Newsletter n° 3 del
Comitato Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone
Il 22 dicembre, dopo lunga
elaborazione e andirivieni tra i due rami del Parlamento, è stato approvato il
cosiddetto “Collegato ambientale”, una norma che, nel suo titolo: “Disposizioni
in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il
contenimento dell'uso eccessivo delle risorse naturali”, lascerebbe sperare che
sotto l'albero, finalmente, ci possa essere stato lasciato un dono in grado di
portare qualcosa di positivo nell'anno che è appena iniziato.
Ma anche questa volta, le
intenzione che i titoli fanno intravvedere non hanno nulla a che vedere con il
reale contenuto dei provvedimenti.
Sarà il caso di esaminare con
attenzione il complesso della norma che, come cittadini, ci riguarda tutta, ma
per adesso a noi basta fermarci ad esaminare il Capo Ottavo – sei articoli –
che si presentano con un accattivante: “DISPOSIZIONI PER GARANTIRE L'ACCESSO
UNIVERSALE ALL'ACQUA”.
Per prima cosa la norma prende in
considerazione un fatto incontrovertibile: le differenze e le diseguaglianze
che caratterizzano lo stato del servizio idrico integrato nei diversi territori
del Paese sono un problema che richiede una serie di specifici interventi volti
a realizzare la coesione – cioè a ridurre le differenze – sia sul piano sociale
che sul piano territoriale.
Per questo genere di cose la
stessa Unione Europea prevede il finanziamento e l'utilizzo di risorse
pubbliche, l'utilizzo cioè dei diversi fondi europei, sulla base di programmi e
progetti elaborati sui diversi territori, anche coordinati tra loro.
Con questo collegato ambientale,
però, il Parlamento Italiano risolve la questione in modo diverso.
Quali sono gli interventi da fare
lo deciderà, certo sentiti ministeri, conferenze stato-regioni eccetera,
eccetera, sua maestà il Primo Ministro sulla base delle indicazioni e delle
regole sfornate da quell'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas ed il
Servizio Idrico, pagata direttamente dai gestori (Acea in primis).
E i soldi per fare gli
interventi? Sono europei? Sono pagati dal Ministero dell'Economia (cioè dai
cittadini in base al proprio reddito)? Sono fondi regionali?
Non siamo nel mondo delle favole,
questo è un Governo che abbassa le tasse!
Per realizzare queste opere,
sempre presso l'Autorità, viene istituito in “Fondo di Garanzia delle risorse
idriche” finanziato solo ed esclusivamente con le bollette dei cittadini.
Sarà, indovinate un po', l'
Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas ed il Servizio Idrico a stabilire una
nuova quota della tariffa sulle bollette che tutti dovranno pagare in aggiunta
alla tariffe attuali!
Per chi non lo avesse capito, con
questa bella trovata, con la scusa di ricucire le “differenze” tra le diverse
situazioni, si sottrae ai territori anche formalmente una quota di sovranità
sul governo del servizio idrico e si introduce un ulteriore balzello nei cui
confronti gli stessi territori non hanno alcuna voce in capitolo.
Il reale scopo di questa manovra
accentratrice è solo quello di introdurre forme di perequazione tra le tariffe
e di normalizzazione della “merce” acqua a vantaggio degli operatori economici
che nelle logiche privatizzatrici richiedono una standardizzazione del prodotto
per un suo razionale sfruttamento.
La norme prevede anche
l'istituzione di una “Tariffa sociale del servizio idrico integrato” per
riconoscere a coloro che si trovano “in
condizioni economico-sociali disagiate” delle tariffe che consentano loro “una
quantità di acqua necessaria per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali”,
cioè non il pieno accesso all'acqua, ma una pura e semplice elemosina d'acqua.
Quale sia la condizione per
essere considerati “bisognosi”, quali siano le tariffe e, non ultimo, quanta
sia l'acqua considerata necessaria, lo stabiliranno sempre il Primo Ministro e
l'Autorità, ma quel che è certo è che la norma chiarisce in maniera
inequivocabile che i relativi costi se li dovranno assumere per intero gli
altri utenti con un relativo aumento delle tariffe “normali”.
In sostanza il gestore sarà il
Gran Elemosiniere e gli utenti … i …
samaritani.
Questo Collegato Ambientale entra
anche sulla questione delle “morosità” e sulla loro gestione.
Indovinate un po' chi dovrà
dettare direttive sulla gestione delle morosità.
Ma proprio l' Autorità per
l'Energia Elettrica, il Gas ed il Servizio Idrico – quella pagata da Acea! -
naturalmente sulla base dei criteri che stabilirà …. il Presidente del
Consiglio.
A dire il vero queste modalità
dovrebbero prevedere la garanzia del “quantitativo minimo vitale di acqua
necessario al soddisfacimento dei bisogni fondamentali di fornitura per gli
utenti morosi.”
Peccato che immediatamente dopo
la stessa Autorità venga incaricata di stabilire le procedure per la
sospensione della fornitura, in barba all'accesso universale all'acqua.
Naturalmente il provvedimento
chiarisce sin da subito che le “sofferenze” dei gestori per le morosità,
dovranno essere “alleviate” rincarando adeguatamente le tariffe.
Nella sostanza dal pacco sotto
l'albero siamo passati alla calza della befana che anche per il 2016 ci ha
portato solo carbone.
Tocca a tutti noi metterlo almeno
nella stufa!
Per visionare il documento: Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo delle risorse naturali” clicca
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