domenica 15 febbraio 2015

Il calcio è un business? E ci voleva Lotito per scoprirlo!

Luciano Granieri

Un Frosinone-Roma in amichevole di qualche anno
fa si riconosce Francesco Totti
Quando mi accingo  a discettare di calcio devo prima chiarire a  me stesso se le dita sulla tastiera saranno mosse dalla razionalità politica o dalla passione calcistica. E’ notorio che le sorti della AS Roma mi stanno  molto a cuore, forse troppo. Allora diciamo che quanto segue prova ad essere ispirato dalla razionalità. L’oggetto della riflessione riguarda le maldestre uscite di  Lotito,  presidente della “lazzie”….ops scusate una botta di passione,  ma anche padre padrone del calcio italiano,  sulla opportunità che le squadre di provincia, come Carpi e Frosinone, quelle citate assieme al Latina nell’intercettazione telefonica con il presidente dell’Avellino calcio Pino Iodce, possano partecipare al massimo campionato di serie A. 

  La preoccupazione riguarda   l’interesse delle TV per  le sorti di queste compagini.  Con Frosinone e Carpi  in serie A le televisioni potrebbero rivedere al ribasso la quota di acquisto dei diritti di trasmissione. Una importo  che oggi si aggira attorno al miliardo e 200mila euro  per tre anni da dividersi fra  le società . Una bella torta  che i grandi club non vorrebbero veder decurtata dalla partecipazione al campionato delle squadrette di provincia. 

L’intercettazioni e le seguenti dichiarazioni del presidente "lazziale", unite all’impresentabilità del personaggio, hanno suscitato veementi reazioni in tutto il mondo del calcio. Giornalisti, allenatori, calciatori, si sono scagliati contro le esternazioni del fine latinista,  denunciando  il massacro  dell’etica sportiva, il  danno d’immagine che tutto il movimento calcistico avrebbe subito da queste esternazioni.  

Quante anime belle animano il carrozzone calcistico! Ma veramente gli illuminati giornalisti che popolano  le varie domeniche sportive  credono  che il calcio sia ancora ascrivibile alla categoria sport?  Sul serio ci vogliono far credere di cadere dalle nuvole ed indignarsi nell’apprendere ciò che è pura verità?  Non scherziamo!!!  Non prendeteci in giro!!!  Vi do una notizia sconvolgente , il calcio è  un business e la disputa sui diritti televisivi è solo una parte  del  volume d’affari che interessano alcune  lobby finanziarie le quali  hanno cominciato a mettere le mani sui profitti dello sport speculando sulla passione  dei tifosi e non solo.  

Un esempio ?  Prendiamo la Roma, si proprio la squadra per cui tifo (dio quando mi costa sul piano passionale  scrivere queste cose). L’attuale presidente americano  della  Roma  James Pallotta ha acquisito a la società, attraverso operazioni che non sto qui a spiegare, e la gestisce servendosi dell’ Asr Td Spv Llc e Neep Roma Holding due società che fanno capo allo stesso  finanziere americano.  Il primo business messo in preventivo, non sono i diritti televisivi (quisquilie), ma un’enorme speculazione finanziaria legata al nuovo stadio.

 Il nuovo impianto che, verrà costruito nella zona di Tor di Valle,  sarà di proprietà della AS Roma Td Spv Llc e soci e della Euronova Srl di Luca Parnasi, la società del costruttore proprietario del terreno e incaricato di  svolgere i lavori. Satrwood Capital group, un gruppo che gestisce asset  per 33 miliardi di dollari, ed ha quote in alberghi, palazzi per uffici, complessi residenziali e centri commerciali,  ha acquistato una quota di minoranza dell’ AS Roma Td Spv Llc proprio in funzione della costruzione dello stadio. 

Già ma che c’entrano gli alberghi?  L’area destinata allo stadio non è che il 14, 20% delle  cubature previste per questa mega speculazione immobiliare,   il restante 80, 86% è destinato al Business Park un area di 318.702 mq dove sorgeranno  tre grattacieli, alti cento metri ciascuno,  con uffici e attività commerciali la cui vendita frutterà qualcosa come 1.725.100.400,00 di euro, più 15.200 mq destinati ad albergo per un valore di 251.748.000,00 euro,  totale : 1.976.848.400,00 euro.  Al netto delle spese di realizzazione  (911.354.460 di euro)  che prevedono anche i servizi urbanistici di compensazione all’edificazione (prolungamento della metro B, un ponte con parco sul Tevere e potenziamento  della Via Ostiense con l’allaccio alla Roma-Fiumicino) il profitto netto dell’operazione sarebbe di oltre 1milioni di euro.  Questo ricavo attiene solo sul Business Park, Totti e compagni  non c’entrano nulla. 

E veniamo allo stadio vero e proprio: La Nike contribuirà   con finanziamenti su base annua di 4/5 milioni  di  euro, in più la multinazionale americana corrisponderà all’As Roma il 50% dei proventi netti sulla vendita della maglie.  Sono previste altre sponsorizzazioni per i settori dello stadio, la Walt Disney è interessata  per una cifra milionaria  e  alla Etihad, la compagnia aerea  di  Abu Dhabi proprietaria di Alitalia, è stato offerta la possibilità di dare il nome allo stadio, vista la vicinanza con Fiumicino, e di comparire come main sponsor sulle maglie giallorosse per un importo di 30 milioni all’anno. 

Tutto questo è stato pianificato  secondo un piano finanziario predisposto da Pallotta e Goldman Sachs  che punta  a toccare una quota di fatturato per il 2016 di 200milioni solo per la sponsorizzazione araba.  Vi pare poco? E noi stiamo qui ad indignarci per le esternazioni di Lotito, che al di là della forma non rivelano nient’altro che una verità.  

I rigori, dati e non dati, i fuorigioco non visti, le dispute sugli "aiutini", sulle formazioni, sulla tattica, non sono altro che il paravento, lo zuccherino dato in pasto alla stordita popolazione dei tifosi.  Dietro tutto ciò c’è la solita spietata dittatura del mercato che diventa ancora più urticante quando coinvolge le passioni.  E  come al solito ad essere esclusi tendono ad essere  i più deboli, Frosinone, Carpi etc. etc.  

Allora non vediamo più le partite?  Non ci occupiamo più di calcio? Sarebbe cosa buona e giusta, ma io non ci riesco. L’incazzatura per il misero pareggio della Roma con il Parma di oggi  mi rode dentro,   solo in parte mitigata dall’impresa del Cesena che ha fermato la Juve che  ha sbagliato pure un rigore.  Il calcio è un imbroglio capitalistico-borghese, ne sono consapevole ma in questo caso la mia passione prevale, per cui quando la domenica  vinciamo, anche se so che è un’imbroglio, il lunedì mi sveglio con un altro piglio.  

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