Quanto di seguito riportato è una
cronaca un po’ diversa da quello che si
apprende dai media sulla marcia
di ieri in difesa della Certosa di Trisulti. L’evento, numericamente, non ha avuto lo stesso risultato di
partecipazione della prima marcia del 29
dicembre scorso. Ciò che è accaduto in
merito alla Certosa di
Trisulti è un vero e proprio esproprio di un bene demaniale da parte
dell’autorità ecclesiastica con la complicità dello Stato nella persona dell’allora
ministro dei beni culturali Dario Franceschini. Un atto di intollerabile
elusione del dettato costituzionale sulla fruizione libera e aperta a tutta la collettività dei beni
dello Stato.
La prima marcia del 29 dicembre, organizzata quasi in modo estemporaneo,
promossa dalle Comunità Solidali, una
movimento nato spontaneamente la scorsa estate per arginare la deriva razzista
e fascista che il governo giallo-nero-verde sta diffondendo a piene mani, vide
la partecipazione di partiti, movimenti,
associazioni e liberi cittadini.
Fra la prima e la seconda marcia, quella di
ieri, si sono svolte le primarie del Pd che hanno incoronato segretario il presidente
della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Aggiungiamo che ci si sta avvicinando a grandi passe alle
elezioni europee. Ciò ha fatto insorgere il sospetto che per gli esponenti più in vista delle Comunità
Solidali , entusiasti per l’elezione
di Zingaretti , e partiti che, vogliamo azzardare, saliranno presumibilmente sul carro di un’alleanza con questo “nuovo Pd, la marcia si sia stata una vetrina con
smaccate velleità elettoralistiche, anziché strumento per portare avanti una sacrosanta
lotta contro l’occupazione della Certosa.
Anche se, come nella prima manifestazione,
erano bandite le bandiere di
partito, i soggetti più impegnati nella ricerca di una
ipotizzabile candidatura europea la cui appartenenza, era
facilmente riconoscibile, erano sempre pronti a mettersi in posa per essere
immortalati dagli scatti dei fotografi, e si sono lasciati andare ad un rapporto
compulsivo con la stampa giunta ,questa
si, in forze quasi più numerosa dei manifestanti stessi
. Evidentemente la caratterizzazione partitica di questa seconda tappa non è
sfuggita ai cittadini comuni i quali, delusi dal decadimento di una sacrosanta lotta
in difesa dei beni pubblici in promozione elettoralistica , hanno disertato l’appuntamento.
Per quanto si debba dare atto al
segretario nazionale di Sinistra Italiana e parlamentare Nicola Fratoianni di
aver fatto emergere, attraverso un’interrogazione
parlamentare, la non congruità fra alcune parti del bando di affidamento emanato dal ministero e i requisiti della DHI che lo ha vinto, non possiamo non rilevare come il ricorso al TAR che verrà
presentato a seguito di questa evidenza abbia poche possibilità di venire
accettato. Infatti, pur in presenza di
una concessione lacunosa da parte del
ministro Franceschini, il ricorso sarebbe
tardivo perché ormai la DHI è dentro la Certosa attraverso il suo esponente Benjamin
Harnwell. Tra l’altro il sindaco di Collepardo (del cui territorio fa parte la Certosa di Trisulti)
Bussiglieri, di area Pd, soggetto preposto a firmare tale ricorso non
era presente.
Potrebbe invece essere più
efficace interessare la Corte dei Conti ipotizzando
un danno erariale per l’esiguità del canone di affitto di 100mila euro l’anno,
di fatto non ancora versato per questo
primo anno, come riferito in una intervista dallo stesso Harnwell. Inoltre
abbiamo potuto rilevare, anche dall’esterno, lo stato di degrado in cui versano alcune
parti della Certosa.
Per tornare a certe aderenze partitiche qualcuno
ha messo in relazione l’affluenza alle
primarie del Pd con la partecipazione a questa manifestazione. Verremmo capire
quale sia il nesso. O forse lo capiamo.
Ipotizziamo stia nel tentativo di
alcuni esponenti politici affini a
Zingaretti , o in odore di alleanze europee, di strumentalizzare a fini
elettoralistici la marcia dimenticando completamente che il guaio è stato
provocato proprio dall’ex ministro del Pd, fra l’altro grande elettore di
Zingaretti.
Noi di Potere al Popolo le interviste ce le siamo fatte da soli,
anche se qualche testata minore ha registrato
alcune nostre dichiarazione. Nonostante
la fastidiosa strumentalizzazione di una parte politica della manifestazione,
noi di Potere al Popolo continueremo a combattere questa vera e propria lotta
di liberazione della Certosa, organizzando ulteriori marce, se necessario, portando
avanti il ricorso alla Corte dei Conti e valutando altre e più efficaci azioni
giuridiche. Il nostro obiettivo è solo uno: la restituzione alla collettività di un bene pubblico oggi occupato dal peggior
sovranismo razzista guidato da Bannon e i suoi. Le scalate a posti nel
Parlamento Europeo non ci interessano,
la nostra priorità non sono le elezioni . Sappiano però costoro che vogliono
utilizzare la vicenda della Certosa per perseguire fini elettoralistici, che la
gente di tali manovre non ne può più e certamente lo dimostrerà nelle urne.