sabato 18 luglio 2015

Brasile La crisi del governo Dilma e l'alternativa che i lavoratori devono costruire

Zé Maria (presidente del Pstu, sezione brasiliana della Lit-Quarta Internazionale)
 
 
Nelle ultime settimane la crisi del governo diretto dal Pt [Partito dei Lavoratori, fondato da Lula, ndt] si è aggravata. I bassi indici di popolarità, la mancanza di sostegno nella società, l'estrema fragilità, fanno assomigliare il governo a un equilibrista sulla fune, mentre deve affrontare nuove denuncie per corruzione nel quadro di una crisi economica che si sta rivelando profonda. La mancanza di appoggio nella società accresce la crisi politica e rende fragile la base di sostegno politico del governo nel parlamento, generando continue crisi che riducono le stesse capacità del governo di gestire la crisi economica capitalistica.
La crisi economica colpisce il governo del Pt, per un lato spingendolo a intensificare gli attacchi ai diritti e alle condizioni di vita dei lavoratori, riducendo così a nulla la sua base di sostegno tra le masse popolari; dall'altro lato, la profondità della crisi e il rischio di perdere il controllo su di essa induce settori delle grandi imprese e delle banche, che finora hanno sostenuto il governo evitando che guadagnasse peso la proposta di impeachment, a manifestare dubbi sulla capacità di Dilma di neutralizzare le lotte e la resistenza dei lavoratori e quindi di saper applicare a fondo il pacchetto di misure fiscali e di far avanzare l'economia del Paese assicurando i profitti padronali.
 
La Dichiarazione di una parte della sinistra
E' in questo scenario che l'opposizione borghese si fa avanti, inasprisce gli attacchi contro il governo del Pt con l'intento di indebolirlo per garantire una vittoria dell'opposizione nelle prossime elezioni. Ed è in questo medesimo quadro che dirigenti del Psdb (e anche alcuni del Pmdb) [i principali partiti dell'opposizione borghese, ndt] tornano a parlare di un allontanamento della presidente, della convocazione di nuove elezioni in cui far vincere Aecio Neves [leader del Psdb, ndt] o puntare su un governo guidato da Michel Temer (Pmdb) in accordo con il Psdb e altri partiti, in un tentativo di governo di unità nazionale.
In definitiva, quindi, l'opposizione borghese usa le denunce di corruzione e l'erosione dell'appoggio popolare a Dilma per attaccarla e indebolire ancora di più il governo del Pt.
E' da qui che nasce, in settori della sinistra, organizzazioni sindacali e movimenti sociali vicini al Pt, la campagna attorno all'idea che "la destra sta preparando un golpe contro il governo perché la destra vuole attaccare i diritti dei lavoratori e imporre una politica conservatrice al Paese". Questa campagna, espressa nella Dichiarazione che si può leggere a questo link
http://bit.ly/1eD9UD6 è guidata dalla direzione del Mst [Movimento dei senza terra, ndt], insieme con la Cut [il principale sindacato del Brasile, diretto dal Pt, ndt] e altri movimenti, e conta con l'appoggio esplicito della sinistra del Pt, di Lula e della stessa direzione del Pt, tutti ad agitare questo spettro del golpe per difendere il governo con la scusa della "difesa della legalità democratica".
 
La ricollocazione della classe operaia all'opposizione
E i lavoratori, come si collocano in questo quadro?
I lavoratori sanno di essere loro a pagare il conto della crisi economica, di essere loro a compensare le perdite dei profitti di banchieri e industriali e sanno quale è il costo della politica economica del governo del Pt. Dalla rielezione di Dilma nell'ottobre scorso, questo governo non ha fatto altro che attaccare i diritti dei lavoratori, delle masse povere. Questo appare evidente nel pacchetto di misure fiscali adottato, nei tagli ai diritti (indennità di disoccupazione, pensioni, ecc.) e agli investimenti sociali, nell'aumento della disoccupazione, dell'inflazione, delle privatizzazioni, ecc. Le due ultime misure adottate dal governo innalzano l'età pensionabile e consentono la diminuzione di salario in caso di riduzione della giornata lavorativa.
E' questo lo scenario che spiega la costante erosione del sostegno popolare al governo, ricollocando la maggioranza della classe, e in particolar modo della classe operaia, all'opposizione di Dilma.
Questo processo di rottura col governo ha origine nelle grandi manifestazioni del giugno 2013, ha continuato a crescere da allora e si approfondisce a ogni nuova misura assunta dal governo. E' stato emblematico (per quanto trascurato dai media) il rifiuto opposto dai lavoratori della Mercedes Benz di San Bernardo all'accordo proposto dal padronato e dal sindacato, accordo che diminuiva il salario e i diritti con la scusa di preservare i posti di lavoro. Più del 70% dei lavoratori hanno votato contro.
Ed è enorme la rabbia dei lavoratori, particolarmente nei settori più sfruttati da quando governa Dilma. E' questo che spiega perché è accolta con grande simpatia nelle fabbriche e nei cantieri edili l'idea di cacciare questo governo quanto prima.
Una alternativa dei lavoratori può essere costruita solo nella lotta contro il governo del Pt. Per questa ragione, l'indicazione di "lottare contro la destra", sostenuta dai settori che hanno firmato la citata Dichiarazione, che chiamano i lavoratori a difendere il governo, non ha nessun senso. E' esattamente questo governo il principale responsabile dei mali che affliggono la vita delle masse popolari in questo momento: ed è importante sottolineare che in questo, governo e opposizione borghese stanno attuando con una perfetta unità e sintonia. Tutto il "modello economico" applicato dal governo del Pt ha come scopo garantire il pagamento alle banche del cosiddetto "debito pubblico", assicurando i profitti delle grandi imprese e gli interessi delle multinazionali. Ossia, gli interessi di quella "destra" che alcuni a sinistra dicono di voler combattere.
 
Non esiste nessun "governo in disputa"
E tutto ciò succede per le scelte di fondo fatte storicamente e sviluppate fino ad oggi dal Pt. Tra le quali, in primo luogo, quella di aver stretto un'alleanza con le grandi imprese per vincere le elezioni e governare. Se ci si allea con banchieri e industriali per governare non si può al contempo sostenere i diritti e gli interessi dei lavoratori. Il governo Dilma non è ostaggio di banchieri e industriali, è ostaggio della sua scelta di governare insieme a loro. Il riflesso di questa scelta di fondo è la decisione di voltare le spalle alle masse popolari e alle loro lotte, per governare attraverso le istituzioni parlamentari. Tutto ciò non poteva dare un risultato differente. Non si tratta di inveire contro il parlamento perché è un covo di conservatori: il parlamento è sempre stato questo ed esiste esattamente per svolgere questo ruolo, per preservare gli interessi dei ricchi e dei potenti. Il problema è piuttosto che il Pt scelse di incentrare lì la sua politica, alleandosi con i vari esponenti politici della borghesia. Da scelte simili, cosa poteva discendere? Un governo progressista?
E' bene chiarire che non esiste nessuna possibilità di un differente governo del Pt, basato su un altro "modello economico", che difenda gli interessi dei lavoratori. Non esiste nessun governo "in disputa", che possa "svoltare a sinistra" sotto la pressione dei movimenti sociali. Sono già 12 anni che i lavoratori brasiliani vengono ingannati con questa prospettiva: quanto è ancora necessario per concludere che si tratta di una illusione reazionaria il cui obiettivo è ostacolare e ritardare la lotta dei lavoratori? Come non vedere che il cosiddetto progetto "democratico e popolare", tanto più nell'epoca del capitalismo decadente, è di destra anche se lo sta facendo un governo che si presenta come "di sinistra"?
I compagni e le organizzazioni che sostengono la Dichiarazione che abbiamo citato non accettano le nostre conclusioni, per quanto oggi risultino evidenti. Così finiscono col difendere, in realtà, il sostegno al governo in carica, come se ciò costituisse una alternativa dalla parte dei lavoratori che, viceversa, sono attaccati precisamente da questo governo e dalle forze sociali che lo sostengono. E' così che questi compagni e queste organizzazioni, quando criticano il governo o alcune sue politiche, lo fanno cercando sempre di difenderlo "contro la destra".
Invece di chiamare i lavoratori nelle piazze per sconfiggere le politiche del governo e l'offensiva dei padroni contro i nostri diritti, invece di convocare uno sciopero generale contro le misure che il governo sta attuando (tra cui la contro-riforma previdenziale), queste organizzazioni [della sinistra riformista e centrista, ndt] non perdono occasione per ostacolare o deviare la lotta dei lavoratori, fanno di tutto per evitare che i lavoratori si scontrino con il governo che essi difendono: è questo il caso della Cut, del Mst, della Une [Unione nazionale degli studenti, sigla diretta dal Pt, ndt], del Pc brasiliano e di altri.
 
Siamo davanti a un "golpe della destra"?
La Dichiarazione a cui ci riferiamo sostiene che l'opposizione borghese starebbe organizzando un "golpe" per imporre un governo "di destra", per poter attaccare i diritti dei lavoratori e imporre una politica conservatrice al Paese. E che, per questo, bisogna difendere il governo del Pt contro l'opposizione borghese.
Il primo problema con lo scenario dipinto da questi compagni, è che esso non ha niente a che fare con la realtà. Quali sarebbero le misure che il governo del Pt ha preso o starebbe per prendere che vanno a favore dei lavoratori e contro le banche, le grandi imprese, le multinazionali? Ce ne si indichi almeno una.
No, la realtà è che non esiste nessuna misura di questo tipo. Al contrario, i banchieri e i grandi industriali hanno guadagnato più denaro durante i governi del Pt che con qualsiasi altro governo. E' lo stesso Lula a vantarsi della cosa. Una buona parte di questo viene dalla montagna di denaro che i governi del Pt destinano ogni anno per il pagamento del debito estero e interno ai banchieri, e per i sussidi e gli incentivi fiscali alle grandi imprese, così come dai frutti degli attacchi fatti ai diritti dei lavoratori, dai tagli allo stato sociale, alle pensioni, ecc.
L'industria agroalimentare ha ricevuto quasi 190 miliardi di real per finanziare il prossimo raccolto, e la riforma agraria con il governo Dilma non è meno lontana di quanto lo era con il governo di Collor de Mello [politico reazionario che governò nei primi anni Novanta, ndt], di triste memoria. Il Psdb [Partito socialdemocratico del Brasile, fondato da Cardoso, in realtà, al di là del nome, su posizioni di centro, nelle ultime elezioni ha candidato Aecio Neves, arrivato al ballottaggio contro Dilma, ndt] vuole, sicuramente, privatizzare la Petrobras: ma lo smantellamento dell'impresa, la privatizzazione della Pre-sal e della stessa Petrobras che Dilma sta facendo non sono forse la stessa cosa?
Il potere mediatico è nefasto: in particolare la rete televisiva Globo. Ma quando Lula entrò in carica nel 2003, la rete stava fallendo e fu salvata dal governo. Oltre a un miliardo di real in quel momento, è bene ricordare che la Globo ha ricevuto anche 6,2 miliardi di real in pubblicità dal governo federale, dal primo mandato di Lula ad oggi.
E' corretto denunciare la natura conservatrice e reazionaria del potere giudiziario. Ma chi fu che - accettandone le regole - nominò la maggioranza dei componenti dell'Alta corte? La destra? No: furono Lula e Dilma.
E' corretto denunciare gli attacchi dei padroni dell'agroalimentare e del Psdb contro le comunità indigene. Ma possiamo dimenticare che è stato proprio il governo Dilma quello che meno ha fatto per la riconsegna delle terre alle comunità indigene?
Certo, c'è una onda di criminalizzazione delle lotte e delle organizzazioni dei lavoratori, e ciò è evidente con i governi diretti dal Psdb negli Stati del Paranà e di San Paolo. Ma non è forse vero che abbiamo visto la medesima repressione attuata contro le mobilitazioni durante i mondiali di calcio, nelle manifestazioni contro la privatizzazione della Pre-sal: e tutto ciò per ordine diretto del governo federale di Dilma che ha impiegato persino l'esercito?
La legge contro le "organizzazioni criminali", approvata con l'appoggio del governo e promulgata da Dilma, è lo strumento per criminalizzare le azioni di lotta dei lavoratori e dei giovani. I picchetti di sciopero vengono classificati come "cospirazione". E l'area politica che sostiene il governo in parlamento è responsabile di queste misure tanto quanto l'opposizione borghese. O qualcuno può forse sostenere che è stata l'opposizione da sola ad approvare l'abbassamento dell'età per cui si risponde di reati penali [dai 18 ai 16 anni, ndt]? O le misure di terziarizzazione? Lo stesso Eduardo Cunha, del Pmdb [Partito del Movimento Democratico brasiliano; Cunha è noto per le sue crociate reazionarie e omofobiche, ndt], famigerato presidente della Camera dei deputati, ha acquisito la forza per ricoprire il ruolo che ricopre dopo dieci anni di governo del Pt. E' stata Dilma, per guadagnare voti e "governabilità", a dare spazio ai settori più reazionari della società, vietando le campagne contro l'omofobia nelle scuole, abbandonando la difesa della legalizzazione dell'aborto, ecc.
No, in realtà, non c'è nessun preparativo di golpe per difendere gli interessi della borghesia, attaccare i diritti dei lavoratori e imporre una politica reazionaria per il Paese. E questo perché tutto ciò già viene fatto. Già vengono difesi gli interessi della borghesia, già vengono attaccati i diritti dei lavoratori, già vengono imposte politiche reazionarie al Paese. E tutto ciò viene fatto dal governo del Pt e dai suoi alleati (banchieri e padroni) e da larga parte della sua maggioranza nel parlamento. Alcuni settori minacciano ora di lasciare la nave solo perché la nave sta affondando in un mare di denuncie di corruzione, perché è sempre più evidente il fallimento del governo e perché c'è un crescente rifiuto di massa del governo, che diminuisce la capacità di controllo della situazione da parte di Dilma.
 
La Cut, i partiti della sinistra e le organizzazioni popolari devono rompere col governo!
Per difendere i lavoratori e affrontare la destra, la Cut e l'Mst devono rompere con il governo. La Cut, l'Mst e le altre organizzazioni che hanno sottoscritto la Dichiarazione che abbiamo citato hanno una grande responsabilità nell'attuale scenario politico. E' necessario osservare che, al di là di una critica essenzialmente retorica alle politiche del governo, queste organizzazioni stanno agendo nei fatti per difendere il governo contro le critiche che gli vengono mosse. E' questo che spiega la posizione vacillante di questi settori nella lotta contro le misure varate da Dilma che riducono le tutele per i disoccupati. E' questo che spiega perché queste forze si sono rifiutate di convocare uno sciopero generale che avrebbe potuto sconfiggere quella e altre misure reazionarie del governo. Potremmo fare qui una lunga lista di episodi che mostrano lo stesso atteggiamento. Ma è sufficiente vedere come la Cut ha sostenuto apertamente il cosiddetto Ppe [Programma di protezione del lavoro, ndt], anzi, in realtà ha persino aiutato il governo nel formulare una proposta che, non solo non protegge il lavoro ma ammette riduzioni salariali perché i padroni possano preservare i loro profitti in questo momento di crisi economica. Questa centrale sindacale, la Cut, è passata così nel campo dell'aperta collaborazione con il governo, contro gli interessi dei lavoratori.
Per invertire questa situazione, perché la Cut si collochi nel campo della difesa dei diritti dei lavoratori, è necessario che rompa con il governo, dato che questo è, oggi, il principale strumento del grande capitale per imporre i suoi piani contro i lavoratori e le masse popolari del nostro Paese. Questa è la necessità primaria per la Cut, dato che senza questo il suo ruolo sarà sempre più nefasto per le lotte e l'organizzazione della nostra classe. E' necessario rompere col governo e chiamare i lavoratori alla lotta per sconfiggerlo. I sindacati e i movimenti legati alla Cut devono fare la loro parte, esigendo questa rottura; ma laddove la Cut dovesse rimanere legata al governo, sono i sindacati e i movimenti che devono rompere con questa centrale sindacale, per raggiungere quanti stanno operando per costruire nelle lotte della nostra classe la sconfitta delle misure del governo e una alternativa dei lavoratori per il Paese. Lo stesso vale per i partiti e le organizzazioni politiche della sinistra socialista brasiliana. Senza rompere in forma categorica con il governo non c'è modo di difendere nei fatti i diritti dei lavoratori.
 
Il sostegno dell'opposizione borghese alla politica del governo
L'opposizione borghese diretta dal Psdb e dal Pmdb non è una alternativa per il Paese.
Il Psdb ha già governato il Brasile e ha solo arrecato danni ai lavoratori e al Paese. Cosa sarebbe un governo di Aecio se non una ripetizione (persino in peggio) del governo di Cardoso, di triste memoria? E qualcuno, in coscienza, potrebbe sostenere che un governo diretto dal famigerato Eduardo Cunha potrebbe portare qualcosa di buono?
E' una vera fiera dell'ipocrisia la "indignazione" esibita da Cardoso e Aecio Neves davanti alle telecamere quando tuonano contro la corruzione che, dicono, si è impadronita del Brasile. Certo, è vero che la corruzione si è impadronita del Paese: ma non da oggi. Oggi vediamo le stesse pratiche corrotte che già attuava il governo di Cardoso quando costruiva la sua base di sostegno politica. O ci siamo dimenticati della compravendita di voti che fece per garantirsi la rielezione? delle privatizzazioni "al limite della irresponsabilità" che furono fatte dal suo governo? Aecio Neves sta denunciando il finanziamento che Dilma ha ricevuto durante la sua campagna elettorale: ma egli stesso ha ricevuto lo stesso tipo di finanziamento, dalle medesime aziende (in quantità simili). E' solo puro cinismo!
Non a caso questi partiti sono in piena sintonia col Pt quando si tratta di far passare il pacchetto di misure fiscali e gli attacchi ai lavoratori che sono stati approvati dal parlamento. Essi sono i rappresentanti più diretti del grande padronato e dei banchieri di questo Paese: per questo appoggiano la politica economica del governo Dilma. Per la stessa ragione, sono stati la punta di lancia nell'approvazione alla Camera delle misure di terziarizzazione.
Se rimanesse qualche dubbio su cosa sarebbe un eventuale governo diretto da questi signori, basti vedere come i governi del Paranà e di San Paolo (entrambi diretti dal Psdb) hanno reagito di fronte all'ultimo sciopero dei lavoratori della scuola [inviando la polizia militare a sparare pallottole di gomma sui manifestanti, ndt]; o come questi due governi siano coinvolti in innumerevoli scandali di corruzione.
Per i lavoratori, un governo di questi signori sarebbe uguale o peggio del governo del Pt.
Per questa ragione i lavoratori non possono lasciarsi ingannare dalle litanie di questa gente. Già nelle elezioni dell'anno scorso molti lavoratori disgustati dal governo del Pt hanno votato Aecio Neves, pensando che questo avrebbe potuto portare a un cambiamento. Ma è stato un inganno: lo stesso Aecio continua a ripetere sulla stampa che il governo Dilma sta copiando il suo programma. Se fossero al governo, farebbero le stesse cose che fa il Pt. Abbiamo bisogno di una alternativa della nostra classe, contro il governo del Pt che è in carica, ma anche contro la destra che si organizza sotto le bandiere del Psdb e del Pmdb. Insomma: basta con Dilma, Aecio, Eduardo Cunha, Temer, Calheiros, Pt, Psdb e Pmdb!
 
I compiti della sinistra
Di fronte all'ampio processo di rottura dei lavoratori con il governo e con il Pt, quali sono i compiti della sinistra brasiliana?
Si tratta forse di difendere il governo del Pt "contro la destra", ignorando l'esperienza concreta e il sentimento dei lavoratori in relazione al governo? Dovremmo forse convincere i lavoratori che essi non possono ribellarsi agli attacchi ai loro diritti che il governo del Pt sta infliggendo, per "non fare il gioco della destra"? E' questa la via che ci propongono appunto i firmatari dell'appello che abbiamo citato.
Noi siamo in totale disaccordo con questa proposta. In primo luogo, perché la "destra" è già, in gran parte, nel governo del Pt. Questo governo non è "di sinistra". Chi sono i vari Joaquim Levy, Katia Abreu, Michel Temer [ministri del governo Dilma, ndt], e un lunghissimo eccetera, se non i rappresentanti diretti dei banchieri, degli industriali, del grande padronato nel governo? E un governo basato sull'alleanza con i padroni governa per i padroni, per i loro interessi, non certo per gli interessi dei lavoratori. In secondo luogo, è necessario dire che la posizione delle organizzazioni firmatarie del citato appello apre il cammino a un ulteriore rafforzamento dell'influenza dell'opposizione borghese tra i lavoratori e le masse popolari, perché lascia i lavoratori soli nella lotta di opposizione al governo del Pt (che, ripetiamolo, è oggi rifiutato dalla grande maggioranza dei lavoratori e delle masse popolari).
Noi pensiamo che la rottura dei lavoratori con il Pt e il suo governo è progressiva e deve essere stimolata. Che dobbiamo aiutare a promuovere e organizzare le lotte della nostra classe per cacciare quanto prima questo governo, cercando di costruire nelle lotte una alternativa classista e socialista (contro il Pt e contro la destra), per sostituire il governo. Pensiamo che i lavoratori hanno il diritto di cacciare il governo del Pt, tanto più che furono i lavoratori che elessero questo governo che li sta tradendo. E pensiamo che la nostra classe ha bisogno di liberarsi anche dei vari Neves, Cunha, Calheiros, Temer, che difendono l'identico "pacchetto fiscale" a favore dei banchieri.
 
Serve un governo dei lavoratori!
E' necessaria una alternativa di classe e socialista per il Brasile. Rompere con questo governo è indispensabile per lottare in modo coerente in difesa dei diritti dei lavoratori; e lo è tanto più se vogliamo costruire una alternativa di classe e socialista perché siano i lavoratori a governare il Paese.
La classe lavoratrice deve e può costruire una alternativa della nostra classe per realizzare quanto è necessario. Una alternativa indipendente dalla borghesia, classista e socialista, che realizzi le misure che sono necessarie perché le masse popolari possano avere una vita degna, a partire dal cessare di pagare il debito ai banchieri. E' necessario nazionalizzare le banche, la terra, interrompere le privatizzazioni e ri-nazionalizzare quanto è stato privatizzato, espropriare le aziende che licenziano, ecc. Tutto ciò è necessario perché si possa avere lavoro, riforma agraria, diritto alla sanità, all'educazione, alla casa, alla pensione, al tempo libero, alla cultura e diritti sociali per tutti.
Per questo è necessario stimolare e organizzare la lotta dei lavoratori e delle masse popolari contro il governo e contro l'opposizione borghese, per difendere i diritti e gli interessi della nostra classe. E' nel corso di queste lotte che costruiremo le condizioni per un governo dei lavoratori, senza padroni, che ponga fine allo sfruttamento e all'oppressione capitalistica. Un governo che si appoggi sulle lotte e sulle organizzazioni dei lavoratori e delle masse popolari del nostro Paese: unica via per poter cambiare il Brasile.
Non possiamo ripetere l'esperienza del Pt, cioè quella di allearsi con i padroni e tentare di governare il Paese attraverso le istituzioni come il parlamento. I lavoratori nelle piazze, in lotta: ecco il primo requisito per cambiare davvero le cose.
Avremo la forza e il tempo per riuscire a fare tutto ciò? Dipende. Dipende dagli sviluppi della lotta dei lavoratori e dei giovani e dalla capacità di questa lotta di sbarrare la strada alle alternative della borghesia (un governo del Pt o della destra tradizionale). Ma dipende soprattutto dalle organizzazioni della classe operaia, dato che il ruolo della direzione del movimento è ancora più importane in momenti come questo. Dipende, dunque, da quanto farà la maggioranza della sinistra brasiliana che, al momento, è in definitiva schierata per la difesa del governo del Pt.
Non c'è modo di prevedere il risultato di questa lotta. Ma ciò che la sinistra socialista non può smettere di fare è la sua parte, cioè stimolare e aiutare i lavoratori a costruire la loro strada per uscire dalla miseria a cui il capitalismo e i suoi governi ci condannano. In ogni caso, per questa via non potremo che accumulare coscienza, organizzazione e, pertanto, forza per le lotte future.
 
La battaglia del Pstu: per lo sciopero generale, per una prospettiva rivoluzionaria
Il Pstu ha fatto e sostenuto il fronte unico e l'unità d'azione con qualsiasi organizzazione ogni qualvolta ciò fosse possibile e necessario per lottare in difesa dei diritti dei lavoratori minacciati dal governo e dal padronato. E continueremo a farlo, dato che questa è una necessità della nostra classe: ma sempre respingendo ogni tentativo di legare la difesa dei diritti dei lavoratori con la difesa del governo, dato che è proprio il governo che attacca i lavoratori.
Per questo sosteniamo l'appello ai sindacati fatto dalla Csp Conlutas: è necessario convocare uno sciopero generale nazionale per sconfiggere gli attacchi del governo e della borghesia ai diritti dei lavoratori. Al contempo ci impegnamo costantemente perché le lotte si sviluppino e si generalizzino, e avanzino fino a creare le condizioni perché i lavoratori assumano il governo del Paese.
Questa è la nostra strategia, dato che gli attacchi ai nostri diritti non cesseranno né con questo governo del Pt né con un governo dell'opposizione borghese. Dobbiamo costruire una alternativa di classe e socialista per il Brasile, sostenuta dalle lotte e dalla organizzazione indipendente dei lavoratori, per non ripetere il cammino che ha condotto il Pt lì dove è oggi. Solo così sarà possibile porre fine allo sfruttamento e all'oppressione a cui il capitalismo condanna i lavoratori e i giovani.
Ma questa lotta non riguarda solo i militanti del nostro partito. E' la lotta di tutti coloro che vogliono lottare per il socialismo nel nostro Paese.
E' su questi temi e sui passi concreti che come Pstu proponiamo che chiamiamo a riflettere i militanti del Pt e tutta la sinistra brasiliana, in questo momento senza precedenti che stiamo vivendo in Brasile.

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