venerdì 30 ottobre 2015

Espianto di un sindaco Ogm

Luciano Granieri

Capita raramente , ma capita. Anche nei più asettici  laboratori di microbiologia e genetica  è possibile che qualche gene scappi dal controllo e si crei un organismo geneticamente modificato, la cui variazione  non sia  stata pianificata.  

E’ accaduto nel 2013 presso  il laboratorio piddino incaricato di selezionare gli organismi candidati a sindaco della città di Roma. Nella sperimentazione  delle primarie  la sterilizzazione democratica non fu  così attenta. Del resto a guidare il Pd  non c’era ancora  Matteo Renzi, uno che in quanto a sterilizzazione della democrazia non è secondo neanche a Mussolini.  

Accade che i candidati geneticamente puri come il giornalista David Sassoli o addirittura l’ariana renziana  Patrizia Prestipino  dovettero  soccombere. Il  gene scappato andò  a modificare il dna del candidato vincitore. Quell’Ignazio Marino che, vedi tu il caso della genetica, sconfisse  Alemanno e approdò inopinatamente  in Campidoglio. 

Dove hanno agito i geni maligni? Siamo comunque all’interno di un quadro genotipico proprio di un sindaco borghese, anti operaio e nemico dei lavoratori.  I geni malandrini hanno alterato l’asservimento a certi poteri che da sempre comandano su Roma ( Il Vaticano, i signori della finanza e del mattone padroni della Capitale). 

Un sindaco geneticamente perfetto avrebbe sicuramente  smembrato e cercato di svendere la parte pubblica della città, immobili e società partecipate (Acea , Atac, Ama), offrendole su un piatto d’argento ai già citati signori della finanza, così come Marino si apprestava a fare. Ma per altri versi il sindaco geneticamente perfetto, mai si sarebbe sognato di offendere il Vaticano  segnando  in un apposito registro  le nozze di cittadine e cittadini  omosessuali consumatesi all’estero, né   avrebbe mai osato andare a rompere i coglioni in certi consigli di amministrazione, tipo Acea, pretendendo di metter bocca negli affari dei vari Caltagirone,  o multinazionali come  Gdf.  

Alta finanza, lobbisti, e Vescovi, subito si risentirono  con il nuovo padrone del Pd. Quel  Matteo Renzi ,  nel frattempo   incoronato despota dei riformisti (anti)democratici    grazie a primarie  questa volta ben sterilizzate,  e padrone della nazione per evidente  furto di consenso elettorale. Un ducetto messo li proprio da finanzieri e lobbisti a perorare la causa della speculazione e dell’evasione contro i diritti dei cittadini. 

In tale contesto un organismo geneticamente modificato, per errore,  non poteva  pregiudicare  il tranquillo procedere  dell’istituto  biogenetico romano . Una rassicurante routine fatta  di   scorribande speculative fondiarie e finanziarie perpetrate dai soliti noti all’interno della Città Eterna,  attività da intensificarsi  in vista della kermesse cattolica per eccellenza, quale l’apertura della Porta Santa. 

I signori di Roma tuonarono e reclamarono  il ripristino dell’eugenetica.  Il loro feroce burattino doveva sterilizzare Roma a tutti i costi. Il sindaco Ogm andava neutralizzato. Una sterilizzazione invasiva, ma necessaria ,  tale  da pregiudicare l’elezione di un altro sindaco Pd, magari geneticamente più puro. 

Vedi quando i laboratori della primarie combinano casini? Vedi quando gli anticorpi al virus della democrazia non sono efficienti?  Ormai l’errore era fatto e andava  riparato a tutti i costi. 

Dunque via il sindaco geneticamente modificato, ma attenzione a  commettere altri errori. Massima sterilizzazione dei principi democratici. Vietate mozioni di sfiducia e passaggi in aula consiliare, così come il rispetto verso i cittadini elettori avrebbe imposto. Avanti con le dimissioni in massa dei  consiglieri ex amici , costretti a firmare sotto la minaccia di una siringa infetta che ne avrebbe pregiudicato le future mire politiche in caso di disubbidienze inconsulte. 

Si consuma   l’espulsione del   corpo estraneo . Ora  sarà difficile ricostruire un genotipo di sindaco compatibile  dopo che il laboratorio del Pd è stato devastato dalla vicenda. Né la sterilizzazione dal gene infetto della democrazia può arrivare al punto di evitare le elezioni in primavera. 

Come scongiurare dunque la colonizzazione cellulare penta stellata del Campidoglio? Bisogna ancora intervenire in laboratorio.  Provare a generare un organismo anch’esso geneticamente modificato ma in un altro senso. Partire da  un genotipo  diverso,  proprio di un magistrato, di un prefetto, al quale innestare  il gene dell’asservimento al burattino segretario presidente, manovrato  dai burattinai della speculazione finanziaria e fondiaria. Alcuni genotipi sono già stati individuati e sembrano ricettivi, Cantone su tutti. Certo l’esperimento è azzardato assai, ma oggi la moderna microbiologia fa miracoli.

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