sabato 17 gennaio 2015

Quell'impianto di compostaggio non s'ha da fare

Luciano Granieri


 L’impianto di compostaggio la cui realizzazione era prevista   nel Comune di Ferentino, in zona industriale, è nocivo. Infatti con determinazione n. G00011 del 09/01/2015, l’Area “Qualità dell’ambiente  e Valutazione Impatto ambientale  della Direzione Regionale infrastrutture, ambiente e politiche abitative”, ha espresso parere negativo sulla valutazione di impatto ambientale dell’impianto.  Di seguito alcuni elementi di criticità, tratti dal documento che ha determinato la bocciatura dell’impianto :

 - presenza di abitazioni e attività commerciali ubicati in un raggio di circa 500 metri dal sito di
progetto, contesto territoriale caratterizzato da consistente insediamento industriale con un
rilevante numero di aziende produttive, anche di gestione di rifiuti;

- il quadro ambientale della Valle del Sacco risulta compromesso dal punto di vista ambientale
tale da impedire la collocazione di ulteriori attività rispetto a quelle già presenti nel comprensorio;

- per quanto riguarda la gestione dei reflui, degli scarichi e dei prelievi e consumi delle acque, il
progetto non tiene conto di quanto determinato dal Piano Gestione del Bacino Idrografico
dell’Appennino Meridionale, approvato con DPCM del 10 aprile 2013, bacino al quale
appartiene il bacino idrografico del fiume Sacco e dei suoi affluenti, il quale evidenzia che la
qualità delle acque del bacino del Sacco è di livello “pessimo”;

- il depuratore consortile che serve l’area dell’A.S.I., nella quale ricade l’area di progetto, non
risulta in funzione e quindi resta omessa ogni depurazione dei reflui industriali, pertanto pur
ipotizzando una modesta immissione di reflui dell’attività di cui al progetto, il contesto
ambientale e lo stato delle matrici è tale da non consentire ulteriori aggravi ed impatti;

- non è stata trattata nello studio ambientale l’opzione zero nè una valutazione di alternative alla localizzazione dell’impianto;

- rilevanza degli effetti delle emissioni odorigene in relazione all’ubicazione dell’impianto in
progetto, il quale nonostante venga localizzato in zona industriale in un raggio di 500 m sono
comunque presenti numerosi insediamenti abitativi e alcune attività produttive artigianali e
agricole (tale situazione è ritenuta dalla pianificazione regionale fattore di attenzione
progettuale);

- mancanza di conformità nei riguardi del Piano regionale dei rifiuti per quanto concerne la
presenza di fattori escludenti in quanto risultano presenti edifici sensibili, in particolare entro
un raggio di 1 km sono ubicate due scuole, una elementare ed una materna; all’interno di tale
distanza insiste anche l’intero centro abitato Stazione;

- non è stato prodotto uno studio previsionale dell’impatto odorigeno che descriva gli effetti
sullo stato futuro;

- il sito presenta problemi di esondabilità ed alluvionabilità per la vicinanza del Fosso Fresine
come risulta evidenziato da documentazione fotografica oggetto delle alluvioni nel 1993 e 2008
tale da essere considerata “zona soggetta a frequenti inondazioni” secondo la direttiva europea
alluvioni recepita con D.Lgs.49/2010 e quindi non compatibile con l’attività di gestione dei
rifiuti;

- effetti cumulativi con altri impianti esistenti nell’area in particolare Henkel (saponi e detersivi
liquidi), Patheon e Biomedica Foscama (medicinali), Navarra SpA (trattamento rifiuti
indiustriali), LEM Italia srl (raccolta, lavorazione e trasformazione rifiuti speciali organici),
DiErre srl (carpenteria metallica leggera e pesante), Marangoni SpA (ricostruzione e
lavorazione pneumatici), Effegi SpA (prefabbricati in calcestruzzo), gruppo Schina (conglomerati bituminosi, estrazione inerti calcarei), EcoMax srl (ritiro e smaltimento fibrocemento eternit), tutti concentrati nel raggio di circa 1,5 Km;

- per quanto riguarda gli aspetti paesaggistici l’area presenta una interferenza con la fascia di
rispetto di 150 m da corsi di acque pubbliche, che risulta uno dei fattori escludenti individuati
dal Piano Rifiuti Regionale;

- assenza di una adeguata analisi dei possibili impatti sull’ambiente e sulla salute della popolazione in correlazione al rilevante volume di rifiuti da trattare e alla stessa tipologia di trattamento per circa 52.000 t/a di rifiuti, non meglio suddivisi per quantità, tra rifiuti urbani indifferenziati rifiuti urbani residui (a valle della raccolta differenziata), frazione organica dei rifiuti solidi urbani (da raccolta differenziata) e rifiuti speciali a matrice organica derivanti principalmente da attività industriale del comparto agro-alimentare;

- insufficienza della trattazione dell’aspetto relativo al traffico veicolare indotto.

Quanto espresso dal documento, va oltre la semplice bocciatura dell’impianto di compostaggio la cui costruzione era prevista nella zona industriale di Ferentino, perché vieta  l'installazione di sistemi simili in tutta la Valle del Sacco. Un territorio in cui  il quadro ambientale risulta talmente  compromesso    da impedire la collocazione di ulteriori attività rispetto a quelle già presenti nel comprensorio,  non solo, ma  la qualità delle acque del Bacino del Sacco è qualificata “pessima” tale da non giustificare altre affluenze nocive come gli scarichi di eventuali impianti di compostaggio.  Questa Valutazione di impatto ambientale negativa costituisce un elemento decisivo nella lotta al risanamento e alla tutela della Valle del Sacco, perché segna il successo delle attività di numerose associazioni e cittadini che, con manifestazioni di protesta  e osservazioni critiche  al progetto, hanno fatto emergere la follia dell’idea di costruire un impianto di compostaggio nella Valle e contribuito alla bocciatura della struttura di Ferentino .  E’ una vittoria della società civile, di persone che mai si sono rassegnate e mai si rassegneranno a vedere minacciata la propria salute da insane idee, avvallate dalla politica,  tese all’ottenimento del massimo profitto a discapito di tutto e di tutti. Questa vicenda è di incoraggiamento alle altre battaglie   che vedono impegnate cittadine e cittadini del territorio nella difesa del proprio diritto ad una vita dignitosa. Ci riferiamo alle questioni inerenti alla sanità e all’acqua pubblica. Teniamolo presente, non sempre, ma spesso la lotta paga.



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