica. Teniamolo presente,
non sempre, ma spesso la lotta paga.
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