mercoledì 30 dicembre 2015

Voi siete leggenda: un finanziamento occulto ai neofascisti?

Collettivo Politico Comunista Sezione della Rete Nazionale: Noi Saremo Tutto




Mentre scriviamo questo articolo (ieri ndr) è in corso la partita Voi siete leggenda nella quale, allo stadio Olimpico, si stanno sfidando calciatori della Roma presente e passata: da Francesco Totti a Bruno Conti, da Daniele De Rossi a Roberto Pruzzo, da Alessandro Florenzi a Damiano Tommasi, da Marco Del Vecchio a Sebino Nela a Giuseppe Giannini. Presentata come «festa della Roma e dei colori giallorossi», la sfida è stata organizzata dall’ex calciatore giallorosso Vincent Candela e dall’associazione di promozione sportiva che presiede, la Trentadue Onlus. Secondo le dichiarazioni ufficiali il suo incasso sarà devoluto «a finanziare progetti per l’accesso allo sport dei ragazzi» (leggi) o, meglio, «ai bambini che vivono in famiglie che sono in difficoltà economiche e sociali, per aiutarli ad una crescita sana attraverso lo sport» (leggi). Per questo, tra i partner della serata, si contano  la nuova Fondazione Bambino Gesù, Actionaid e la Fondazione Bioparco di Roma. Insomma, sembrerebbe un’iniziativa positiva, che unisce passione calcistica – sia sufficiente pensare che l’accesso allo stadio è stato consentito anche ai tifosi daspati  –, prezzi finalmente popolari e benefcienza. A leggere con attenzione le dichiarazioni di alcuni ex calciatori giallorossi, però, lo scenario appare molto più inquietante: a sorpresa, infatti, emergono strani legami tra l’iniziativa benefica, un finanziamento alla Comunità Solidaristica Popoli e, non ultima, Casapound. 
A rendere palese questo legame è stato Paolo Alberto Faccini, calciatore della Roma dello scudetto del 1982-83, che durante un’iniziativa al Circolo Futurista di Casalbertone, una delle sedi romane di Casapound  – nel corso della quale un altro ex campione della Roma, Roberto Pruzzo, ha venduto un centinaio di bottiglie di vino da lui prodotte e autografate – ha affermato:
Ci tenevo a dire che io sono il promotore di queste due iniziative, la prima con Pruzzo, ovvero quella della presentazione del vino. Abbiamo scelto di farlo in questa zona popolare romanista perché abbiamo incontrato molte persone legate alla maglia. La seconda iniziativa è quella di Candela, che come me è rimasto a vivere a Roma perché questa città ti dà molto e quindi abbiamo voluto organizzare questo evento benefico. Ci tengo a dire che gli ex giocatori sono sempre entusiasti di supportare queste iniziative benefiche, ma per quanto riguardo i calciatori di oggi purtroppo è diverso, è un problema anche a causa dei molti stranieri che ci sono, si lascia poco spazio agli italiani. Mi spiace vederli che baciano la maglia dopo un gol, quello è un gesto importante. [...] Tornando all’evento del 29, il 25% degli introiti andranno all’Iniziativa Popoli da me supportata che si occupa seriamente del sociale. (leggi)
Per i meno informati è utile, a questo punto, fare un riassunto su cosa sia la Comunità Solidarista Popoli, quali attività si celino dietro la sua attività “sociale” in Birmania a favore dell’indipendenza del popolo karen e quali siano i suoi rapporti (strettissimi) con Casapound. Infatti parliamo di un rapporto, quello tra Casapound-Popoli-karen, che non è stato estemporaneo o episodico: sia sufficiente pensare che alle missioni in Birmania organizzate da Popoli hanno partecipato, negli anni, i principali leader di Cpi, come Alberto “Zippo” Palladino e Gianluca Iannone. Si tratta, quindi, di uno di quegli ambigui interventi dei fascisti del terzo millennio che, dietro presunti intenti sociali, nascondono interessi politici ed economici ben diversi.
Come si legge in un’inchiesta pubblicata nel 2012 dall’Espresso,
Ma c’è un’altra questione che in questi giorni coinvolge Casapound e in particolare il suo presunto braccio umanitario, cioè appunto la onlus La salamandra. Fra le varie attività dell’associazione, è emersa quella a favore della popolazione Karen in Birmania, una minoranza etnica dal 1948 in lotta armata per l’indipendenza. Una battaglia, quella del Knla (Karen Nation Liberation Army) che da tempo vede “aiuti” stranieri, spesso non disinteressati visto che la zona è al centro della produzione di anfetamine e del traffico di eroina.  Negli ultimi anni l’estrema destra ha fatto della lotta dei Karen una bandiera e anche Casapound ha sposato la causa con raccolte fondi, tutte in collaborazione con la onlus Popoli, fondata dal veronese Franco Nerozzi. In pochi anni questa “comunità solidarista”, come si definisce, ha fondato un ospedale da campo in un villaggio Karen e distribuisce  medicinali alla popolazione. Attività assolutamente meritoria, se la Procura di Verona non avesse scoperto che  non si limitava all’ambito filantropico. Secondo le risultanze processuali la Birmania è stato infatti il luogo di addestramento per un gruppo di volontari reclutati dallo stesso Nerozzi per realizzare un golpe nelle Isole Comore, vicino al Madagascar. […] Nerozzi, arrestato con l’accusa di terrorismo internazionale, si è sempre proclamato vittima di un equivoco ma alla fine ha patteggiato una condanna a un anno e dieci mesi. Poi, appena terminato di scontare la pena, ha ripreso l’attività in Birmania. Da qualche anno, come detto, anche col supporto di Casapound.  Dal 2008 a oggi – come ‘l’Espresso’ ha ricostruito – sono almeno quattro le missioni svolte da Casapound in Birmania fra i guerriglieri karen. Nerozzi ha sempre respinto l’accusa di aver fornito armi, equipaggiamento e istruzione militare. Anche in questo caso, tuttavia, le foto sono imbarazzanti. E se fanno sorridere le magliette dei Zetazeroalfa (il gruppo musicale di Iannone) indossate da giovani karen, assai meno bonarie appaiono le marce nella giungla insieme ai guerriglieri, fra ak47, lanciarazzi, m16, fucili di precisione e pistole di vario calibro o gli scatti che ritraggono soldati armati reggere la bandiera di Casapound.
Popoli, insomma, non è esattamente una fondazione di secondo piano, come dimostrano le numerose inchieste (e non parliamo solo di quelle giudiziarie, ma soprattutto di quelle dei compagni, perché invece sulla posizione di alcuni grandi quotidiani è meglio stendere un velo pietoso) che l’hanno vista protagonista negli ultimi anni.
Il fondatore di Popoli è appunto il giornalista veronese Franco Nerozzi che, come si legge in un’inchiesta della Nuova Alabarda del 2005, ha un passato come reporter della Rai. Con la fondazione di Popoli nel 2001 (ma secondo altre testimonianze essa risale già al 1994), Nerozzi «individuò come prima popolazione da “aiutare” quella dei Karen, abitanti sulle montagne della Birmania orientale, al confine con la Thailandia, in lotta contro il governo di Rangoon» e fautori dell’indipendenza: l’attività della onlus era (ed è) quella di portare aiuti «“direttamente ai soggetti bisognosi, recandosi nella regione dalla confinante Thailandia”, cioè attraversando illegalmente il confine birmano». Nel 2002, Nerozzi salì
agli onori delle cronache perché il suo nome era tra quelli coinvolti nelle indagini condotte dalle Procure di Verona e di Torre Annunziata su un sospetto traffico di “mercenari” (alcuni anche triestini), finiti in un giro di mercanti d’armi e di armati da mandare in varie parti “calde” del mondo a destabilizzare – o ristabilire l’ordine, a seconda del committente dell’incarico – in zone come le isole Comore, ma anche la Bosnia, il Ruanda, la Birmania. Si ventilò dunque il sospetto che l’attività “umanitaria” e “solidaristica” di Nerozzi fosse servita come copertura per altre attività illecite. L’inchiesta era nata “quasi per caso”, come spiegò il PM veronese Guido Papalia ai giornalisti, in seguito alle indagini su alcune scritte antisemite comparse a Verona. Da intercettazioni telefoniche erano emersi dei contatti tra Nerozzi e l’anziano ex “mercenario” francese Bob Denard, che aveva combattuto in Congo e che era stato ritenuto dagli investigatori interessato a portare a termine un golpe nelle isole Comore perché vi aveva investito capitali ingenti in un progetto turistico, che il governo in carica gli avrebbe impedito di portare avanti. Nerozzi aveva conosciuto Denard nel corso della sua attività di reporter di guerra, il che non provava alcuna sua “collaborazione” con le presunte attività illegali del francese. L’inchiesta si chiuse con la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura per Nerozzi e per altri indagati.
Nerozzi patteggiò poi, come abbiamo detto, una pena a un anno e dieci mesi. Senza entrare nel merito della scelta del “patteggiamento”, bisogna sottolineare che nell’inchiesta su questo tentativo di golpe alle isole Comore emergono dei legami davvero “strani”. Tra tutti, quello di amicizia di lunga data tra Nerozzi e un altro degli indagati (poi prosciolto), Giulio Spiazzi (leggi), figlio del generale Amos Spiazzi, a sua volta accusato e poi prosciolto per il golpe Borghese. Una storia familiare densa di accuse di promuovere colpi di stato, insomma, quella degli Spiazzi.
Come scopriamo dal blog di Alessandro Cochi, l’ex assessore di Alemanno vicinissimo a Casapound, tra i fondatori di Popoli ci sarebbe anche proprio l’ex calciatore della Roma Paolo Alberto Faccini, che oggi è il responsabile romano della “Comunità” (leggi). Veronese anche lui, amico di lunga data di Nerozzi, Faccini sembrerebbe il vero deus ex machina dell’incontro tra Casapound, Popoli e gli ex giocatori della Roma. Un incontro che vede ad esempio l’ex giallorosso Sebino Nela tra i clienti abituali dell’osteria del leader di Cpi Gianluca Iannone, da solo (vedi) o in compagnia dell’ex collega Roberto Pruzzo (vedi). Lo stesso Pruzzo che, con l’amico Faccini, gestisce una scuola calcio alla Ferratella e che, come dicevamo, appena tre settimane fa ha organizzato un’asta di bottiglie di vino da lui prodotto e autografato proprio al Circolo Futurista di Casalbertone, luogo tra l’altroACCREDITATO per la vendita dei biglietti della partita Voi siete leggenda (leggi): un’iniziativa a cui è stata annunciata la partecipazione del solito Nela e dello stesso Vincent Candela.
I risvolti dell’iniziativa di beneficenza Voi siete leggenda si fanno, quindi, inquietanti: se è vero che, come affermato da Faccini, il 25% degli introiti della serata – a cui, in un clima di festa in cui hanno sfilato persino i figli di Totti, hanno partecipato 15mila persone che hanno pagato biglietti tra gli 8 e i 50 euro – andranno a Popoli, decine di migliaia di euro affluiranno presto nelle casse dell’ambigua associazione vicina a Casapound, con il placet più o meno tacito di alcuni degli ex giocatori giallorossi. Se le cose stanno così – e non ci sembra che, finora, ci siano state dichiarazioni che smentissero le affermazioni di Faccini – ancora una volta a essere strumentalizzati saranno stati i tifosi, la loro passione per la squadra e la disponibilità alla solidarietà. Sacrificati sull’altare del profitto economico, dei finanziamenti privatistici e «familistici», degli interessi personali, degli accordi sottobanco con le autorità per la gestione della tifoseria (e qui i movimenti di Padroni di Casa, il gruppo ultras vicino a Casapound, degli ultimi mesi potrebbero raccontare più di qualcosa…). Tutte attività in cui, tra l’altro, Casapound e le organizzazioni a essa collaterali primeggiano da sempre.

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