venerdì 26 giugno 2015

Con l'Europa il Lazio diventa più forte? E i cittadini del Lazio diventano più forti?

Luciano Granieri



“Con il Lazio l’Europa diventa più forte” era il titolo dell’evento organizzato dalla Regione Lazio e tenutosi a Roma il 24 giugno scorso presso l’auditorium parco della musica di Roma.  Un’intera giornata di lavori, in cui i dirigenti della Regione, dei dipartimenti nazionali,   e membri delle commissione Europea, hanno  presentato la programmazione unitaria dei fondi europei 2014-2020.   

Il programma prevedeva una seduta plenaria nella mattinata, a partire dalle 10,00 nel corso della quale si sarebbero succeduti interventi di responsabili regionali della gestione dei fondi, fra i quali:  Alessandra Sartore, assessore della programmazione economica, nonché coordinatrice della cabina di regia  unitaria per lo sviluppo,  il presidente Nicola Zingaretti.  Membri della Commissione Europea: Zoltàn Kazatsay della direzione generale occupazione e inclusione sociale,  Charlina Vitcheva,  direttore del dipartimento per la crescita intelligente e sostenibile per l’Europa del sud.  Membri  delle istituzioni governative quali: Vincenzo Donato, capo dipartimento per le politiche di coesione (presidenza del consiglio dei ministri), Maria Ludovica Agrò , direttore agenzia coesione territoriale del Dipartimento  per lo sviluppo e la coesione economica, Salvatore Pirrone, Direttore generale Politiche attive e passive del lavoro presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuseppe Blasi Capo dipartimento Sviluppo rurale  presso il Ministero delle politiche agricole , alimentari e forestali. 

Nel pomeriggio avrebbero avuto luogo i tavoli tecnici relativi alla natura dei fondi: I POR FESR, destinati a progetti inerenti lo sviluppo economico e alle attività produttive, i POR FSE destinati a pianificazione di ordine sociale e sviluppo culturale, i PSR FEASR, destinati alle politiche agricole.  

La programmazione dei fondi europei, in realtà è già partita da un anno con l’apertura di tavoli di partenariato a cui avrebbero dovuto sedere, imprese, enti pubblici, organi intermedi, associazioni e singoli cittadini secondo una selezione, così come determinata dalla Commissione europea,  il più possibile condivisa e partecipata. Il tutto per evitare che ad usufruire della torta, che sul Lazio incide  per circa 4 miliardi, fossero i soliti noti, fenomeno  già avvenuto per il settennato appena concluso.

  Possiamo testimoniare che su questo fronte nulla è cambiato. Infatti, come Osservatorio Peppino Impastato, abbiamo inoltrato regolare domanda di partecipazione al partenariato, possedendone i requisiti,  richiesta puntualmente rigettata. Ad occupare le poltrone, anche questa volta,  proprio di soliti noti a cominciare delle più eminenti associazioni cattoliche.  

Eppure i dettami della Commissione sono altri.  I dirigenti della comunità europea, nel loro intervento sono stati categorici, in particolar modo  Charlina Vitcheva, sulla qualità della progettazione, sulla sua replicabilità  per tutto il territorio  Europeo. Come già affermato in altre occasioni, non è più il tempo di finanziare sagre della porchetta. Per il pressapochismo delle progettazione e del controllo sulla realizzazione dei progetti, nel settennato scorso l’Italia ha dovuto restituire diversi miliardi di euro, tutto ciò a causa di partner poco attenti a questi aspetti,  e molto più concentrati  solo sulla riscossione dei soldi.

 Attraverso l’Osservatorio Peppino Impastato abbiamo intenzione, assieme ad altre associazioni, di proporre progetti, nell’ambito dei  bandi   inseriti nelle  45 linee guida di prossima promulgazione,  che gravitano nel campo dell’inclusione sociale  della diffusione della legalità. Sarà difficile perché non abbiamo santi in Paradiso, ma tentar non nuoce. Confidiamo nella rinnovata rigidezza della commissione nel valutare progetti di qualità.  

Molto è stato svelato delle criticità sui fondi del precedente settennato e della programmazione a venire, in un intervento di protesta  del sindacato di base USB,  riammesso ai tavoli di partenariato dopo vibranti proteste per un iniziale ingiusta inclusione, e il movimento “Carovana delle  periferie”.  All’inizio dell’assise, Guido Lutrario, rappresentate dell’Usb, sI è impossessato del microfono, grazie anche alla forzata disponibilità del presidente Zingaretti, e ha esposto un riassunto del contenuto di 13 domande che le due associazioni avrebbero voluto porre allo stesso Zingaretti e al vice presidente Smeriglio. Nel post che segue pubblichiamo il documento dell’Usb e della Carovana delle periferie e un video  girato, al volo col cellulare, dalla mia amica Anita Mancini, che documenta  lo svolgersi della protesta.

Nessun commento:

Posta un commento