Un Frosinone-Roma in amichevole di qualche anno fa si riconosce Francesco Totti |
Quando mi accingo a discettare di calcio devo prima chiarire
a me stesso se le dita sulla tastiera
saranno mosse dalla razionalità politica o dalla passione calcistica. E’
notorio che le sorti della AS Roma mi stanno
molto a cuore, forse troppo. Allora diciamo che quanto segue prova ad
essere ispirato dalla razionalità. L’oggetto della riflessione riguarda le
maldestre uscite di Lotito, presidente della “lazzie”….ops scusate una
botta di passione, ma anche padre padrone
del calcio italiano, sulla opportunità
che le squadre di provincia, come Carpi e Frosinone, quelle citate assieme al
Latina nell’intercettazione telefonica con il presidente dell’Avellino calcio
Pino Iodce, possano partecipare al massimo campionato di serie A.
La preoccupazione riguarda l’interesse
delle TV per le sorti di queste
compagini. Con Frosinone e Carpi in serie A le televisioni potrebbero rivedere
al ribasso la quota di acquisto dei diritti di trasmissione. Una importo che oggi si aggira attorno al miliardo e
200mila euro per tre anni da dividersi fra
le società . Una bella torta che i grandi club non vorrebbero veder
decurtata dalla partecipazione al campionato delle squadrette di provincia.
L’intercettazioni
e le seguenti dichiarazioni del presidente "lazziale", unite all’impresentabilità
del personaggio, hanno suscitato veementi reazioni in tutto il mondo del
calcio. Giornalisti, allenatori, calciatori, si sono scagliati contro le
esternazioni del fine latinista, denunciando
il massacro dell’etica sportiva, il danno d’immagine che tutto il movimento calcistico
avrebbe subito da queste esternazioni.
Quante anime belle animano il carrozzone calcistico! Ma veramente gli
illuminati giornalisti che popolano le
varie domeniche sportive credono che il calcio sia ancora ascrivibile alla
categoria sport? Sul serio ci vogliono
far credere di cadere dalle nuvole ed indignarsi nell’apprendere ciò che è pura
verità? Non scherziamo!!! Non prendeteci in giro!!! Vi do una notizia sconvolgente , il calcio è un business e la disputa sui diritti
televisivi è solo una parte del volume d’affari che interessano alcune lobby finanziarie le quali hanno cominciato a mettere le mani sui
profitti dello sport speculando sulla passione dei tifosi e non solo.
Un esempio ?
Prendiamo la Roma, si proprio la squadra per cui tifo (dio quando mi
costa sul piano passionale scrivere
queste cose). L’attuale presidente americano della Roma James Pallotta ha acquisito a la società, attraverso operazioni che non sto qui a spiegare, e la gestisce servendosi dell’
Asr Td Spv Llc e Neep Roma Holding due società che fanno capo allo stesso finanziere americano. Il primo business messo in preventivo, non
sono i diritti televisivi (quisquilie), ma un’enorme speculazione finanziaria
legata al nuovo stadio.
Il nuovo impianto che, verrà costruito nella zona di
Tor di Valle, sarà di proprietà della AS Roma Td Spv Llc e soci e della Euronova Srl di Luca Parnasi, la società del
costruttore proprietario del terreno e incaricato di svolgere i lavori. Satrwood Capital group, un
gruppo che gestisce asset per 33
miliardi di dollari, ed ha quote in alberghi,
palazzi per uffici, complessi residenziali e centri commerciali,
ha acquistato una quota di minoranza dell’ AS Roma Td Spv Llc proprio in
funzione della costruzione dello stadio.
Già ma che c’entrano gli alberghi? L’area destinata allo stadio non è che il 14,
20% delle cubature previste per questa
mega speculazione immobiliare, il
restante 80, 86% è destinato al Business Park un area di 318.702 mq dove
sorgeranno tre grattacieli, alti cento
metri ciascuno, con uffici e attività
commerciali la cui vendita frutterà qualcosa come
1.725.100.400,00 di euro, più 15.200 mq destinati ad albergo per
un valore di 251.748.000,00 euro, totale : 1.976.848.400,00 euro. Al netto delle spese di realizzazione (911.354.460 di euro) che prevedono anche i servizi urbanistici di compensazione
all’edificazione (prolungamento della metro B, un ponte con parco sul Tevere e
potenziamento della Via Ostiense con l’allaccio
alla Roma-Fiumicino) il profitto netto dell’operazione sarebbe di oltre 1milioni
di euro. Questo ricavo attiene solo
sul Business Park, Totti e compagni non
c’entrano nulla.
E veniamo allo stadio vero e proprio: La Nike contribuirà con
finanziamenti su base annua di 4/5 milioni
di euro, in più la multinazionale
americana corrisponderà all’As Roma il 50% dei proventi netti sulla vendita
della maglie. Sono previste altre sponsorizzazioni
per i settori dello stadio, la Walt Disney è interessata per una cifra milionaria e alla
Etihad, la compagnia aerea di Abu Dhabi proprietaria di Alitalia, è stato
offerta la possibilità di dare il nome allo stadio, vista la vicinanza con
Fiumicino, e di comparire come main sponsor sulle maglie giallorosse per un
importo di 30 milioni all’anno.
Tutto questo è stato pianificato secondo un piano finanziario predisposto da
Pallotta e Goldman Sachs che punta a toccare una quota di fatturato per il 2016
di 200milioni solo per la sponsorizzazione araba. Vi pare poco? E noi stiamo qui ad indignarci
per le esternazioni di Lotito, che al di là della forma non rivelano nient’altro
che una verità.
I rigori, dati e non
dati, i fuorigioco non visti, le dispute sugli "aiutini", sulle formazioni, sulla
tattica, non sono altro che il paravento, lo zuccherino dato in pasto alla
stordita popolazione dei tifosi. Dietro
tutto ciò c’è la solita spietata dittatura del mercato che diventa ancora più
urticante quando coinvolge le passioni.
E come al solito ad essere esclusi tendono ad essere i
più deboli, Frosinone, Carpi etc. etc.
Allora non vediamo più le partite?
Non ci occupiamo più di calcio? Sarebbe cosa buona e giusta, ma io non
ci riesco. L’incazzatura per il misero pareggio della Roma con il Parma di oggi mi rode
dentro, solo in parte mitigata dall’impresa del Cesena
che ha fermato la Juve che ha sbagliato pure un rigore. Il calcio è un imbroglio
capitalistico-borghese, ne sono consapevole ma in questo caso la mia passione
prevale, per cui quando la domenica vinciamo, anche se so che è un’imbroglio, il
lunedì mi sveglio con un altro piglio.
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