domenica 1 febbraio 2015

Accorpamento dei consorzi di sviluppo industriale

Il segr. Prov. Del PdCI Frosinone

Oreste Della Posta


La proposta del Consigliere regionale Bianchi, di accorpare i consorzi di sviluppo industriale in modo da ridurre drasticamente il numero e le spese della nostra Regione, è nettamente condivisa dai Comunisti di Frosinone. Il primo motivo perché bisogna ridurre le spese inutili e improduttive che sono a carico di tutti i contribuenti della Regione Lazio e adottare politiche serie della salvaguardia del Bilancio Regionale.
I Comunisti di Frosinone da tempo hanno denunciato gli sperperi dovuti alla presenza nel nostro territorio del COSILAM e dell’ASI; da tempo hanno proposto un accorpamento in un’unica struttura, diretta da un tecnico capace e competente senza alcun consiglio d’amministrazione.
Ma questo è evidente che non basta, occorre una svolta  nelle politiche attive del Lavoro. Il nuovo organismo deve essere una struttura snella tutta proiettata al sostegno della piccola e media impresa.
In questo quadro riteniamo che le nostre imprese devono essere aiutate in:

1.       Trovare nuovi prodotti che possano conquistare i nuovi mercati;

2.       Acquisire competenze  nello sviluppo di  nuove tecnologie che migliorino la qualità del prodotto;

3.       Accedere, soprattutto le piccole realtà, alla possibilità finanziarie  fornite dai fondi strutturali europei;

4.       Creare una pianificazione territoriale regionale in modo da utilizzare tutte le potenzialità.

Tutto ciò deve essere svolto in modo lineare e comunicativo, cioè il piccolo imprenditore e il piccolo artigiano devono sentire la struttura vicina ed operativa. Un ulteriore sforzo che la nostra Regione dovrebbe fare è aprire ai mercati emergenti come Cina, India e Brasile.
I Comunisti sono stati sempre convinti che l’impresa è una ricchezza del territorio purché con economia legale e ecocompatibile. Noi ci auguriamo che il Presidente della Regione Lazio voglia e sappia portare avanti questa riforma, che per la sua valenza e profondità, possiamo definirla senza ombra di dubbio una rivoluzione copernicana.

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