venerdì 3 aprile 2015

Un bilancio e una proposta politica

Luciano Granieri



Sanità, lavoro,  ambiente, istruzione, territorio, accesso ai beni comuni. Su questi temi si sta scatenando l’offensiva del capitale finanziario. Diminuite le opportunità di profitto sul mercato delle merci, i servizi alla persona assumono una valenza speculativa dall’inestimabile valore, tale da attirare le lobby finanziarie come mosche al miele. Il fenomeno che negli ultimi anni ha raggiunto dimensioni stratosferiche,  determina la  progressiva negazione  ai cittadini di  una vita dignitosa. 

Non è possibile vivere dignitosamente  senza un lavoro, o con un’occupazione precaria, pagando a caro prezzo l’accesso a servizi essenziali sempre più scadenti. Pressione fiscale elevata, solo per le classi meno abbienti, e devastazione del welfare, in un combinato disposto che vanifica il dettato Costituzionale, rendono la vita molto difficile per molti ed estremamente facile per pochi. Questa realtà,  presente in tutte le entità  globalizzate,  insiste  molto pesantemente anche sul nostro territorio (Frosinone e Provincia). 

Su queste dinamiche si è stravolta anche la prassi politica. Dopo la trasformazione dei partiti di massa in comitati di interesse al soldo del capitale finanziario, a difendere il diritto ad una vita dignitosa sono rimasti i cittadini. I quali, in forma più o meno organizzata, più o meno agguerrita, cercano con  le proprie misere forze di resistere. Questo quadro si ripropone   anche nel nostro territorio.

 C’è  da constatare che negli ultimi anni la partecipazione, anche se sempre troppo limitata ed ampiamente insufficiente, sta aumentando. Le rivendicazioni sul diritto alla salute, ad esempio,  hanno animato il coordinamento provinciale per la sanità.  A causa dell’inasprirsi delle vessazioni di Acea, attorno al comitato provinciale acqua pubblica, è aumentata l’aggregazione di cittadini . Altri movimenti si sono attivati per la difesa di spazi pubblici urbani vivibili e culturalmente preminenti , destinati  ad essere scippati  alla popolazione dalle mire della speculazione fondiario-finanziaria vera proprietaria di Frosinone. 

In termini di difesa del territorio forte è la mobilitazione  contro  il degrado ambientale e sanitario della Valle del Sacco la cui tutela è l’oggetto di molte associazioni e movimenti attivi fuori e dentro la nostra Provincia. Realtà associative che hanno preso consapevolezza sulla necessità di unirsi e strutturarsi in un coordinamento. 

Intorno alle questioni del lavoro il quadro è meno consolidato, nonostante su questo tema si dovrebbe ottenere la maggiore coesione possibile . A margine della estenuante lotta dei lavoratori della ex Multiservizi -da oltre 350 giorni accampati in una tenda davanti al Comune per reclamare il diritto a riavere il proprio posto di lavoro, sacrificato sull’altare di  interessi   eletteral-privatistico-mafiosi -le altre situazioni di criticità sono state annacquate, strumentalizzate, depotenziate dall’azione corporativistica della triplice sindacale locale in combutta con i comitati elettorali amici. 

Tutto questo microcosmo di cittadinanza attiva sta intensificando le sue azioni e pressioni sugli amministratori, ma con quali risultati? Come al solito si può considerare il bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Sulla sanità, il merito di aver acceso i riflettori sulla poco trasparente vicenda dell’atto aziendale, ed aver informato i cittadini sugli espropri di sanità pubblica che il management, mero esecutore dei voleri di Zingaretti, ha ordito ai danni dei cittadini, è indubbio. Così come è fondamentale aver fatto emergere la meschinità di  molti sindaci e amministratori regionali, che in buona o in malafede hanno subito  la solenne presa in giro da parte della manager e del suo presidente.  Ma alla prova dei fatti il tanto contestato atto aziendale è diventato programma di governo della sanità provinciale con il suo drammatico portato di tagli e dismissioni di presidi pubblici. 

Egualmente in relazione alle vicende di Acea Ato5, preziose sono state le attività che hanno portato all’approvazione della legge d’iniziativa popolare regionale 5/2014   sulla gestione pubblica del servizio idrico, così come eccellente si è rivelato l’impegno per portare alla discussione dei consigli comunali provinciali , delibere (anche di iniziativa popolare), in base alle quali si reclamava la rescissione del contratto per inadempienza con Acea. Anche in questo caso però il bilancio finale non è esaltante. L’approvazione dei decreti attuativi per la legge 5/2014 è ferma,  a causa   dell’impugnazione del dispositivo, da parte del governo e del suo Presidente, servo del capitale finanziario, innanzi alla Corte Costituzionale.  Le  delibere presso i consigli comunali, salvo qualche eccezione, o sono state bocciate, o annacquate, segno certo che nessuno vuole contrastare gli interessi di Acea anche se queste confliggono con il bene comune .

 Le stesse valutazioni possono interessare le battaglie contro la cementificazione e il degrado culturale di Frosinone. Nonostante la grande attività dei comitati, il sindaco Ottaviani, sta andando avanti come un caterpillar nel destinare i fondi stanziati per la riqualificazione culturale e sociale della città all’edificazione di uno stadio che ha la sola finalità di liberare un’area disponibile per l’ennesima speculazione edilizia dei soliti noti. 

Ulteriori analisi andrebbero svolte  sulla   questione della Valle del Sacco, per cui dopo anni di attività dei movimenti ancora non si è riusciti a determinare neanche una perimetrazione credibile  della zona inquinata. 

Cosa manca dunque per andare oltre il conseguimento di vittorie preziose ma parziali? La risposta è nella natura  dei movimenti. Ogni associazione,  giustamente, è concentrata sul tema specifico: Sanità, ambiente, accesso ai beni comuni ecc. La visione di un idea di società, fondata sul rispetto della dignità umana,  che sia  comprensiva della difesa di tutte le  tematiche sopra descritte rimane sullo sfondo, spesso osteggiata perché ritenuta un’inutile concessione all’ideologia. 

Occuparsi di ambiente per un esponente di un comitato sulla sanità potrebbe costituire una perdita di tempo. Ma è inevitabile che sia così. La specificità di un movimento, inestimabile ricchezza in termini di ricerca e acquisizione  specialistica delle informazioni, difficilmente può derogare verso orizzonti più ampi e forse non deve, pena il suo depotenziamento in termini di azione. E’ perfino un errore, cercare all’interno di un’ organizzazione specifica le potenzialità per una contestualizzazione generalizzata delle tematiche. 

Ma d’altra parte  è indubbia le necessità di un’azione politica che raccolga tutte le istanze portate avanti dai movimenti e le esplichi nella rivendicazione di un modello di società che quelle istanze identificano . La mia proposta è quindi di costruire un’aggregazione aperta,   che lotti per quel modello di società. Un'organizzazione  svincolata dai movimenti, ma che operi in stretta collaborazione con essi, raccogliendo le informazioni, i suggerimenti sui singoli temi e li traduca in lotta politica generale. 

Una sorta di corpo centrale, alimentato dalla linfa di corpi associativi formati da cittadini consapevoli e sapienti che   non necessariamente vogliono impegnarsi in contesti diversi da quelli in cui agiscono  . Una concretizzazione di questa proposta potrebbe realizzarsi con la formazione, a Frosinone, di un movimento  politico, con finalità  anche  elettorali, che operi in simbiosi con le associazioni presenti sul territorio (Antiqua,  Frosinone bella e brutta, Quelli del  referendum al Matusa,  i movimenti per l’acqua, il coordinamento per la sanità), che ne raccolga i suggerimenti, le informazioni. 

Visti i risultati importanti, ma parziali ottenuti dai singoli movimenti, un’organizzazione che veda come corpo centrale un’ entità politica alimentata e coadiuvata  dalle  varie associazioni potrebbe risultare vincente. Forse varrebbe la pena iniziare a pensarci.






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