Ha vinto Syriza evviva
Syriza.
Speranza e preoccupazione, in un
alternarsi di stati d’animo, percorrono le nazioni di tutta Europa. Non è sulle
conseguenze inerenti alla politica europea del voto greco che vorrei
soffermarmi- anche Tsipras, pur
partendo da basi diverse, tratterà con
il capitale anzichè combatterlo- ma su una parte del disegno che adornava la
quinta del palco da cui il leader greco ha tenuto il suo comizio finale. Nel
caleidoscopio di figure disegnate sul pannello
spiccavano due mani. Una che indicava il
segno della vittoria e l’altra chiusa nel pugno comunista. Vittoria e pugno
chiuso, un accostamento iconografico ormai
perso nella notte dei tempi, ma che ieri
è si è riproposto in tutta la sua potente realtà.
Il successo di quell’accostamento ha
richiamato in Grecia il gotha europeo dei movimenti della sinistra più o meno
radicale. Fra questi una carovana proveniente dall’Italia sotto le insegne
della “brigata Kalimera”. Un gruppo composito formato da attivisti, sindacalisti, da quadri politici delle Rifondazioni Comuniste, delle Rivoluzioni Civili che furono, da
esponenti della lista un’altra Europa con Tsipras, a cui si sarebbe aggiunto Nichi Vendola
proveniente direttamente dalla Leopolda antagonista milanese. Tutti in tripudio a studiare il modo di replicare il binomio
“vittoria –pugno chiuso” anche in Italia.
Ma che cosa veramente hanno recepito di questo
trionfo i “brigatisti kalimeri” e tutti
gli ultrasinistri estasiati e rivitalizzati dal successo greco che comunque non è stato il loro? Avranno capito che gli assemblaggi di pezzi
di classi dirigenti di varia provenienza radical-riformista aggregatesi in occasione della tornata elettorale di
turno non sono altro che fallimento?
Cosa
sarà rimasto impresso, a Paolo Ferrero e compagni? Che Il
successo di Syriza è stato determinato soltanto da Tsipras e il suo entourage o è frutto, soprattutto, del lungo lavoro di militanti
come i medici volontari dell’ambulatorio sociale di Via Amissou, nel
quartiere di Nuova Smirne? Operatori
sanitari che raccolgono medicine da
famiglie, cliniche, e le distribuiscono alla gente schiantata dalla crisi. Dottori, infermieri che
offrono un’assistenza di base volontaria
e indirizzano i pazienti più gravi dove opera personale sanitario,
disponibile gratuitamente anche fuori
dall’orario d’ospedale. Persone come Dimitris uno psichiatra che gestisce una mensa sociale e distribuisce cibo donato
da ristoranti e supermercati. Qui nel quartiere di Neos Kosmos cuoche
volontarie cucinano una trentina di pasti al giorno e le famiglie passano a
ritirali assieme a pacchi alimentari.
Forse se Siryza è passato dal 4% del 2009
al 35,4% di oggi è anche e soprattutto per la credibilità che si è costruita attraverso
l’opera dei militanti nei quartieri devastati dalle misure della troika.
Praticare la giustizia sociale, non predicarla in austere riunioni gravide di
suggestive ma vuote narrazioni, questa è la
lezione da imparare. Lotta al capitalismo, all’imperialismo, allo strapotere
delle lobby finanziarie? Tutto giusto, ma per diventare credibili e
promuovere questi sacrosanti conflitti è
necessario tornare fra chi, al momento, se ne fotte della lotta al
capitalismo perché deve pensare a come campare qui e ora. Questo è il solo modo
di ricostruire una credibilità distrutta da stagioni di fini, quanto letali, strategie elettorali, alleanze impresentabili .
Per
tornare ad una dimensione più locale ad esempio, dove sono le bandiere rosse
quando il coordinamento per la sanità della Provincia di Frosinone scende in
piazza per denunciare lo scempio della sanità pubblica a favore delle lobby
private? Non ci sono bandiere rosse vicino alla tenda degli ex lavoratori della
Multiservizi di Frosinone accampati da quasi
un anno sotto il Comune per riavere il
loro posto di lavoro. Perché non ci sono più bandiere rosse nelle lotte per la ripubblicizazzione dell’acqua e contro la
tirannia di Acea ATO5 . Perché il rosso è scomparso dai cortei in difesa della
Valle del Sacco contro l’inquinamento e la dissennata politica regionale degli inceneritori?
Avanti o popolo…..certo, ma il popolo in Italia è andato avanti da un pezzo e prova da solo a
tentare la riscossa senza le bandiere
rosse che sono drammaticamente rimaste indietro, invischiate in una melmosa nebbia di interessi di bottega
e poltrona. Per vincere sono necessarie
più cuoche volontarie delle mense sociali, meno Vendola
e Ferrero. Questa è la lezione di Syriza.
Guardate il video qui sotto. Non c'è che da scegliere
Nessun commento:
Posta un commento