mercoledì 2 settembre 2015

E' ora di reagire al genocidio dei rifugiati

Luciano Granieri

Sulla vergogna che il genocidio dei migranti sta gettando su l’intera umanità vorrei lanciare una serie di provocazioni.

Agli organi d’informazione.
Questa è una vicenda estremamente drammatica che non merita di essere derubricata a tafferuglio mediatico   dalle squallide posizioni di leghisti, fascisti e affini. Non è possibile sopportare ogni giorno i deliri  beceri di certa feccia  elettoralmente opportunista. Capisco che per i media mandare in scena le liti con  Salvini, la Meloni, la Santanchè  da una parte, e il piddino di turno ammaestrato da Renzi dall’altra,   può aumentare l’audience o la tiratura del giornale, ma è un esercizio squallido e pericoloso. Perché iniettare dosi così massicce di odio sociale crea  gravissimi danni  ad una decente convivenza civile. Per cui, sollecito gli organi di informazione ad oscurare le provocazioni leghiste e fasciste. Non mandatele in onda, non parlatene. Censurare le idee non è democratico, ma censurare certi deliri fondati sull’odio forse si.

Ai governanti ossessionati dai muri.
Ci rivolgiamo agli Orban e alle Theresa May e compagnia cantando. Il flusso di immigrati è ormai un fiume in piena. Troppa la disperazione esportata in Africa  e in Medio Oriente  attraverso il fiorente mercato delle armi che arricchisce le industrie occidentali, troppa la devastazione causata dalle guerre funzionali alla salvaguardi degli interessi delle multinazionali. L’impeto di un fiume così tumultuoso non può essere fermato da nessuna barriera né da vergognose marchiature sui rifugiati. I muri provocheranno solo la deviazione del flusso, costringendo i migranti a cercare nuove vie per giungere in occidente. Strade e rotte sempre più pericolose   sempre più in balia di traghettatori senza scrupoli pronti  a lucrare sulla umana disperazione.

Ai governanti che pretendono di scegliersi il rifugiato da accogliere.
In particolare mi rivolgo alla Merkel, che ha deciso motu proprio una sospensione ad hoc per la Germania degli accordi di Dublino. Secondo il principio dell’"euimmigrazione",  susseguente al principio dell’eugenetica di hitleriana memoria, potranno avere diritto di asilo in Germania solo i profughi Siriani, i più istruiti e benestanti.  Per gli altri  continuano a valere gli accordi di Dublino e dovranno essere trattati come al solito dai Paesi di approdo. E’ una posizione pericolosissima e disumana distinguere fra immigrati di serie A e serie B, con una modalità per altro completamente al di fuori di ogni  trattato europeo. Ma la Germania può tutto.

Al popolo della sinistra   se ancora esiste.

Nei giorni scorsi in Austria, non una nazione propriamente bolscevica, perfino i poliziotti  hanno partecipato ad una manifestazione di 20.000 persone contro l’inumano trattamento dei rifugiati. Negli stadi di calcio   i tifosi, una categoria che di solito non brilla per umanità e sensibilità a certi temi, hanno esposto striscioni di solidarietà agli immigrati. Gran parte degli spalti del campionato tedesco esibivano striscioni con la scritta “Welcome Refugees”. E noi, mi ci metto anch’io, continuiamo a sopportare la vergognosa disumanità di questa piaga, avvelenata anche dalle farneticazioni leghiste e fasciste, senza muovere un dito. Eppure l’accoglienza , la condivisione, la solidarietà sociale, sono valori fondanti di una certa idea di sinistra. E allora cosa aspettiamo a scendere in piazza, ad occupare il Cara di Mineo, o il porto di Pozzallo, per gridare la nostra rabbia contro quel capitalismo ultraliberista che sta producendo il genocidio? Dove sono  i movimenti pacifisti che riempirono le piazze per protestare contro la guerra in Iraq? E quelli di Sel, di Possibile, dell’altra Europa per Tsipras, quelli di Rifondazione e il nuovo Partito Comunista d’Italia?  Come intendono muoversi quelli di Sinistra Anticapitalista o del Pcl di Ferrando, i Carc e quelli di Alternativa Comunista?  E’ possibile che i poliziotti austriaci siano più sensibili  di noi a certi valori?  Muoviamoci, organizziamoci, scendiamo in piazza! Il genocidio di milioni di persone non merita solo l’indignazione e le denunce dai social network, ma esige  una mobilitazione enorme. Proviamo ad organizzarci, magari nelle singole città per poi confluire in una manifestazione nazionale più grande. Muoviamoci!

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