Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

sabato 19 novembre 2011

Frosinone / Cerimonia delle croci / Domenica 20 novembre 2011, ore 10

Claudio Martino 
Anche quest’anno, in occasione della Giornata mondiale della memoria delle vittime della strada, si svolgerà la “Manifestazione delle croci”, con il seguente programma:
- dalle ore 10, “Manifestazione delle croci”: in piazza Domenico Ferrante (difronte chiesa Sacro Cuore),  verranno collocate, sin dal primo mattino, delle croci con su affisse le foto di vittime della strada;
- ore 12, Santa Messa all’interno della chiesa del Sacro Cuore.

In merito alle manifestazioni per le dimissioni del Premier

Associazione politico-culturale 20 ottobre

“Riteniamo che la manifestazione di gioia e di liberazione di moltissimi cittadini che si sono riuniti nei pressi dei palazzi del potere a Roma in maniera spontanea per accogliere le dimissioni del Premier, Silvio Berlusconi, non vada né strumentalizzata né criticata: manifestare è uno dei più alti modi per esercitare la democrazia”.
A parlare è Oreste Della Posta, esponente di spicco dell’Associazione Politico Culturae “20 Ottobre”.
“Quello che è successo sabato sera – dice- deve fra riflettere. Tutta quella gente entusiasta dell’accaduto deve porre a tutti noi un interrogativo: come mai tutto questo entusiasmo. La risposta è semplice: gli italiani erano stufi di un governo che non governava, di un Premier che negava la crisi con le famiglie che non arrivano più alla fine del mese. Eravamo sull’orlo della rivolta sociale”.
“Chi del centrodestra ha criticato tutto ciò, perché non ha stigmatizzato anche la manifestazione organizzata in favore del Premier come nei regimi? Quella era giusta? E qual video di Berlusconi? Noi – dice senza mezzi termini Oreste Della Posta – lo definiamo patetico. Ci richiama alla mente l’ultimo discorso di Benito Mussolini del 1944 al Lirico di Milano, che fu l’ultimo atto del suo regime.”“Invitiamo Mario Abbruzzese- conclude Oreste Della Posta – invece che a criticare libere manifestazioni, a fare la sua parte per contribuire a risollevare le sorti dell’Italia, spingendo per un dimezzamento degli stipendi dei Consiglieri Regionali, per l’eliminazione di consulenze inutili e di spese di rappresentanza superflue. Somme - dice- che devono essere destinate a favorire la ripresa della produzione e dell’occupazione delle piccole e medie imprese della nostra provincia”.

Monti. Un governo per “la lotta di classe dall’alto”

La segreteria nazionale della Rete dei Comunisti


1. Dal 14 dicembre dello scorso anno il governo Berlusconi era diventato l’ombra di se stesso. Allora era apparso a tutti evidente, a cominciare dalla stessa compagine governativa, che non c’era nessuna idea di come affrontare la fase acuta della crisi, di come riciclare un baraccone - a cui ha partecipato allegramente anche la Confindustria - nato solo per spartirsi i dividendi del bottino della spesa pubblica ma in evidente debito di ossigeno. Solo la campagna acquisti dei deputati era riuscita a prolungare un’agonia sempre più penosa.
Alla fine chi aveva il potere di decidere è intervenuto ed ha staccato la spina. Non parliamo di generici “poteri forti” ma della Unione Europea, della BCE, del FMI e dunque anche con il concorso dell'amministrazione Usa. Questo passaggio di fase è stato gestito con sapienza, esperienza ed estrema spregiudicatezza dal presidente Napolitano che ha saputo cuocere a fuoco lento Berlusconi. Il governo, infatti, non è caduto sotto la spinta di un forte movimento di massa o per l'efficacia di uno sfibrato antiberlusconismo, è caduto perché è emersa con forza la contraddizione tra il mantenimento di un blocco sociale forte elettoralmente ma debole strategicamente, inadeguato e ostativo alla dinamica mondiale della competizione globale che ormai non può più fare “prigionieri”, ovvero compromessi.

                                     Un governo dalle priorità antagoniste

2. Questo salto qualitativo si è visto nella composizione, nel programma e nello stile del nuovo governo “tecnico” di Monti, il quale in modo “sobrio” e determinato, ha spiegato l’obiettivo strategico ed ha proposto un programma di intervento che integra con cura scelte sociali brutali ad una gestione e rappresentazione tesa ad apparire molto “equa”. Innanzitutto ci ha spiegato che ai mercati interessano più le prospettive che le contingenze, ovvero che sì, sono importanti le misure di riequilibrio del bilancio dello Stato, ma che sono assi più rilevanti le politiche di medio periodo - per i prossimi cinque/dieci anni - affinché vengano garantiti le rendite sui titoli investiti. Dunque sacrifici ma soprattutto riforme e stabilità politica, alla faccia dei bunga bunga di Stato.
Insieme ad una serie di misure in apparenza positive, sempre previa verifica, come gli annunciati tagli alle spese della casta politica, la lotta alla evasione, il coinvolgimento delle parti sociali, la salvaguardia per i vecchi contratti, l’uso degli ammortizzatori sociali ed infine la retorica su donne e giovani, Monti ha snocciolato una serie di interventi che mostrano la faccia feroce della Unione Europea e della lettera del 5 agosto di Draghi e Trichet. In primo luogo ci sarà la piena attuazione delle manovre fatte dal precedente governo e la conferma delle orride riforme della Gelmini, poi l’ennesima manomissione sulle pensioni, nonostante l’efficienza del sistema riconosciuta dallo stesso Monti nel suo intervento, la reintroduzione dell'Ici sulla prima casa, la riforma del mercato del lavoro definito duale, dove verrà eliminata la parte garantita del lavoro, introdotta la mobilità, confermata una politica infrastrutturale e ambientalmente devastante.
Non solo. Il tutto vedrà una privatizzazione generalizzata dei beni comuni, coinvolgendo i privati nella gestione dei servizi e delle opere e pubbliche e, soprattutto, senza fare la patrimoniale ma limitandosi ad un non meglio specificato monitoraggio sulle ricchezze. Infine viene confermato il ruolo da sub imperialista straccione dell’Italia negli interventi militari assieme alla NATO ed agli altri paesi Europei, a difesa naturalmente della “sicurezza” degli interessi nazionali e della stabilità. Bene, dunque, hanno fatto gli studenti a mobilitarsi il giorno di insediamento di Monti ed a manifestare contro le banche per il nefasto ruolo che svolgono.

                                       Le conseguenze sui sindacati e i lavoratori

3. Il programma di Monti è un programma di seria lotta di classe dall’alto che segnerà le condizioni sociali del paese e soprattutto di quelli che Monti dice di tenere a cuore, ovvero i giovani e le donne. Su questa politica già si vedono i primi movimenti verso quel patto sociale o di cittadinanza che le parti sociali hanno evocato nell’incontro fatto prima dell’investitura formale del governo. La CGIL invoca la patrimoniale, le altre sigle reclamano maggiore equità fiscali, la Confindustria chiede la riduzione delle tasse per le imprese e la piena libertà nei licenziamenti individuali. Non è difficile prevedere che, se il governo Monti rimarrà in vita, si andrà verso la ripetizione dell’accordo del 1993 sulla concertazione, oggi ovviamente al ribasso, risultato devastante per i redditi e per l’occupazione.
Questa nuova fase di collaborazione di classe pone seri problemi al sindacalismo conflittuale ed indipendente che oggi coinvolge anche quella parte della CGIL in forte difficoltà con la segreteria della amuso. Non si può pensare ad un rilancio meccanicistico del conflitto. Dunque è necessario capire quali sono le nuove condizioni concrete in cui i sindacati di classe si troveranno a dover svolgere il loro ruolo, condizioni certo non favorevoli; sapere come affrontare una fase dove mobilità e licenziamenti saranno gli strumenti utilizzati per impedire le lotte; analizzare bene i punti di contraddizione e gli effetti delle future scelte di Monti e della politica complice che si prospetta con il nuovo patto sociale. Con Monti non vengono meno le ragioni del conflitto, anzi queste aumentano in rapporto diretto ad una crisi che per ora non ha vie d’uscita, ma che obbliga ad una ridefinizione strategica del ruolo del sindacato conflittuale nel mondo del lavoro e nella società nel suo complesso.

                              Per le forze della sinistra è il gioco dell’oca

4. Se nel mondo del lavoro e nella società gli effetti saranno pesanti dai prossimi mesi, sul piano delle scelte politica della sinistra questi già mostrano il loro effetto devastante. La speranza che la crisi di Berlusconi portasse rapidamente alle elezioni, e dunque ad un possibile rientro della sinistra nelle aule parlamentari, aveva già portato ad immaginarsi “variopinte” tattiche dalla partecipazione alle primarie del PD, agognate da Vendola, alle diversamente concepite proposte di “alleanza democratica” fatte dalle molteplice anime della Federazione della Sinistra. Tutto questo non senza effetti su quello che viene definito movimento, buona parte del quale nutriva pubbliche aspettative di nuovi scenari politici. Insomma durante il tentativo di raggiungere la vetta di un accordo politico tra forze della sinistra “radicale” con il centro sinistra ed il PD, l’ingresso di Monti ha trasformato la montagna in sapone facendo ruzzolare i partecipanti a valle in una sorta di gioco dell’oca dove si torna alla casella iniziale ed è tutto da rifare.
Il problema serio è che quanto accaduto non è solo un rinvio degli eventuali accordi elettorali “contro la destra” al prossimo anno o nel 2013, ma una modifica dell’assetto del quadro politico italiano che sposterà ancora più al centro il suo asse e che renderà possibili alleanze fino a ieri da tutti rifiutate. La difficoltà verso il nuovo governo della IDV e di Di Pietro, stanno a dimostrare che la riorganizzazione europea e la crisi economica e finanziaria non permettono più alleanze spurie ed instabili e che le compatibilità devono essere totali e garantite nel momento della crisi.
A quello che rimane delle forze della sinistra si pone perciò – e prepotentemente - un problema strategico di ricostruzione laddove, ormai da anni, questa non ha osato sollevarsi dal falso pragmatismo della tattica. Questo scossone rischia di avere un effetto “collaterale” sul terreno della mera “rappresentazione” del conflitto sociale. Infatti la sconfitta del tatticismo può ingenerare improbabili svolte a sinistra e radicalizzazioni contingenti in attesa di sviluppi istituzionali che ricreino lo scenario precedente (l'alleanza con il Pd). E' un ritorno al conflitto che contribuisce ad aumentare confusione e competitività in un ambito politico non certo in buona salute. Una verifica di questo scenario l’abbiamo avuta nella manifestazione del 15 Ottobre dove furbizie, interessi di bottega, incapacità politica e gestionale hanno ingenerato una infantile litigiosità e distrutto una opportunità di rilancio del movimento antagonista di massa in sintonia con le mobilitazioni avute in primo luogo in Europa.

                      I punti dirimenti e le proposte della Rete dei Comunisti

5. La Rete dei Comunisti ritiene che l’emergere delle questioni strategiche, pur in un quadro difficile e problematico, sia un fatto positivo in quanto mette tutti, allo stesso modo, di fronte alla realtà e allo spessore di quei nodi politici che non possono essere rinviati e dunque richiedono un conseguente impegno di qualità politica e di organizzazione.
La crisi attuale ingenera difficoltà ma anche opportunità che vanno colte sulla base della chiarezza e di una strategia di ricostruzione dei rapporti di forza delle classi subalterne del nostro paese in grado di contrastare uno sviluppo tutto incentrato sugli interessi dei capitali finanziari.
E' sulla base di questo che si possono ricostituire prospettive unitarie, da curare con estrema attenzione e che abbiano alcuni elementi politici chiari alla loro base.
Il primo è la denuncia dell'Unione Europea che si svela rappresentante degli interessi esclusivi del capitale finanziario, che viene gestita da oligarchie che stanno erodendo gli stessi spazi democratici dei popoli europei. La crisi del debito sovrano e la “difesa” della forza dell’euro sono i pretesti che vengono usati per piegare i singoli paesi e la classe lavoratrice europea ai dettami mistici del mercato coinvolgendoli così dentro un conflitto di egemonia che vede la Germania e la Francia in prima fila. Non si può pensare di costruire un movimento politico di massa nel nostro paese senza essere chiari sulla natura di classe della Unione Europea.
L’altro dato dal quale è impossibile prescindere, è quello della totale indipendenza dal centro sinistra e dal PD. Questi sono soggetti che condividono ormai pienamente i processi di riorganizzazione produttiva, sociale politica ed istituzionale voluti dalla UE. Pensare di poter condizionare o fare tattica con queste forze significa semplicemente camminare con la testa rivolta agli anni ’90 ed ai primi del decennio, è un esercizio semplicemente masochistico anche per chi vuole perseverare in questa prospettiva.
In Italia si sta muovendo e organizzando un movimento contro il pagamento del debito, NO Debito, e per il rifiuto netto, senza se e senza ma, dei sacrifici imposti da qualsiasi governo; in questo senso ci si sta battendo anche per la democrazia chiedendo un referendum sulle politiche imposte dall’Unione Europea. La Rete dei Comunisti ritiene questa una strada corretta, appena iniziata ed ancora da costruire, con tutte le incognite di un processo che va però affrontato con coraggio e determinazione. La costruzione di un fronte politico e sociale che riconnetta le esperienze di classe e democratiche del nostro paese ci sembra la strada giusta da percorrere per ridare forza ed identità ai lavoratori ed alle classi subalterne del nostro paese.

Salviamo la scuola della Valle del Giordano

da una segnalazione di Isa Giudice

Se la scuola di gomme per i bambini palestinesi della Valle del Giordano dovesse essere demolita , così come il governo e l'l'esercito israeliano vogliono fare, sarebbe un altre enorme ferita per l'umanità e tutto ciò fatto con la complicità della Comunità Internazionale che continua ad osservare le violazioni del diritto internaionale compiuto da Israele e non prende le necessarie misure per fermarli.
Noi non vogliamo restare in silenzio, raccogliamo l'invito dell' ong Vento di Terra e mandiamo firme subito all'indirizzo che trovate nel testo dell'appello qui sotto, e fatelo presto perchè il 30 Novembre la X Corte Penale di Giustizia (sic!) israeliana deciderà sul da farsi.
Un abbraccio
Luisa Morgantini
Associazione per la Pace
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Io l'ho vista, vi assicuro che i ragazzi che l'hanno costruita in 14 giorni hanno fatto una cosa eccezionale, una scuola realizzata con gomme e argilla, potete vederla nel loro sito.
Isa Giudice.

Vedo tanti sogni nel mio sonno […]. Mi vedo vivere con la mia famiglia in un clima buono, pulito e sicuro.

Gioco con le mie amiche in un grande giardino, pieno di alberi e di varie qualità di fiori.

Vado con le mie care compagne alla amata scuola. Mi sento una farfalla che succhia l’essenza della conoscenza e del sapere.

Ma io non sono una farfalla che si sposta da un fiore all’altro per annusare l’essenza dei fiori, perché nel mio Paese mi è vietato spostarmi senza avere il permesso.

Io non godo il calore di una scuola ma apprendo il sapere sotto l’ingiustizia e la paura insieme.

Io non faccio la principessa, non sono capace di svolgere questo ruolo(come attrice),

ma sono bravissima nel fare il ruolo dell’uomo stanco a causa delle difficoltà che affronta.

Questa è la realtà che vivo […] ma questo buio finirà”.

Suheir, 12 anni. Campo profughi palestinese di Shu’fat, Gerusalemme Est. Da “Lettere al di là del muro



Carissimi amici di Vento di Terra,
Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, proclamata dall’Unesco per ricordare valori universali quali Il diritto alla salute, all’istruzione, alla sicurezza e all’ ’infanzia’ di ogni bambino.
In questa occasione abbiamo pensato di dedicarvi le parole della piccola Suheir, perché ancora oggi i suoi diritti, come quelli di tantissimi piccoli palestinesi che vivono nei campi profughi o negli accampamenti beduini in Cisgiordania vengono ignorati.
Il prossimo 30 novembre la Corte Suprema israeliana si pronuncerà sul futuro della Scuola di Gomme che da tempo è sotto minaccia di demolizione. Circa cento bambini rischiano di perdere la loro scuola e con questa la possibilità di ricevere un’istruzione.
Vogliamo raccogliere migliaia di firme da presentare al Consolato Italiano di Gerusalemme, affinché intervenga in difesa della scuola di Alhan al Ahmar.
Vi ricordiamo che per aderire / invitare altre persone a firmare per la campagna “chi demolisce una scuola demolisce il futuro” basta seguire le indicazioni sul sito www.scuoladigomme.org riportate di seguito.

Inviate un’ email all'indirizzo ventoditerra@ventoditerra.org, con oggetto "CAMPAGNA SCUOLA DI GOMME" e nel corpo del messaggio il vostro NOME e COGNOME. Riportate in calce la seguente dicitura, relativa al trattamento dei dati. “Ai sensi del D.Lgs. 196/03, "Codice in Materia di protezione dei Dati Personali", autorizzo Vento di Terra ONG al trattamento dei miei dati personali. I dati personali verranno utilizzati all’ esclusivo fine di partecipare alla petizione ed essere successivamente informato sull’andamento delle iniziative di Vento di Terra ONG”.

Grazie per il vostro impegno !

venerdì 18 novembre 2011

Armi da guerra liberalizzate? Rispondo ai critici

Giulio Marcon: portavoce "Sbilanciamoci"

L'articolo pubblicato qualche giorno fa sull'abolizione del catalogo delle armi
da sparo ha scatenato una valanga di reazioni contrarie. Marcon, che ha sollevato il problema, risponde.

Sappiamo, dai tempi del referendum sulla caccia, quanto i possessori di armi fossero un gruppo suscettibile, agguerrito (senza ironie) e organizzato. Anche nella lettura del manifesto.  La più forte critica e preoccupazione contro l'abolizione del Catalogo delle armi da sparo è venuta dalle organizzazioni di categoria della polizia, che certamente -in materia di sicurezza interna e di lotta alla criminalità- hanno più competenza dei pacifisti e anche dei cacciatori di anatre e degli appassionati del tiro a segno. Ci fidiamo molto di più dei lavoratori della polizia della CGIL (che hanno ricordato come “l'abolizione del catalogo avrà un effetto diretto rispetto all distinzione tra armi comuni da sparo e da guerra. Il che vorrebbe dire che verrebbe autorizzata una diffusione di quelle armi che hanno un maggiore potenziale offensivo” ) che delle tesi dell'Anpam (Associazione nazionale dei produttori di armi e munizioni) ripetute in modo abbastanza pedissequo dai chi ha polemizzato contro l'articolo di sabato scorso.
Non si capisce perchè se si fosse trattato di un provvedimento così naturale si sia dovuta aspettare una Legge di Stabilità per introdurre la cancellazione del Catalogo di soppiatto ed in modo truffaldino: si tratta con tutta evidenza di una materia incongrua con le finalità e i confini di una misura come la Legge di Stabilità che ha come obiettivo la correzione dei conti pubblici.
I pacifisti da tempo hanno chiesto di affrontare il tema della riforma delle leggi sulle armi (anche a partire dal Catalogo, per migliorarlo in un vero strumento di tracciabilità, in particolare delle cosiddette "small arms") e le risposte sono sempre state vaghe: invece ci si continua a nascondere nelle righe di provvedimenti di spesa pubblica.
Diversi tra i possessori di armi citano la differenza di armi da guerra e non da guerra – motivo alla base del Catalogo - come una stramba astrazione legislativa. Ricordiamo che da tempo viene chiesto che tutte le armi leggere e non solo quelle "da guerra" vengano inserite nella legge che disciplina l'export di armi (la legge 185/90 che possiede alti criteri di trasparenza). Eppure in questo caso, per la cancellazione di questo tipo di differenziazione, che facilita la circolazione di pistole made in Italy (come ad esempio la vendita di 10mila pistole e fucili ai servizi di sicurezza di Gheddafi), gli appassionati e i costruttori di armi non si stracciano le vesti. Speriamo che in futuro lo facciano.

Studenti contro governo e Casa Pound

Napoli Centrale

Zitto zitto miezo o mercato a cura di Francesca Pilla

La giornata mondiale della mobilitazione studentesca e rilanciata dal movimento Occupy Wall Street a Napoli scende in piazza con un motivo in più. Il corteo studentesco chiede infatti all’amministrazione cittadina e alla prefettura di non autorizzare la manifestazione di Casa Pound prevista per sabato 26 novembre. Incassato già il no netto del sindaco Luigi De Magistris che sabato scorso si è detto contrario a permettere la sfilata di un gruppo che ha nel nazifascismo il suo dna politico, il fronte dei contrari si è allargato con una lettera sottoscritta tra gli altri anche da Vinicio Capossela ed Erri De Luca. Così a metà percorso, arrivati all’altezza della questura, i ragazzi hanno srotolato lo striscione “Non vogliamo i fascisti in città”.
Ma sono due i cortei di studenti e Cobas che partiti dai lati estremi del centro si sono incontrati a Piazza Borsa dove un fiume colorato di almeno 10mila persone ha proseguito il cammino per arrivare alla sede della regione e poi della prefettura. “Questa è la prima manifestazione del dopo Berlusconi – spiega Giovanni del movimento studentesco – Ed è importante sancire chi fa parte di quel famoso 99% e cosa vuole”. Tantissimi i cartelli contro la crisi economica. Tra questi – , davanti alla fila dei book block con i nomi dei classici della letteratura – spicca lo striscione più lungo con la scritta “Profumo di austerity, no al governo dei sacrifici”, espressione dell’opposizione di questa marea di giovani al governo Monti. E infatti dall’altoparlante del camioncino con il sound system una ragazza urla: “Ci vogliono spiegare che questa è l’unica soluzione che è arrivato il tempo delle lacrime e del sangue. Ma la loro austerity e i loro sacrifici sono la distruzione dei nostri luoghi. Non esistono governi amici o tecnici abbiamo pagato troppo, ora i sacrifici li devono fare loro”. Poi insieme Univesitari e studenti medi hanno ritmato slogan anche contro la repressione e ricordato gli amici caricati lo scorso 3 novembre a Roma perché non autorizzati a manifestare. Unici momenti di tensione quando un folto gruppo ha tentato la deviazione dal percorso autorizzato e si è scontrato con le forze dell’ordine, ma si è trattato solo di un episodio circoscritto.




giovedì 17 novembre 2011

Frosinone:Manifestazione della rete degli studenti Medi

Foto: Fausta Dumano: Editing Luc Girello 


Francesco Profumo. Ingegnere,  rettore del politecnico di Torino si è vantato di aver trasformato l'ateneo da lui diretto in un'impresa. Siamo sicuri di non essere caduti dalla padella della Gelmini alla brace di Profumo. Come al solito gli studenti hanno capito tutto e sono scesi ancora una volta in strada per protestare. A loro dedichiamo il blues della strada. La strada è diventata anche la casa degli Occupy everything. THE ROAD HOUSE BLUES dunque nella straordinaria interpretazione dei Doors con Joe Lee Hooker e Jimi Hendrix


Danza la finanza

Giovanni Morsillo
C'è un nuovo governo. Nuovo nel senso di ulteriore. Un nuovo governo che in totale discontinuità con il passato innalzerà l'età lavorativa, taglierà i fondi alla scuola pubblica ed alla ricerca, abolirà qualche festa anche se solo simbolica (il Ministro Cancellieri, apparentemente donna, è per l'abolizione dell'8 marzo perché superato), raschierà stipendi e pensioni per rifocillare le banche e la speculazione finanziaria, rifinanzierà le guerre e le missioni che manteniamo in giro per il mondo petrolifero, rimetterà l'ICI sulla prima casa, aumenterà tariffe e tasse, lascerà ai privati la gestione del ciclo dell'acqua, privatizzerà le municipalizzate, manganellerà studenti e lavoratori se si azzarderanno a portare in pubblico le loro disperate situazioni sociali.
Farà anche altro, perché questi manager e professori competenti sono decisionisti, hanno dalla loro parte la virtù del fare e non lo squallore della burocrazia contrabbandata per politica che invece appartiene ai dirigenti dei comitati elettorali (a loro volta contrabbandati per partiti). Per esempio, farà la nuova legge elettorale, secondo le intenzioni di santa romana confindustria, dove - volete scommettere? - il potere del popolo svrano sarà ancor più annichilito di quanto già non sia oggi. E farà anche qualcos'altro per dare un segno della propria presenza nella storia, magari rinnovando i programmi scolastici a vantaggio di una cultura moderna e "tecnica", ossia fuori dalle fisime classiciste dell'umanesimo. Cultura che serva alle imprese, che sappia produrre oggetti da vendere, non riflessioni filosofiche sui destini umani, che tanto li conosciamo già, e comunque sappiamo chi li decide.
Ecco, un nuovo governo che farà meglio e di più le cose che la compagine del tiranno di Arcore non poteva fare. E non perché ingessato dalle regole politiche o dai magistrati rivoluzionari o golpisti a seconda del momento, ma perché tutto concentrato a non far scadere i tempi per realizzare l'ultimo capitolo del Piano di Rinascita gelliano mettendo sindacati e magistratura in castigo. Quello è un progetto sacrosanto che resta in stand-by, ma adesso i dividendi e le borse rivendicano l'urgenza assoluta. Lo spread convince anche i disoccupati che è ora di un governo saggio, che tagli a rotta di collo senza riguardo per nessuno, tranne per i ricchi, che sappia insomma far digerire l'ennesima politica di classe (sia nel senso che viene fatta con sobrietà e senza mignotte in giro, sia nel senso che è squisitamente padronale, che ha cioè il volto reale del padrone reale).
E tutti ad applaudire, a dire un gran bene di questo nutrito commando di espertissimi guerrieri del capitale, a sbracciarsi a sostegno di questa squadra speciale che rappresenta solo nell'immaginario il superamento di una fase nefasta della nostra storia sociale, civile ed economica.
Una domanda: se è vero che questa crisi non è una crisi di sovrapproduzione come quelle cicliche del modo di produzione capitalistico, se cioè non è una di quelle ricorrenti inflazioni dovute al sovrabbondare di merci prodotte che si risolvono con un pò di ristrutturazione (licenziamenti) o, se più gravi, con una bella guerra che "bruci" quanto in eccesso e ponga le basi per una redditizia ricostruzione (per chi resta, s'intende); se si tratta cioè di una crisi di sistema, essendo il modello post-industriale della finanziarizzazione economica venuto al dunque, perché mai degli illustri operatori e teorici di quel sistema dovrebbero rappresentare la soluzione alla crisi? Se il vostro medico vi prescrivesse degli infusi di grappa in presenza di una epatite, lo mandereste al diavolo, o meglio, se avete pruriti di responsabilità civile, lo denuncereste. Perché invece si applaude quando gli economisti (e che economisti: tutti liberisti, naturalmente) vengono imposti come soluzione al male della finanza?
Ma c'è un altro aspetto, fra i tanti, che merita di essere tenuto presente, se non si gode a fare le sabbiature al cervello e agli occhi: per un quarto abbondante di secolo, gli italiani si sono fatti infilare in testa la formula magica secondo cui non è in Parlamento che si fanno le alleanze, ma in campagna elettorale. Ciò presuppone la possibilità di riempire il Parlamento stesso di gente che raccoglie altre qualifiche ma è priva di qualsiasi affidabilità e capacità politica, come è successo. Presupporrebbe anche che a quel punto il Presidente del consiglio venisse eletto direttamente, ma così non è, anche se con stile tutto italian-imbroglione, da tempo viene impropriamente chiamato Premier, il che è una falsità mostruosa ma passa nel senso comune con una non-chalance impressionante. In ogni caso, una domanda forse ingenua prorompe: quando mai qualcuno ha votato non dico per questo governo, che è legittimo anche se poco opportuno, ma per questa maggioranza? Non ci hanno detto che rinunciavamo alla rappresentanza per avere in cambio il dono prezioso della stabilità, che avrebbe attirato gli investiitori di mezzo mondo, affascinati dalla sicurezza che un governo immortale anche se pro-tempore gli avrebbe dato? Ma la stabilità doveva essere garantita, in un sistema bipolare, dalla maggioranza uscita dalle urne, senza ribaltoni o altre trovate geniali. Invece, in un fritto misto di nomine senza elezioni, proporzionali che puzzano di plebiscito lontano un miglio, ministri che vanno e vengono, tradimenti e "responsabili" di tutte le taglie (nel senso di ricompensa) e di tutti i prezzi, questo ceto dirigente accuratamente selezionato con i più moderni ritrovati dell'ingegneria elettorale, una ne dice e cento ne fa, alla faccia della Costituzione, dei poteri costituiti, della sovranità, della democrazia.
Che cosa si aspetta il popolo, lo sappiamo: crede ancora una volta che adesso è la volta buona, anzi la svolta buona, che adesso non c'è più trippa per gatti, che ora vedrai come ti rimettono a posto questi che non fanno parte della razza politica! E fra qualche tempo (non molto, ché i mercati hanno fretta) cominceranno a grattarsi le parti dolenti per l'ennesima partecipazione forzata al festino in qualità di pietanza, e continueranno a sperare che venga un messia qualsiasi a dire "Non vi preoccupate, ora ci penso io. Vi faccio piangere un po', ma poi vedrete che tutto rifiorirà".
E tutto sarà fatto, ancora una volta, in via del tutto eccezionale, in forma verticistica (non solo senza partecipazione, ma senza consultazioni perfino) in nome e per conto della democrazia, del bene del paese, del rispetto degli impegni europei (perché noi siamo galantuomini, e gli impegni li manteniamo, a costo di afrli pagare a qualcun altro).
Nei giorni scorsi ci hanno gonfiato tutto il gonfiabile con la storia di fare presto perché i mercati vogliono segnali, la finanza vuole fiducia, la borsa deve avere risposte. A qualcuno è capitato, per caso, di sentir dire da uno qualunque dei milioni di presidenti che infestano il paese o da qualche giornalista o dirigente politico, magari sottovoce, se fosse il caso di sapere cosa si attendono i cittadini? Forse freudianamente questo concetto è stato rimosso dalle loro aristocratiche capocce, tutte prese in questioni serie e importanti, affannate a ricercare modi nuovi per continuare i vecchi giochi.
Intanto i poliziotti continuano a picchiare, e i ricchi continuano a brindare. E Napolitano è orgoglioso.



O la borsa o la vita
Apres la classe

La casta dei politici è solerte nell'appoggiare la casta degli austeri cattedratici tutti banca e chiesa. C'è più soddisfazione a farsi fregare dalle persone serie che dall'alto della loro aura infallibile ti asciano con una mano davanti e SOPRATTUTTO CON UNA MANO DIETRO.


Luc Girello

Affermazioni federativedisinistra e reazioni politiche (la torre di babele è tornata)

Laura Jurevich


"Non possiamo che esprimere apprezzamento per il livello professionale ed intellettuale dei ministri che entreranno a far parte del governo Monti. Nella sobrietà comportamentale - afferma Oliviero Diliberto, segretario nazionale Pdci-Federazione della Sinistra - si avverte una netta discontinuità, una positiva differenza rispetto
all'orrendo circo del governo Berlusconi. Per un giudizio di merito attendiamo naturalmente di verificare il programma di governo e i singoli provvedimenti che, auspichiamo, rappresentino altrettanta discontinuità. E non solo nelle forme, ma soprattutto nella sostanza rispetto alle interferenze delle oligarchie europee, delle banche e della finanza
Oliviero Diliberto addì (o) 16/11/2011
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Le reazioni:
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Bersani: oh ragassi siam passi? siam mica qui a farci fregare gli amici della nato e vaticano da diliberto??? Orco boia è passato alla velocità della luce a destra del terzopolo. FIni digli qualcos...gianfranco ?!? Ma come ora ti iscrivi al pdci??? Gianfrancoooo !!! Orcoboia!
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 oliviero è un uomo simpatico, digiamolo (ignazio)
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 god save olliver (bush)
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 Vendola: fcufate ma...ma... il fanto pad... rafzin..raffin... il papa! me lo ftavo lavorando io!!! gli ho fatto anche i manifesti e ora arriva quel fantafma di comunifta e fi fpofta???
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 macciao  sono Matteo Renzi, il nuovo che avanza... dai olly vieni a giocare con noi alla Leopolda? dai 'he ci divertiamo! tu fai la guardia...
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Rutelli: … ohsantamariamaterepatergloria...
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Pierferdy: dai Dili, vieni anche tu nel grande centro... devi tornà un pò indietro... se vieni verso sinistra ci ritrovi
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 C'è grossa crisi (quelo)
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 Marchionne: questo è plagio!!! ("Marchionne: Non si poteva scegliere meglio di Monti")
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Veltroni: nel pd c'è un complotto della corrente dilibertiana contro di me-
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Mastella: "Se mi frega il record di salto della quaglia mi suicido"
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Di Pietro: e questo mo che c'azzecca???
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Pannella "a olivie' vabè canna libera ma mo' stai a esagerà"

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PierferdyII: dilibe' a sinistra ho detto! e minchia! è inutile che segui il cerchio, comprati un cazzo di navigatore!
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Pisapia: ha ragione oliviero ("Quella di Mario Monti e' una squadra di Governo composta da "persone giuste, al posto giusto e nel momento giusto")
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militanti normali: vaffanculo  (anche pidiccini storici)
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Diliboys "siete voi che non capite la classe di oliviero" (giuro!)
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Masella: orcoboia ragassi, ve l'ho detto entrate nel PRC! Guaress ogni mael!!!
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Bacciardi: andato giustamente in iperventilazione non rilascia dichiarazioni...
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Grassi: E prima cade il governo e salta il fronte democratico, mo' questo fa' salta' la fds e allora ditelo!!! Scusate ma Noi avremmo un congresso da fare ,eh?!?! Non potete stare tutti zitti e fermi? Prodi diglielo tu, il semaforo, fermi!!!
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 Palermi: Bravo!!!! Bravo!!! Bis!!!
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Venier: Damme 'a due. Damme 'a quattro. Damme 'a nove. Strignolo. Strigni. Zumma. Pia l'ottica della due e mettila nella quattro. Pia er cavalletto della uno e mettilo nella sei. Sette, chiama la due, di' alla quattro de darme la uno. La cinque e la uno non se parlano, Dì alla otto de manda' a di' alla quattro de chiama' la uno. Onorevole Diliberto... Gne a fa? No, Gnafa' gnafa'...- 
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Sorini: Se non si usa la dialettica nell'analisi dei più diversi e mutevoli scenari tattici, non si capisce niente e si alimentano polemiche inutili, o strumentali, o fuorvianti... E qui mi fermo.-
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Giannini: me sa che c'ho preso na' sòla ….
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PierferdyIII:oliviero??? Olivie' e che cazzo t'ho detto stamo qua... gira a sinistra... daicazzo quella è la destra, mettiti n'anello, n'orologio...   ma se po'??? No col cerchio concentrico non vai a sinistra fai la trottola... torna indietro....
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Moretti (nanni) Oliviero dì qualcosa di sinistra!!!

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Patta: Susannaaaaaaaaaa senti questo, susannaaaaaaaaaaaa! Ci frega l'accordo con confindustria susannaaaaaaaaaaaaaa....
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 Salvi:                          ...                                                    (come sempre).-
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Ferrero: m'hanno rimasto solo...eheheh!
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Rossi (portavoce fds) e come cazzo la faccio la sintesi mo???
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 Diliberto: ma Cribbio! Sono stato frainteso....

**************************that's all folk! 

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Come si cambiaaaaa per non morire 


mercoledì 16 novembre 2011

Du' ciechi a ffà a sassate

a cura di Luciano Granieri

"Non possiamo che esprimere apprezzamento per il livello professionale ed intellettuale dei ministri che entreranno a far parte del governo Monti. Nella sobrietà comportamentale si avverte una netta discontinuità, una positiva differenza rispetto all'orrendo circo del governo Berlusconi. Per un giudizio di merito attendiamo naturalmente di verificare il programma di governo e i singoli provvedimenti che, auspichiamo, rappresentino altrettanta discontinuità. E non solo nelle forme, ma soprattutto nella sostanza rispetto alle interferenze delle oligarchie europee, delle banche e della finanza". 
Oliviero Diliberto Segretario  nazionale del Pdci  - Federazione della Sinistra
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"Questo governo non ci piace: è espressione dei poteri forti, delle lobby, di quel mondo che ci ha portato nella crisi attuale. Questo governo, legato alle banche, alle imprese, al Vaticano, alle università private, ai ''soliti noti'' è il contrario di quello che serve al paese. L'Italia dovrebbe mettere in discussione le politiche europee che sono all'origine della speculazione mentre questo governo è espressione diretta dei potentati e dell'ideologia neoliberista che hanno forgiato quelle politiche errate. Si amplia quindi la nostra contrarietà al governo che lungi dall'essere tecnico è il governo delle lobby e dei poteri forti: la parola spettava al popolo, la scelta di non andare alle elezioni anticipate è un grave errore che purtroppo pagheranno gli italiani". 
Paolo Ferrero  segretario nazionale del Partito della Rifondazione Comunista - Federazione della Sinistra.

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Berlusconi come ce lo vedete nella federazione della Sinistra? E Urbani?  E Mastella? Io ci farei entrare anche l'ex leghista Formentini. A proposito seguiamo Scilipoti!!!! e' uno che porta voti. Non trascuriamo i giovani di Casa Pound, agli Zetazeroalfa potremmo far scrivere l'inno della federazione. E i boy scout?  Che vogliamo fare torto al Vaticano!   Poi c'è il  variegato mondo dell'associazionismo, suggerirei di coinvolgere i club dei Lyon e il Rotary. Il fan club di Apicella conferirebbe  una spiccata  connotazione culturale. Si potrebbe organizzare un concerto di apertura del congresso di Napoli con Apicella, Gigi D'Alessio, scoglionato dopo la prestazione a fianco della Moratti, e Anna Tatangelo. Nel Fronte democratico dobbiamo coinvolgere tutti altrimenti come facciamo a battere .......... ehm come facciamo a vincere.....
uff....
SCUSATE MA CHI CAZZO DOVEVAMO BATTERE CO' STO FRONTE DEMOCRATICO? 

C'ammo scurdato tutte cose. 

Luciano Granieri iscritto al Circolo di Rifondazione Comunista di Frosinone "Carlo Giuliani".  



E' morto il partigiano De Leoni

Giovanni Morsillo Presidente ANPI Frosinone

Cari compagni,
ieri pomeriggio si è spento a Roma il Partigiano Ferdinando De Leoni. Abbiamo avuto occasione di conoscerne le alte doti umane, politiche, culturali nelle molte occasioni di incontro cui ha partecipato nella nostra provincia. Veniva volentieri, era contento se c'erano i giovani, cui dedicava buona parte delle sue riflessioni. Insisteva molto sul fatto che la Resistenza sia stata questione dei giovani, perché da essi combattuta ma anche perché espresse sentimenti e tensioni che solo animi giovani possono provare: la ribellione, senz'altro, ma anche la fiducia in sé stessi, la possibilità di cambiare, la costruzione della prospettiva, il protagonismo civile dei popoli, il rifiuto del potere oppressivo, la sete di libertà.
Si rivolgeva sempre ai giovani, ed esortava noi militanti "più in forze", come diceva lui, a parlare loro ma anche a dare l'esempio. Perché Ferdinando era convinto, da vecchio galantuomo, che si parte sempre da sé stessi, e ciò che non si condivide non va accettato.
Da ragazzo decise di fare l'antifascista. rischiò la vita più volte, a Roma, diffondendo la stampa rivoluzionaria ed antifascista. Appena fu il momento, andò in montagna, combatté lunghi mesi nella Apuane, sulla linea Gotica, aggrappandosi alla sua umanità ed alla sua testa dura, da uomo libero. Poi, non soddisfatto, ha speso una vita intera a difondere, ad approfondire, a ricercare insieme ai giovani quell'ideale di libertà e di dignità che definisce l'uomo. Lo abbiamo conosciuto, Ferdinando De Leoni, e ne conserviamo gelosamente non solo il ricordo, ma l'insegnamento, l'esortazione a capire, ad interrogarsi, a scegliere in modo consapevole. Sosteneva che uno dei peggiori insulti, scherno feroce degno di loro, che i nazisti riservarono agli internati fu la famigerata frase "Il lavoro rende liberi". Ferdinando ci ricordava spesso che non è affatto il lavoro a rendere liberi, nemmeno quando non è coatto (figurarsi nei lager), ma è la conoscenza. Il Falco è volato. Un uomo degno se n'è andato, lasciandoci, oltre alla tristezza, il dovere di raccoglierne l'insegnamento e l'esempio.Desideriamo offrire un omaggio alla sua memoria, realizzando una giornata di studio e di riflessione sulla sua figura. Lo faremo presto, coinvolgendo le persone che lo hanno conosciuto meglio di noi, e che potranno aiutarci a capire perché Ferdinando De Leoni era un Partigiano.
Un abbraccio alla famiglia, ai compagni dell'ANPI di Roma, a chi gli ha voluto bene.
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Informiamo chi potesse partecipare alle esequie, che la camera ardente sarà visitabile domani dalle ore 08.00 alle 10.00 al Policlinico, in P.le Verano. I funerali alle ore 11.00 nella chiesa di S. Mattia in via Renato Fucini.



G.Morsillo
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Riceviamo da Marianna De Leoni, figlia di Ferdinando, e condividiamo con tutti voi.


Ringrazio Giovanni e tutti i compagni di queste parole per il mio amatissimo papà, come gli ho già potuto dire , vi esorto tutti per lui a continuare tutti insieme ostinatamente la battaglia per l'antifascismo, per la giustizia, la libertà. Sono tempi in cui è fondamentale di nuovo una resistenza delle idee e delle convinzioni democratiche ed è fondamentale per noi continuare l'esempio di persone come lui, che ci mancheranno immensamente, ma non ci lasciano senza averci donato una testimonianza viva, che resta e che è nostro compito far continuare a vivere.



Maria (Marianna) de Leoni






























MAFIE: Occorre impegno più incisivo

Valeria Russo Ufficio Stampa Fds Regione Lazio

“Con soddisfazione il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la nostra mozione di solidarietà all’associazione Libera, depositata all’indomani del folle atto vandalico con cui è stata devastato il Villaggio della Legalità di Borgo Sabatino, in provincia di Latina”. E’ quanto affermano, in una nota congiunta, il capogruppo e il consigliere della Federazione della Sinistra alla Regione Lazio, Ivano Peduzzi e Fabio Nobile.

“Confiscato per abusivismo edilizio -proseguono-, il locale devastato nella notte del 21 ottobre era stato affidato dal Prefetto di Latina all’associazione di Don Ciotti, con l’intento di costruire un presidio di legalità in un territorio in cui la criminalità organizzata ha deciso di mettere radici. La provincia pontina è infatti da oltre un decennio terra di conquista delle mafie che per espandersi hanno investito nella gestione dei rifiuti, nell’abusivismo edilizio, nella cementificazione delle coste: investimenti facilitati dal silenzio, l’indifferenza o, peggio, la connivenza di certa cattiva politica”.

“Dopo fatti vergognosi ed eclatanti, come quello che ha interessato il Villaggio della Legalità di Libera, piovono parole di solidarietà e di indignazione. Oggi –continuano i consiglieri- le parole non possono più bastare. La mozione approvata impegna la Giunta a far leva su ogni strumento amministrativo utile a contrastare in maniera più incisiva la criminalità organizzata e a sostenere tutte le associazioni impegnate quotidianamente e con coraggio nella lotta alle mafie. E’ necessario -concludono Peduzzi e Nobile- investire più forza e più fondi affinché i beni confiscati per mafia vengano restituiti al territorio e affinché i clan vengano tenuti alla larga dalla gestione della cosa pubblica, dalle amministrazioni e dalla politica dei nostri territori”.

martedì 15 novembre 2011

MESSAGGIO PUBBLICITARIO

Colletivo Casoria Antifacista

CASORIA NON DIVENTERA’ UNA DISCARICA DI MORTE E DI VELENI!!! FERMIAMOLI !!!

http://napoli.indymedia.org

La Provincia di Napoli e i comuni dell’area acerrana, di cui Casoria fa parte, hanno firmato un accordo di programma sulla gestione dei rifiuti che prevede la costruzione di ben due discariche nel comune casoriano. Il Sindaco Carfora, tenendo all’oscuro un’intera comunità, con un blitz, ha dato l’OK per la realizzazione di un ennesimo disastro ambientale. L’amministrazione Carfora, e il suo assessore all’ambiente Tignola, nel periodo della campagna elettorale hanno sbandierato ai quattro venti la loro azione in materia ambientale, propagandando la raccolta differenziata e il rifiuto zero, addirittura proponendo alternative ambientali ecosostenibili, ed ora a distanza di qualche mese dall’insediamento al governo della città, in piena “COERENZA” con le belle parole spese, regala gratuitamente ai cittadini due discariche velenose sul territorio. I cittadini casoriani, stanchi dell’emergenza rifiuti che regna da decenni, con grande abnegazione e merito, hanno consapevolmente contribuito al raggiungimento degli obiettivi della raccolta differenziata, facendo diventare Casoria una città virtuosa, e come ricompensa, a questo grande sforzo, lo scellerato Sindaco punta a far diventare Casoria la città dei veleni. Queste due discariche decise nell’accordo di programma sono state individuate nelle zone della circumvallazione esterna e in via G. Pascoli nel quartiere Casoria – Cittadella – Arpino. Casoria già massacrata negli anni dalle dismissioni di aree industriali chimiche, tessili e meccaniche che non sono mai state bonificate, facendo aumentare le percentuali di malattie tumorali del 20%, si ritrova oggi questa amministrazione comunale che vuole continuare a distruggere l’ecosistema già provato e inquinato imponendoci un ulteriore progetto assassino. Anche se non esistono i requisiti ambientali tecnicamente adeguati, le discariche saranno comunque allestite, “grazie” alla possibilità di avvalersi delle deroghe che facilitano, con i poteri commissariali, di decidere comunque di realizzare gli ecomostri. Non barattiamo i veleni con le proposte reali ed ecosostenibili, proposte come la realizzazione sul nostro territorio di un centro di raccolta tipo Vedelago (Tv) sito di trattamento meccanico per il recupero della frazione secca inerte e valorizzazione del materiale lavorato, proposto dal Movimento di Lotta per il Lavoro USB, incentivare di più la cittadinanza a fare la differenziata con la diminuzione della Tarsu (Tassa rifiuti soliti urbani), iniziative di comunicazione ed educazione tendenti a rifiuti zero, adesione al Protocollo di Paul Connett. I Promotori “Comitato Casoria NO DISCARICHE” chiedono fortemente alla cittadinanza tutta di mobilitarsi immediatamente per scongiurare definitivamente l’idea delle discariche della morte sui nostri territori, nè a Casoria nè altrove, la nostra lotta sarà dura e determinata nella difesa della salute e dell’ambiente.


NESSUNA DISCARICA SARÀ FATTA A CASORIA! NE’ ORA NE’ MAI!





Frosinone. Servizi scolastici: si procede a vista

Paolo Iafrate

Dopo giorni di riflessione e incontri tra le scuole e la dietista e la Serenissima e il comune eccoci al dunque.
Oggi nell'incontro tra i rappresentanti dei genitori si è deciso di cambiare alcune modalità tra cui il menù.
Non ci sarà il piatto unico; l'insalata per secondo; tornerà la carne rossa Venerdì mattina ore 9.30 comunque il Comune (l'ass.re Langella) convoca in aula consiliare le rappresentanze dei genitori, penso, per illustrare questi cambiamenti e altro.
Dal lato del costo dopo varie interpretazioni si è giunti alla conclusione che i pasti non utilizzati vengono "rimborsati" il mese successivo, mentre ancora vige il recupero dei pasti 2010-2011 a marzo 2012!!!!!!
Dal lato della suddivisione dei pagamenti per fasce isee, così come suggerito da Fulvio Pica , da una prima rilevazione sembra che circa il 50% paga il massimo della quota, a dimostrazione che un reddito medio è dato come alto. Su questo ci ritorniamo. Speriamo di essere giunti al dunque, anche perché dai prossimi giorni ci sarà un nuovo punto all'ordine del giorno, la scomparsa dei singoli circoli a fronte degli istituti comprensivi dalla materna alla media. Nuovo terreno di insoddisfazione, dove i genitori e i loro rappresentanti non sono stati coinvolti e che invece subiranno la riorganizzazione complessiva del percorso scolastico dei figli. Nel mentre si attendono le tecnostrutture per la mensa a De Matthaeis, come promesso, il Comune "invita" lago Maggiore ad abbandonare il plesso poiché l'impianto di riscaldamento non è riparabile e perché, udite udite, la scuola è senza uscita di sicurezza!  Insomma si procede a vista. Speriamo di non andare a sbattere violentemente.



lunedì 14 novembre 2011

Allarme Occupazione nel Lazio

Associazione Politico Culturale 20 ottobre


È un vero e proprio  allarme quello lanciato dal segretario provinciale della Cisl di Frosinone Maceroni e condiviso appieno dall’Associazione Politico Culturale “20 Ottobre” per voce di Oreste Della Posta: la situazione occupazione, sociale ed industriale della Ciociaria è drammatica. Siamo sull’orlo di una crisi senza ritorno.”

“Nella nostra provincia – dice Oreste Della Posta – abbiamo indicatori che testimoniano la gravità della situazione: una disoccupazione galoppante, imprese che chiudono, famiglie costrette a grossi sacrifici per arrivare alla fine del mese”.

“In tutto questo però – dice – la Regione Lazio non fa nulla, anzi, è in piena crisi di liquidità. Infatti, già del prossimo gennai, non sarà in grado di pagare 200 milioni di euro a Trenitalia e altri somme al Cotral. I pendolari ciociari se ne accorgeranno. Siamo veramente in una situazione drammatica.”

“in questo quadro  - afferma – è necessario che tutti noi facciamo la nostra parte, incominciando soprattutto da chi più ha. Come “20 ottobre” proponiamo subito in tavolo di confronto per avanzare proposte all’ormai immobile amministrazione Regionale. È necessario tagliare gli sprechi, chiudere con i finanziamenti a sagre e festicciole, chiudere con le enormi spese di rappresentanza e stanziare tutti questi soldi per onorare gli impegni economici e far ripartire imprese, consumi ed occupazione”.
15/11/2011, Frosinone