Sanità, lavoro, ambiente, istruzione, territorio, accesso ai
beni comuni. Su questi temi si sta scatenando l’offensiva del capitale
finanziario. Diminuite le opportunità di profitto sul mercato delle merci, i
servizi alla persona assumono una valenza speculativa dall’inestimabile valore, tale da attirare le lobby finanziarie come mosche al miele. Il fenomeno che
negli ultimi anni ha raggiunto dimensioni stratosferiche, determina la progressiva negazione ai cittadini di una vita dignitosa.
Non è possibile vivere
dignitosamente senza un lavoro, o con un’occupazione
precaria, pagando a caro prezzo l’accesso a servizi essenziali sempre più
scadenti. Pressione fiscale elevata, solo per le classi meno abbienti, e
devastazione del welfare, in un combinato disposto che vanifica il dettato
Costituzionale, rendono la vita molto difficile per molti ed estremamente
facile per pochi. Questa realtà, presente
in tutte le entità globalizzate, insiste molto pesantemente anche sul nostro territorio
(Frosinone e Provincia).
Su queste dinamiche si è stravolta anche la prassi
politica. Dopo la trasformazione dei partiti di massa in comitati di interesse
al soldo del capitale finanziario, a difendere il diritto ad una vita dignitosa
sono rimasti i cittadini. I quali, in forma più o meno organizzata, più o meno
agguerrita, cercano con le proprie misere
forze di resistere. Questo quadro si ripropone anche nel nostro territorio.
C’è da constatare che negli ultimi anni la
partecipazione, anche se sempre troppo limitata ed ampiamente insufficiente,
sta aumentando. Le rivendicazioni sul diritto alla salute, ad esempio, hanno animato il
coordinamento provinciale per la sanità. A causa dell’inasprirsi delle vessazioni di
Acea, attorno al comitato provinciale acqua pubblica, è aumentata l’aggregazione
di cittadini . Altri movimenti si sono attivati per la difesa di spazi pubblici
urbani vivibili e culturalmente preminenti , destinati ad essere scippati alla popolazione dalle mire della speculazione
fondiario-finanziaria vera proprietaria di Frosinone.
In termini di difesa del
territorio forte è la mobilitazione contro
il degrado ambientale e sanitario della
Valle del Sacco la cui tutela è l’oggetto di molte associazioni e movimenti
attivi fuori e dentro la nostra Provincia. Realtà associative che hanno preso
consapevolezza sulla necessità di unirsi e strutturarsi in un coordinamento.
Intorno alle questioni del lavoro il quadro è meno consolidato, nonostante su
questo tema si dovrebbe ottenere la maggiore coesione possibile . A margine
della estenuante lotta dei lavoratori della ex Multiservizi -da oltre 350
giorni accampati in una tenda davanti al Comune per reclamare il diritto a
riavere il proprio posto di lavoro, sacrificato sull’altare di interessi eletteral-privatistico-mafiosi -le
altre situazioni di criticità sono state annacquate, strumentalizzate,
depotenziate dall’azione corporativistica della triplice sindacale locale in
combutta con i comitati elettorali amici.
Tutto questo microcosmo di
cittadinanza attiva sta intensificando le sue azioni e pressioni sugli amministratori,
ma con quali risultati? Come al solito si può considerare il bicchiere mezzo
pieno o mezzo vuoto. Sulla sanità, il merito di aver acceso i riflettori sulla
poco trasparente vicenda dell’atto aziendale, ed aver informato i cittadini
sugli espropri di sanità pubblica che il management, mero esecutore dei voleri
di Zingaretti, ha ordito ai danni dei cittadini, è indubbio. Così come è
fondamentale aver fatto emergere la meschinità di molti sindaci e amministratori regionali, che in
buona o in malafede hanno subito la
solenne presa in giro da parte della manager e del suo presidente. Ma alla
prova dei fatti il tanto contestato atto aziendale è diventato programma di
governo della sanità provinciale con il suo drammatico portato di tagli e dismissioni
di presidi pubblici.
Egualmente in relazione alle vicende di Acea Ato5,
preziose sono state le attività che hanno portato all’approvazione della legge d’iniziativa popolare regionale 5/2014 sulla gestione pubblica
del servizio idrico, così come eccellente si è rivelato l’impegno per portare
alla discussione dei consigli comunali provinciali , delibere (anche di
iniziativa popolare), in base alle quali si reclamava la rescissione del
contratto per inadempienza con Acea. Anche in questo caso però il bilancio finale
non è esaltante. L’approvazione dei decreti attuativi per la legge 5/2014 è
ferma, a causa dell’impugnazione
del dispositivo, da parte del governo e del suo Presidente, servo del capitale
finanziario, innanzi alla Corte Costituzionale. Le delibere presso i consigli
comunali, salvo qualche eccezione, o sono state bocciate, o annacquate, segno
certo che nessuno vuole contrastare gli interessi di Acea anche se queste confliggono con il bene comune .
Le stesse
valutazioni possono interessare le battaglie contro la cementificazione e il degrado
culturale di Frosinone. Nonostante la grande attività dei comitati, il sindaco
Ottaviani, sta andando avanti come un caterpillar nel destinare i fondi
stanziati per la riqualificazione culturale e sociale della città all’edificazione
di uno stadio che ha la sola finalità di liberare un’area disponibile per l’ennesima
speculazione edilizia dei soliti noti.
Ulteriori analisi andrebbero svolte sulla questione della Valle del Sacco, per cui dopo anni di attività dei movimenti
ancora non si è riusciti a determinare neanche una perimetrazione credibile della zona inquinata.
Cosa manca dunque per
andare oltre il conseguimento di vittorie preziose ma parziali? La risposta è
nella natura dei movimenti. Ogni associazione,
giustamente, è concentrata sul tema
specifico: Sanità, ambiente, accesso ai beni comuni ecc. La visione di un idea
di società, fondata sul rispetto della dignità umana, che sia comprensiva della difesa di tutte le tematiche sopra descritte rimane sullo sfondo,
spesso osteggiata perché ritenuta un’inutile concessione all’ideologia.
Occuparsi
di ambiente per un esponente di un comitato sulla sanità potrebbe costituire
una perdita di tempo. Ma è inevitabile che sia così. La specificità di un
movimento, inestimabile ricchezza in termini di ricerca e acquisizione specialistica delle
informazioni, difficilmente può derogare verso orizzonti più ampi e forse non
deve, pena il suo depotenziamento in termini di azione. E’ perfino un errore, cercare
all’interno di un’ organizzazione specifica le potenzialità per una
contestualizzazione generalizzata delle tematiche.
Ma d’altra parte è indubbia le necessità di un’azione politica
che raccolga tutte le istanze portate avanti dai movimenti e le esplichi nella
rivendicazione di un modello di società che quelle istanze identificano . La mia
proposta è quindi di costruire un’aggregazione aperta, che lotti per quel modello di società. Un'organizzazione svincolata dai movimenti, ma che operi in stretta collaborazione con essi, raccogliendo
le informazioni, i suggerimenti sui singoli temi e li traduca in lotta politica
generale.
Una sorta di corpo centrale, alimentato dalla linfa di corpi
associativi formati da cittadini consapevoli e sapienti che non
necessariamente vogliono impegnarsi in contesti diversi da quelli in cui agiscono
. Una concretizzazione di questa
proposta potrebbe realizzarsi con la formazione, a Frosinone, di un movimento politico, con finalità anche elettorali,
che operi in simbiosi con le associazioni presenti sul territorio (Antiqua, Frosinone bella e brutta, Quelli del referendum al Matusa, i movimenti per l’acqua, il coordinamento per
la sanità), che ne raccolga i suggerimenti, le informazioni.
Visti i risultati
importanti, ma parziali ottenuti dai singoli movimenti, un’organizzazione che
veda come corpo centrale un’ entità politica alimentata e coadiuvata dalle varie associazioni potrebbe risultare
vincente. Forse varrebbe la pena iniziare a pensarci.
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