mercoledì 21 ottobre 2015

Lavori (Jobs per farlo capire ai renziani)

Luciano Granieri




Commesso presso una grande distribuzione di articoli di tecnologia di  consumo.

Contratto a termine secondo il decreto Poletti, 6 mesi con possibilità di rinnovo. 40 ore settimanali a mille euro al mese. Settore audiovisivo (televisori e affini). Otto ore al giorno e una giornata di riposo settimanale che non capita mai di domenica, le feste si onorano lavorando. L’orario cambia ogni volta, così il giorno di riposo. I turni si conoscono il sabato sera alla chiusura, per cui solo alla fine della settimana si sa cosa ti tocca la settimana successiva . Non puoi programmare la tua vita  se non giorno per giorno. Le ferie ci sono (30 giorni) ma non si possono prendere né a luglio né ad agosto né a dicembre. Dopo due mesi ti chiamano e ti dicono che stai a part time, 4 ore al giorno, in luogo delle otto con cui sei entrato, a seicento euro al mese,  l’azienda deve risparmiare . Ti dicono pure che sei fortunato perché se trovi un altro part time puoi  combinare i due mezzi lavori e arrivare a guadagnare più di quanto guadagnavi  prima. Comunque se non ti  sta bene, passati i sei  mesi di contratto vai a casa. Il problema è che l’orario cambia di settimana in settimana e come già detto si sa solo alla sera di ogni sabato. Sfido chiunque a trovare un altro lavoro che ti dia la possibilità di cambiare continuamente gli orari per adattarli a quello che stai facendo . Un giorno a settimana bisogna rimanere oltre l’orario di chiusura per riunione aziendale. Un martirio in cui il direttore ti dice che bisogna vincere la targa del miglior reparto, miglior negozio, miglior venditore di garanzie e finanziamenti. Ne va del mantenimento del posto di lavoro. Ogni mese bisogna sottoporsi ad una cena motivazionale in cui il proprietario della catena ringrazia per gli  sforzi che si fanno, ma bisogna fare di più perché l’azienda è in perenne crisi. Fra un maccherone scotto e un petto di pollo incartapecorito capisci che ti stanno prendendo per il culo. Ti attacchi al vino farà schifo ma almeno non ti fa pensare. Scade il contratto e nonostante nell’ultimo mese hai venduto più  televisori e più garanzie nel tuo reparto il direttore ti da la notizia: Prego si accomodi alla porta, la collaborazione non si rinnova. Non è per scarso rendimento, anzi, ma per necessità aziendali . E’ in arrivo un ragazzetto con il contratto di apprendistato, assunto anche questo con  il decreto Poletti, sei mesi  con stipendio pagato dallo Stato e pure lui alla scadenza  è destinato  inesorabilmente ad accomodarsi fuori. Un altro  giovane apprendista è pronto per i prossimi sei  mesi,  se serve, se no si sta bene anche con un in meno e si sfruttano di più  gli altri dipendenti.

Procacciatore di contratti per energia elettrica e gas.

Lavoro occasionale. Bisogna girare per i palazzi e tentare di vendere contratti per gas ed energia elettrica. E’ un assalto alla diligenza. Molti usano stratagemmi spacciandosi per  tecnici dell’azienda del gas o della compagnia elettrica. Entrano nelle case fingendo di effettuare controlli sul contatore o sull’esatta redazione della bolletta per strappare una firma che vale 20 euro. Chi si presenta onestamente esplicitando le vere finalità del lavoro, cioè vendere forniture di riscaldamento ed elettricità, si vede sbattere la porta in faccia o subisce insulti e parolacce, anche se qualche anima buona, in conflitto con i gestori precedenti ti firma la commessa.  Si può, anzi si deva,  andare fuori città, ma di rimborsi spese neanche a parlarne. Se porti a casa i contratti sei  pagato altrimenti pippa.

Intervistatore per agenzie di sondaggi e ricerche di mercato.

Lavoro occasionale, capita quattro o cinque volte l’anno. Si tratta di andare a rompere i coglioni alla gente, per rilevare  il loro orientamento su consumi e acquisti. Si staziona nel reparto caffè di un supermercato per capire se la signora compra il decaffeinato, piuttosto che la cialda. Un po’ del tempo si passa dentro a bar ed enoteche per annotare  con quale vino o superalcolico la gente si affoga il cervello.  Si va in giro per le concessionarie d’auto fingendo di comprare una macchina e rilevare se il venditore è cortese e ti propone tutte le mirabilie dell’ultimo modello e i finanziamenti più vantaggiosi . Si battono gli ospedali della zona per sapere dai medici quali farmaci prescrivono e quali sono gli informatori  sanitari più abili.  L’incarico arriva sempre in ritardo quindi per concludere le interviste nel tempo stabilito devi girare anche la notte. Spesso le istruzioni sono imprecise,  vai  a trattare una macchina, devi dare indietro un usato ma non ti dicono di che anno è.  Per sottoporre certe interviste, tipo quelle ai medici, devi informarti sui medicinali, ti devi formare, e lo devi fare di tua iniziativa. Subisci sfanculamenti e rifiuti per un guadagno che va dai due ai venti euro a intervista, dipende da chi vai a disturbare.

Se hai più di cinquant’anni, devi tirare avanti una famiglia e non hai santi in paradiso, questo ti tocca. Essere sempre pronto quando ti chiamano anche se è il giorno o l’ora dopo la chiamata. Sbatterti in giro per racimolare poche centinaia di euro  necessarie ad arrivare alla fine del mese. Sei schiavo di un’occupazione  che non c’è.  Questo è il lavoro ai tempi del Jobs Act.



Nessun commento:

Posta un commento