sabato 16 marzo 2019

Controcronaca della seconda marcia per liberare la Certosa di Trisulti

Assemblea territoriale di Potere al Popolo Frosinone 





Quanto di seguito riportato è una cronaca un po’ diversa da quello che si  apprende dai media sulla  marcia di ieri in difesa della Certosa di Trisulti.  L’evento, numericamente, non ha avuto lo stesso risultato di partecipazione della  prima marcia del 29 dicembre scorso.  Ciò che è accaduto in merito  alla   Certosa di  Trisulti è un vero e proprio esproprio di un bene demaniale da parte dell’autorità ecclesiastica con la complicità dello Stato nella persona dell’allora ministro dei beni culturali Dario Franceschini. Un atto di intollerabile elusione del dettato costituzionale sulla fruizione libera  e aperta a tutta la collettività dei beni dello Stato. 

La prima marcia del 29 dicembre, organizzata quasi in modo estemporaneo,  promossa dalle Comunità Solidali, una movimento nato spontaneamente la scorsa estate per arginare la deriva razzista e fascista che il governo giallo-nero-verde sta diffondendo a piene mani, vide la partecipazione di partiti,  movimenti, associazioni e liberi cittadini. 

Fra la prima e la seconda marcia, quella di ieri, si sono svolte le primarie del Pd  che hanno incoronato segretario il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Aggiungiamo che   ci si sta avvicinando a grandi passe alle elezioni europee. Ciò ha fatto insorgere il sospetto che per gli esponenti più in vista delle Comunità Solidali ,  entusiasti   per l’elezione di Zingaretti ,  e partiti che, vogliamo azzardare,  saliranno presumibilmente  sul carro di un’alleanza con questo “nuovo Pd,   la marcia si sia stata una vetrina con smaccate velleità elettoralistiche, anziché  strumento per portare avanti una sacrosanta lotta contro l’occupazione della Certosa. 

Anche se, come nella prima manifestazione,  erano bandite le bandiere di partito,  i soggetti  più impegnati nella ricerca di una ipotizzabile candidatura europea la cui appartenenza,   era facilmente riconoscibile,   erano  sempre pronti a mettersi in posa per essere immortalati dagli scatti dei fotografi, e  si sono lasciati andare ad un rapporto compulsivo con la stampa  giunta ,questa si, in  forze quasi più numerosa dei manifestanti  stessi . Evidentemente la caratterizzazione partitica di questa seconda tappa non è sfuggita ai cittadini comuni  i quali,  delusi dal decadimento di una sacrosanta lotta in difesa dei beni pubblici in promozione elettoralistica , hanno disertato l’appuntamento.  

Per quanto si debba dare atto al segretario nazionale di Sinistra Italiana e parlamentare Nicola Fratoianni di aver fatto emergere,  attraverso un’interrogazione parlamentare, la non congruità fra alcune parti del bando di affidamento  emanato dal ministero e i requisiti  della DHI che lo ha vinto,  non possiamo non  rilevare come il ricorso al TAR che verrà presentato a seguito di questa evidenza abbia poche possibilità di venire accettato.   Infatti, pur in presenza di una concessione lacunosa  da parte del ministro Franceschini,  il ricorso sarebbe tardivo perché ormai la DHI è dentro la Certosa attraverso il suo esponente Benjamin Harnwell. Tra l’altro il sindaco di Collepardo (del  cui territorio fa parte  la Certosa  di Trisulti)  Bussiglieri, di area Pd, soggetto preposto a firmare tale ricorso non era presente.  

Potrebbe invece essere più efficace interessare la  Corte dei Conti ipotizzando un danno erariale per l’esiguità del canone di affitto di 100mila euro l’anno, di fatto  non ancora versato per questo primo anno, come riferito in una intervista dallo stesso Harnwell. Inoltre abbiamo potuto rilevare, anche dall’esterno,  lo stato di degrado in cui versano alcune parti della Certosa.  

 Per tornare a certe aderenze partitiche qualcuno ha messo in relazione l’affluenza  alle primarie del Pd con la partecipazione a questa manifestazione. Verremmo capire quale sia il nesso. O forse lo capiamo.  Ipotizziamo stia  nel tentativo di alcuni esponenti politici  affini a Zingaretti , o in odore di alleanze europee, di strumentalizzare a fini elettoralistici la marcia dimenticando completamente che il guaio è stato provocato proprio dall’ex ministro del Pd, fra l’altro grande elettore di Zingaretti. 

Noi di Potere al Popolo le interviste ce le siamo fatte da soli, anche se qualche testata minore  ha registrato alcune  nostre dichiarazione. Nonostante la fastidiosa strumentalizzazione di una parte politica della manifestazione, noi di Potere al Popolo continueremo a combattere questa vera e propria lotta di liberazione della Certosa, organizzando ulteriori marce, se necessario, portando avanti il ricorso alla Corte dei Conti e valutando altre e più efficaci azioni giuridiche. Il nostro obiettivo è solo uno:  la restituzione alla collettività  di un bene pubblico oggi occupato dal peggior sovranismo razzista guidato da Bannon e i suoi. Le scalate a posti nel Parlamento Europeo non  ci interessano, la nostra priorità non sono le elezioni . Sappiano però costoro che vogliono utilizzare la vicenda della Certosa per perseguire fini elettoralistici, che la gente di tali manovre non ne può più e certamente lo  dimostrerà nelle urne.


giovedì 14 marzo 2019

Potere al Popolo in marcia per restituire al Popolo ciò che è del Popolo: la Certosa di Trisulti

Potere al Popolo assemblea territoriale di Frosinone




Potere al Popolo aderirà alla marcia organizzata sabato prossimo 16 marzo  dalle Comunità Solidali per librare la Certosa di Trisulti dalla mala pianta  fascista e razzista che oggi la occupa. La marcia partirà da Collepardo  per arrivare alla Certosa. Potere al Popolo parteciperà per  ribadire che un bene pubblico deve rimanere nella disponibilità di tutta la collettività.   E’ necessario affermare  con  forza che i beni dello Stato, anche se di carattere religioso, devono rimanere di proprietà dei cittadini  aperti a tutti i visitatori laici e cattolici. 

La vicenda è nota . Dopo che la Congregazione Cistercense di Casamari non è stata più in grado di gestire la Certosa di Trisulti, si sono scatenati gli appetiti della Dignitatis Humanae Institute , una organizzazione religiosa  facente capo al Cardinal Martino, dietro alla quale si muove la scuola suprematista bianca guidata da Steve Bannon ideologo di Donald Trump. Le manovre a suon di lettere verso il Vescovo di Alatri-Anagni Lorenzo Loppa e verso il Papa, hanno avuto successo, tanto che il ministro di allora il piddino Franceschini, oggi grande elettore di Zingaretti alla segreteria del partito, dopo due anni di indebite pressioni ha ceduo affidando  la Certosa di Trisulti alla DHI attraverso un bando che suscita non poche perplessità soprattutto per gli oneri  irrisori di concessione che ammontano a 100mila euro l’anno. 

Oggi  è insediato nella Certosa l’incaricato  del cardinal Martino  e di Steve Bannon, Benjamin Harnwell, con l’idea dichiarata di organizzare  una scuola politica sovranista che dovrà formare il nuovi Salvini e i nuovi Orban.  Lo scempio è totale. Non solo l’ex ministro Franceschini ha regalato un bene demaniale ad un’organizzazione religiosa privata, i cui finanziamenti pare abbiano dubbia provenienza, ma  non si è neanche accorto che la medesima organizzazione persegue  lo scopo di insediare nel sito una scuola politica che diffonde  un indottrinamento contrario alla Costituzione Italiana. 

Potere al Popolo non può non reagire  di fronte alla svendita di un bene pubblico ad un privato che ha tutte le intenzioni di limitare gli accessi solo a chi paga e vuole diffondere messaggi razzisti. Per questo saremo in piazza sabato prossimo facendo seguito alla marcia che già ha avuto luogo il 29 dicembre scorso. I danni fatti per colpa di un ministro quantomeno sprovveduto,  attualmente possono essere in parte recuperati attraverso un ricorso alla Corte dei Conti per danno erariale.  Potere al Popolo, intende, oltre alla protesta in piazza, precorrere questa strada.  Invitiamo comunque militanti, simpatizzanti e cittadini tutti a partecipare.

mercoledì 13 marzo 2019

Sanità pubblica, debito, sprechi e disservizi, elementi di una stessa strategia

Luciano Granieri *




Il pronto soccorso di Frosinone assomiglia ogni giorno di più ad un girone infernale. Fuori, il piazzale è intasato dalle ambulanze ferme  in attesa di ricevere indietro la barella trattenuta  per mancanza di lettighe su cui adagiare i malati in attesa di trattamento.  Dentro impera un quadro di indegna disumanità, fatto di malate e malati in promiscuità con gli occhi spaventati e dispersi, in attesa che qualche medico, o infermiere possa, non dico curarli, ma quanto meno ascoltarli. Lo stesso personale sanitario  in servizio, numericamente insufficiente, in preda a stress,   rimbalza da una barella all’altra, da una sedia ad un’altra,  con gli occhi fuori dalle orbite per cercare di trattare quanti più pazienti possibile. Uno sforzo che, per quanto encomiabile, resta insufficiente perché insufficiente è il personale sanitario . 


Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato di Frosinone, ha redatto una serie di proposte (vedi qui) utili a decongestionare il pronto soccorso dell’ospedale Fabrizio Spaziani . Fondamentalmente tali proposte si basano su tre direttrici: la prima riguarda l’assunzione di ulteriore  personale  sanitario;  la seconda è inerente ad un miglior coordinamento dei punti di primo soccorso, per lo più gestiti dai medici di famiglia,  allo scopo di renderli funzionali al trattamento diretto delle  patologie meno gravi (codici verdi);  la terza concerne  una maggiore dotazione di posti letto allo scopo di agevolare e rendere più brevi i tempi di ricovero.  

In realtà la bolgia del pronto soccorso non riguarda solo l’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone, ma coinvogle  gran parte degli ospedali del Lazio. Dal San Camillo, al Pertini, al Santa Maria Goretti di Latina, le scene sono le stesse di Frosinone. Dunque  il problema investe inevitabilmente la gestione della Regione Lazio, e del commissario Zingaretti.

 Un pronto soccorso in crisi è sintomo forte di un ospedale in crisi. E non potrebbe essere diversamente perché, in nome di un commissariamento decretato per rientrare di un debito abnorme, contratto per lo più dalla gestione di Francesco Storace, nell’era Zingaretti si sono persi 3.600 posti letto, chiusi 16 ospedali con una diminuzione del personale pari al 14% per il blocco turn-over. Ribadisco: senza il personale  i  pronti  soccorso non funzionano.

 Ma siamo sicuri che un depauperamento così deciso del servizio ospedaliero pubblico regionale riesca a realizzare un’economia di esercizio significativa tanto da portarci fuori dal commissariamento? Voglio ricordare che l’annuncio dell’uscita dal regime commissariale ci viene propinato da Zingaretti ogni volta che è in vista qualche tornata elettorale. L’ultima dichiarazione in merito rivelava che la fine del commissariamento si sarebbe realizzata nel dicembre 2018. Ipotesi ovviamente caduta nel  vuoto.  

E’ peraltro facile rientrare dei soldi tagliando i servizi, ma così il sistema muore, i pazienti muoiono. Altresì la salvaguardia della salute dei cittadini è un diritto costituzionalmente riconosciuto per ottemperare il quale  i concetti prettamente economici di credito e debito non dovrebbero minimamente essere contemplati. Ma anche volendo affrontare la questione sul campo strettamente economico ,che brutalmente non tiene conto del servizio erogato,  i conti non tornano. 

Lo stazionamento  della ambulanze vuote  fuori  dal pronto soccorso in attesa di vedersi restituita  la barella,  ha un costo notevole, siamo sicuri che assumere personale sanitario per rendere più PRONTO il SOCCORSO liberando immediatamente le ambulanze costi di più?  Ancora, e qui vengo ad un caso strettamente legato all’ospedale di Frosinone,   i  pazienti ricoverati con frattura del femore, con altri traumi ossei, o neurologici che hanno necessità di riabilitazione  motoria post operatoria sono costretti a rimanere in ospedale  in attesa che si liberi un posto presso i centri di riabilitazione privati accreditati. Infatti le strutture interne all’ospedale dedicate alle cure riabilitative  sono state chiuse per mancanza di personale. 

Mediamente la degenza di attesa è di dieci giorni. Calcolando che un giorno di ricovero costa mille euro, ogni malato incide sul sistema sanitario pubblico per diecimila euro solo per attendere che si liberi un posto nella struttura riabilitativa privata.  Moltiplicando il tutto per una decina  di pazienti al mese si arriva ad un costo di circa 100mila euro , un milione e duecentomila euro l’anno. Con tutti questi soldi, comprensivi anche dei  risparmi sui costi di convenzione e di trasporto della ambulanze dall’ospedale alla clinica privata, non si riuscirebbe  a gestire una struttura riabilitativa all’interno dell’ospedale  considerato che ci sono diverse palazzine della Asl in disuso?  

Rimanendo alla Asl di Frosinone, la mobilità passiva, cioè il costo dei malati che decidono di curarsi in altra Asl, incide mediamente per quattro milioni l’anno.   E’ così malsano ipotizzare l’utilizzo di  quei quattro milioni per dotare l’ospedale di  personale numericamente e professionalmente  adeguato  in modo da evitare che i pazienti vadano a curarsi  da un’altra parte?   

Attenzione! perché la mobilità passiva investe tutto il Lazio. Il saldo fra i malati che decidono di trasferirsi  in un’altra regione e quelli che invece arrivano qui da fuori è in negativo  per circa 225 milioni l’anno.  Quanto personale e si potrebbe assumere con 225 milioni? Altro che blocco del turn-over. Dunque la gestione aziendale non è poi così efficace. Forse era meglio il vecchio SSN in cui la tutela della salute non rispondeva a dinamiche aziendali, ma doveva semplicemente essere assicurata a tutti  nel miglior modo possibile?  Sembrerebbe così, ma a questa narrazione  manca un pezzo. Un elemento decisivo per capire quali sono i veri obiettivi del sistema . 

Posto  che la Regione commissariata non possa  mettere soldi fino a che non rientrerà dei debiti, anzi per questa situazione è costretta a chiudere ospedali, a rendere i pronti soccorso dei luoghi di pena ,   come si spiega  il finanziamento  di duemilioni e seicentomila  euro al Campus Biomedico di proprietà dell’Opus Dei? Oppure i 23 milioni elargiti al Policlinico Gemelli, anch’esso una struttura non propriamente pubblica ma di proprietà di una fondazione facente capo al Vaticano? Come si spiega la chiusura dei consultori pubblici e il contemporaneo  finanziamento dell’ ospedale pediatrico  Bambin Gesù, anch’esso di proprietà della Santa Sede? Fra l’altro una parte della mobilità passiva regionale è indirizzata proprio vero il Bambin Gesù ed il Gemelli,quindi verso uno stato estero.

 La ragione è evidente. Riguarda la inarrestabile strategia  ormai pienamente attiva volta alla  privatizzazione della sanità pubblica e delle sue strutture. Il commissariamento, i debiti, la gestione allegra delle Asl, gli sprechi,   sono dinamiche che fanno capo ad un unico obiettivo, quello di dimostrare che il pubblico è inefficiente e sprecone, mentre il privato è virtuoso ed eccellente. 

Come giustificare altrimenti la vendita da parte della Regione Lazio dell’Ospedale San Giacomo,in pieno centro storico, per  la cifra in saldo 61 milioni di euro,  ad una società privata che lo vuole trasformare in  un polo alberghiero? Eppure quell’ospedale, se riqualificato e ristrutturato  garantirebbe almeno 27.000 accessi l’anno . 

Anche all’interno degli ospedali stessi molti servizi di estrema importanza, come il Cup ed il ReCup, sono affidati alla gestione privata, attraverso cooperative che vessano i propri dipendenti con stipendi da fame,privandoli dei più elementari diritti sul lavoro. A Frosinone è esternalizzato pure  il servizio di consegna delle cartelle cliniche e il comparto amministrativo che s’incarica di redigere le buste paga degli infermieri spesso sbagliandole.  

Analizzando la questione sotto quest’ottica  si capisce come le decisioni della politica, e in questi caso anche del commissario Zingaretti , siano asservite agli interessi delle lobby finanziarie e ai centri di potere come il Vaticano, i quali  hanno individuato  nella messa a valore della tutela della salute un business enorme a cui non possono e non vogliono rinunciare. 

Le proposte che abbiamo redatto saranno realizzabili solo se contemporaneamente si procederà alla ripublicizzazione completa del servizio sanitario, tornando ai principi di universalità  della legge 833 del ’78,   togliendo la sanità dalle voraci fauci della grande imprenditoria privata. Per fare questo però è necessaria la politica, è fondamentale che il sistema sanitario non solo torni ad essere completamente pubblico, ma soprattutto sia controllato dai cittadini i quali  devono riappropriarsi del sistema di cura della  salute di tutti.  E’ una missione difficile, ma è l’unica che potrebbe evitare il tracollo di un sistema che fino ad oggi è considerato  fra i più efficienti del mondo.

*Testo dell'intervento effettuato durante il convegno organizzato da Cittananzattiva TDM di Frosinone sullo stato del pronto soccorso dell'ospedale Fabrizio Spaziani.

martedì 12 marzo 2019

15 MARZO SALVIAMO I NOSTRI GIOVANI DAI DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE

Sanità Tavolo Nazionale Potere al Popolo



La giornata del fiocchetto lilla,ogni 15 marzo  aprirà le porte di numerose strutture, numerosi saranno i  convegni, incontri e quant'altro per sensibilizzare educatori, famiglie e operatori del settore, anche se le speranze di un progetto serio sono ancora lontane dall'essere attuate.

I dati non lasciano scampo, sono tre milioni le italiane ed italiani che ne soffrono, sempre piu' giovani, purtroppo  l'età si è velocemente abbassata, partendo dai 6 anni sino ai 25 e oltre .  Anoressia, bulimia, binge eating,border line, spesso e volentieri divengono patologie unitarie  dove l'associarsi crea ancora piu' difficoltà sia nel riconoscerle che nel curarle , cosi'il dramma del peso, dell'apparire, del non accettarsi, del voler sparire per sempre, possono essere affrontate solo con un'equipe medica specializzata, costituita da psicologi,psichiatri, nutrizionisti, endocrinologi. Un fenomeno terrificante come lo e' l'aumento annuale dei numeri che si riscontrano quando la patologia crea i decessi, solo nel 2016 ve ne sono stati 3000, si viaggia a percentuali annuali che viaggiano dal 7 all'8%
Si muore di Disturbi Alimentari e a morirne  sono i nostri giovani soprattutto femmine. 

Sempre troppo poche e risicate le strutture, i posti letto, le comunità, i percorsi psicologici pubblici, cosi' esistono i privati a pagamento, dove chi ha possibilità cerca una via d'uscita ,a volte riuscendo a volte no. Vi è la possibilità  di richiedere l'invalidità, la famosa 104 per chi già lavora, per chi vorrebbe iniziare a lavorare e non riesce a rimanere in un luogo di lavoro, poichè la patologia si ripercuote anche su questo ma è difficile poterla ottenere, le severe commissioni agiscono pretendendo  estenuanti certificazioni e sottovalutando  la problematica scaricando l'enorme peso sulle famiglie . 

E le istituzioni che fanno? Lo scorso anno un gruppo di parlamentari in Commissione Sanità del Senato voleva portare avanti un disegno di legge. Parlamentari di FI,PD e M5S. Un disegno di legge nel cui testo base si punisce   e fa divenire reato l'istigazione a pratiche che provocano anoressia e bulimia cosi' da mettere a tacere blog e siti che fanno propaganda  online ai disturbi alimentari, incentivando prevenzione e formazione  attraverso medici di base,pediatri e insegnanti , tralasciando l'aspetto importantissimo delle cure. Cosi' se il nord ha qualche posto letto in piu', qualche programma regionale in piu', al sud i progetti e gli investimenti in tal senso risultano carenti, e si è destinati a soccombere se non trovando il denaro per le cure a pagamento.

Anzichè incentivare i day-hospital rendendoli gratuiti,  potenziare i CPS, assumere piu' personale, creare nuove strutture, creare pronti soccorso adatti con psichiatri che agiscano in emergenza soprattutto quando vi è la tendenza ad autolesionarsi , si punisce chi propaganda!

Uno Stato che non ha a cuore  i propri giovani non è STATO!

 Potere al Popolo tavolo nazionale chiede  e pretende day hospital mensili di controllo non a pagamento , piu' centri con programmi settimanali, reparti ospedalieri con piu' posti letto, potenziamento dei CPS , ricoveri ospedalieri non in reparti di psichiatria generale  solo cosi' il lilla protrà essere un colore di speranza per tutti i nostri giovani ancora una volta aiutati solo in situazioni d'emergenza. 

lunedì 11 marzo 2019

Trova le differenze

A cura di Luciano Granieri



A prescindere da questa tabella necessariamente sintetica, da uno studio del Sole 24 ore (non certo il blog di Grillo o Il Manifesto) sulle sintonie e le convergenze tra Forza Italia e PD misurate in una scala che va da 0 a 10, dove 10 è la convergenza assoluta, se si toglie il tema fisco ed immigrazione (anche se con Minniti di fatto sono stati quasi sovrapponibili) l'indice medio di convergenza è di 6,2 con punte di 7 su temi come politiche economico finanziarie, Europa, lavoro, giovani e welfare.

Certo che per considerarsi un partito di sinistra è fantastico... veramente un ottimo punteggio!!

P.S.: lo stesso studio dà come indice di convergenza tra M5S e Forza Italia 3,2...un dato che si commenta da se. Ma  alla luce del primo anno di governo giallo-verde alcune valutazioni   dei 5 stelle si sono modificate . In base al  "decreto dignità" è evidente come  l'opinione pentastellata  sul ripristino dell'art.18 sia  cambiata, da favorevole a contraria, stesso discorso si rileva per la buona scuola i cui principi, al di la delle posizioni di facciata ,  non divergono dal  Pd.  Così come l'abolizione del jobs act per i grillini si è trasformata da posizione favorevole  in un'inconcludente  messa in discussione di facciata definita nel "decreto dignità". Sull'austerity UE la contrarietà dei 5S si è rivelata inefficace, inutile, anzi   portatrice  di nuove stagioni di sacrifici lacrime e sangue . Infine su Tav, trivelle e no Muos, il giudizio pentastellato, da contrario, si è trasformato in possibilista, basato su fantomatici rapporti costi benefici e calcoli di penali inesistenti da pagare. Siamo messi male nevvero?


domenica 10 marzo 2019

Proposte per il pronto soccorso del Presidio ospedaliero Frosinone Alatri

 Luciano Granieri Cittadinanzattiva TDM  di Frosinone


Martedì 12 marzo dalle ore 15,30 alle ore 19,30, presso la sala teatro della in Via Armando Fabi a Frosinone , avrà luogo un incontro dibattito sulle indegne condizioni del pronto soccorso e sulle ripercussioni negative che   una tale critica situazione   riversa sull'intero  comparto ospedaliero. Abbiamo sollecitato e sollecitiamo la partecipazione massiccia di cittadini, associazioni, e membri delle istituzioni. Interverranno il dott. Fabrizio Cristofari, (Dirigente P.S. e Pres. Ordine Medici) ed Elio Rosati (Seg. Reg. Cittadinanzattiva).   Oltre ad analizzare le  cause di sistema conseguenza diretta di scelte politiche e programmatiche, sottoporremo un elenco di  proposte  tesi ad alleviare la gravosa situazione del pronto soccorso. 

foto tratta da "il messaggero"


In attesa di registrare una numerosa partecipazione, illustriamo di seguito le suddette  proposte:



Il sovraffollamento del Pronto soccorso del Presidio ospedaliero Frosinone Alatri ed i disagi che quotidianamente provoca sono la logica conseguenza delle strategie , delle decisioni  e dei provvedimenti che  lo staff manageriale della asl di Frosinone  ha adottato, sulla scia dei decreti emanati dal presidente Zingaretti, nella sua veste di Commissario ad Acta per la sanità regionale.  Questi provvedimenti e  queste decisioni  che hanno avviato e realizzato una serie di strutture sanitarie, doppioni inutili  di servizi già esistenti  (PAT -Presidi Ambulatoriali Territoriali – che hanno le stesse funzioni dei medici di medicina generale, ACP – Assistenza Cure Primarie presso i Pronto Soccorso, gestiti dai medici di medicina generale, UDI – Unità Degenza Infermieristica-, gestite dai medici di medicina generale su un turno di 6 ore e dagli infermieri; Ambulatorio multietnico e Ambulatorio Multietnico pediatrico a Frosinone e Pontecorvo. È a dir poco sospetto che i migranti, adulti e bambini, per accedere alle cure debbano avvalersi di strutture “multietniche”. Perché, ci chiediamo, non utilizzare i percorsi normali? Gli AMBUFEST, cioè ambulatori che sostituiscono la guardia medica ma solo nei giorni festivi e senza turno notturno) Tutte queste strutture costano all’AsI la modica somma di 2 milioni e 663.076, 64 euro  che comprende anche un’indennità di coordinamento di 501.816, 60 euro, cioè quasi il 20% del totale per i medici di famiglia coordinatori. Tale elefantiaca organizzazione  e le Case della Salute, su cui si fondava il rilancio della sanità pubblica per soddisfare le esigenze di cura della popolazione,  sono fallite.   Infatti queste strutture, che si sono rivelate solo uno sperpero rilevante di denaro,  non hanno risolto il problema del sovraffollamento degli ospedali e di Pronti soccorso. La realtà parla da sola.
Il Pronto soccorso  del Presidio ospedaliero Frosinone – Alatri è da  tempo  punto di riferimento  di una vasta area del centro nord della provincia  e dei Comuni limitrofi della provincia di Latina. Occorre, inoltre, tener presente che il nostro territorio è attraversato dall’autostrada del Sole, dalla linea ferroviaria ad alta velocità  e da quella normale. Non si possono  sottovalutare, altresì,  l’esistenza di impianti produttivi ad alto rischio  ambientale e  un  inquinamento diffuso e pesante.
Per tutti questi motivi e per altri  il Pronto soccorso deve essere trasformato in una struttura efficiente, moderna e di alta qualità unitamente al presidio ospedaliero. E’ necessario e urgente, perciò, adottare i seguenti provvedimenti:

1)      Assunzione di 15 medici per le strutture di Frosinone e  di Alatri e per la UOC di  medicina di urgenza dello “Spaziani”. In questo modo si completa l’organico e diviene realtà il DEA di 1° livello, con la presenza  nel P.S. delle figure professionali che mancano: cardiologo-anestesista-pediatra-ortopedico –radiologi.  Per tali assunzioni non ci dovrebbero essere  difficoltà di sorta perché la Asl  è già stata autorizzata ad assumere  1076 operatori sanitari entro il 2020. Le risorse finanziarie vanno reperite: A) recuperando i 2.700.000 euro che si spendono per le sigle mangiasoldi;   B) Riducendo al minimo il contenzioso con il personale e le spese di consulenza, C) Recuperando i rimborsi extra  dovuti  allo  stazionamento delle ambulanze degli enti accreditati in attesa di ritirare la  barella trattenuta in pronto soccorso occupata dal paziente che hanno trasportato;

2)       Attivazione di 100 nuovi  posti letto.  80 sono già stati  autorizzati. L’ospedale del Capoluogo è quasi saturo  per gli spazi, ma si può migliorare anche restituendo i 14 posti letto sottratti alla UOC di medicina per far partire la UOC di neurochirurgia. Nell’ospedale di Alatri, che   ha spazi a sufficienza, vanno completati gli organici  della radiologia, del Laboratorio e della cardiologia.  In tal modo si   può contribuire  in maniera  determinante alla realizzazione ed allo  sviluppo di un Presidio  ospedaliero  in grado di rispondere alle esigenze di cura e di salute della popolazione dell’intera provincia e non solo;

3)      Attivazione di una struttura sanitaria di pronto soccorso per la zona Nord –Anagni- che in collegamento con l’ospedale “Spaziani” sia in grado di garantire la gestione di un’emergenza. Certo è che non si può e non si deve lasciare abbandonata  una popolazione di 100 mila persone;

4)      Attivazione dei percorsi di cura e di controllo per la presa in carico dei cittadini con patologie croniche;

5)      Abbattimento dei lunghi tempi di attesa perché questa realtà costringe, soprattutto la popolazione anziana, a rivolgersi al pronto soccorso, particolarmente  per gli esami diagnostici per immagine, ma anche per esami riguardanti le patologie cardiologiche, oculistiche ed altre;

6)      Necessità di riorganizzare i medici di famiglia potenziando i servizi sanitari territoriali  per avere un’assistenza H 24 senza ulteriori spese e senza aggravio di lavoro;
7)      Rendere funzionale la holding area ( h 8,00-20,00) restituendo  totale  disponibilità  degli  otto posti letto destinati ai pazienti in attesa di ricovero;

8)      Accelerare  l’esecuzione  di consulenze ed  esami diagnostici per immagine dei pazienti   ricoverati nei reparti (UOC)  per accorciare  i tempi di degenza   allo scopo di   liberare più celermente i posti letto. Ciò anche per recuperare e  limitare  costi e sprechi incontrollati;

9)      Creazione di percorsi veloci  come avviene già in altre Aziende Sanitarie  del Lazio e del territorio nazionale,  per quelle patologie a basso codice d'accesso (bianco e verde) allo scopo di  erogare  delle prestazioni codificate ,. oculistica, ginecologia,  ortopedia ecc. in modo da snellire le attività' nel P.S.