Comitato di Lotta per il lavoro
a) L’Amministrazione Comunale di Frosinone, come in tutte le volte che si è dovuta sedere al tavolo di un confronto sulla Multiservizi o sulla newco, si presenta sempre con atti nuovi, anticipati all’uopo, proprio per marcare, se qualcuno non volesse capire, la propria “autonomia” e il “far da me” a prescindere da chiunque altro.
Venerdì 13 c’è stato un importante confronto alla Regione Lazio con gli enti, per esplorare lo stato delle cose faticosamente condiviso in queste ultime settimane: il protocollo d’intesa degli enti (avvenuto il 12 dicembre), il piano industriale, la proposta della nuova società per la costituzione della newco.
Frosinone ha preso parte a quel tavolo con un atto che smentisce ancora gli accordi, le promesse, gli impegni: non solo ha già affidato due servizi per anni 5 e che escono dal piano industriale, ma pubblica un Bando di gara (Direttiva 2004/18/CE) per L’APPALTO DEI SERVIZI INERENTI LA MANUTENZIONE ORDINARIA DELLE AREE DESTINATE A VERDE PUBBLICO ANNI 2015-2017. Dunque anche il servizio del verde pubblico sta per uscire dal piano della eventuale newco, dall’ambito pubblico, e viene messo sul mercato come qualsiasi prodotto di consumo.
Alla fine del tavolo in un improvvisato summit con i lavoratori l’assessore all’ambiente Trina con molta autorevolezza e decisione ha dichiarato di aver inviato al proprio dirigente una nota per l’annullamento del bando per mancanza di copertura finanziaria. Ad oggi alcunché ancora si legge sull’albo pretorio e la scadenza del bando del 16 marzo è vicina. (CLICCA E VEDI LA NOTA DI RICHIESTA CHIARIMENTI ALL'ASSESSORE)
I lavoratori che lottano per una soluzione unica e pubblica per la ricostituzione di un rapporto di lavoro durato 17 anni rimangono, pur oramai abituati, sbigottiti davanti all’atteggiamento dell’Amministrazione, che ha visto il vicesindaco dare manforte alla costituzione della newco e contemporaneamente altri emissari del Sindaco tentare tutte le vie per opporvisi.
b) L’Amministrazione si muove per costruire occasioni, cavalcare situazioni, indirizzare eventi, gestire interessi per creare quella “nuova” rete di relazioni e contatti che serve a ridefinire un progetto di potere aggiornato rispetto al precedente, sedimentato e quindi riproducibile. Se poi questa ricostruzione non fa gli interessi della cittadinanza, quella socialmente più debole soprattutto -che è la maggioranza-, ma anzi la espone al ripianamento di un debito che i ricchi e i loro sodali politici hanno contratto; e poi si impiglia, ad esempio, nelle maglie della magistratura su più fronti, allora pazienza, ma non ci si perde d’animo, si cercherà di deviare con maggior forza con la sfacciataggine o con l’indifferenza a seconda dei casi.
Le modalità che portano all’appalto del verde va in questa precisa direzione. Viene tolto un servizio pubblico gestito e controllato dall’ente e/o da una propria società in house e viene affidato con indirizzate procedure amministrative a soggetti privati locali.
L’affidamento attraverso una procedura ad evidenza pubblica si tramuta in affidamento continuato alla stessa società con proroghe fino ai due anni (circa euro 500 mila). Con motivazioni alquanto inconsuete contenute nella deliberazione DGC n.384 del 2013 si stralcia l’allora ipotesi di appalto prevista dalla DGC 374, per far diventare perpetuo ciò che sarebbe momentaneo.
Si legga parte delle premesse della determina dirigenziale 2327/ 2013 in data 24-09-2013: “con la medesima deliberazione di G.C. 384/2013 è stata stralciata la parte relativa alla previsione di affidamento del servizio di verde pubblico, manutenzione parchi e giardini, attraverso il ricorso a gara d’appalto disponendo l’affidamento del servizio di che trattasi in forma diretta a cooperativa sociale di cui all’art. 1, comma 1, lett. b della L. n. 381 del 1991, per anni 1 (uno) e per un importo di€ 240.000,00 comprensivo di IVA e costi di sicurezza, ai sensi dell’art. 5 L. 381/91”; e ancora “l’attuale gestore di tale servizio si è resa disponibile al proseguimento delle attività agli stessi patti e condizioni per un ulteriore anno, conseguendo la continuità e la stabilità del personale attualmente impegnato sui servizi ed effettuando una miglioria d’asta di circa il 3 % sul prezzo del servizio”.
Dunque, se la strada dell’affidamento diretto è stata ampiamente battuta perché ora ci si indirizza per il bando di gara? Il diritto amministrativo pur bistrattato rischia di attirare troppe attenzioni e fastidi se si utilizzano infinite proroghe soprattutto non giustificate appropriatamente?
Il DISCIPLINARE DI GARA ora adottato PROCEDURA APERTA PER L’APPALTO DEI SERVIZI INERENTI LA MANUTENZIONE ORDINARIA DELLE AREE DESTINATE A VERDE PUBBLICO ANNI 2015-2017 , al comma i) dei Requisiti di partecipazione dice: “avere eseguito almeno un servizio analogo a quelli oggetto di gara, con buon esito, negli anni 2012-2013-2014, per un importo, non inferiore a € 193.800,00 (I.V.A. esclusa) riportando l’oggetto del servizio, il soggetto committente, il periodo di riferimento e l’importo”.
c) Insomma i lavoratori diventano solo spettatori di una elargizione ai privati di soldi pubblici. Ma alla fine della giostra quanti soldi pubblici sono stati impegnati negli anni 2013 e 2014 per Servizio di manutenzione parchi e giardini - Cura del Verde Pubblico e soprattutto a chi vengono dati i soldi?
All’affidamento diretto si devono aggiungere, non previsti in quello stanziamento, le spese “straordinarie”: per i fiori; per la potatura, per i materiali manutentivi e per tutti gli altri interventi di altri privati che potrebbero aggirarsi in diverse decine di migliaia di euro all’anno. Ancora. Si aggiungono le diverse migliaia di euro per l’inserimento lavorativo di due detenuti con la cooperativa sociale affidataria del servizio, di cui, tra l’altro, non si comprende come sono state selezionati.
A ciò vanno aggiunti gli impegni di spesa per i progetti per i detenuti della casa circondariale di Frosinone a cui l’ente ha stanziato ad esempio €.7000 di pasti, servizio dato a sua volta all’esterno.
La gestione del verde pubblico, modello Ottaviani, nel coinvolgimento di detenuti e “di detenuti un po’ più uguali degli altri”, ha toccato situazioni particolarmente delicate e sentite nell’opinione pubblica dell’intera penisola: a Frosinone sono state spianate le porte (per meglio dire “aperte”) a condannati per reati gravissimi (Luigi Ciavardini) che non sono semplici esecutori di attività di reintegrazione sociale attraverso il lavoro, ma sono coinvolti nella gestione di alcuni servizi in accordo con l’Associazione Gruppo Idee, la coop. Essegi, la coop. Agro Romano, accordi presi con l’Amministrazione e con la Casa circondariale.
Fermo restando i dubbi su come possano essere eletti animatori culturali e sportivi per bambini – a Frosinone gli è stato concesso anche questo purtroppo! (http://www.frosinoneweb.net/ 2013/11/17/fatti-di-sport- tante-le-discipline-sportive- alla-villa-comunale/, http://www. scuolacalciofrosinone.com/ home/?p=683), – quale prospettiva politica ha l’ente su questo versante? Inoltre con quali appalti e a quali costi si hanno tali rapporti?
La vicenda merita trasparenza e rigore, come rispetto meriterebbero coloro che sono stati immolati alla causa del lavoro… altrui.
Nessun commento:
Posta un commento